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Autore: Makieyo    22/12/2015    1 recensioni
Natale era la sua festa preferita, nonostante non fosse una cattolica praticante. Continuava a cliccare quel piccolo tastino delle luci, al capo aveva un cappello ridicolo di natale che, anch’esso, si illuminava ad intermittenza di rosso sulla fascia bianca. Andava così quella vigilia. La prima vigilia da sola.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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E' questo il natale dei grandi?



Cliccava ad intervalli imprecisi il tastino delle luci ad intermittenza che ruotavano in senso orario sul suo piccolo albero di natale posto in un angolo del suo salotto. Rosso, bianco, rosso, bianco.. Guardava cambiare la frequenza di quei colori da almeno ventisei minuti in quella sera della vigilia di natale. Sotto quell’albero, rialzato da qualche scatolone nascosto dai fiori finti, c’era una marmaglia di regali che i giorni prima aveva accuratamente comprato per tutte le persone che conosceva, non fregandosene di tutti i soldi che sarebbero volati via. Natale era la sua festa preferita, nonostante non fosse una cattolica praticante. Continuava a cliccare quel piccolo tastino delle luci, al capo aveva un cappello ridicolo di natale che, anch’esso, si illuminava ad intermittenza di rosso sulla fascia bianca. Andava così quella vigilia. La prima vigilia da sola. Bea aveva deciso lei di passarlo così, con una ciotola riempita di patatine classiche tra le gambe incrociate e lo sguardo fisso sul suo albero che arrivava all’altezza di un nano. Aveva deciso lei di allontanarsi da tutti i destinatari di quei regali, nonostante si aspettase una festa completamente diversa, ma a quanto pare quando ci metti troppa felicità e cuore nelle cose, ti si ritorcono sempre conto.
Si sentiva inutile, si sentiva presa in giro da tutte le persone che l’avevano spesso circondata con sorrisi e pacche sulle spalle, che si erano sempre dimostrate diverse da tutte le altre persone. E invece, tutti uguali..
Stoppò l’azione del suo dito su quel tasto ormai quasi consumato e riprese a mangiare le patatine, mentre con l’altra mano, con difficoltà, metteva i regali in una busta abbastanza grande, di quelle che ti danno agli ingrossi, per metterli via. Non aveva nemmeno voglia di riciclarli a qualcun altro, dovevano solo sparire dalla sua vita quella sera.
In quell’ultimo periodo era ingrassata, si sentiva brutta, non aveva voglia di far nulla. L’unica cosa che veramente la tirava su di morale, era quella festività che, nonostante l’età, aveva sempre aspettato con ansia e felicità. Ma non si sentiva all’altezza nemmeno di quest’ultima, in questa vigilia. Che cosa era accaduto? Chi era stato? Perché?
Aveva sempre avuto il sorriso stampato sul volto, ha sempre cercato di essere partecipe in ogni cosa che proponevano tutti, non diceva mai di no ed era sempre pronta, in prima fila, per aiutare chi ne aveva bisogno; amici, parenti, sconosciuti. E all’improvviso si è ritrovata con tutte queste persone girate di spalle, a fare altro tra di loro, senza nemmeno degnarle di uno sguardo. Era diventata invisibile anche per il proprio ragazzo.. Forse era la situazione in se, forse era lo stato emotivo, ma sentiva gli occhi suoi più sulla sua ex, che su se stessa e allora, quel pomeriggio, alzò il sedere dalla sedia e se ne andò, senza nemmeno salutare. Ognuno per la sua strada.
Non si sentiva abbastanza. Nemmeno per la propria famiglia. Era inutile per davvero? Eppure sembravano così felici quando tornava a casa con la busta piena di regali per i suoi fratelli e i propri genitori.. Eppure sembrava.
Scostò la ciotola dalle sue gambe e si issò all’in piedi,  pulendosi le mani ai lati della sua tuta nera. Raccolse la ciotola e la busta ormai piena e le portò sul tavolo in cucina, si sentiva vuota. Nemmeno il cibo riusciva più a riempire quella parte di lei. Abbassò il capo, sfilandosi il cappello ridicolo, e si buttò a peso morto sul divano, coprendosi con un plaid comprato da pochi giorni. Un regalo a se stessa. Era così che doveva andare quella giornata? Se la meritava davvero? Forse aveva fatto qualcosa di male e nemmeno lo sapeva.. Voleva tanto che qualcuno glielo dicesse. Era lei che aveva sbagliato? Dopotutto era consapevole di non avere un carattere perfetto. Ma come nessuno, d'altronde.
Sentì qualcosa di caldo scivolare lungo le sue guance paffute, seguito da altre righe di calore da entrambi i lati del viso.. Con una mano portò via quelle lacrime, era grande, non doveva piangere, non doveva cadere così in basso. Eppure.. Si sentiva triste. Era la vigilia ed era triste. Era sola. Alzò gli occhi al soffitto bianco, cercando di cessare quelle lacrime e gonfiò le sue guance, cercando di rimprendere un respiro regolare per calmare anche il suo battito cardiaco. Si sentiva un fuoco in viso, si sentiva una stupida. C’erano persone peggiori di lei, più cattive ed in quel momento erano circondate però da altre persone, non erano sole come lo era lei adesso. L’unica cosa che le faceva compagnia era quella luce dell’albero che era l’unica cosa che illuminava tutta la casa, o  almeno il salotto e la cucina.
E’ così il natale dei grandi? Lo si passa da soli? Ci si sente così, sempre?
Non era pronta per crescere, allora. Lei amava aspettare la mezzanotte per aprire i regali, anche se per lei non c’era nulla. Voleva giocare con tutta la famiglia, fare nottate con gli amici, magari anche ubriacarsi.. Voleva non essere sola. Voleva non sentirsi inutile. Voleva che tutti aprissero i regali che con tanta cura aveva scelto nei giorni precedenti, non voleva che finissero in una busta, dimenticati. Dimenticati come tutti si dimenticarono di lei.  E’ questo il natale dei grandi? Sentirsi vuoti?

 
   
 
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