#Etihovolutobeneveramente
 
Guarda, guarda cos’hai fatto soldato che non sei altro.
 
Guarda cos’hai acceso, lo vedi il fuoco che mi brucia dentro?
Fuoco che alimenta le mie vane speranze, che rischia di ardermi vivo, prepotente ed ammaliante, com’è, nel suo sentore di te.
 
 Ah, lo vedi come mi tormenta? Ma è talmente assuefante, più di qualunque droga, nel suo retrogusto di casa, che mi macchia del più grave dei peccati, mi darebbero dell’accidioso.

Guarda, guarda come nutre le mie speranze, io che dalla vita non ho mai preteso niente, mea culpa, ed ella che non mi ha mai dato molto.
 
 Poi cosa mi aspettavo io da questa? Che mi facesse dono del tuo amore?
Lei in fondo mi ha solo donato un’infanzia persa ed un’adolescenza mal vissuta -fratello troppo simile a me e genitori impiccioni a parte-, ma andava bene.
 
Che mi aspettavo io da questo mondo, da questa Terra che come unico merito ha quello di averti fatto nascere, da quel destino che è stato tanto benevolo nei miei confronti da farci incontrare, ma altrettanto maligno da permetterti di accendere una fiamma che non ho mai osato spegnere - che Dio mi perdoni!-.
Che mi aspettavo da me stesso, poi,che ho sempre allontanato le emozioni dalla mia mente fredda e razionale.
 
I sentimenti mi hanno sempre spaventato, ammetto la mia codardia, ma in fondo ne ho tutte le ragioni del mondo … vero?
In fondo è da questi che hanno origine gli omicidi più sanguinosi, amante gelosa, marito donnaiolo … forse per questo punto dovrei essere grato.
 
Ma questa volta li ho digeriti piano e che mi aspettavo io da questi? Sono a conoscenza che portano solo sofferenze, le ho provate sulla mia stessa pelle.
 
Prima mi affeziono a Mycroft e poi –solo Dio sa come!- ci allontaniamo; poi c’è stato RedBeard, non è stata colpa di nessuno la sua scomparsa, ma ero affezionato a lui e quando ho pianto per la sua perdita nessuno mi ha davvero consolato … era solo uno stupido cane ed io un ancor più stupido bambino.
 
 Ma poi sei arrivato tu, dottore, tu che sei entrato zoppicando nella mia vita e ti sei posto, sfacciato, al centro della mia esistenza, ormai incentrata sui tuoi discutibili maglioni, sui tuoi sorrisi, su quella tua normalissima intelligenza.
 
Tu che hai cancellato tutto ciò che ho provato, che mi hai spiegato i sentimenti e tutto ciò che li rende tanto incomprensibili, ma me li hai spiegati come se fossi un bambino e li ho capiti lentamente.
 
 E tu continuavi a gettare legna su quel fuoco ed io, ignorante in materia, mi sono ferito ed una cicatrice mi oltraggia il cuore e la mia anima è ustionata dalle fiamme.
 
 Ah che illuso! Credevo di uscirne indenne, mai è stato commesso errore più grande da un qualsiasi essere vivente, ma come potevo?
Ero accecato da te per rendermi conto di essere fin troppo vicino alle fiamme e ora devo pagare, certo, lo scotto è alto, il dolore è pesante, insopportabile, ma quando incontro i tuoi occhi o quando mi fai dono del tuo sorriso, è più forte di me, le fiamme non ci sono più, o meglio, non le vedo più.
 
Sei, allo stesso tempo, il male e la cura.
 
E non posso farci niente, so che non posso permettermi di soffrire ancora, ne uscirei matto (forse già lo sono ad amarti), ma ogni tuo singolo respiro è un unguento che lenisce le mie ferite, e quando te ne andrai definitivamente, quando ti stancherai di me, non rimarranno che cicatrici.
Di concrete ne ho sulla pelle, a dimostrazione del fatto che per te farei tutto, ma quelle non fanno male, a differenza di quelle che mi ornano l’anima, le hai inferte tu, ma io ti ho dato la lama e ho guidato la tua mano.
 
 Ora Guarda John, guarda quest’uomo, se tale si può chiamare, tanto masochista da ridarti il coltello ancora sporco del suo stesso sangue ed a convincerti di riaprire le stesse ferite, forse mai risanate.
 
E guardati John, guarda quanto sei bello, sei come gli angeli più affascinanti, sei tanto irraggiungibile, ma cammini al mio fianco; sei tanto vicino a me, ma la tua mano stringe un’altra che non è la mia, un’altra mano che ha stretto una pistola, la stessa pistola che mi ha portato alla morte per te, la stessa morte che ho combattuto per te.
 
Ed ora osserva John, osserva a cosa è dovuta tutta questa mia sofferenza … E’ dovuto a questo sentimento che è ghiaccio e fuoco, bene e male, cura e sofferenza.

Non so se lo si può definire amore, l’ho detto, sono stolto in materia, ma di sicuro è qualcosa di estremamente potente, insomma, quello che provo per te è in grado di riportarmi in vita!

Forse dovrei trovare un nome a tutto ciò, forse ha già il tuo di nome e non potrebbe essere più adatto, perché sei l’unico che è stato in grado di provocare tali sensazioni, chissà in quanti, ma ti do il merito solo di ciò che hai fatto a me, perché, non te ne rendi conto, è tanto, troppo, quello che sento.
 
 E te lo vorrei dire, ma non ne ho coraggio, sono un vigliacco amore mio.
E poi è troppo tardi, amore mio, torna da lei, è più sicuro, abbraccia quella vita che ti meriti.
 
“John c’è una cosa che vorrei dirti” ti amo “Sherlock è un nome da femmina”.
 
E le cicatrici bruciano, il cuore arde tutto mi urla di dirti ciò che provo, ma sono solo un uomo e non ti merito, amore mio.
 
 Angolo dell’autrice.
 Sono ritornata gentehhh! (Vabbe che nessuno me se fila però okay)
Questa OS è ambientata, idealmente, nell’ultima puntata della terza stagione.
E’ uscita di getto e mi dispiaceva non pubblicarla, non ho mai usato questo stile così tanto introspettivo e angst, spero di non essermi imbattuta nell’OOC, ma non credo dato che è introspettivo e nessuno sa cosa prova realmente il nostro investigatore (a parte che è innamorato di John OBV).
 Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, davvero, davvero, davvero … CI VOGLIONO CINQUE SECONDI PER SCRIVERE UNA RECENSIONEEEE <333

A presto e Buon Natale!!!
 White_Converse xx