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Autore: maggieemae    23/12/2015    2 recensioni
“Mi manchi” aveva sussurrato quando per caso si era scontrata con James prima di salire le scale che portavano alla sua stanza. James l’aveva fissata per pochi secondi prima di dire “Come faccio a mancarti? Siamo sempre insieme.” E senza lasciarle il tempo di rispondere si era dileguato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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NOTE: Partiamo dal presupposto che non accetto critiche per la scelta della canzone che ho usato come citazione iniziale perché è perfetta. E non mi importa se i rapper vi fanno schifo e quello che volete voi. Tra l'altro anche il titolo è preso dalla stessa canzone quindi :)
Poi, sulla storia non c'è molto da aggiungere. I commenti, inutile dirvelo, mi fanno sempre piacere, quindi qualsiasi cosa abbia da dirmi, ditemela! 
Ci tengo a direi che dedico questa storia alla mia piccola Gré, è il suo regalo di natale ♥♥♥ Finire questa storia è stato un parto, ma spero che ne sia valsa la pena. Ovviamente volevo scriverla a tema natalizio e infatti è ambientata non so neanch'io in che periodo dell'anno, ma di sicuro non a dicembre :)))
Basta chiacchiere inutili.

 
 
E ora io ho bisogno di te per dormire la notte
basta che mi stringi forte tutto va a posto ed è come quando tu
nel casino che c'è trovi sempre le cose
e oltre alle mie chiavi trovi il senso che avevo perso dentro me.
J-Ax – Caramelle
 
 
Lily non era sicura di quando tutto aveva cominciato a cadere in mille pezzi. Più ci pensava, più non riusciva a venirne a capo. Ce la stava davvero mettendo tutta perché era sicura che c’era stato un momento esatto che aveva cambiato le carte in tavola e lei voleva capire quale. Era nella sua natura, aveva sempre una risposta a tutto, peccato che l’unica che voleva in quel momento, non riusciva proprio a trovarla.
Quando il rapporto con James aveva cominciato a sgretolarsi? Forse se avesse trovato il preciso attimo che aveva stravolto tutto se ne sarebbe fatta una ragione.
Erano giorni che a stento si rivolgevano la parola, le rare volte che i loro sguardi si erano incrociati gli occhi di James avevano una sfumatura che Lily non aveva mai visto: vuoto. James era vuoto, come se tutta la sua vitalità fosse stata risucchiata da un Dissennatore. E più ripensava a quell'espressione e più le venivano i brividi. Ci aveva provato ad affrontarlo, ma aveva presto perso il coraggio. Forse ignorando il problema si sarebbe risolto da solo o forse aveva troppa paura ad ammettere di aver perso l’uomo che amava con ogni fibra del suo essere (anche se non glielo aveva mai detto così apertamente).
“Mi manchi” aveva sussurrato quando per caso si era scontrata con James prima di salire le scale che portavano alla sua stanza. James l’aveva fissata per pochi secondi prima di dire “Come faccio a mancarti? Siamo sempre insieme.” E senza lasciarle il tempo di rispondere si era dileguato.
La cosa che aveva colpito Lily non erano tanto le sue parole quando invece il tono piatto e asettico che aveva utilizzato. Non c’era nessuna sfumatura nel suo tono di voce, nessuna inflessione, nessuna emozione.
Se prima Lily pensava che qualcosa avesse potuto aggiustarsi, ora aveva perso anche l’unica flebile speranza  a cui ancora si teneva aggrappata. Guardò l’alto soffitto della Sala Comune cercando a stento di trattenere le lacrime che minacciose premevano per uscire dai suoi occhi smeraldo. Respirò a fondo e chiuse le palpebre. Si concentrò sul battito frenetico del suo cuore cercando di tranquillizzarsi. Cos’era appena successo? Chi era la persona che si trovava davanti? Dov’era finito il suo James, quello che la faceva ridere, quello ingenuo, quello a volte troppo sognatore? Dov’era?
Nei giorni seguenti la situazione non aveva fatto altro che peggiorare. A quell’indifferenza avrebbe preferito di gran lunga litigare con lui, la rabbia era pur sempre un’emozione e invece aveva dovuto affrontare quel muro invalicabile fatto di assenza e vuoto. Quando la situazione aveva cominciato a sfuggirle di mano, ne aveva parlato anche con Remus e Sirius ma neanche loro avevano una risposta per il comportamento di James.
Era la terza sera che non riusciva a chiudere occhio, quindi si era rannicchiata sul divanetto vicino al camino a leggere.
James scese le scale, per andare non sapeva neanche lui bene dove e si ritrovò Lily appisolata sulla poltrona. Era bella da togliere il fiato e guardandola, qualcosa dentro di lui cambiò in una frazione di secondo. Si rese conto di essere stato un vero bastardo con lei e con i suoi migliori amici. La sua vita si stava lentamente sgretolando e aveva rovinato gli unici rapporti che ancora gli erano rimasti. Provò a ignorare la forza magnetica che lo spingeva inesorabilmente verso di lei ma non ci riuscì. Anche se le cose non sarebbero più tornate come prima, avrebbe almeno dovuto dire le sue ragioni, spiegare la situazione. Doveva almeno tentare. Per Lily ne era sempre valsa la pena, perché questa volta avrebbe voluto essere diverso?
Lily sentì una voce calda e penetrante sussurrarle all’orecchio “Hei splendore” e subito pensò che il James dei suoi sogni era uguale al James che lei aveva imparato ad amare. E non voleva proprio svegliarsi, soprattutto perché la realtà ora era molto diversa e lei voleva continuare a inebriarsi della sua fantasia.
Lily fu costretta ad aprire gli occhi quando due polpastrelli freddi accarezzarono piano il suo viso, un brivido le corse lungo la schiena e borbottò qualcosa di incomprensibile. La luce fioca della lampada illuminò il viso di un bellissimo ragazzo dai capelli neri più arruffati che mai. Era diverso da come Lily se lo ricordava e stava sorridendo. Leggermente. Ma era pur sempre un sorriso.
James la scrutò a lungo prima di parlare “Mi dispiace. Capirò se la bottiglia di Whiskey Incendiario sarà la mia unica compagna di vita” disse alzando il liquore che teneva stretto per il collo “Ma se vorrai ascoltarmi, c’è una cosa che vorrei condividere.”
Lily annuì impercettibilmente e avrebbe voluto baciarlo perché nonostante tutto aveva trovato un modo per tornare da lei, ma decise di andarci piano. Voleva capire perché si era comportato in quel modo. “Andiamo nella Stanza delle Necessità?” aggiunse James alzandosi in piedi e porgendo a Lily la mano libera, che lei afferrò senza esitazioni.
 
La Stanza delle Necessità era arredata come al solito. Lo stesso divano di pelle sgualcito davanti al caminetto scoppiettante occupava gran parte dello spazio, mentre un tavolo sgangherato era addossato alla parete vicino all’entrata. Lily sorrise a quel posto così familiare, si tolse le scarpe e si rannicchiò sul divano, appoggiando un braccio allo schienale. Guardò James prendere posto vicino a lei e sistemando la coperta di lana color prugna sulle sue gambe, sapendo quanto Lily avesse perennemente freddo. La premura di James la lasciava spiazzata ogni volta e sentì qualcosa dentro di lei iniziare a sciogliersi.
James versò nei calici appoggiati sul tavolino in mogano due dita di Whiskey Incendiario e ne passò uno a Lily. Si guardano a lungo prima di far cozzare i loro bicchieri e bere il contenuto in un solo sorso. Il liquido scese nelle loro gole, bruciandole e lasciando uno strano miscuglio di aromi sulle loro lingue.
“Un paio di settimane fa, sono stato convocato da Silente..” iniziò James “Non sapevo perché, ma quando sono arrivato lì c’erano i miei genitori. Mia madre è malata.”
Lily lo guardò apprensiva e passò una mano tra suoi capelli. Conosceva Dorothea, aveva avuto la possibilità di incontrarla a Natale ed era stato difficile non affezionarsi subito a lei.
“I dottori non sono stati molto ottimisti, tra questo e la sue età.. Mi ha lasciato una lettera.. E ne ha lasciata una anche a Sirius. Non sono ancora riuscito a dirglielo.. Mi ha chiesto di tornare a casa e passare del tempo con lei, ma non ce l’ho fatta..”
A quel punto James si lasciò andare, appoggiò la testa sulla spalla di Lily e iniziò a piangere. Lei lo strinse a lungo, in silenzio e quando si fu tranquillizzato, appoggiò una mano sulla sua guancia obbligandolo a guardarla. Fisso i suoi occhi arrossati e ancora lucidi, si avvicinò piano e appoggiò le labbra sulle sue, facendo una leggera pressione.
“Domani lo diremo a Sirius, poi andremo da Silente e ci faremo dare un permesso per andare da tua madre. Non devi preoccuparti. Ci sono io a prendermi cura di te, James. Mi dispiace per tutto quello che stai affrontando, ma non sei solo. Hai capito? Non ti mollo.”
James sospirò e tirò quella meravigliosa ragazza vicino a sé, fu un bacio lungo e lento, fatto di amore e promesse.
 
Non avevano aggiunto altro, avevano preferito passare il resto della serata a parlare di argomenti più frivoli e vecchi ricordi. Ad un certo punto si erano ritrovati a ridere senza apparente motivo dopo l’ennesimo bicchierino di Whiskey. Forse ubriacarsi non era stata l’idea del secolo ed entrambi sapevano che l’indomani se ne sarebbero pentiti, ma questa non era stata una motivazione valida e sufficiente per smettere.
“Ho assolutamente bisogno di un letto” aveva biascicato James, senza rendersi conto effettivamente di dove si trovasse. La Stanza sembrò capire la sua necessita prima ancora di riuscire a formulare concretamente il pensiero. Dietro di loro si aprì un varco, lo spazio si fece più ampio e comparve un enorme letto a baldacchino, con tanto di cuscini e un piumino imbottito invitate.
“Grazie a Merlino esiste la magia!” esclamò James con fare teatrale, esultando come se avesse appena trovato il Boccino d’Oro. Lily rise di nuovo e si alzò in piedi, porgendo a James entrambe le mani. Lui si sollevò barcollando leggermente e si aggrappò a lei per rimanere in piedi.
Nel giro di pochi secondi James si era spogliato e si era infilato a letto, Lily invece non aveva mai sopportato l’idea di mettersi a dormire senza un pigiama, ma da quando avevano cominciato a passare le notti insieme, spesso e volentieri usava le maglie di James, larghe e comode. Le piaceva che avessero il suo profumo, le davano un senso di familiarità e casa.
Allacciò l’ultimo bottone della camicia e sorrise quando vide James occupare già la sua parte di letto, era una cosa che se avesse fatto qualcun altro l’avrebbe infastidita ma con lui non riusciva mai a indispettirsi per niente. Probabilmente l’amore l’aveva accecata molto più di quanto avesse mai ammesso.
Quando si coricò, James si avvinghiò a lei, cosa che non succedeva mai dato che era sempre lei a dormire su di lui. Appoggiò la testa nell’incavo del suo collo e avvolse un braccio sui suoi fianchi. Lily iniziò ad accarezzargli piano i capelli, adorava giocherellare con i suoi ricci ribelli, perché a differenza di quello che sembravano erano morbidi e setosi.
“James?”
Lui si strinse ancora di più a lei, come se la cosa fosse possibile e non rispose. La donna al suo fianco sapeva sempre come prenderlo e se negli anni aveva imparato a capire quanto fosse fantastica, in quel momento gli faceva male il cuore per tanto che l’amava.
“Andrà tutto bene.”
Stretto fra le sue braccia non poté fare altro che crederle.
 
  
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