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Autore: Pianist_boy    23/12/2015    1 recensioni
Due coinquilini si preparano al Natale, ma uno dei due non ha molta voglia di restare a casa con l'altro...
Piccola one shot scritta per queste feste, di getto. Non odiatemi per la sua semplicità, ma ogni tanto abbiamo tutti bisogno di un po' di leggerezza.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il Natale di neve per il pianista e il poeta



Mattia adorava la neve: adorava il contatto soffice dei fiocchi con la pelle, la leggerezza della loro caduta, il vorticare di quei gelidi petali nell’aria. Da quando si era trasferito a Milano, però, non ne aveva ancora vista. Lui, studente di composizione altoatesino in trasferta al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, non ne poteva sinceramente più di quel tempo: era tutto nuvoloso, scuro e freddo, ma non c’era un minimo accenno di precipitazioni nevose. E dire che i suoi amici di Bolzano era già due settimane che andavano nel weekend a sciare: beati loro. Lui, invece, era nel salotto del piccolo appartamento in cui viveva, al pianoforte, a studiare lo Schiaccianoci di Tchaikovsky. - Vedi che ti farà bene studiare un po’ di musica natalizia durante le vacanze - gli aveva detto il suo maestro prima di congedarlo di sabato, il 19 dicembre - Anzi, quando torni voglio sentire almeno un pezzo ispirato ad una delle danze dell’opera. Vediamo cosa ne esce – E lui, obbediente, il 23 Dicembre pomeriggio era lì, un po’ infreddolito e parecchio indispettito, sullo sgabello del suo amato piano, a leggere le parti di violini, viole e quant’altro. Poteva sentirle, le dita dei violinisti, correre sulle corde, o i vellutati pizzicati che accompagnavano il canto dei flauti, o l’arpa che commentava dolce la “Danza dei Fiocchi di Neve”. Purtroppo per lui, mentre stava per poggiare le mani sul pianoforte per unirsi alla gioia natalizia del compositore russo di tanti anni prima, una voce, un po’ troppo acuta per il proprietario, lo raggiunse: - Mattia, sei in casa? Che fai? - e subito seguì lo sbattersi della porta. Mario era tornato.
Mario era il coinquilino di Mattia: studente di lettere antiche, aspirante poeta, improbabile bardo della modernità. Quest’ ultimo titolo glielo aveva affibbiato Mattia stesso qualche tempo prima, durante una piccola discussione sulle doti artistiche di Mario. Mario era talentuoso, ma non era al passo coi tempi. Anzi, era quasi antico per come scriveva: adorava i poeti ottocenteschi, e lo scrittore più moderno a cui poteva arrivare nell’amare un’opera era Arthur Conan Doyle. Si era trovato sin bene con Mattia, che essendo un compositore di formazione classica, gli faceva una testa quadra sui compositori di ogni era. In tutta onestà, Mario non pensava che esistessero così tanti compositori nella breve storia della musica: eppure, Mattia pareva conoscerli tutti. Corelli, Vivaldi, Kabalewsky, Poulanc non gli erano più totalmente estranei, anche se a volte i discorsi con Mattia erano un po’ troppo monotematici, e avrebbe preferito parlare con lui di qualcos’altro. Qualcos’altro tipo la poesia. Ma Mattia era fatto così, e Mario ci aveva rinunciato da tempo.
Quando Mario entrò, si rese subito conto di aver interrotto il più piccolo dei due in qualcosa di importante (Mattia aveva infatti 18 anni, mentre Mario quasi 20), e chiese scusa. - Non importa - rispose il musicista - tanto non ne avevo neanche molta voglia. Passato una buona giornata? - - Mh, non proprio. Ho appena scoperto che il mio volo per Napoli è stato appena annullato per sciopero. Sciopero la vigilia di Natale! Domani dovrò starmene in questo appartamento con te, invece di tornarmene a casa per le feste. E chissà quando riuscirò ad avere un volo per Napoli, adesso. - - Mi spiace che tu sia costretto a startene con me. - rispose piccato Mattia - La prossima volta mi informo sugli scioperi e ti lascio la casa libera per Natale! -
Mario arrossì immediatamente: - Ma no, intendevo dire che mi spiace essere chiuso in casa in una città che non è la mia, proprio a Natale. Lo sai che ti voglio bene. - Questa volta fu Mattia ad arrossire: - Ma smettila, scemo. - - Lo sai cosa dicono le previsioni per domani, Mattia? - - No. - - Che ci sarà bisogno di cioccolata, coperte calde e la vista sulle finestre. - - Perché? - - Perché domani nevica. - E così dicendo, abbracciò teneramente l’altro.






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Salve a tutti!
Si, sono uno scrittore maschio di storie slash, se vi da fastidio... non mi importa ;) questa è la mia prima storia, scritta per Natale (perché a Natale siamo tutti più buoni). Già adoro i miei personaggi, e sto cominciando a scrivere una storia in capitoli proprio con loro, aspettatevela. Piccolo "su di me": adoro leggere, amo scrivere, suono il pianoforte e passo le ore su EFP. Recensite numerosi :)

Alla prossima
  
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