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Autore: Kirale    24/12/2015    7 recensioni
Se potessi...tu...torneresti indietro?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so bene come mi è venuta in mente, avevo mal di denti e non riuscivo a dormire. Forse per il dolore ero anche di cattivo umore quando mi sono messa a scriverla, anche se sarebbe dovuta essere per Natale quindi in teoria avrei dovuto tenerla allegra.
Poi, alla fine della scrittura, gli antidolorifici hanno finalmente fatto effetto quindi, vi prego di non ammazzarmi, e se ci riuscite, leggervela fino alla fine ok?
Un bacione a tutte e Buon Natale!!!


A Christmas wish

 

Le luci di Natale adornavano il centro di Torino in quella serata sicuramente troppo fredda per camminare da soli in mezzo alla città.
Guardava le vetrine distrattamente, la testa da tutt'altra parte, il cuore ormai dimenticato.
Erano anni che aveva smesso di seguirlo, il suo cuore, batteva lì ma era come se fossero diventati due estranei.
Lo aveva rinchiuso in una parte di sé talmente profonda da non ricordare neanche se avesse mai saputo ascoltarlo, o se avesse mai provato qualcosa che non fossero amarezza e rimpianto.

Ricacciò dentro anche quei pensieri, non era niente, sarebbe passato come al solito.

Sicuramente la colpa era solo di questa atmosfera natalizia, vedere le famiglie in giro a scegliere i regali o le coppie abbracciate sorridere allo spettacolo di qualche artista di strada che racimolava soldi improvvisando imitazioni sul momento, la faceva sentire sola come non si era mai sentita prima, sebbene se le sue giornate fossero piene di impegni e lei fosse sempre circondata da gente.
Ma era come se quella vita non le appartenesse più, se la guardasse da spettatrice.
Suonò d'un tratto il cellulare, segno che le era arrivato un messaggio, lo aprì anche se sapeva benissimo di chi era.

[ Amore, che fine hai fatto?
Ricordati che stasera c'è la festa di Natale da tua figlia, ho sistemato già io i regali per tutti.
Torna presto! ]

Sospirò.

Per quanto amasse alla follia sua figlia e sua nipote, Camilla non era per niente impaziente di andare a questa festa.
Se non altro perché ci sarebbero sicuramente stati anche loro...

Perché le era venuta tutta questa malinconia proprio adesso?
Erano mesi che non ci si soffermava più, che andava avanti impegnandosi fino allo stremo per non pensare, per dimenticare e pretendere che andasse tutto bene.
Però se non li vedeva stava meglio, poteva fingere più facilmente.

Tutta colpa dell'aria natalizia.

Questa felicità che percepiva provenire da tutti, l'amore nell'aria, le risate dei bambini, mentre lei era quasi sull'orlo del precipizio.
Smise di pensarci e si affrettò a entrare nella macchina.
Doveva ancora prepararsi e ci mancava solo che quella sera andasse anche vestita male, eh no, quella soddisfazione non gliela voleva dare.

Arrivata sotto il suo condominio trovò molti balconi addobbati a festa, persino Gustavo la accolse con un cappello da Babbo Natale; era ridicolo alla sua età ma non glielo disse e si limitò ad usare quel sorriso falso e di circostanza che ormai era rimasto il suo unico vero amico.

Entrando in casa, trovò Potty ad aspettarla per due coccole e il suo compagno che le veniva incontro sorridendo, aveva una finta barba bianca attaccata al mento e l'aria di chi si stava divertendo un mondo.
- Eccoti finalmente, non sapevo più che fare, i regali sono pronti e io pure, ho preso questa barba bianca per fare Babbo Natale, che te ne pare? I bambini la adoreranno, anche se penso che Renzo con quella pancia che si ritrova sarebbe molto più nel personaggio! -
Una risata un po' troppo sguaiata uscì dalla bocca dell'uomo mentre lei si limitava ad un timido sorriso quando avrebbe voluto solo scappare.
- La barba è perfetta - rispose - io devo ancora cambiarmi quindi vado un attimo in bagno, è alle sette e mezza vero? -
- Sì, ma puoi fare con calma, tanto dobbiamo solo spostarci di scala -
La festa si sarebbe svolta da Renzo e Carmen, anche se era stata organizzata da Livietta e George che volevano per una volta riunire la loro famiglia e gli amici.
Di certo non avrebbero potuto fare nulla del genere a casa loro, erano andati a stare nel vecchio monolocale di Renzo che alla fine era anche più che sufficiente, ma di certo non adatto a contenere troppa gente.
Sarebbero venuti anche i suoi colleghi di lavoro e gli amici di famiglia, insomma, ci sarebbe stata una ventina o più di persone davanti alle quali avrebbe dovuto fingere allegria e amore quando invece voleva solo chiudersi in camera da sola abbracciata a Potty.

Si stava truccando un po' troppo?

Forse, ma alla fine doveva coprire quelle borse sotto agli occhi, non voleva far capire a nessuno come stava realmente, sarebbe stata impeccabile, il ritratto della felicità.
Sì sentì chiamare e si accorse che aveva perso troppo tempo così uscì velocemente dal bagno per andare a finire di prepararsi.
Neanche dieci minuti dopo era vestita e prima di lasciare la sua camera si affidò al solito training sulla scia dell'ormai sempreverde "sono pronta ad affrontare tutto quello che mi riserverà la serata", poi, impostando un sorriso ormai collaudato che era sicura tutti avrebbero creduto fosse sincero, uscì dalla stanza.

Mentre prendeva la borsa si sentì abbracciare da dietro.
- Sei bellissima stasera, quasi quasi non ti farei andare...-
E lei aveva la stessa voglia di rimanere a casa di quanta era quella di recarsi alla festa.
- Lo sai che non è possibile, ci aspettano tutti, dai un po' di pazienza e poi recuperiamo dopo -
Rispose senza un grande entusiasmo voltandosi per dargli un bacio veloce e poi avviandosi verso la porta.

Appena entrati da Renzo si accorsero subito di essere praticamente gli ultimi.
Erano arrivati tutti, Livietta aveva voluto che la madre invitasse anche qualche collega di scuola per cui Camilla aveva già intravisto Anna, che ormai si era risposata con il vicepreside ed era in dolce attesa del secondo figlio, mentre il primogenito era sicuramente in giro a giocare con gli altri bambini presenti.
Carmen e Renzo erano impegnati in una conversazione che sembrava essere molto divertente con Torre e la Lucianona, incredibile che ci fossero anche loro, chissà chi li aveva invitati.
La piccola Camilla stava seduta sul tappeto che avevano messo vicino al divano, intenta a giocare con Lorenzo, o meglio, a rubare a lui i giochi da maschi. Era una bambina molto vivace, e anche se aveva solo tre anni, sapeva molto bene farsi rispettare, soprattutto dal povero Lorenzo che finiva sempre con il venire trascinato nei guai della sua amica.
No, ancora non avevano spiegato loro che erano zio e nipote.

Era impegnata a guardarli quando si ritrovò un piccolo missile che le si attaccò alla vita.
- Camilla! Camilla! Sei arrivata!! -
Quanto era cresciuto ormai, e lei era così contenta che nonostante tutto le volesse ancora bene.
- Tommy, amore, come stai? Ogni volta che ci vediamo mi diventi più grande eh? -
- Sono cresciuto di 5 centimetri in due mesi! - rispose orgoglioso.
Il bambino non fece in tempo a staccarsi dalla sua vita che Camilla sentì una manina che le tirava un lembo del pantalone.
- Zia Milla...-
Abbassò lo sguardo per trovare due occhi azzurri che la guardavano con un amore incondizionato e le scaldavano il cuore.
- Elena, tesoro, come sei elegante stasera, sembri una principessa - si abbassò e le fece una carezza sorridendole, forse in quel momento stava mostrando il primo vero sorriso della serata. La piccola aveva poco più di due anni, ed era una bambina bellissima dai capelli castani ricci e gli occhi azzurri.
Camilla si era sempre chiesta come mai la bimba avesse quei capelli dato che la madre era sì bruna, ma aveva i capelli lisci.
La vide allargare le braccia con un sorriso tanto familiare quanto irresistibile, segno che voleva essere presa in braccio e non se lo fece ripetere due volte.
Sapeva che forse quella bambina non le sarebbe dovuta piacere così tanto, ma non ce la faceva. Era adorabile, con lo stesso carattere del padre e quando la guardava ogni tanto si fermava a pensare....
- Non vale! Anche io voglio essere preso in braccio! -
Si lamentò Tommy un po' deluso.
- Amore, ma tu sei grande, ormai non credo di riuscirci! - rispose Camilla scompigliandogli i capelli.

- Guarda che se continui a dargliele sempre tutte vinte, ti si attaccheranno fino a fine serata! -
Quella voce inconfondibile alle sue spalle le fece come sempre saltare un battito del cuore.
Si voltò cercando di dominare le sue reazioni.
- Beh, non è colpa mia se i tuoi figli mi adorano - rispose a tono con un sorriso che pregava lui non si accorgesse di quanto fosse vuoto.
- Eh lo so, dev'essere di famiglia, che posso dire - rispose divertito mentre la guardava con un'espressione adorante che in tutti quegli anni, nonostante ormai le cose fossero totalmente diverse, non era mai cambiata.
Non significava niente ormai, e la consapevolezza di questo era un'ennesima pugnalata al cuore. Eppure, quando i loro occhi si incontravano lei ancora sentiva la magia ed era certa che lui provasse lo stesso
- Ah ecco dov'eri, ti ho cercato un sacco! Sei sparita amore, e chi c'è qui, buonasera commissario, vedo che è venuto con la famiglia! - il nuovo arrivato passò un braccio intorno alle spalle di Camilla.
Gaetano guardò l'uomo per un attimo senza mostrare nessun tipo di espressione, poi un sorriso di cortesia.
- Carpi, la trovo bene - tese la mano per la solita stretta di rito senza mostrare altro se non un' estrema educazione e compostezza.
- E come potrebbe essere altrimenti, con questa bellissima donna accanto a me sono l'uomo più felice del mondo - rispose prima di dare un bacio a Camilla al quale lei non rispose ma non si scostò neanche.
- Tommy, Elena, perché vi siete allontanati? Non fate che vi debba rincorrere per tutta la casa mi raccomando! -
E dulcis in fundo, anche lei era arrivata, Sonia De Giorgis, una ex fidanzata di Gaetano dei tempi di Roma, con la quale si era rincontrato qualche anno prima durante una trasferta di lavoro, e che ora era diventata sua moglie nonché la madre della piccola Elena.
Mancava solo lei per completare quel quadretto nel quale Camilla si sentiva sempre più stretta.
- Scusa Camilla se ti danno fastidio, soprattutto questa signorina qui... - disse un po' in imbarazzo mentre prendeva Elena dalle sue braccia.
- Ma figurati, anzi è un amore, diventa più bella ogni giorno che passa - rispose guardando la piccola con un'aria dolce ma allo stesso tempo malinconica.
- Allora, andiamo a prendere questa fetta di pandoro? - chiese Sonia ai due bambini che risposero con un assordante sì prima di allontanarsi verso il tavolo apparecchiato.
Elena, mentre veniva portata via dalla madre, le faceva ciao con la manina e Camilla si sentì nuovamente stringere il cuore.
Gaetano era stato catturato da Torre e la Lucianona mentre Michele si era dileguato.

Aveva bisogno di aria.

Senza farsi vedere uscì dall'appartamento e si recò sul terrazzo del palazzo.
Non si era portata il cappotto, aveva voglia di aria fredda che le spazzasse via i pensieri dalla testa.
Erano quasi le nove, e dal lì sopra riusciva a vedere gli interni di altre case dove numerose famiglie stavano passando insieme la vigilia di Natale.
Non riusciva a pensare, aveva quello sguardo impresso nell'anima, e le parole sul fatto che adorarla era "di famiglia" continuavano a rimbombarle in testa.
Ma perché erano arrivati a quel punto?
Stava cercando di ricordare cosa fosse successo senza riuscirci.
La sua mente doveva aver rimosso tutta quella parte di vita.
Non si accorse neanche della persona che gli arrivò da dietro e le mise un cappotto molto più grande di lei sulle spalle.
Avrebbe pensato a Michele se quel profumo e la delicatezza con cui era stata appoggiata la giacca non le avessero subito fatto capire che non si trattava di lui.

- Vuoi prenderti una polmonite?-
Chiuse gli occhi come cullata da quella voce.
- Ma non fa poi così freddo - cercò di controbattere lei senza riuscirci un granché.
- Hai le mani congelate - disse mentre gliene prendeva una tra le sue cominciando a sfregarla per provocare calore.
Lei lo guardava rapita, non riusciva a capire come facesse lui ad essere sempre così dolce e premuroso anche se ormai potevano definirsi poco più che conoscenti.
- Perché...?-
La domanda era uscita con un filo di voce.
- Perché cosa? - lui non la stava guardando, era ancora impegnato a scaldarle la mano.
- Perché siamo finiti così? -
Le mani di lui sprigionavano un tepore che le arrivava fino al cuore.
Si fermò e la guardò con un'espressione immensamente triste comprendendo subito il significato di quella domanda.
- Perché mi hai lasciato davanti ad una macchinetta del caffè, poi hai deciso che avresti fatto la nonna single e alla fine io non ce l'ho fatta più ad aspettare, soprattutto quando Carpi ha cominciato a girarti intorno e tu a differenza di quanto facevi con me, non lo allontanavi per niente.-

Ogni cosa che diceva era la pura verità e una lama conficcata nel cuore.

- Poi io ho rivisto Sonia, e ho capito che avrei dovuto decidere tra un rapporto vero, e quello che avevo sempre desiderato per più di dieci anni ma che alla fine si era rivelato un qualcosa in cui credevo e speravo solo io -
Era troppo tardi dirgli che ci aveva creduto anche lei, che ci aveva creduto così tanto da averne paura e voler scappare perché se fosse andata male lei ne sarebbe stata distrutta.
In fin dei conti si era autodistrutta lo stesso.

Abbassò lo sguardo.

- Se potessi... tu...vorresti tornare indietro? - la voce della donna era debole e timorosa.
Raramente Camilla rimpiangeva il passato con qualcuno. Era sempre stata una persona proiettata verso il futuro, ma ormai anche lei stava lentamente perdendo energia, incanalandola tutta nel sembrare ogni giorno qualcuno che non era.
Lui la guardò quasi sofferente.
- Elena è un miracolo...- le prese entrambe le mani mentre il suo sguardo le entrava dentro.
- Ma mille volte ho sognato che potesse essere nostra...- gli occhi ormai senza alcuna speranza, un sorriso amaro.
Camilla si buttò tra le sue braccia, lo sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma era così difficile fingere, così difficile continuare a far credere a tutti di avere un'esistenza perfetta, quando lui era stato il momento in cui la vita era stata veramente meravigliosa.
- Mi manchi...ho sbagliato tutto - la donna lo disse talmente piano che sembrava un sospiro.
- Perché Camilla...perché...- anche lui aveva bisogno di lei, esattamente nello stesso modo e lei si sentì stringere con una forza e allo stesso tempo una dolcezza che le facevano desiderare che il tempo si fermasse.
- Non lo so, sono stata una stupida -
Le accarezzò i capelli dolcemente.
- E io dovrei odiarti, invece sono qui a stringerti e a pensare che sarebbe stato stupendo se solo le cose fossero andate diversamente...-
- Se solo io avessi avuto il coraggio di chiamare quello che provavo con il suo nome, se solo non avessi avuto paura di accettarlo... -
Si staccò da lui che la guardava con una tristezza che, era sicura, rispecchiava esattamente quella che aveva lei.
- Dobbiamo tornare dentro - disse quasi a forza Gaetano.
- Lo so - rispose lei - ma prima posso esprimere un desiderio per Natale? -
- Sono mai riuscito a dirti di no? - rispose con il solito sorriso da sconfitto.
Non pronunciò nessuna richiesta, si erano sempre parlati con gli sguardi e non serviva utilizzare le parole.
Sapeva che doveva essere forte, che non avrebbe portato a nulla e che in fin dei conti sarebbe stato solo peggio, ma a quel punto, dopo tre anni, dopo la solitudine del tempo passato a vederlo felice con un'altra, non ce la faceva più.
- Lo sai che non posso...se lo faccio io non ne esco più...- le parole uscivano dalla sua bocca con fatica e amarezza.
- E allora saremo in due a non uscirne più...- lo prese per il bavero della giacca avvicinando i loro visi e chiudendo gli occhi.
- Ti prego...-
- Amore...
 

- Amore...

 

- Mamma! -
Sentì qualcosa di caldo premere all'altezza dello stomaco e improvvisamente si trovò distesa.
- E' Natale E' Natale!!!!-
Aprì gli occhi e davanti a lei c'erano due cieli azzurri che la guardavano eccitati e divertiti, una cascata di riccioli ad incorniciare il viso sorridente della bambina che era a cavalcioni su di lei.
- E ti pareva che oggi non si doveva svegliare all'alba...-
La voce al suo fianco la fece voltare di scatto verso l'uomo che aveva ancora gli occhi chiusi e un mezzo sorriso sulle labbra.
Altri passi di corsa, poi la porta della camera si aprì improvvisamente.
- Papà, Camilla! E' arrivato Babbo Natale!! -
E dopo aver fatto questa dichiarazione, anche il nuovo arrivato senza aspettare alcuna risposta si catapultò sul letto .
- Tommy, senti tesoro, porta tua sorella a scartare i regali ma guarda che Babbo Natale mi ha detto di averli divisi, quindi controlla il nome e non litigate! -
Gaetano sapeva dare ordini anche quando era semi addormentato.
I due piccoli cicloni come erano arrivati se ne andarono, non prima però che Elena abbracciasse Camilla.
- Mamma, Buon Natale! -
La donna era ancora intontita, ma a quelle parole si guardò intorno per un attimo prima di prendersela tra le braccia.
- Buon Natale tesoro mio - sorrise mentre riempiva quel visetto di baci e sentiva la bambina ridere per il solletico.
- Dai Elena andiamo che voglio aprire tutto!! - le interruppe Tommy che ormai non vedeva l'ora tuffarsi nei regali che erano stati messi appositamente sotto l'albero la notte prima.
Camilla lasciò andare la bimba che prima di allontanarsi stampò un bacio sia a lei che a Gaetano e poi raggiunse il fratello per andare in sala da pranzo anche se più che correre, lei ancora trotterellava.
- Meno male che i pacchi li abbiamo messi sotto l'albero ieri sera, immaginati se avessimo deciso di metterli stamattina...- commentò Gaetano mentre si voltava a guardarla notando che aveva un'espressione strana.
- Camilla? Tesoro, tutto bene? Che hai? -
Lei lo guardò con aria smarrita e commossa prima di avvicinarsi a lui e abbracciarselo.
- Ti amo, lo sai? -
Adesso Gaetano era abbastanza preoccupato.
- Ok, che è successo? Hai corrotto di nuovo Torre per avere qualche informazione su un mio caso? -
- No...-
- Hai preso una multa con la macchina?-
- No, ovvio che no!-
- Ti sei messa in qualche guaio? -
- Assolutamente no! -
- E allora che succede? -
Lei sospirò stringendosi ancora più a lui e appoggiando la testa sul suo petto.
-Ho fatto un sogno orribile, brutto, davvero brutto e triste-
Aveva chiuso gli occhi e stava respirando a pieni polmoni quel profumo che era solo di Gaetano e che la faceva sempre calmare.
- Secondo me i tuoi intrugli omeopatici stanno cominciando a farti male...- commentò un po' divertito.
Le scappò una piccola risata, poi se lo guardò negli occhi con un'espressione maliziosa.
- Guarda che sei tu il mio intruglio omeopatico preferito! -
Vide le labbra di lui piegarsi in un sorriso subito prima di essere trascinata in un bacio mozzafiato al quale rispose nella stessa identica maniera.

- Mamma!!!! Papà!!!!!! -

I due si staccarono sconsolati.
- Peggio di Torre - commentarono all'unisono per poi guardarsi e scoppiare a ridere di nuovo mentre Gaetano si alzava.
- Andiamo professoressa? - chiese con un sorriso che avrebbe fatto sciogliere qualsiasi donna sulla faccia della terra, porgendole la mano per far alzare anche lei.
- Andiamo commissario! - rispose a tono mentre prendeva quella mano.
- Camilla? -
- Sì? -
- Non te lo ho ancora detto...buon Natale. -
Il suo sorriso di lei era talmente luminoso da togliere il respiro.
Si strinse a Gaetano.
- Buon Natale anche a te -
Rubarono un bacio prima di avviarsi abbracciati verso la sala mentre il sole stava finalmente sorgendo.

 

Eh, W gli antidolorifici :D
Piccola OneShot natalizia, in attesa di ricominciare a postare "Over Again".
Spero non vi siate annoiati a leggerla e se mi vorrete far sapere cosa ne pensate ve ne sarò immensamente grata!!!!

 

 

   
 
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