La pioggia batteva instancabile sui tetti delle case del Distretto uno,mentre i giovani rimasti fuori correvano verso le loro piccole abitazioni. La ragazza affacciata alla finestra dell’unica casa del villaggio dei vincitori trasse un lungo respiro, appoggiando la fronte tiepida al vetro lucido e ghiacciato della sua camera. Chiuse gli occhi, immersa nei suoi ricordi. Ricordava il gelo che le bloccava tutti i muscoli nell’arena quando gli strateghi abbassavano vertiginosamente la temperatura solo per offrire al pubblico lo spettacolo di lei che si contorceva dal freddo per terra, da sola, quando gli altri favoriti erano morti. Ricordava la corsa sfiancante per sfuggire agli ibridi, mentre la paura si impadroniva di lei mozzandole il respiro e accelerandole i battiti del cuore. Ricordava la sua immagine specchiata nel fiume, mentre una lacrima le rigava la guancia, pulendo un poco di quella sporcizia e di quella polvere che le ricopriva il viso dopo la morte dei suoi compagni.
-Cashmere?-
Una voce la risvegliò dai ricordi. Alzò lo sguardo e si girò, cominciando a fissare il fratello mentre la raggiungeva e le si affiancava. Non disse niente, sapendo che se lo avesse fatto sarebbe scoppiata in lacrime. Tornò a guardare fuori dalla finestra, voltando le spalle al ragazzo, che iniziò a massaggiarle le spalle con le mani forti, ritmicamente.
-Chi pensi che sarà?- Chiese Cashmere con un sussurro, mentre una lacrima cominciava a rigarle il viso. Chi sarebbe stata la ragazza che avrebbe dovuto preparare per poi farla entrare nell’Arena?  Gloss scosse la testa.
-Non lo so.- mormorò infine, sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Poi, quasi d’istinto, la ragazza lo abbracciò, per restituirgli tutti i contatti che gli aveva negato dopo l’arena, per paura che fosse un altro tributo pronta ad ucciderla in un soffio e per ringraziarlo di tutte le volte che l’aveva svegliata interrompendo i suoi incubi e permettendole di appoggiare la sua testa al suo petto per sentire il suo calore e il suo profumo. E quando sentì le braccia forti del fratello stringersi una intorno alla sua vita e l’altra intorno alla sua schiena, finalmente, dopo tanto tempo, si sentì amata.
 
Spazio autrice
 
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-NO MARY SUE O GARY STUE
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