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Autore: darkroxas92    24/12/2015    2 recensioni
Un universo finisce… un eroe si sacrifica per salvarlo… e Pikappa sparisce nell’oblio… O forse no?
Paperinik stavolta si ritroverà ad affrontare un nemico del tutto inaspettato! Con nuovi alleati e pericoli dietro ogni angolo, questa potrebbe rivelarsi la più difficile di tutte le sua avventure.
Dopotutto, come potrebbe mai affrontare Pikappa?
Seguito di “L'ultima avventura di Fantomius”
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Paperina aka Paperinika, Paperino aka Paperinik, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 01: Reset?
Pikappa aprì gli occhi, mentre attorno a lui il piano segreto della Ducklair Tower scompariva, lasciando il posto alle pareti di una nave evroniana.
Nella sua mente si stava facendo spazio una conoscenza che non gli apparteneva. Non sapeva spiegarsi il perché, ma sapeva esattamente cosa stava succedendo.
Di fronte a lui Zondag, il suo vecchio nemico, gli dava le spalle, puntando un’arma contro un papero che l’eroe avrebbe riconosciuto tra mille, il quale lo vide e spalancò gli occhi.
“Ciao, Zondag.” Salutò, mentre il suo corpo olografico si completava.
“Chi ha parlato?!” Urlò l’alieno, voltandosi verso di lui e digrignando subito i denti per la rabbia.
“Credevi davvero di essere riuscito a cancellarmi?” Domandò serio Pikappa, chiudendo le mani a pugno.
“E quello chi è?” Fece Paperino, guardando il diverbio tra i due.
“Prima che l’Ondata di Riconfigurazione Temporale investisse la mia epoca, Uno mi ha trasferito in forma olografica in questa dimensione!” Spiegò Pikappa all’alieno, che restò fermo a fissarlo con puro odio. “Sono qui per spiegare al terrestre che hai di fronte come sconfiggerti!”
“Non se ho qualcosa da dire in proposito!” Replicò l’alieno, voltandosi verso l’altro papero e cominciando a caricare il suo fucile.
“Usa l’arma di Vendor, Paperino! Ora!” Ordinò Pikappa.
Il papero si tuffò di lato per evitare il raggio laser di Zondag, riuscendo a recuperare l’arma dello scienziato caduto per salvare la Terra.
Senza esitazione, la alzò contro l’alieno. Lyla, Juniper, Vendor… Avevano dato la loro vita per salvare la Terra. Paperina, Qui, Quo, Qua, lo zio Paperone… tutti quelli che conosceva dipendevano dal suo prossimo gesto.
E con questi pensieri fece fuoco.
L’Evroniano nero urlò di dolore e rabbia, per poi regredire velocemente a una forma molto più piccola e totalmente innocua, che Paperino non seppe riconoscere come nulla che avesse mai visto prima. Lasciando cadere a terra l’arma, Paperino sospirò, per poi voltarsi verso Pikappa, che annuì con un sorriso.
“Come conosci il mio nome?” Chiese, avvicinandosi e facendo ridacchiare l’ologramma.
“È semplice: io sono te.” Rispose lui, indicandosi e tornando serio.
“N-Non capisco…”
“È difficile da spiegare, ma sappi che se il tuo tempo fosse stato diverso, avresti visto cose che un papero può solo immaginare. Navi da combattimento in fiamme all’ombra di Venere; eroine sacrificarsi e trasformarsi in una stella. E avresti visto i Raggi Tachionici balenare nel buio alle porte di Evron.”
Pikappa non riuscì a trattenere le lacrime, ripensando a tutto quello che aveva vissuto.
“Ma tutti questi momenti non andranno perduti… finché ci sarà qualcuno per raccontarli…” Mormorò, sentendo l’energia venire meno. “È tempo di sparire…”
Con queste ultime parole, l’eroe che aveva protetto la Terra dall’invasione evroniana si abbandonò all’oblio del tempo.

~~~~~~~~~~


Phantom schiacciò il pedale dell’acceleratore, permettendo così alla moto e al sidecar al suo fianco di saltare un piccolo fosso.
Al suo fianco Dolly osservava il grosso diamante rosso che avevano appena rubato.
“Non è più divertente come una volta.” Osservò, mettendolo in tasca.
“Che vuoi farci cara? Non ci sono più ispettori come Pinko.” Rispose il suo compagno, senza distrarsi dalla guida. “Anche il nonno l’avrebbe pensata come te, tuttavia non dipende da noi. Con tutti gli attacchi di quegli alieni, noi ladri passiamo in secondo piano.”
“Però mai nulla d’interessante… provo un po’ d’invidia per Macchia e Pietro, almeno loro hanno sempre una sfida rappresentata da Topolino e i suoi amici…”
“Possiamo sempre chiamare tuo fratello e chiedergli di farci arrestare, se proprio ci tieni.” Sghignazzò Phantom.
“Molto divertente, caro. Come se ci desse comunque ascolto. È l’unico supereroe del pianeta che fa effettivamente qualcosa contro l’invasione.”
“Ricordati che la maggior parte delle persone non ne è a conoscenza. Noi abbiamo il nostro collega temporale a informarci di questi fatti, ma il resto dei civili lo ignora. E a meno che non siano tutti parte della polizia o dell’esercito, i supereroi sono nelle stesse condizioni.”
“Sì, sì, lo so… e in fin dei conti, sono contenta che sia mio fratello a occuparsene. Almeno Qui, Quo e Qua sono al sicuro con lui.”
Phantom annuì con un semplice cenno.
La loro attenzione, però, fu subito attirata da una stella cadente, che li superò. Prima che uno dei due potesse dire qualcosa, la meteora andò a schiantarsi proprio in un campo poco lontano, facendo tremare il terreno e costringendo il ladro gentilpapero a sterzare di colpo, rischiando di cappottarsi, e fermando la loro corsa pochi metri dopo.
“Cos’è stato?” Domandò Dolly, uscendo dal sidecar e osservando la colonna di fumo bianco che si stava alzando dal punto d’impatto del proiettile spaziale.
Phantom non rispose, limitandosi a tirare fuori dal cruscotto una pistola.
“Meglio andare a vedere. Preparati a fare davvero una chiamata a tuo fratello. Di questi tempi, una cosa caduta dallo spazio non è mai sicura.”
I due ladri si addentrarono nei campi, fino a raggiungere una voragine larga poco meno di una decina di metri, ancora coperta dal fumo.
“Vado a vedere di cosa si tratta.” Disse Oliver Quackett, per poi cominciare a scendere dentro il cratere senza aspettare una risposta dalla moglie.
Il ladro indossò degli occhialini, ereditati da suo nonno, che gli permisero di vedere oltre la nube di fumo grigio. E sgranò subito gli occhi.
“Dolly, presto, vieni qui! Mi serve il tuo aiuto!” Chiamò con voce preoccupata.
Della lo raggiunse subito, anche lei con gli stessi occhialini indosso, e avendo la sua stessa reazione.
Di fronte a loro, privo di sensi e con il costume lacerato e bruciato in più punti, c’era Paperinik, ancora fumante per la caduta appena fatta.
“Paperino!” Urlò la papera, togliendosi la maschera e raggiungendo il fratello ferito, chinandosi al suo fianco e poggiando la sua testa sulle proprie gambe, nella speranza di aiutarlo a svegliarsi.
Il papero mascherato alzò lentamente le palpebre, osservando il volto della sorella, che gli apparve sfocato.
“D-Della? Sei tu?” Mormorò, per poi chiudere di nuovo gli occhi. “Perdonami… Non sono riuscito a proteggerli…”
Dicendo ciò perse di nuovo conoscenza, mentre Oliver raggiungeva la moglie.
“Meglio portarlo subito via.” Disse, riuscendo appena a nascondere la sua preoccupazione. “Presto arriveranno le autorità. E se si scopre che Paperinik è ferito, potrebbero esserci delle gravi conseguenze.”
Della annuì, per poi prendere il braccio del fratello e alzandolo, con l’aiuto di Oliver.

~~~~~~~~~~


“Allora Uno? Quanto ci metti?” domandò impaziente Pikappa al suo socio virtuale, osservandolo analizzare il campione di gas procuratogli da Lyla, cercando di non guardare fuori dalle finestre, dove infuriava l’invasione degli Evroniani.
“Tsk. Voi intelligenze biologiche credete che ai computer non serva tempo per un lavoro ben fatto.” Replicò Uno, poco prima di venire distratto da un allarme. “Strano.” Fece, avvicinandosi a uno schermo. “I sensori registrano un’anomalia nel flusso temporale.”
“Oh, no! Non dirmi che anche Kronin ha deciso di entrare in azione, oggi!” Sbottò esasperato l’eroe, avvicinandosi. “Ci mancano solo i Bassotti e Amelia e abbiamo fatto jackpot!”
“Uhm… Non credo. Perché dovrebbe recarsi nell’istante in cui- OH, NO!” Urlò l’intelligenza artificiale, per poi far apparire attorno a Pikappa uno scudo.
“Ehi, che cosa stai facendo?!” Esclamò lui, cercando di liberarsi.
“Devi raccontare cos’è successo!” Rispose velocemente Uno. “Solo tu puoi salvare la Terra ora.”
“Non è molto diverso da quello che ho sempre fatto finora, sai?”
“No, non è così. Devi avvertire te stesso. Il tempo sta venendo totalmente riscritto. Questi sono i nostri ultimi momenti, ma dovrei riuscire a proiettarti per un tempo sufficiente nella nuova linea temporale!”
“Uno, che cosa stai dicendo?! Per una volta spiegati!”
“Mi dispiace, Pikappa… Questo è un addio. E temo definitivo. I Guardiani sono stati sconfitti.”
“Cosa-”
“Qualcuno ha colpito i primi due Guardiani. Di conseguenza, tutta la loro storia sta venendo cancellata. Questa è la fine. Ma tu, Pikappa, puoi ancora salvare il tempo che verrà. Devi trasmettere le conoscenze per annientare gli Evroniani. Questo è l’ultimo compito che ho da darti.”
“Aspetta Uno, che cosa ne sarà di te? E di tutti gli altri?”
Uno chiuse gli occhi, per poi voltarsi verso gli schermi. “Buona fortuna, Pikappa.”
Il papero mascherato cercò di urlargli di fermarsi, ma scomparve prima di riuscire a proferire parola.
L’intelligenza artificiale restò in silenzio, mentre gli strumenti attorno a lui cominciavano a sparire, venendo rapidamente sostituiti da dei normali arredamenti terrestri.
“È stato bello combattere al tuo fianco, socio.” Disse, prima di svanire nel nulla, lasciando il posto a un semplice computer silenzioso.

~~~~~~~~~~


“Uno!” Chiamò il papero mascherato, aprendo di colpo gli occhi e mettendosi seduto, pendendosene subito dopo, quando una fitta lo costrinse a tornare sdraiato.
“Aspetta, sdraiato?” Rifletté, rendendosi conto solo in quel momento di trovarsi in un letto, in quella che a prima vista gli parve la suite di un hotel, vista l’eleganza del mobilio.
“Ben svegliato.” Fece una voce, mentre la porta della stanza si aprì, lasciando entrare un papero dai capelli neri, che indossava una semplice maglietta dello stesso colore. “Ci hai fatto prendere uno bello spavento.”
L’eroe lo guardò per qualche secondo, per poi sussultare e portarsi una mano sul volto.
“Tranquillo, non ti abbiamo tolto la mascherina.” Lo calmò subito Oliver. “Sappiamo bene che l’identità dell’eroe che combatte contro gli Evroniani deve restare segreta.”
“Tu… te ne ricordi?” Domandò lui, fissandolo.
“Certo. È piuttosto difficile da dimenticare, con quasi un’invasione aliena al giorno.” Ridacchiò l’altro. “Devo dire che ci siamo spaventati non poco nel vedere Paperinik ferito in quel modo. Hai diverse ustioni e tagli abbastanza profondi su tutto il corpo. Ti abbiamo portato qui di nascosto per non far sapere in giro che eri stato sconfitto.”
“Non sono stato sconfitto!” Replicò lui, stizzito. “Gli Evroniani hanno attaccato noi Guardiani nel nostro punto più debole! Non potevamo difenderci da un attacco al tempo!”
Oliver sbatté le palpebre un paio di volte. “Guardiani?” Ripeté sorpreso.
“Sì. I Guardiani della Galassia, l’ordine di cui faccio parte. Se ti ricordi di me, dovresti ricordarti anche di loro. Sono vestiti come me, e sono venuti in nostro soccorso durante la precedente invasione di scala mondiale.”
“Mi spiace, ma non ho idea di che cosa tu stia parlando, Paperinik.”
Il papero mascherato si voltò verso di lui. “Perché continui a chiamarmi in quel modo? Non è il mio nome, anche se simile… Sono Pikappa, credevo non fosse neppure difficile da sbagliare.”
Quackett restò in silenzio a osservarlo.
“Perché mi è così famigliare?” Pensò intanto il supereroe. “Possibile che l’abbia già visto?”
“Dev’essere per la caduta, la botta dev’essere stata più forte di quanto credessimo.” Disse infine il moro. “Qual è l’ultima cosa che ricordi?”
“Beh, io e Un- un mio amico stavamo cercando di usare il gas di Vendor per respingere gli Evroniani, quando abbiamo scoperto che il tempo stava venendo riscritto. Il mio amico dev’essere riuscito a salvarmi… oppure la riscrittura si è fermata, visto che la situazione, da quel che mi hai detto, non è cambiata.”
Cercando di ignorare il dolore, Pikappa si mise seduto, per poi girare le gambe e alzarsi dal letto, solo per inciampare al primo tentativo di compiere un passo.
Oliver lo raggiunse in tempo per evitargli di cadere. “Sei ferito gravemente. Non potrai muoverti per qualche giorno.”
“Ma io devo tornare indietro… Paperopoli è in pericolo… Devo proteggere tutti quanti…” Ribatté lui, mentre Oliver lo aiutava a rimettersi sdraiato.
“Paperopoli è al sicuro. Non si sa perché, ma gli Evroniani se ne sono andati.” Rispose subito il ladro. “Almeno, se fosse sotto attacco i telegiornali non parlerebbero d’altro… soprattutto quell’Angus, che accuserebbe sicuramente Paperinik della situazione.” Aggiunse mentalmente.
“Dove siamo? E come avete fatto a trovarmi?”
“Siamo in un hotel vicino a New York. E sei letteralmente caduto dal cielo. Sei stato fortunato che eravamo lì vicini.”
“Eravamo? Continui a parlare al plurale, ma non vedo nessun altro.”
“Io e mia moglie. Dovrebbe tornare tra poco. È andata a sbrigare una piccola… commissione.”
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. “Caro? Posso entrare?”
A quella voce Pikappa si voltò incuriosito verso la porta. “Questa voce… l’ho già sentita… ma dove-”
I suoi pensieri si interruppero quando Oliver aprì, lasciando entrare una papera dai capelli biondi, con addosso una maglietta da marinaio decorata con un farfallino rosso.
“Della?!” Esclamò Pikappa, saltando di nuovo seduto, questa volta accorgendosi appena del dolore.
“Ci conosciamo?” Domandò lei, sorridendogli dopo aver abbracciato il marito.
“Ma certo! È Oliver, ecco perché mi sembrava di averlo già visto!” Pensò Pikappa, per poi cercare di inventarsi velocemente una scusa per la sua gaffe.
“E-Ecco… una volta ho incontrato Paperino… e mi ha raccontato di te, facendomi vedere una tua foto.”
“Oh, dovevo immaginarlo. A mio fratello piace sempre raccontare di me. È un peccato che per il mio lavoro non riesca a incontrarlo spesso. E dopotutto, è ovvio che tu mi conosca, visto che sei il suo migliore amico.”
“S-Scusa?” Chiese Pikappa, preso alla sprovvista.
“Paperino è il miglior amico di Paperinik. È una cosa risaputa da tutti.”
“Ancora questo Paperinik?” Sbottò lui. “Il mio nome è Pikappa. Pi-kap-pa! Inoltre, con Paperino ci ho scambiato qualche parola ogni tanto, ma definirci amici… beh, è un po’ tanto, no?”
“Pikappa? Sì, mi pare che qualche volta Angus ti abbia chiamato così… eppure tu ti sei sempre fatto chiamare Paperinik. E mio fratello mi ha parlato tante volte di te.”
“Che cosa sta dicendo? Io non gli ho mai accennato dell’altro me…” Pensò l’eroe.
“Scusa cara, puoi venire un attimo?” Fece Oliver, indicando la porta.
Lei annuì, per poi seguirlo, lasciando solo il papero mascherato.

“Non ha perso la memoria, sa degli Evroniani e sa che ci combatte contro.” Disse Phantom, guardando Dolly. “Tuttavia, non riconosce il suo nome. Anzi, dice che ci sono altre persone con il suo costume che lo hanno aiutato.”
“Il che non è successo. L’unica persona che ha indossato un costume simile al suo era tuo nonno, John. E non mi risulta che abbia creato una società di supereroi.”
“Forse è sotto gli effetti di una qualche arma Evroniana.”
“E perché mai dovrebbero limitarsi ad alterargli qualche ricordo, invece di riscrivergli la memoria e convincerlo di essere dalla loro parte?”
“Un impostore?”
“Mi ha riconosciuto, perciò lo escluderei. A meno che non siano riusciti a copiare la sua memoria, tuttalpiù mi avrebbe potuto scambiare per Paperino con una parrucca.”
“Vero… ma cosa facciamo allora?”
“Non vedo molte alternative, anche se l’idea non mi piace affatto… dovremmo riportarlo a Paperopoli.”
“Stai scherzando?! Non possiamo farci vedere lì, e di certo non possiamo mascherarci di fronte a lui. Sarebbe come confessargli che cosa facciamo.”
“Lo so, per questo ho detto che non mi piace come soluzione. Ad ogni modo, abbiamo qualche giorno di tempo prima di agire.”
“Pensi sia il caso di contattare il Razziatore?”
“Non aiuterebbe Paperinik senza una ricompensa. Solo se fosse a rischio il suo tempo, forse.”
“Che cosa dicono le autorità per il cratere?” Domandò il papero, decidendo di cambiare argomento.
“Non avendo trovato nulla, lo considerano come effetto della caduta di un semplice meteorite. Nessuno sospetta nulla.”
“Meglio così.”


Una moto si fermò in procinto dei nastri delimitatori, che circondavano un piccolo cratere.
Una ragazza scese da essa, togliendosi il casco e avvicinandosi, ma venne subito fermata da un poliziotto.
“Mi spiace, ma non si può passare.”
La ragazza sbuffò, per poi tirare fuori un cartellino. “Roh Pinko, giornalista di 00 Channel. Il governatore mi ha autorizzato a ispezionare questo sito.” Si presentò, tirando fuori un altro foglio, che il poliziotto prese e lesse con attenzione.
“Sembra tutto in regola.” Disse infine, non senza nascondere il suo fastidio. “Veda solo di non intralciare le nostre indagini, signorina Pinko.”
“Sì, so come funziona. Mio nonno adorava raccontarmi di quando era ispettore.” Replicò lei, per poi superare le strisce.
In quei momenti ringraziava le vecchie amicizie di famiglia. Senza quelle, dubitava fortemente che avrebbe mai avuto il permesso di accedere a zone esclusive come quella con tanta facilità.
Senza fare rumore, cominciò a scattare foto al cratere. Non era una grande notizia, ma un meteorite vicino a una delle città più importanti d’America avrebbe avuto comunque il suo impatto.
Fece per andarsene, quando la sua attenzione cadde su un pezzo di tessuto blu.
Facendo attenzione che nessuno la vedesse, si chinò e lo prese. Solo allora si accorse che era blu da una parte e rosso dall’altra. Inoltre, dai bordi anneriti, sembrava essere stato bruciato.
“Ma questo è…” Mormorò, osservando il pezzo di stoffa con occhi attenti.




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E finalmente sono riuscito a cominciare questa storia!
Come scritto nell'anteprima, questa fiction è il seguito della mia precedente storia "L'ultima avventura di Fantomius", ambientata qualche tempo dopo, e come avete visto, hanno fatto subito la loro entrata in scena ben tre personaggi apparsi nell'ultimo capitolo.
E sì, questa storia sarà un crossover tra PKNA e Pikappa. No, non chiedetemi come mi è venuta in mente perché non so rispondervi XD
Bene, direi che non ho altro da dire... se non augurarvi buon Natale e felice anno nuovo!
Al prossimo capitolo!

 

   
 
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