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Autore: fego92    25/12/2015    1 recensioni
Louis impara che a Natale i desideri si avverano
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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angolo autrice: non ho mai scritto nulla ma oggi é il compleanno di Louis e domani è Natale e questa notte mi sono ritrovata a scrivere questo, ispirato a una canzone. La canzone é Airplanes. Buon Natale

23 dicembre 
Il volo di ritorno da Chigago era stato così lungo al punto da diventare stressante. Troppo stressante. Louis non vedeva l ora di arrivare in Inghilterra. Per fortuna la sicurezza all’aeroporto era stata impeccabile, nessuno aveva scoperto del suo volo, nessun fan lo attendeva all’uscita, proprio come aveva richiesto. Non aveva dovuto firmare nessun autografo per corrompere le guardie in cambio, nessun messaggio vocale, nessun video di auguri o nessuna telefonata. Forse il Natale stava rendendo davvero tutti più buoni. 
La macchina lo attendeva nel parcheggio vicino all’uscita, non si era nemmeno dovuto preoccupare dei suoi bagagli o di una borsa, la sicurezza stava trasportando tutto. Controllò per sicurezza le tasche della sua felpa prima di uscire. Telefono. Portafogli. Aveva tutto.
Un autista in giacca e cravatta lo attendeva con la portiera aperta. Gli rivolse un sorriso sghembo, un breve gesto di ringraziamento con la mano e scivolò dentro l’auto. Abbandonò la testa al sedile dell'auto, con stanchezza, e il cappello gli scivolò leggermente dalla testa. Chiuse gli occhi espirando lentamente, provando a rilassarsi.
“Verso casa signor Tomlinson?”
“Sì, grazie” rispose. Casa. Tentò di ignorare la stretta allo stomaco, tentò di ignorare il pensiero che lui non ricordava più quale fosse l’ultimo posto che avesse chiamato così. 

Solitamente casa sua, quella a Doncaster, era calda e rumorosa. Quella sera dormivano tutti. Quando arrivò sulla soglia, si maledisse per non aver pensato di portare una copia delle chiavi di casa. Non voleva svegliare tutti al suo arrivo. Mentre stava riflettendo su cosa fare, sentì un rumore dall’altra parte della porta. Non fece in tempo ad alzare lo sguardo che due forti braccia lo strinsero, trascinandolo oltre la soglia. “Bentornato a casa Lou, ti stavo aspettando” disse sua madre tra i singhiozzi. Era la cosa più bella che un figlio potesse sentire. Non riuscì a fare altro che stringerle le braccia al collo e ricambiare in silenzio. Pochi secondi dopo si staccarono. “Buon compleanno figlio mio”, Louis sorrise timido, tentando di nascondere con una mano una lacrima che gli era sfuggita sulla guancia.
Abbandono velocemente i bagagli all'ingresso, mentre iniziava a seguire sua madre in cucina. "Preparo un po di tè" gli disse. Louis accennò un sì con il capo e segui. 
Se c'era una cosa che Louis amava di sua madre è che lei non parlava mai troppo. Non chiedeva mai, ma capiva già tutto, solo guardando il figlio.
"Allora come era Chicago?"
"Non male, un po' fredda" rispose Louis accennando un sorriso.
"E lei? È come le altre?" Chiese Jay, con la voce un po' tremante.
"Si" rispose Louis tagliente. Poi sollevò lo sguardo e la mano di sua madre gli accarezzò una guancia "È come le altre".
Continuarono a chiacchierare per un po' di tempo, parlavano dei ragazze, di Fizzie e del suo nuovo fidanzato, di Lottie che seguiva Louis in tour e che lui si raccomandava di controllare ogni giorno. 
Parlarono dei gemelli, era sempre difficile con i piccolini per Louis. Con le sue sorelle riusciva a mantenere buoni rapporti, erano abbastanza grandi da poter capire quello che cosa stesse succedendo nella vita nel fratello. Louis riusciva anche a sentirle abbastanza spesso su Skype. Con i gemelli era tutto molto più difficile. Ogni volta che Louis tornava a a casa o trascorreva del tempo con la sua famiglia, i piccoli erano sempre diffidenti nei confronti del fratello maggiore. Ci mettevano qualche giorno prima che riconoscessero Louis come parte della famiglia. Quando ciò succedeva, per Louis era tempo di ripartire e questo non lo sopportava.
24 dicembre
Le cose con Harry non erano perfette, ma almeno poteva vederlo. Non sempre riuscivano a rivolgersi molte parole e a volte quando lo facevano era solo per ragioni di circostanza. Negli ultimi tempi però Louis si era ritrovato sempre più spesso a ridere con Harry e a scambiarsi sguardi complici con lui, quando nelle interviste parlavano di cose passate che solo loro due condividevano e sapevano. Anche se non si ritrovavano spesso a parlare, Louis poteva osservarlo tutti i giorni. Poteva vedere il riccio indossare i suoi vestiti eccentrici e poteva incoraggiarlo con un sorriso, perché no non doveva vergognarsi di se stesso. Poteva vedere il ricco quando rideva con Niall o quando si lasciava andare agli abbracci di Liam. Tante volte Louis avrebbe voluto essere l'unico a farlo ridere così forte da fargli rovesciare i ricci all indietro o a stringerlo in un abbraccio come Liam. Ma Louis non poteva, non più. 

Durante la cena Louis continuava a guardare l’orologio. Non sapeva dove l’altro si trovasse, ma continuava a guardare ossessivamente quasi ad indovinare che ore fossero a Los Angeles, o che cosa stesse facendo. Il cellulare vibrò, ma Louis non si illuse. Era Niall, ovviamente. “tantissimi auguri Tommo. Un anno più vecchio e resti il solito stronzo. Mi manchi”. Louis sorrise, non ci penso due volte e mando a Niall un selfie. “Ti manca la mia faccia? A presto.”Dopo quel messaggio seguì quello di Liam e quello di Zayn. Uno dopo l’altro. Quasi tutti i membri della crew gli fecero gli auguri, approfittando anche per quelli natalizi. Lou gli inviò una registrazione vocale della piccola Lux che cantava “Happy birthday” e Louis non poté fare a meno di ridere mentre lo ascoltava con tutta la famiglia.

Fu la volta dei regali, come da tradizione l’unico a scartare i regali il 24 sera sarebbe stato Louis. Fin da quando era piccolo sua madre aveva deciso che quel giorno sarebbe stato esclusivamente a lui, il resto della famiglia scartava i regali il 25 dicembre.

La serata era stata davvero piena ed emozionate. Louis riuscì a sentirsi quasi felice alla fine di tutto. La famiglia, i regali, la festa e i suoi fratelli erano quasi riusciti a fargli passare la malinconia. Osservo le sue sorelle mentre lo salutavano e si dirigevano nelle loro stanze, una dopo l'altra. Sua madre fu l’ultima a lasciare il salone. “Non fare troppo tardi, domani ci aspetta un altra lunga giornata” gli disse la donna. In realtà, sua madre sapeva che Louis sarebbe rimasto sveglio fino a tardi, sapeva che il figlio era rimasto nervoso per tutta la giornata in attesa di qualcosa, sapeva che ogni volta che suonava il cellulare Il figlio chiudeva le mani in un pugno fino a far sbiancare le nocche per l’agitazione e sapeva riconoscere il velo di delusione che attraversava i suoi occhi quando il messaggio che leggeva non era quello che si aspettava. Sapeva che per suo figlio non ci sarebbe stato nessun altro così . Ma non disse nulla, si limitò a scompigliargli i capelli e a lasciargli un bacio bagnato sulla guancia prima di salutarlo. Louis gliene fu grato.

Decise di uscire in giardino per una sigaretta, il telefono ancora tra le mani. Mentre fumava alzò gli occhi al cielo. Si dimenticava sempre quanto fosse bello il cielo sopra Doncaster. Quando era in viaggio le luci delle grandi città non gli permettevano di vedere il manto di stelle, ma a casa tutto era diverso, anche il cielo. Senza pensarci raccolse il suo telefono dal gradino dove lo aveva lasciato e scatto una foto. Decise di postarla su Twitter, con una breve didascalia.
"can we pretende that airplanes in the sky are like shooting star? I can really use a wish right know".

Con gli occhi socchiusi e tirati per la stanchezza, sentì il suo telefono vibrare. Il suo cuore fece un salto. Era lui. 
"Buon compleanno Louis" lesse, "spero che il tuo desiderio si avveri."
Rilesse il messaggio due, tre quattro volte prima di riappoggiare il telefono. Non poteva crederci, si era ricordato. Harry si era ricordato del suo compleanno e gli aveva scritto. Tutto quello che Louis poteva fare ora era fissare lo schermo, senza trovare una risposta adatta. O forse ne aveva troppe. 'Mi manchi. Vorrei che tutto tornasse come prima. Mi dispiace. Grazie. Sei una persona stupenda e ti meriti ogni stella.' Non sapeva cosa rispondergli, dopo tutto questo tempo passato ad attendere un suo messaggio, ora non sapeva cosa dirgli. Il suo cuore si sollevò, forse Harry non lo odiava, forse ancora pensava a lui. 
Decise che una sigaretta non gli sarebbe bastata quella sera per calmarsi così fumò la seconda. 
  
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