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Autore: BandBfun    25/12/2015    10 recensioni
Il solito giorno di Natale di Sigismondo, giovane ragazzo di provincia che vive una vita tranquilla priva di spunti di novità.
Vincitrice del premio 'Best Character' al Contest "This is Silly - Non prendiamoci sul serio!" indetto da Chappy_ sul Forum di EFP
AGGIORNATA IL 25 DICEMBRE 2016
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN NORMALE NATALE

Sigismondo si sveglia con una fitta intercostale. Nulla di che, come la punta di uno spillo. Peccato che il ragazzo sia ipocondriaco, paranoico e pessimista: non stupisce nessuno che scambi questa piccola e insignificante fitta per un principio di infarto.
"Questa è la volta buona. L'ho scampata fin troppe volte, doveva arrivare. Ma proprio oggi?" - dice con voce seccata.
Il ragazzo soffre di scoliosi che non ha mai voluto curare - è un ipocondriaco - e gli succede spesso di avere qualche fitta qua e là di tanto in tanto. Peccato che ogni volta pensi a ogni causa tranne alla scoliosi - è un paranoico e pessimista -.
La sua reazione a questo tipo di dolore è sempre la stessa e sempre del tutto inutile.
Inizia a sudare come un minatore dopo una decina d'ore in miniera a spaccare pietre e a sbiancare, come se la sua carnagione non fosse già abbastanza bianca di suo.
Prende il suo telefono cellulare che tiene sul comodino sempre acceso per ogni evenienza, perché "non si sa mai che può capitare. Solo perché mi sono addormentato che stavo bene non vuol dire che non mi sveglierò morto!" come dice sempre: cerca l'app dell'orologio, attiva il cronometro e con la mano sul cuore comincia a contare i battiti fino a quando non termina il minuto.
“Se sto attorno ai novanta battiti al minuto, allora non sto morendo" - si dice - "Se sto al di sotto dei centoventi o centotrenta battiti, allora sto più che bene." - si dice, con sollievo - "E se invece sto al di sotto dei sessanta battiti, allora sto morendo.” si dice - “Beh, prima o poi doveva pur capitare, no?” - conclude, con una certa serenità.
Questa notte, però, la preoccupazione non è dovuta tanto alla sua salute o alla possibilità di essere a un passo dalla morte; la sua preoccupazione è dovuta al fatto che Canale 5 trasmetterà in prima serata 'Gone with the Wild', uno dei suoi film preferiti. Il ragazzo è un grande appassionato di cinema: ha visto molti film, spesso più di una decina di volte, e non ha mai perso una replica del capolavoro dall'inizio del nuovo millennio. E non vede perché dovrebbe smettere proprio oggi.
“Bada bene, sai? Ho un impegno molto importante questa sera, quindi vedi di fare almeno ottanta battiti, ci siamo capiti? Non rinuncio a 'Gone with the Wild', sia chiaro!" - dice al suo cuore, contando i battiti mentre osserva sullo schermo del telefono il passare dei secondi.
Il minuto trascorre, ma a Sigismondo sembra un'eternità.
“Ottantasei battiti! Tié!” - esclama soddisfatto - "Te l'ho fatta di nuovo Morte!"
Il momento di panico finisce sempre in questo modo: il suo cuore sta bene e il tempo di rimettere il telefono cellulare sotto carica che la fitta o passa da sola subito dopo o si rivela essere un frutto della sua immaginazione.
Il resto della notte trascorre tranquilla, come ogni altra volta.
Qualche ora più tardi, attorno alle sette e mezza del mattino, il ragazzo si sveglia.
Di solito viene sua madre a svegliarlo, perché non regola mai la sua sveglia - "E se suona e mi viene un colpo!? Vorrò anche morire giovane, ma non così giovane, eh!": questa è la ragione, in sintesi -, e la sente sempre a partire dal terzo tentativo della donna, quando lo scrolla e gli toglie il cuscino da sotto la testa.
Il copione varia solo la mattina del giorno di Natale. Si sveglia perché sente le voci dei suoi genitori, fermi all'entrata della stanza.
"Ti svegli? Ci sono i regali sotto l'albero da aprire!" - gli dicono, spazientiti.
"Li ho già visti. Sono la solita camicia e il solito maglioncino che, per quanto carini, non si avvicinano mai a quello che vorrei io. Li acquistate un mese prima e li nascondete sempre nello stesso posto da quindici anni. Credete che non lo sappia? Idioti." - pensa tra sé e sé, un tantino innervosito.
Abbandona il suo caldo rifugio, si stiracchia un pochettino, fa finta di non sentire la solita serie di rumorini sinistri e alcune nuove fitte sparse un po' ovunque lungo la colonna vertebrale, ed è in piedi in soli dieci minuti, con le sue ciabatte nere e la sua mantella color porpora che lo avvolge e lo tiene al caldo e gli protegge la pancia dal freddo pungente di dicembre - soffre di colite nervosa - e palesa la sua presenza nel grande salone, dove si trova l'albero di Natale.
A metà strada, ecco che si ritrova davanti suo fratello - o come lui lo definisce “la pseudo-scimmia” e mi limito a questo simpatico soprannome, perché gliene dà di ben peggiori quando è ispirato -: questi gli fa alcune delle sue migliori smorfie, a giustificare il suddetto nomignolo.
"Tanti auguri di buon Natale!" - gli dice, con voce acuta che Sigismondo odia con tutto il cuore.
Il ragazzo gli lancia una tipica occhiata di odio misto a disgusto.
"Grazie." - risponde - "Ma sei ancora in libertà? Non dovresti stare in uno zoo?" - pensa, senza dirlo ad alta voce. Non in quel momento, almeno.
Mentre il fratello torna a guardare in televisione uno di quegli sciocchi film di Natale che "solo ad un idiota come lui potrebbero piacere", Sigismondo si abbassa per aprire i regali, sempre accompagnato da rumori sinistri e da qualche crack e crick nella zona delle ginocchia.
"Riuscirò a rialzarmi? Dannate articolazioni!" - pensa.
Scarta i pacchi regalo, con un entusiasmo degno di un morto vivente. Finge stupore nel vedere la solita camicia e il solito maglioncino e ringrazia, senza troppi fronzoli, i suoi genitori per il pensiero. I genitori sono lieti che al figlio piaccia quanto gli hanno regalato. A vederli così soddisfatti, Sigismondo non può fare a meno di pensare di essere un ottimo attore.
"Questo sì che si chiama recitare! Dov'è il mio premio Oscar?" - si chiede, per poi divagare, come suo solito, e ricordare un triste episodio - "Persino Jennifer Lawrence ne ha uno, anche se l'ha rubato a Emmanuelle Riva!"
Per il ragazzo, questo scippo è uno dei momenti più tristi e indegni della storia del cinema.
Sigismondo ha ancora sonno e ora ha anche i nervi per via di questo ricordo.
Ritorna in camera sua per mettere a posto la camicia e il maglioncino ricevuti nell'armadio.
"Che facciamo?” - si chiede - “Non lo so, quattro chiacchiere tra di noi?” - si risponde - “Ma si, dai, perché no. Di cosa vuoi parlare?” - chiede - ”Ah, non lo so, non ho tanta voglia di parlare...” - gli risponde la voce nella testa - “Sei scema? Me l'hai proposto tu, eh!” - replica il ragazzo stizzito - “Eh, che vuoi che ti dica... Ho cambiato idea!” - si sente dire - “E vattene al Diavolo!" - ribatte seccato, chiudendo la conversazione sul nascere.
Povero Sigismondo, non è proprio la sua giornata.
Per rilassarsi, decide di guardare, per l'ennesima volta, il film 'La pianiste'. La trama vede come protagonista un'insegnate di pianoforte al Conservatorio di Vienna - tale Erika Kohut -, una donna fredda e distaccata nonché sessualmente repressa, con un rapporto tormentato con la madre, con la quale vive e della quale subisce le sue oppressioni, che nasconde tendenze sadomasochistiche e voyeuristiche. Insomma, "un film tranquillo, con qualche scena forte di tanto in tanto e una scena di stupro sul finale, nulla di così grave o sconvolgente".
“Perché penso che guardare questo film mi possa rilassare?” - si dice - “Lo sai che non funziona, no? Sai già che a ogni scena ti chiederai sempre perché Isabelle Huppert non abbia vinto l'Oscar per la sua magistrale interpretazione della pianista!".
Il tempo di godersi il finale del film - e di pensare incredulo che “Manco la nomination ha ricevuto! Scandaloso, non dico altro!” - che i parenti sono arrivati.
Suo nonno materno e la di lui coinquilina, persone squisite e molto simpatiche, sono gli unici parenti che abitano abbastanza vicino da poter venire anche altre volte durante l'anno.
Seguono i soliti baci e abbracci e i soliti scambi di auguri di buon Natale e di buone vacanze. Qualche minuto di chiacchiera e tutti si riuniscono a tavola, per mangiare quello che la madre ha preparato il giorno prima con le sue mani.
“Io non mangio roba già pronta! Dio solo sa cosa ci mettono dentro gli agnolotti al posto della carne!” - ha sempre detto Sigismondo, elogiando le abilità culinarie della madre.
Tra un boccone e l'altro, si lancia nella solita discussione di politica con il padre e il nonno.
Sigismondo non è politicamente schierato, perché ritiene che i politici siano “tutti dei succhia sangue” e che la democrazia sia “il male della società, assieme alla povertà. Non ha caso fanno rima, no?”.
“Preferisco avere un ladro solo al Governo che qualche migliaio, se non altro perché ruberebbe di meno dalle tasche del popolo!” - coglie l'occasione per rimarcare il suo pensiero.
Il padre, al contrario, è un sostenitore deluso del PD e considera Matteo Renzi un “maialino che parla e parla e combina nulla”; al contrario, il nonno è un acceso quanto ignorante sostenitore di FI, nonché fan sfegatato di Silvio Berlusconi.
La discussione prosegue per tutta la durata del pranzo, sempre con toni calmi e pacifici, e si accompagna a grasse risate ogni volta che il nonno ribadisce il suo slogan “Abbasso i comunisti!”.
Terminato il pranzo e con esso la discussione sulla politica, al trittico si unisce la coinquilina del nonno e si inizia il solito torneo di carte.
Tanto per non smentirsi, Sigismondo imbroglia e, grazie ad una vera e propria "Poker Face che manco Lady Gaga, eh!" esibita in modo magistrale, termina sempre col vincere il montepremi in palio, ch'è nulla di più di una piccola somma di denaro.
“Denaro, denaro, denaro...” - canticchia Sigismondo mentre si porta a se le monete, sulla scia della canzone 'Paroles, paroles' cantata in coppia da Alain Delon e Dalida.
Terminata la partita, in meno di dieci minuti, i parenti fanno ritorno a casa loro, per evitare le nebbie o una nevicata improvvisa.
I soliti baci e abbracci e, mentre il padre e la madre scendono al piano di sotto per mettere a posto le pentole e pulire i piatti, e il fratello si piazza davanti al televisore a cantare qualche recente canzone italiana, Sigismondo si chiude nella sua camera.
“Sta sempre lì a cantare, tutto il giorno, e non mostra un minimo segno di miglioramento! Mi spacca i timpani con quella vociaccia!” - non si esime di pensare.
Il resto della giornata scorre tranquilla. La sera si piazza davanti al televisore armato di fazzoletti e si gusta come se fosse la prima volta 'Gone with the Wild'.
Al termine del film, attorno all'una del mattino, Sigismondo, avvolto nella sua mantella, si infila sotto il piumone.
E' emotivamente distrutto, come sempre, per il turbinio di emozioni provate per la struggente storia d'amore epica tra Rhett e Rossella.
"No! No! Perché? Rhett non lasciare Rossella da sola! Ha sbagliato, questo è vero, ma adesso ha capito di amarti! Non puoi fare finta di nulla!" - pensa, mentre cerca di chiudere gli occhi e si asciuga le lacrime coi fazzoletti.
Un ultimo pensiero, accompagnato da un'espressione delusa e rassegnata: "Quanto mancano al cinema attrici al livello di Vivien Leigh e Olivia de Havilland. Ce ne sono così poche che reggano il confronto. Si contano sulle dita delle mani: Isabelle Huppert, Holly Hunter, Sally Field, Felicity Huffman, Cate Blanchett, Julianne Moore, Margherita Buy e la Divina Heather Tom. Troppo poche, troppo poche..."
Chiude gli occhi, sperando di svegliarsi la mattina, per vivere un nuovo giorno di normale pazzia.
   
 
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