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Autore: BlackJakie    25/12/2015    2 recensioni
I ragazzi al centro della sala esclamarono un assenso e anche Newt si aggregò, per poi tornare a rivolgere un sorriso asimmetrico a Thomas "Problema risolto."
Il bruno deglutì a forza. Newt era così fottutamente sexy…
Scosse la testa e rivolse la sua attenzione al bicchiere. Lo guardò ancora per un istante.
Oh, fanculo.
E bevve tutto di un fiato.
La gola iniziò a bruciargli e tossicchiò immediatamente. Newt, al suo fianco, rise di gusto "Vai così, Tommy!"
Genere: Comico, Fluff, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per l'ennesima volta negli ultimi tre minuti, Thomas guardò l'ora.
Le otto e mezzo, perché era così maledettamente in ritardo?
Okay che Newt non fosse esattamente quel che si definisce 'una persona puntuale', ma oramai erano quasi quaranta minuti che il bruno lo stava aspettando di fronte a casa sua.
In teoria, l'amico sarebbe dovuto scendere alle otto meno dieci e, sempre in teoria, sarebbero dovuti andare insieme verso la casa di Minho, che li aveva invitati ad una delle sue famose feste di Halloween.
Thomas non ci era mai andato prima, non gli interessava, e l'asiatico aveva persino smesso di invitarlo dopo un paio di volte in cui gli aveva dato buca. Newt, invece, era sempre presente.
Non tanto perché fosse un 'animale da festa', semplicemente non si fidava abbastanza di Minho per lasciarlo da solo in compagnia di un sacco di gente ubriaca.
Si, beh, il biondo era diventato piuttosto cinico nei confronti di queste feste.
Oramai stufo di aspettare, Thomas riprese il telefono in mano e compose nuovamente il numero di Newt.
Il cellulare squillò per un paio di volte, poi il biondo rispose.
"Ehi, Tommy…"
"Newt, che diavolo stai combinando?" Sbottò il bruno, prendendo a fare su e giù per il cortile, lanciando un'occhiata verso la finestra della camera dell'amico "Si sta facendo tardi!"
"Lo so ma…" Provò a scusarsi il biondo, ma una voce in sottofondo lo interruppe.
"DOVE SCAPPI?!"
"Sonya, per favore…" Continuò Newt, con voce flebile. Probabilmente aveva allontanato il telefono dal viso.
Thomas corrugò le sopracciglia.
Ora riusciva a scorgere due ombre dietro le tende: la figura alta e snella di Newt e quella più minuta della sorella. Il primo la teneva a distanza, scansando quelle che sembravano vere e proprie manate.
"Stai fermo! Lasciati mettere il cerone!" Protestò la sorella, provando di nuovo ad afferrare il ragazzo "Non sei ancora abbastanza pallido!"
"Come cacchio è possibile? E' mezz'ora che mi spalmi quella sploff in facc…"
Non fece in tempo a finire la frase.
Thomas sentì dei rumori sconnessi dall'altro capo del telefono mentre dalla finestra vide Sonya che saltava addosso al fratello, facendolo cadere all'indietro. Entrambi sparirono dalla sua vista e la linea cadde definitivamente.
Il bruno ne aveva decisamente abbastanza, si rimise il telefono in tasca e si passò una mano nei capelli temporaneamente tinti di rosso.
Quella sera, Thomas si era vestito da 'genderbender' di Sally, di The Nightmare Before Christmas. Gli era sembrata un'idea simpatica e poco costosa, tutto quello che aveva dovuto fare era rattoppare con vari tessuti un paio di pantaloni larghi e una vecchia camicia, costruire con scarti di tessuto un gilet asimmetrico e indossare un lungo cappotto che gli arrivava quasi sui piedi, anch'esso adeguatamente strappato e ricoperto di toppe. Era stata una buona scusa per eliminare tutti quei vecchi vestiti che non gli entravano più e quei maglioni dalle fantasie improponibili che sua nonna gli rifilava da quando aveva dieci anni.
Un paio di guanti dalle dita mancanti, degli stivali al ginocchio e una tinta rossa temporanea e il gioco era fatto. Si era appena impallidito il viso con i fondotinta di sua madre e disegnato un paio di cuciture in faccia e sul collo, ci aveva passato appena qualche minuto.
Cosa cavolo stava facendo Newt per metterci così tanto?
Intanto, il ragazzo continuava a fare su e giù nervosamente, sorpassando tutte le decorazioni che Sonya aveva preparato quell'anno.
Sapeva che la sorella minore di Newt aveva un debole per questa festività, ogni 31 Ottobre inventava qualcosa di nuovo da mettere nel cortile: intagliava zucche, costruiva finti zombie o spaventapasseri inquietanti e posizionava in giro lapidi di plastica.
Il loro cortile era sempre uno spettacolo, illuminato con la flebile luce delle lanterne a forma di zucca e decorato ad arte.
Quell'anno il tema sembrava essere il 'Campo di Zucche', proprio quello di The Nightmare Before Christmas. Che bella coincidenza.
Assorto com'era nei suoi pensieri, il ragazzo si dimenticò di scavalcare una delle zucche e ci piantò un piede dentro, distruggendo il povero vegetale. Impanicato com'era, si rese conto un secondo più tardi che i lacci dello stivale stavano prendendo fuoco, complice la candela all'interno dell'ex decorazione.
Fu così che se lo sfilò di dosso iniziando ad urlare, lanciandolo sul portico della casa di Newt.
Dove ora il biondo lo stava fissando.
Thomas si sentì mancare il terreno sotto i piedi.
Cristo, quanto era sexy.
Sonya doveva averlo convinto a vestirsi da Jack Skeleton, facendogli indossare uno smoking nero con delle sottili linee verticali e un papillon a forma di pipistrello. La giacca, più lunga sul retro, terminava con due strisce di tessuto piegate leggermente all'insù mentre, sul davanti, segnava il vitino sottile del ragazzo, facendolo sembrare ancora più slanciato e rendendo la linea delle spalle più simmetriche. Le mani e il viso erano state incerati di bianco, facendo poi risaltare la linea delle ossa con del colore nero messo strategicamente intorno alle articolazioni. Sul volto, invece, erano state segnate dei giganteschi cerchi scuri intorno agli occhi e la punta del naso era stata colorata di nero. La bocca sembrava quasi scomparsa, sostituita da una linea scura che passava da guancia a guancia.
Sonya gli aveva persino ridisegnato le sopracciglia, rendendole più scure e sottili in un modo che evidenziava in modo pazzesco ogni espressione del ragazzo. Come se non bastasse poi, gli aveva ingellato i capelli all'indietro, liberandogli completamente il viso e mettendo in risalto il make up. Solo una ciocca le era sfuggita e ora gli ricadeva solitaria sulla fronte.
Thomas non aveva mai visto Newt conciato in quel modo e, inspiegabilmente, si trovò a pensare che Sonya avesse fatto proprio un ottimo lavoro…
Era rimasto così imbambolato che non si accorse che il biondo aveva spento la fiammella sullo stivale semplicemente mettendoci un piede sopra e che ora glielo stava porgendo con un'espressione confusa.
"E questo..?" Borbottò Newt, osservando lo stivale e poi Thomas. Non sembrava molto felice di indossare un costume.
Il bruno, da parte sua, arrossì "Si, ehm, ecco… stava… bruciando, io…"
Perché era così impacciato? Diamine, Newt era il suo migliore amico! Non poteva sul serio pensare a quando bello fosse quella sera… Neanche per sogno!
"Stava…. bruciando?" Ripeté il biondo, per poi guardare il cadavere della zucca che ora giaceva a terra "Oh."
Non fece in tempo ad aggiungere nient'altro, perché un urlo sovrumano si diffuse nell'aria, stonando le orecchie di entrambi i ragazzi.
"Oh cacchio, Thomas, sei stupendo!" Ora Sonya gli si era parata davanti e stava esaminando il suo costume con gli occhi colmi di adorazione. A quel punto notò che anche lei si era vestita da Sally , con un vestito rattoppato e una parrucca rossa sulla testa. Era certamente preparata meglio di lui, le cuciture erano perfette e anche il trucco era a dir poco impeccabile. Sembrava proprio lei.
"Ehm, si…" Biascicò il ragazzo, cercando di sottrarsi al contatto, senza riuscirsi. Newt, invece, alzò gli occhi neri al cielo.
"Newt ti ha detto qual' era il tema di quest'anno?" Continuò la ragazza, girandogli intorno "E io che credevo che non gliene fregasse nulla!"
"Infatti è così." Borbottò il fratello maggiore, prendendola per un braccio, facendola allontanare da Thomas e mettendosi poi tra i due. "Io non gli ho detto niente."
Sonya lo guardò male, mettendosi le mani sui fianchi e scostandosi i capelli dietro le spalle. Era incredibile quanto si assomigliassero, quando si lanciavano quelle occhiate truci.
"Ad ogni modo." Ringhiò la ragazza, tornando ad offrire il suo sorriso a Thomas "Siete così carini insieme…"
"Sonya…" Cercò di fermarla Newt, senza troppa enfasi. Thomas avvampò ancora.
Solo il suo migliore amico, si sforzò di ripetersi, solo il suo migliore amico.
"…Per questo andrò a cambiarmi costume!" Concluse la bionda, tutta soddisfatta. Newt stava per replicare ancora, ma lei lo zittì "Non ti preoccupare, Jack, ho un costume di riserva."
"Sonya, non devi…" Cercò di dire Thomas, ma la ragazza zittì pure lui, dirigendosi verso la casa con nonchalance e facendogli l'occhiolino "Non ti preoccupare, cerbiattino. Aspettatemi solo un secondo, dobbiamo fare delle foto."
Poi sparì dietro alla porta, lasciando interdetti i due giovani.
"Minho si starà chiedendo che fine abbiamo fatto." Borbottò Newt, infilandosi le mani nelle tasche. Non sembrava minimamente interessato a quanto gli stava succedendo intorno, solo vagamente irritato.
"Mi ha chiamato cerbiattino?" Chiese Thomas, guardando confuso l'amico fare su e giù per il viale "Perché?"
"Perché sembri Bambi con quegli occhioni stralunati." Replicò, scazzato, il biondo "Non ci credo che dobbiamo pure aspettare lei per una cacchio di foto!"
Il bruno evitò di fargli notare che fino ad ora era stato lui quello a tardare e si limitò semplicemente a dire "Non è mica un problema…"
Si curò bene dal guardare l'orologio e ignorò apertamente il telefono che ora aveva preso a squillare. Era meglio che Minho li credesse morti piuttosto che in ritardo.
Sonya ci mise meno del previsto a prepararsi e tornò vestita dal Sindaco della città, con tanto di smoking con ragno e viso sapientemente truccato in due parti diverse. Incredibile che lo avesse fatto appena in venti minuti.
"Pronti per la foto!" Disse, alzando le braccia e mostrando ai due Mr. Pimplebottom, il gatto, che era stato anch'esso incipriato completamente di bianco. O meglio, il suo fondoschiena chiazzato di nero era stato incipriato di bianco, nascondendo le macchioline scure che erano state la causa del suo infelice nome.
"E lui chi sarebbe?" Commentò Newt, osservando l'adesivo a forma di zucca che la ragazza aveva piazzato sul muso del povero micio "L'Incredibile Gatto Bianco?"
"E' Zero, idiota." Sbottò Sonya, porgendogli l'animale "Come il tuo quoziente intellettivo. Ora tienilo, devo prendere il cellulare."
Newt alzò gli occhi al cielo e prese la povera creatura tra le braccia. A volte odiava davvero sua sorella.
Thomas, invece era ancora in disparte, incapace di dire o fare qualsiasi cosa: non era una grande idea mettersi tra i fratelli James. Semplicemente si sistemò la manica del cappotto e attese le istruzioni di Sonya per la foto.
A vederlo, Newt ridacchiò ma non disse nulla. La ragazza, intanto, armeggiava con il cellulare.
"Fatto!" Esclamò, mettendosi tra i due amici e guardando verso la fotocamera interna del cellulare "Fate una faccia inquietante e… scatto!"
Il rumore della foto che veniva scattata segnalò ai ragazzi la libertà di muoversi e Newt tirò un sospiro di sollievo "Ora andiamocene, o Minho ci farà la pelle."
Detto questo, lanciò letteralmente il gatto dentro casa e richiuse la porta, ignorando bellamente i miagoli del poveretto.
Quando tornò a voltarsi verso Thomas e Sonya, quest'ultima lo stava osservando con la bocca spalancata "Ma sei impazzito? E se si fosse fatto male?"
"Oh, sopravviverà." Tagliò corto lui, sorpassandola "E' un cacchio di gatto, ha ancora sei vite mentre noi una sola. Voglio morire ottantenne, grasso e felice e non strangolato da Minho . Quindi, per favore, ora portate il vostro sedere nella mia macchina."
 
Non era difficile immaginare quale delle villette a schiera del piccolo quartiere di Bluefield fosse la casa di Minho.
La musica si sentiva da diversi metri di distanza ed era l'unica completamente illuminata. E l'unica con il cortile stracolmo di gente che limonava.
"Per la miseria, sono solo le nove!" Sbottò Sonya, scendendo dall'auto di Newt "Possibile che che siano già tutti ubriachi?"
"Avrà chiesto a Gally di portare la sua specialità." Borbottò il biondo, seguendo la sorella "Non voglio proprio sapere che cacchio ci infila dentro a quella roba."
Thomas aveva spesso sentito parlare della 'specialità' di Gally, tuttavia non era mai stato curioso di provarla: qualcosa che dopo un paio di bicchieri ti faceva dimenticare persino il tuo nome non era di certo qualcosa di cui fidarsi.
Per un topo di biblioteca come lui la serata non prometteva un granché, era solo contento di poter passare una serata in compagnia dei suoi migliori amici.
"Io vado a cercare Harriet." Annunciò Sonya, salutando con un bacio Thomas e con un rapido gesto della mano il fratello "Divertitevi."
"Cercate di non far soffocare Aris." Le urlò dietro Newt, guardandola allontanarsi "Quel ragazzo non ha mai visto tanta figa tutta insieme, lasciategli del tempo per realizzare quello che sta succedendo."
Con quell'ennesima frecciatina, il biondo si riferiva al 'migliore amico' di Sonya e Harriet, Aris: un ragazzetto minuto e sfigato la quale presenza era misteriosamente divenuta costante. Impossibile per Newt non farci battutine sopra.
Sonya, da parte sua, rispose con un sorriso e un dito medio per poi allontanarsi definitivamente dal fratello.
"Amore fraterno." Commentò, compiaciuto, Newt puntellandosi poi le mani sui fianchi ossuti "Una cosa di cui voi figli unici non potrete mai dispensare."
Thomas inarcò un sopracciglio, nonostante percepisse il sarcasmo dell'amico, e scrollò le spalle "Sto bene così."
"Faremo meglio ad entrare." Proseguì il biondo, ruotando il busto verso l'ingresso della casa "Spero che Minho non sia troppo ubriaco. Non voglio vederlo di nuovo ballare in mutande sul tavolo da biliardo."
Thomas sobbalzò "Perché, hanno un tavolo da biliardo?"
Newt ridacchiò di nuovo e prese l'amico per le spalle, spingendolo in avanti. Il bruno era costretto a tirare la testa in dietro per guardarlo in faccia tanta era la differenza di altezza.
"Preparati allo spettacolo, Sally." Gli mormorò una volta che furono di fronte alla porta, per poi allungare un braccio fino alla maniglia "La magnificenza dei boxer con i pinguini di Minho potrebbe accecarti."
"Sbaglio, o l'idea ti rende stranamente di buon umore?" Replicò Thomas, stupendosi da se' della punta di acidità con cui gli era uscita questa frase.
Newt scrollò le spalle "Che posso farci? Anche se adornato di splendide caricature di animali artici, il pacco del mio migliore amico asiatico resta sempre un bello spettacolo…"
Il bruno gli tirò una gomitata, smorzandogli il fiato e facendolo ridere di nuovo. Non gli disse nulla, si sentì stranamente irritato.
Piantala, Thomas, Newt è il tuo migliore amico!
Non poteva seriamente essere infastidito da un commento del genere!
"Tranquillo, Tommy." Continuò il biondo, scostandosi definitivamente da lui per precederlo e aprire la porta. Gli fece un mezzo sorriso e un occhiolino "Anche il tuo non è niente male."
 
Quello che videro una volta messo piede in casa fu decisamente meno catastrofico di quello che si immaginavano: niente muri imbrattati, carta igienica ovunque oppure gente appesa al costoso lampadario di cristallo.
Solo due enormi casse che pompavano musica a tutto volume e tanti, tanti, tanti ragazzi ubriachi. Erano tutti in costume, trucchi più o meno curati che si stavano già rovinando.
Certo, a furia di limonare.
"Gally dovrebbe andarci piano con quel suo intruglio." Commentò ancora Newt, guardando con disgusto due tizi che si stavano letteralmente spogliando in mezzo alla sala, per poi cadere e rotolarsi a terra presi da chissà quale passione "Se una di queste zoccolette rimane incinta sarà solo colpa di quella schifezza."
"E del buco che hanno in mezzo alle gambe." Si lasciò sfuggire Thomas, provocando una nuova risatina del biondo.
"Cacchio, Tommy, ma che hai sta sera? Sei quasi acido quanto me." Gli diede una pacca sulla spalla "Dovresti bere qualcosa."
"Newt, lo sai che io non…" Non fece in tempo a finire la frase, la figura slanciata di Minho era entrata nel loro campo visivo a grandi falcate.
Non sembrava particolarmente infuriato per il loro ritardo.
Proprio per questo dovevano avere paura.
"Ma dove caspio vi eravate cacciati?" Li salutò l'asiatico, allargando le braccia e facendo cigolare le catene che portava ai polsi "Per un attimo vi ho creduto dispersi."
"Come la tua maglietta?" Gli fece notare Newt, squadrandolo dall'alto in basso "E da cosa saresti vestito, da uomo in bermuda?"
Minho, infatti, non indossava altro che un paio di bermuda di jeans neri e un paio di Vans dello stesso colore, ai polsi e alle caviglie sfoggiava poi dei monconi di catena di finalità decisamente incomprensibile.
L'asiatico alzò gli occhi al cielo "Sono un fantasma, non vedi le catene? E poi…" Si avvicinò alla parete più vicina per premere un interruttore e spegnere le luci. Il torace nudo del ragazzo diventò improvvisamente fluorescente, mettendo in mostra le linee degli addominali. Si lasciò guardare per qualche secondo e poi riaccese la luce "Che ve ne pare?"
"Okay, ritratto." Riprese Newt, dopo aver chiuso la bocca spalancata di Thomas con un colpetto sotto il mento "Direi che assomigli ad un alieno appena uscito dalla stanza dei giochi di Christian Grey."
"E voi da un Gay Pride. Dei vestiti abbinati, seriamente?" Lo rimbeccò l'altro, inarcando un sopracciglio scuro "Se foste venuti con un cartello al collo segnato 'Mi piace prenderlo' risultavate più etero."
"Ehi, tra noi tre solo uno lo prende." Fece presente Newt, provocando il rossore di Thomas "E quel qualcuno non sono io."
"Ookay, ora la nostra discussione è finita." Minho alzò le mani in segno di resa e si voltò dall'altra parte, pronto ad andarsene.
Newt gli scoccò un'occhiata divertita "Guarda che non c'è molta differenza!" Gli urlò dietro, in modo da essere sicuro che tutto il resto delle persone lo sentisse "Un buco è sempre un buco!"
Thomas non si era mai dato tante botte sulla fronte in una manciata di secondi "Era davvero necessario?"
"No." Newt scrollò le spalle "Che strano, non era ubriaco."
"Minho regge bene l'alcol." Lo liquidò Thomas, cercando di farsi passare l'imbarazzo.
"Nessuno regge bene l'intruglio di Gally." Newt scosse la testa, socchiudendo gli occhi per poi portarsi una mano sotto il mento con fare pensoso "Non ha bevuto… Chi cacchio starà aspettando?"
Il ragazzo seguì con lo sguardo la figura di Minho che si chinava a terra per separare i ragazzi che ci davano dentro sul pavimento, dicendogli in modo molto poco carino che 'Se dovevano fare le loro cose, il pavimento non era certo il posto più adatto' e 'Di andare fuori a procedere, dietro un cespuglio, esattamente come tutti gli altri.'
Decisamente, era nervoso. Newt non aveva mai visto Minho nervoso ad una delle sue feste, di solito era troppo impegnato a bere.
La cosa era decisamente interessante.
"Le persone interessanti sono arrivate tutte." Fece presente una voce femminile, poco distante da loro. I due ragazzi si voltarono e incrociarono la figura di Brenda "Quindi ti sbagli, Newt. Non sta aspettando nessuno."
Irritato da quella presenza, il biondo incrociò le braccia e, come suo solito, squadrò da capo a piedi la ragazza. Indossava un body di pelle nera che le aderiva perfettamente al corpo snello e, per questo, piuttosto privo di forme; portava inoltre un paio di guanti dello stesso colore con delle punte all'estremità che simulavano, probabilmente, delle unghie da gatto. Degli stivali alla coscia e un cerchietto con appiccicato un paio di orecchie completavano il look insieme ad una mascherina di pizzo nero, sistemata perfettamente sul viso tondo.
"Finalmente, Brenda, non avevo visto ancora nessuno vestito da Cat-zoccola. Mi hai risollevato l'umore." Sibilò il ragazzo, ricambiando l'occhiata di sufficienza di Brenda "Ti manca solo il push-up."
La ragazza gli sorrise e gli porse il bicchiere che aveva in mano "La tua gentilezza mi sconvolge ogni volta. Perché non vai a farti un drink e non ti levi di mezzo?"
"Sono a posto così, la visione del tuo petto di pollo mi ha già scombussolato abbastanza."
Thomas alzò gli occhi al cielo, non sopportava le continue frecciatine che si lanciavano quei due. Non sapeva bene che cosa avesse procurato quell'antipatia reciproca: a lui Brenda non dispiaceva, solo che Newt non poteva proprio vederla.
Probabilmente non era mai esistito un giorno in cui quei due non si fossero riempiti di insulti e lui era perennemente in mezzo alle loro discussioni.
Sospirò e, come suo solito, si estraniò dalla conversazione per pensare ai fatti suoi. Dopo poco tempo, però, si sentì chiamato in causa.
"Sei uno schianto, Tommy." Sentì dire da Brenda. Si voltò verso di lei nell'immediato, senza aver capito bene. La ragazza gli fece l'occhiolino "Stai bene con i capelli rossi."
"Thomas, prego." Si intromise Newt, palesemente scazzato "Chiamalo Thomas e basta."
"E dove sarebbe il problema in 'Tommy'?" Chiese lei, inarcando un sopracciglio.
Prima che Newt potesse replicare, Thomas gli diede un colpetto sul braccio per poi dire, piano "Solo Newt mi chiama Tommy…"
"Oh, si, certo…" Borbottò Brenda, decisamente poco convinta. Newt, invece, pareva davvero soddisfatto.
Dopo qualche istante di imbarazzante silenzio, la ragazza tossicchiò e decise di porre l'attenzione proprio sul padrone di casa, che in quel momento aveva preso a fare avanti e indietro per il salotto con fare nervoso. Sembrava quasi che la teoria di Newt fosse azzeccata.
"Minho sta sera è proprio sexy, eh?" Disse, mordendosi il labbro e socchiudendo gli occhi "Credo che ci farò un pensierino…"
"Perché Thomas non te l'ha dato?" Borbottò Newt, alzando le spalle "Si, buona idea. Basta che ti levi di qui."
"Newt…" Lo riprese il bruno, arrossendo ancora. Perché si comportava così? Sembrava persino più acido del solito.
"Lascia stare." Continuò Brenda, lanciando un'ultima occhiataccia al biondo che, per contro, le sorrise e la salutò con un gesto della mano "Ci vediamo in giro."
"Buona serata…" Borbottò Thomas, osservando la ragazza andare verso Minho con fare ancheggiante. Poi, quando fu abbastanza lontana, il ragazzo colpì Newt nello stomaco "Ma che ti è preso?"
"Ma che è preso a te!" Replicò l'altro, tenendosi lo stomaco con le mani "Perché caspio l'hai fatto?"
"Ho capito che Brenda non ti piace, ma non devi per forza comportarti da sploff ogni volta che la vedi!" Il bruno cercò di non pensare al fatto che aveva usato una parola del 'Gergo di Newt' per descrivere lo stesso biondo e scatenando così la sua ilarità "E' una mia amica!"
"Si, un'amica che ti vuole portare a letto nonostante tu sia dichiaratamente gay." Gli fece presente Newt, smettendo di ridere "Non devi essere gentile con lei solo perché ti fa pena, è una peripatetica!"
"Puoi piantarla di usare parole che non esistono?" Thomas incrociò le braccia al petto "Sono serio."
Il biondo ridacchiò e gli mise un braccio intorno alle spalle "Lo so che sei serio, Tommy. Okay, per farmi perdonare ti lascerò la precedenza sulla brodaglia di Gally, sei contento?"
"Basterebbe un semplice 'scusa'…" Borbottò il bruno,  lasciandosi guidare. Sapeva benissimo che a Newt sarebbe bastato un semplice sorriso per farsi perdonare qualsiasi cosa.
Newt alzò le spalle "Sai che non lo farò mai." e guidò Thomas fino al tavolo degli alcolici, sorpassando un sacco di gente ubriaca che ballava sconnessamente a ritmo della martellante musica. Quando furono lì di fronte, il bruno non sapeva davvero che fare.
Non gli era mai capitata una cosa del genere.
Non aveva mai bevuto prima e di certo non era intenzionato a cominciare quella sera, con quella roba dall'odore intenso che aveva fatto perdere la testa a tutti.
Fu infatti Newt a riempirgli il bicchiere, ridendo delle inibizioni del più piccolo "Guarda che non è veleno, Tommy. Puoi berlo."
"Quello che mi preoccupa è il dopo…" Mormorò il bruno, in un tono che Newt riuscì malapena a cogliere sotto tutta quella musica.
Il biondo corrugò le sopracciglia e gli posò di nuovo una mano sulla spalla "Invece a me preoccupa questa musica di merda. Aspetta…"
Detto questo alzò la testa e cercò Minho con lo sguardo, osservando con un ghigno le avances che gli stava facendo Brenda. "Ehi, pezzo di sploff!" Gli urlò a tutti i polmoni, richiamando così l'attenzione dell'asiatico a petto nudo "Fai mettere a Ben qualcosa di decente, questa musica fa schifo!"
"Tu fai schifo, testa di caspio!" Gli urlò in risposta l'altro, tuttavia poi fischiò in direzione di Ben, il dj "Ehi, stronzo, metti l'altro disco!"
Era incredibile vedere il modo in cui Minho e Newt si parlavano tra loro, ad un occhio esterno sembrava quasi che si odiassero. In realtà tutti e due amavano insultare indistintamente gli altri, quindi il loro usare quegli strani nomignoli era perfino un gesto d'affetto.
Un attimo dopo il ritmo martellante era cessato ed era partita una nuova canzone, più specificatamente Centuries dei Fall Out Boy, la band preferita di Newt.
I ragazzi al centro della sala esclamarono un assenso e anche Newt si aggregò, per poi tornare a rivolgere un sorriso asimmetrico a Thomas "Problema risolto."
Il bruno deglutì a forza. Newt era così fottutamente sexy…
Scosse la testa e rivolse la sua attenzione al bicchiere. Lo guardò ancora per un istante.
Oh, fanculo.
E bevve tutto di un fiato.
La gola iniziò a bruciargli e tossicchiò immediatamente. Newt, al suo fianco, rise di gusto "Vai così, Tommy!"
Il bruno gli sorrise di rimando, pulendosi poi la bocca con la manica della giacca.
All'improvviso il fatto che Newt fosse il suo migliore amico non era più un problema. Era un ragazzo sexy, punto.
Un ragazzo sexy che gli piaceva da morire.
"Vieni qui." Gli disse, ridendo, prendendolo per il colletto dello smoking e facendolo abbassare alla sua altezza per baciarlo. Il biondo non se l'aspettava ma, dopo un iniziale tentennamento, sorrise di rimando e accarezzò la schiena di Thomas.
Ricambiò il bacio e poi si staccò dal bruno, leccandosi le labbra e ritrovando il familiare sapore di alcool.
Thomas fece per allontanarsi di un passo, credendo che Newt ne avesse avuto abbastanza, ma il biondo lo trattenne e rise ancora "Dove credi di andare, Tommy? Fammi solo bere qualcosa…"
 
Intanto, Minho cercava un pretesto per liberarsi di Brenda.
Ma che cavolo voleva? Non se l'era mai filato neanche di striscio e adesso eccola lì che gli si strusciava contro al ritmo di Centuries.
Lui aveva fatto un passo indietro, ma lei gli era venuta appresso senza un attimo di esitazione, incitandolo anzi a ballare con lei.
Ma che…?
Poco lontano da lì, intanto, Gally li guardava ridacchiando. Gli piaceva osservare gli effetti del suo intruglio sulla gente, si divertiva sempre un sacco.
Prendere parte alle feste, invece, gli piaceva decisamente di meno.
Di solito ci andava solo per farsi due risate alle spese degli altri, ma quella volta c'era un motivo aggiuntivo: Teresa era stata invitata.
Non sapeva come fosse successo, normalmente lei non era molto considerata a scuola: veniva ritenuta una secchiona a causa dei grandi occhiali che coprivano i suoi occhi di ghiaccio e l'alta media scolastica, nessuno si era mai preso la briga di chiederle se le andasse di partecipare a qualche festa. Anzi, a dirla tutta si era mai preso la briga di rivolgerle anche solo la parola.
Nessuno, tranne lui.
A Gally piaceva pensare di essere l'unico ad avere intuito la vera bellezza della ragazza che, sotto quei grandi occhiali e l'enorme timidezza, era in realtà molto meglio di quella di tutte le altre.
Quella sera avrebbe voluto dichiararsi, si era tutto messo in tiro nel suo vestito da Dracula solo per lei. Tuttavia lei ancora non era arrivata.
Controllò un' ultima volta lo schermo di cellulare, scoprendo con piacere che gli aveva scritto: 'Sono qui fuori…'
Lui sorrise e rispose subito 'Che fai? Entra.'
'Oddio, Gally, mi vergogno…'
'Tanto qui sono tutti ubriachi. Dai, Tess'
'Okay… Sto entrando…'
A quel punto Gally alzò gli occhi e guardò verso la porta, che ora si stava aprendo. Si staccò dal muro contro cui era appoggiato e si diresse verso la sua non-ancora-per-molto migliore amica e, quando la vide, rimase a bocca aperta.
Anche Minho, in quello stesso istante, alzò gli occhi verso l'ingresso. E da lì non si levarono più.
Teresa era appena entrata con passo indeciso e lo sguardo basso, che tuttavia non nascondeva il suo viso truccato e senza occhiali. I capelli erano tirati all'indietro in una coda alta e decorati con dei vistosi fiori rossi che mettevano in risalto i capelli corvini della ragazza. Il volto era incerato di bianco e truccato come i teschi di zucchero messicani, con complicati ghirigori floreali neri e  rossi. Così truccati, i suoi occhi azzurri sembravano molto più grandi e chiari, rendendola quasi irriconoscibile.
Inoltre, invece dei soliti maglioni larghi e il solito paio di leggins scuro, indossava un vestito rosso e nero con un corpetto di pizzo dalla scollatura a forma di cuore. Le maniche, in tulle rosso, ricadevano come due morbidi drappeggi sulle braccia della ragazza mentre la gonna, composta da morbide onde di stoffa rossa intervallate da tulle nero, era più corta sul davanti e sul retro finiva in un breve strascico. Il tutto era completato da un paio di autoreggenti in pizzo nero e un paio di stivali alla coscia dello stesso colore.
Al collo portava inoltre un nastro nero con un ciondolo a forma di rosa, lo stesso fiore compariva qua e là sul resto del vestito a ricordare le linee morbide del trucco.
Entrambi i ragazzi erano senza parole.
Dio, era bellissima…
Quando la ragazza alzò gli occhi dal pavimento, essi si posarono immediatamente sulla figura dell'asiatico con un lieve sorriso imbarazzato che le increspava le labbra. Sorriso che si spense subito, quando si accorse della presenza di Brenda.
Istintivamente, Minho allontanò da se la ragazza dai capelli castani quanto più in fretta possibile, facendola letteralmente cadere a terra.
Tuttavia, Teresa non colse nell'interezza quella buffa scena, dal momento che Gally le si era piazzato davanti per salutarla.
"Cavolo, Tess, sei bellissima!" Le disse, facendole un giro intorno. La ragazza si strinse le braccia al petto "Grazie…"
Tess? Sul serio?
L'aveva davvero chiamata Tess?
Come cazzo si permetteva?
Minho stava già andando a spaccargli la faccia, ignorando bellamente le proteste di Brenda, quando si ricordò dell'attuale situazione: lui, Minho Jegal, il ragazzo più popolare della scuola, non poteva certo essere interessato ad una sfigata come Teresa Agnes. Figurarsi essere addirittura il suo ragazzo.
La prima volta che le aveva rivolto la parola le aveva fatto un falso complimento, solo per vedere come avrebbe reagito. Col tempo, però, si era accorto che gli piaceva davvero parlare con Teresa e la loro relazione era passata quasi subito ad un livello successivo. Ma, per quanto innamorato, non poteva permettersi uno scandalo del genere. Per questo si ostinava a nascondere tutto, limitando i loro incontri in luoghi appartati al di fuori dalla scuola.
Prima di allora non era mai stato difficile fingere di non conoscere Teresa, nessuno le si avvicinava abbastanza da scatenare la sua gelosia. Tranne Gally.
Non lo aveva mai considerato una minaccia e aveva tollerato pazientemente tutte quelle occhiate da cane morto che lanciava in continuazione alla sua ragazza. Ma ora era decisamente troppo.
"Minho, ma che combini!" Disse Brenda, tirandosi su in piedi e guardando male l'asiatico che non la degnò neanche di un'occhiata "Si, scusa."
"Perché quello sguardo omicida?" La ragazza seguì gli occhi di Minho e raggiunse la figura di Teresa. A quel punto storse il naso "Oddio, è venuta davvero? Ma chi l'ha invitata?"
Il padrone di casa strinse i denti, cercando di ripetersi ogni sorta di mantra per calmarsi e non usare Brenda come arma per colpire ripetutamente Gally sulla testa. Prese un grosso respiro e disse "Non ne ho idea."
Brenda scrollò le spalle e gli appoggiò una mano sul petto scolpito "Sembri teso, vuoi che ti prenda qualcosa da bere?"
"Si, certo. Ti raggiungo subito."
La ragazza gli sorrise e si staccò da lui "Okay, ti aspetto." L'asiatico non notò nemmeno i movimenti ancheggianti che la castana esasperava, nel vano tentativo di attirare la sua attenzione. Il ragazzo era troppo impegnato a seguire ogni singolo movimento di Teresa e Gally, che ora si stavano dirigendo verso i divani.
Vaffanculo, questo proprio no.
Minho scattò in avanti senza neanche rendersene conto, dirigendosi a passo deciso verso i due.
Si parò loro davanti in un istante, guadagnandosi un'occhiataccia di Gally e un sorriso sollevato da parte di Teresa. Lei sembrava davvero felice di vederlo, le brillavano quasi gli occhi.
L'asiatico incrociò le braccia al petto e disse "Agnes, possiamo parlare un attimo?"
"Si." Disse lei, facendo per alzarsi. Gally la trattenne per il braccio "Non c'è bisogno che ti alzi, no?"
Leva quelle tue luride zampacce da lei, uomo sopracciglio. Avrebbe voluto urlare Minho. Contò fino a dieci e poi disse, a denti stretti "Invece si, è una conversazione privata."
Gally fece per protestare ma Teresa lo zittì "Tranquillo, Gally, torno subito." Gli sorrise e si alzò, raggiungendo Minho e seguendolo poi in una delle stanze della casa.
Appena furono soli, la ragazza gli buttò le braccia al collo e gli baciò le labbra. Il ragazzo ricambiò immediatamente, prendendola per le gambe e avvicinandosela ulteriormente.
"Che bell'accoglienza." Mormorò l'asiatico, non appena si furono separati. Quel semplice contatto era bastato per azzerare tutte le sue preoccupazioni, in quel momento erano solo loro due "Mi sei mancata anche tu."
"Ah si?" Chiese lei, mordicchiandosi un labbro "Avrei detto il contrario, dopo averti visto con Brenda."
Minho scrollò le spalle "Sembra essersi finalmente accorta che esisto."
"Si, beh, è difficile non notarti dato che vai in giro mezzo nudo." Borbottò Teresa, senza risparmiarsi però un'occhiata fugace al fisico del suo fidanzato.
L'altro se ne accorse e, ridacchiando, la baciò di nuovo "Grazie, anche tu sei sexy sta sera."
"Mmm, eppure ho l'impressione che tu non mi voglia parlare di questo…"
Minho sospirò "Beccato."
La ragazza alzò gli occhi al cielo. Conosceva abbastanza bene il giovane per capire quale fosse il motivo di quella inaspettata riunione "E' per via di Gally, vero?"
"Deve smettere di ronzarti intorno." Si lasciò definitivamente andare l'asiatico "Non assicuro per la sua faccia, altrimenti."
Teresa rise "Non volergliene, Minho, si è solo preso una cotta…"
"Si, per la mia ragazza!" Replicò l'altro, storcendo il naso. Teresa, a quel punto, gli lanciò un'occhiataccia "E lui come fa a saperlo?"
Oh, oh. Quello era un colpo decisamente basso.
La ragazza aveva espresso più volte il suo disappunto per quella situazione di segretezza: dal suo punto di vista, la loro relazione non aveva bisogno di essere nascosta, si sentiva anzi come se l'asiatico si vergognasse di lei.
Era normale per la ragazza chiedersi che cosa ci fosse di sbagliato nel suo modo di essere se anche per Minho era imbarazzante trovarsi insieme a lei, scoppiando spesso a piangere senza apparente motivo proprio di fronte a Gally. Quest'ultimo pareva essere l'unico in grado di consolarla in momenti del genere, eppure Teresa si ostinava a tornare da Minho nonostante tutto.
"Tess, ne abbiamo già parlato…" Provò a dire l'asiatico, ma la ragazza si scostò da lui e fece per dirigersi verso la porta. Non voleva rovinare il trucco scoppiando a piangere proprio lì.
"Si, certo." Borbottò senza voltarsi. Afferrò la maniglia e, prima di uscire, continuò "Non ti preoccupare, so gestire Gally."
 
"'So gestire Gally' un paio di balle!" Sbraitò Minho, colpendo con un pugno l'anta del mobile di camera sua.
Dopo che lui e Teresa avevano parlato, lei aveva passato tutto il resto della serata con Gally e lui non era riuscito a resistere alla tentazione di seguirli con lo sguardo, mentre fingeva di essere interessato ai discorsi di Brenda.
Per tutto quel tempo l'asiatico aveva dovuto osservare la sua ragazza ridacchiare con il suo migliore amico mentre questo continuava a stuzzicarla, appoggiandole una mano intorno alle spalle oppure sul ginocchio. Lo aveva persino visto tentare di intrecciare le dita con quelle di Teresa, senza che quest'ultima lo respingesse in alcun modo. Poi, come se non bastasse, l'outfit della ragazza non era passato di certo inosservato, attirando molte attenzioni da parte del resto degli invitati di sesso maschile.
Minho era stato più volte in procinto di afferrare una sedia e spaccarla sulla testa di chiunque altro si fosse avvicinato a Teresa, tuttavia Gally sembrava essere almeno un buon cane da guardia.
Dopo l'ennesima dimostrazione di affetto tra i due, però, l'asiatico era dovuto correre al piano di sopra, in camera sua, per non rischiare un omicidio, lasciando nuovamente Brenda, ubriaca marcia, in mezzo alla sala.
Il ragazzo prese un grosso respiro e si passò una mano tra i capelli, ancora perfettamente in ordine. "Sta calmo, Minho." Si ripeté, tentando invano di fermare il tremore dato dal nervoso "Non devi essere geloso, ora scendi di sotto e fatti un drink."
Si, si. Quella era decisamente un'ottima idea.
Respirò profondamente un'ultima volta e tornò al piano di sotto, diretto a passo svelto verso il tavolo dei drink. Sapeva infatti che se avesse distolto gli occhi dalla sua meta per cercare Teresa sarebbe finito con il prendere a pugni Gally una volta per tutte.
Perfino quando Brenda gli si parò davanti barcollando e chiedendogli dove fosse finito il ragazzo la superò con una spallata, sbraitando: "NON E' IL MOMENTO!"
Aveva quasi raggiunto il suo obbiettivo quando la risata cristallina di Teresa gli arrivò alle orecchie, facendo vacillare la sua determinazione. Fece addirittura per fermarsi.
Io lo ammazzo, io giuro che lo ammazzo!
Tuttavia trovò la forza di riprendere il passo e raggiungere il tavolo. Senza pensarci, Minho afferrò un bicchiere di plastica dalla pila oramai scombinata e se lo riempì con quella disgustosa brodaglia. Era abituato a quel saporaccio e anche all'immediato effetto inebriante che procurava, proprio per questo dovette scolarsene un bel po' prima di sentirsi davvero su di giri.
Solo allora tornò a voltarsi verso la sua ragazza, che ora non rideva più. Gally era chino su di lei e, nonostante il braccio che la ragazza aveva messo tra di loro e la sua espressione davvero contrariata, l'altro continuava ad avvicinarsi nel palese tentativo di rubarle un bacio.
"Okay, questo è troppo!" Sboccò Minho, stringendo in un pugno il bicchiere che teneva in mano e sbattendolo rumorosamente sul tavolo, facendo così sobbalzare chi gli passava accanto. Poi, senza imporsi più alcun freno, si diresse a passo di carica verso di Gally, caricando un destro, pronto a colpire ripetutamente quel naso enorme che il ragazzo si ritrovava.
 
Dopo il bacio che si erano dati davanti al tavolo dei drink, fu davvero dura per Newt e Thomas fermarsi solo lì.
Nessuno dei due, d'altra parte, era abbastanza sobrio per imporsi qualche tipo di inibizione e finirono così a limonare davanti all'ingresso della casa, continuando tra un momento e l'altro a sorseggiare alcol.
Il biondo apprezzò particolarmente la resistenza di Thomas che, seppur non avendo mai bevuto prima, era riuscito a scolarsi ben quattro bicchieri di quella brodaglia senza dare di stomaco. Lui, invece, aveva dovuto farsene il doppio solo per sentire qualche effetto: non voleva di certo correre il rischio di restare sobrio, si stava divertendo troppo!
"… E quindi alla fine ho dovuto rifare il compito." Concluse Thomas, con le sopracciglia corrugate e un broncio sul viso. Era partito a raccontare una delle sue noiosissime avventure da secchione e Newt lo aveva ascoltato tutto il tempo con un sorriso stampato in volto. In realtà non aveva capito proprio niente di quello che aveva detto, aveva osservato tutto il tempo le sue labbra muoversi senza un motivo preciso.
Lo conosceva da un sacco di tempo, eppure solo ora si era accorto quanto fosse bello.
Oddio, aveva sempre provato una certa attrazione fisica nei confronti del bruno, tuttavia non si era mai ritrovato a pensare così intensamente a quanto avrebbe voluto scoparselo. Mai, prima di adesso.
"Ehi, Tommy." Gli disse ad un certo punto, riguadagnandosi la totale attenzione di Thomas "Posso chiederti una cosa?"
"Tutto quello che vuoi." Si lasciò scappare l'altro, sorridendo come un ebete.
"Non è che sei vergine?"
A quella domanda, Thomas avvampò "Si, cioè no… Più o meno…"
Newt scoppiò a ridere "Cosa cacchio vuol dire più o meno?"
"E'-è complicato…" Provò a dire il bruno, tuttavia fu interrotto dalla voce di Sonya che urlò "Oddio, quanto siete bellini!"
I due ragazzi si voltarono nella sua direzione e la videro, con il trucco sbavato e appoggiata con tutto il suo peso ad Herriet, la sua migliore amica. Quest'ultima alzò gli occhi scuri al cielo "Sonya…"
"Ma guardali, non li trovi adorabili?" Replicò ancora la bionda, girandosi poi alle sue spalle, dove un ragazzino magrolino le seguiva a passo mogio "Non è vero, Aris!"
Newt scoppiò a ridere "Sonya, sei ubriaca!"
"Oh, si! Anche voi!" Urlò di nuovo la ragazza, per poi fargli l'occhiolino "Dateci dentro voi due!"
"Okay, stai esagerando." Borbottò Harriet, sorreggendo la bionda "Io ti riporto a casa. Aris, vieni con me."
Il piccoletto annuì e seguì le due verso la macchina di Herriet, tutto questo mentre Sonya aveva preso a cantare 'This is Halloween' a squarciagola.
Il biondo ridacchiò ancora, poi tornò a voltarsi verso Thomas "Stavi dicendo?"
"Una volta ho fatto un pompino ad un ragazzo." Buttò fuori il bruno, cercando di non balbettare "Ma non sono mai andato fino in fondo."
"Wooh, sul serio? E io che credevo che fossi una sottospecie di suora!"
Thomas storse il naso "Non sei divertente…"
Il biondo ridacchiò e lo baciò ancora per poi sussurrargli "Tranquillo, Tommy. Ci andrò piano, promesso."
L'altro avvampò di nuovo "Ho come la sensazione che dopo sta sera non potrò più rispondere alla tua domanda allo stesso modo…"
Newt ridacchiò "No, direi proprio di no."
Il passaggio dall'ingresso alla camera di Minho fu decisamente breve.
Thomas si era quasi perso il momento in cui i baci di Newt si erano fatti decisamente meno casti e la tensione sessuale era cresciuta così tanto da imporre la necessità di trovarsi una stanza.
Avevano provato a raggiungere la camera dei genitori di Minho, più vicina all'ingresso, ma l'avevano trovata chiusa a chiave e i due furono obbligati a tentare al piano di sopra.
Quando avevano visto l'asiatico uscire inferocito dalla propria stanza, poco importava che sulla porta ci fosse un cartello con la scritta "Non scopate qui dentro", i due ci si infilarono e chiusero a chiave.
Varcata la porta della camera, Thomas spense completamente il cervello e si abbandonò senza alcun ripensamento alle sensazioni che gli stava facendo provare Newt.
In un attimo, si ritrovò con la schiena premuta contro il materasso mentre il biondo era sopra di lui, la sua bocca stava tracciando una linea immaginaria di baci che partivano dalla mandibola fino ad arrivare all'altezza della sua spalla, occasionalmente lasciando piccoli morsi o segni che il giorno dopo si sarebbero sicuramente notati. A Thomas non importava nulla in quel momento. Non gli importava dei suoni che uscivano dalla sua bocca ogni volta che Newt poggiava le labbra sul suo corpo, non gli importava del fatto che stesse per fare sesso con il suo migliore amico e non gli importava cosa sarebbe successo la mattina dopo al loro risveglio.
Fu proprio per quello che quando le mani di Newt scesero lungo i suoi fianchi, fino a toccare i lembi della sua maglia rattoppata, e quando il biondo lo guardò chiedendogli se fosse davvero sicuro, Thomas non esitò neanche un attimo a rispondere di sì.
"Ti prego, Newt" Riuscì a dire, la voce leggermente incrinata dal piacere.
Bastò questa singola frase a far perdere totalmente il controllo anche a Newt.
Baciò Thomas con passione e il moro si lasciò trasportare dalla sensazione di piacere che ne derivò, lasciando che Newt prendesse il controllo del bacio e di tutta quella situazione.
Ben presto i loro vestiti non furono altro che una pila disordinata di tessuti sparsi sul pavimento e tra i loro corpi cessarono di esistere tutte le barriere.
Newt si sollevò sulle braccia e si prese un attimo per osservare Thomas.
"Dio, sei così bello, Tommy" Gli sussurrò, senza fiato.
Glielo ripetè anche più avanti, poco dopo, nell'attimo in cui Thomas era talmente perso nel piacere da non capire neanche dove finisse il proprio corpo e dove iniziasse quello del biondo, e ancora quando esausti si ritrovarono con le fronti appoggiate l'una contro l'altra mentre le loro labbra erano così vicine da potersi sfiorare.
Si addormentò ascoltando il ritmo lento del respiro di Newt sul suo collo.
 
Quando il pugno colpì la faccia di Gally, la sua mascella fece un rumore così sordo che Ben fu costretto a stoppare la musica.
Il ragazzo si accasciò contro il divano mentre Minho allontanava Teresa, prendendola per un braccio.
"MA CHE CAZZO TI E' PRESO!" Urlò Gally, con una mano portata alla bocca.
"Giù le zampe, hai capito uomo sopracciglio?!" Sbraitò Minho, stringendo la presa sul braccio di Teresa "Altrimenti giuro che ti castro a furia di calci nei coglioni!"
"Minho, sei ubriaco…" Disse Teresa, appoggiandogli una mano sulla spalla "Calmati adesso…"
"COL CAZZO!" Replicò l'asiatico, incenerendo ancora Gally con lo sguardo. Il ragazzo nel frattempo si era rialzato, guardando Minho dall'alto in basso.
Gally era più alto del padrone di casa, tuttavia Minho aveva pestato avversari più grossi per molto meno.
"Provaci di nuovo e ti rompo il culo!"
"Ma cosa vuoi, Jegal?" Sbottò Gally "Teresa non è affar tuo!"
Prima che potesse aggiungere altro, però, Minho era già scattato in avanti e lo aveva colpito sullo stomaco, facendolo abbassare e avendo così la possibilità di riempirgli la faccia di pugni. In un attimo, il castano era a terra e Minho continuava a colpirlo senza sosta. Teresa provò a fermarlo, ma non era abbastanza forte per trascinarlo via e solo con l'arrivo di Ben e Alby riuscì a mettersi in mezzo tra i due.
"ADESSO BASTA!" Urlò la ragazza, fermando Gally e guardando malissimo Minho. L'asiatico smise immediatamente di dimenarsi. "Siete impazziti?"
"E' lui che mi ha colpito senza motivo!" Sbottò il castano "Ma che cazzo ti ho fatto?"
"HAI CERCATO DI BACIARE LA MIA RAGAZZA, STRONZO!" Urlò Minho, facendo calare il silenzio nella sala.
Solo allora il ragazzo si rese conto di ciò che aveva appena detto.
Gally lo stava fissando con uno sguardo a dir poco sconvolto, pressoché identico a quello di tutti i ragazzi intorno a lui. Teresa aveva le mani sulla bocca e lo guardava con gli occhi sgranati, sperando che proprio adesso non si tirasse indietro e negasse davanti a tutti la verità.
Minho non voleva più mentire.
In un impeto di coraggio, l'asiatico si girò verso la folla di ragazzi ubriachi, prendendo la mano di Teresa e avvicinandola a sè.
Stava per parlare ma le luci si spensero all'improvviso, probabilmente per l'eccessivo consumo dovuto alla festa. In ogni caso, non era l'unica cosa di cui avrebbe dovuto preoccuparsi il ragazzo asiatico, dato che ora non era l'unico ad avere del colore fluorescente sul corpo.
Lo sguardo dei presenti corse su tutta la figura di Teresa per poi soffermarsi sul fondoschiena della ragazza, dove erano presenti e ben visibili le impronte delle mani di Minho.
Le luci si riaccesero di colpo ma il silenzio fu presto interrotto dalla voce sconvolta di Gally.
"TU SCOPI CON QUELLO STRONZO GIAPPONESE?"
Minho non ebbe neanche il tempo di metabolizzare quelle parole che Teresa aveva già steso Gally con un pugno.
Dalla sala si alzò qualche "Ooh" eccitato, a cui qualcun'altro aggiunse "Chi l'avrebbe mai detto che quella ragazza avesse le palle!", ma nessuno era più sorpreso di Minho.
Cacchio se sono fortunato, pensò.
"Non parlare mai più del mio ragazzo in questo modo." Sussurrò Teresa a denti stretti, guardando la figura stesa a terra di Gally che sembrava aver perso conoscenza.
Senza aspettare ancora, Minho le si avvicinò e la baciò piano sulle labbra, facendola sorridere. Dalla sala si levò un applauso rumoroso, insieme a qualche commento inappropriato su quello che Minho avrebbe dovuto fare a Teresa una volta rimasti soli.
"Okay, la festa è finita. Vedete di far sparire da qui i vostri brutti culi ubriachi, non c'è nulla da vedere." Intervenne Ben, catalizzando l'attenzione di tutti su di sé "E... per piacere, qualcuno si porti via il cadavere di Gally. Capisco che è Halloween, ma non ho davvero voglia di avere incubi sulla sua orribile faccia sanguinolenta."
Mentre la gente incominciava ad uscire e Alby afferrava Gally per le caviglie per trascinarlo via, Teresa fece un cenno di ringraziamento a Ben e accompagnò Minho nella camera più vicina.
Lo fece sistemare sotto le coperte e poi si sedette sul bordo del letto.
"Sei stata grande stasera." Le sussurrò il ragazzo, sul viso aveva ancora un mezzo sorriso compiaciuto "Insomma, Gally non lo sopporto proprio, davvero… E-e poi io non sono giapponese..."
Teresa gli accarezzò gentilmente i capelli, scuotendo la testa e ridendo dei suoi inutili discorsi da ubriaco.
"Adesso dormi, domani ne riparliamo." Gli lasciò un baciò sulla fronte e fece per alzarsi, ma Minho la trattenne ancora per un polso.
"Resti ancora un po' qui?" Le chiese, a bassa voce.
Teresa sorrise dolcemente e si tolse gli stivali, infilandosi poi sotto le coperte con lui.
Si, Minho doveva ammetterlo: era decisamente fortunato.
 
Riaprire gli occhi per Thomas fu una vera impresa.
La testa gli girava e le palpebre pesavano da far schifo. Era tranquillamente sdraiato, eppure era sicuro che se si fosse alzato avrebbe rimesso sul pavimento.
Ma, esattamente, su quale pavimento avrebbe vomitato?
Non era sicuro di essere tornato a casa, la sera prima. Anzi, a dirla tutta non era sicuro di niente che gli fosse successo prima di crollare addormentato.
Ricordava solo dei sorrisi, dei baci e…
"OH, CAZZO."
Preso dal panico, il ragazzo si scaraventò letteralmente fuori dal letto, finendo con il culo contro il freddo pavimento piastrellato. A proposito di culi… perché il suo faceva così male?
Il ricordo della sera prima gli tornò prepotentemente in testa, procurandogli una fitta.
"Oh, merda." Mormorò, portandosi una mano alla bocca e guardando in alto, verso il letto, dove una specie di sagoma bitorzoluta iniziò a borbottare da sotto le coperte.
"OH, MERDA!" Urlò più forte, ricordandosi a chi appartenesse quella sagoma: Newt!
No, non poteva aver seriamente scopato con il suo migliore amico.
No, per la miseria!
Come avrebbe fatto a guardarlo in faccia adesso?
Provò a rialzarsi, però si trovò a piantare una testata contro il comodino. Imprecò a voce decisamente poco bassa e tornò a levarsi in piedi, con le ginocchia ancora deboli. Andò poi alla ricerca dei suoi boxer, trovandoli dall'altra parte della stanza, ai piedi della scrivania.
Se li riprese arrossendo e borbottando, lanciando poi un'occhiata alla serie di foto incorniciate posizionate sul tavolo da lavoro.
Sbiancò subito dopo, riconoscendo il soggetto principale di tutte quelle fotografie: aveva scopato con il suo migliore amico nella stanza di Minho!
"OH, MERDA!" Si lasciò sfuggire di nuovo.
Bene, ora si che stava per svenire. E vomitare.
Stava per svemitare.
"Oh, per l'amor di Dashner, Tommy, piantala di imprecare!" Borbottò Newt, lanciandogli un'occhiataccia da sotto le coperte "Ho mal di testa."
Thomas ignorò bellamente la sua ultima frase e, anzi, alzò ulteriormente il tono di voce "ABBIAMO SCOPATO NELLA CAMERA DI MINHO, NEWT!"
Il biondo ridacchiò appena per poi replicare, in tono sarcastico "Wow, Tommy, tu si che sei un acuto osservatore…"
"NON E' IL MOMENTO DI SCHERZARE!"
A quel punto Newt sbuffò e alzò gli occhi al cielo, per poi levarsi seduto sul letto. La coperta gli scivolò sulle gambe, mostrando il petto nudo del biondo ad un imbarazzato Thomas che, da parte sua, fece il finto tonto e si coprì il pacco con le mani.
"Punto primo." Incominciò il biondo "Sembri una checca isterica, quindi abbassa la voce. Punto secondo…" A questo punto ridacchiò "Non devi nasconderti, Tommy, ho visto abbastanza ieri sera."
Thomas arrossì e cercò di non guardarlo negli occhi.
Newt proseguì, senza smettere di sorridere "E, punto terzo: l'unica cosa che rimpiango di ieri sera sono i quindici bicchieri di quello schifo che mi sono scolato. Anzi…" Detto questo si lasciò di nuovo cadere sul cuscino, con gli occhi neri socchiusi e fissi su Thomas "Mi è piaciuto, Tommy, dovremo sicuramente rifarlo."








Note dell'autrice:

Finalmente dopo secoli sono riuscita a pubblicare questa OS!

So cosa vi state chiedendo: ma perchè diamine stai pubblicando una storia di Halloween il giorno di Natale?
La spiegazione è molto semplice: pigrizia.
Eh già, perchè questa bellissima OS era praticamente scritta da settembre ed io ero seriamente intenzionata a pubblicarla la sera di Halloween, purtroppo per cause di forza maggiore (quali la mia svogliatezza di mettermi al computer) non ho fatto in tempo. Convinta che non sarei più riuscita a pubblicarla l'ho lasciata perdere e solo sotto minaccia della mia musa Lex ho deciso di pubblicarla nel periodo natalizio, fottendomene altamente del fatto che ehi, è la festività sbagliata.

Va bene, non voglio annoiarvi con le mie inutili chiacchiere da barbona. Concludo dicendo che vi ringrazio per aver visualizzato la mia OS e vi mando un bacio se siete arrivate fino in fondo senza vomitare. Ovviamente la mia intenzione era quella di strappare un sorriso, spero di esserci riuscita!

Ringrazio in particolar modo la mia bella Lex, senza la quale questa storia non sarebbe neanche mai iniziata. Thank you my love per la parte 'smut' e tutto il resto. Te se ama.
Un salutino anche a quella capra di Giorgia che mi ha insegnato il signoificato della parola 'peripatetica' che, che ci crediate o no, esiste davvero.
E poi, vabbè, non dimentichiamo le Culopesche che sono fantastiche anche se mi intasate il cellulare di scleri, mannaggia a voi... Spero che non bocciate questo mio patetico tentativo di scrivere una Newtmas.

Che altro aggiungere... Recensite e fatemi sapere che ne pensate, ci tengo seriamente (Lex, I'm looking at you).
Boh, sparisco.
Un bacione, Jakie
   
 
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