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Autore: shadspecs    25/12/2015    0 recensioni
Stiles e Derek hanno una relazione a distanza da ormai un anno.
Questo Natale, però, Stiles ha programmato una sorpresa per Derek. Ma nulla va mai come previsto...
Sterek AU. Fraintendimenti, fluff natalizio e pochissimo dialogo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Stiles era in ansia.

Non che per lui non fosse una cosa normale, certo, ma stavolta era diverso. Non era quel tipo di ansia che ti pesa sul petto, impedendoti di respirare. No, stavolta era un’ansia positiva, quasi, quella che ti fa saltellare perché non vedi l’ora di fare qualcosa.

Le sue mani stavano tremando mentre accendeva il computer, e continuarono a vibrare anche quando ebbe fatto l’accesso a Skype. Controllò l’orologio: le nove meno dieci.
L’appuntamento era per le nove in punto, ma sapeva perfettamente che la chiamata sarebbe arrivata qualche minuto prima. Lo sapeva perché, dopo due anni insieme, Stiles conosceva perfettamente la persona dall’altro lato della linea.

Stiles e Derek si erano conosciuti attraverso amici. La sorella minore di Derek, Cora, aveva frequentato lo stesso college di Lydia, la migliore amica di Stiles, ed erano finite per frequentarsi per qualche mese. Quando Lydia aveva portato Cora a conoscere i propri amici, Stiles l’aveva trovata terrorizzante, ma bellissima. Allo stesso tempo, aveva appreso che Cora aveva un fratello maggiore che studiava architettura, come Stiles, anche se dall’altra parte degli States, e che- secondo Lydia- era bello almeno quanto la sorella.

Dopo aver visto una foto di questo fantomatico fratello- Derek-, Stiles si era immediatamente deciso a chiedere a Cora il suo numero, perché non poteva lasciarsi scappare un’occasione del genere.

I due avevano iniziato a scriversi, ovviamente dopo che Cora ne aveva parlato con il fratello, e subito avevano trovato cose in comune. Man mano che l’amicizia procedeva, i due avevano capito di essere molto simili, pur essendo praticamente opposti caratterialmente: uno silenzioso e riservato, l’altro con la parlantina e particolarmente estroverso.

 Stiles ancora faticava a crederci, ma in poco tempo Derek era diventato una costante nella sua vita. Non passava un giorno in cui i due non si sentissero, anche solo con una semplice battuta inviata per sms. Avevano iniziato a chiamarsi dopo solo un paio di settimane, entrambi desiderosi di trovare un collegamento vero, di connettere una voce alle parole che venivano lette su un telefono. Dopo qualche mese, erano arrivati alle videochiamate su Skype.

Stiles ricordava quel giorno. Era nervoso almeno quanto lo era adesso, ma in modo diverso. Allora sì che l’ansia gli impediva di respirare. Aveva paura di non essere abbastanza per Derek, di non piacergli nonostante si fossero mandati tonnellate di foto (quando Derek era di buon umore gli piaceva usare Snapchat). Erano pensieri che cercava di frenare, perché sapeva perfettamente di star sconfinando in qualcosa che era ben più di una semplice amicizia a distanza.

C’era voluto del tempo, e diverso aiuto da parte di Lydia e Cora, ma alla fine tutte le paure di Stiles si erano rivelate inutili, perché Derek- stupido, timidissimo e perfetto Derek- provava gli stessi identici sentimenti.
E quindi eccoli qui, un anno dopo essersi finalmente dichiarati, e ancora non si erano mai visti di persona.

E questo era esattamente il motivo per cui Stiles era in ansia. Dopo due anni di amicizia e uno di relazione si era stufato. Era stanco dei fusi orari, di dover calcolare sempre che ora fosse per non svegliare Derek, di dover aspettare a volte ore per uno stupido messaggio. Era stanco di dover dormire da solo, di girarsi quando succedeva qualcosa di emozionante e non trovare Derek al suo fianco. Era stanco del sesso via Skype- per quanto fantastico fosse- e di non poter baciare il suo ragazzo. Era stanco di tutta questa storia della relazione a distanza.

Tutto ciò l’aveva portato a prendere una decisione, forse pazza, alla quale pensava da molto tempo. Mancavano due giorni a Natale- e al compleanno di Derek- e aveva deciso di prendere l’aereo per New York, subito dopo la loro chiamata giornaliera.
Non poteva sopportare la stessa cosa dell’anno scorso, l’aprire i regali in videochiamata, velocemente, perché entrambi avevano ospiti a casa. No, quest’anno avrebbe aperto il regalo con Derek.

Era già tutto organizzato, ma non aveva detto niente a nessuno, se non a suo padre perché sapesse dove andava durante le feste. Lo sceriffo non era stato particolarmente contento, ma aveva capito subito che era quello di cui Stiles aveva bisogno, perciò non aveva aggiunto altro.
La chiamata, qualche minuto in anticipo come si era aspettato, lo risvegliò dai suoi pensieri. Dopo essersi stampato un sorriso sul viso e sistemato il cappellino natalizio, premette il tasto di risposta. Il viso sorridente di Derek apparve al posto della schermata nera, e Stiles si sentì subito meglio. Solo qualche ora, e avrebbe potuto vederlo davvero.

Si scambiarono gli auguri, visto che non erano sicuri di poter passare qualche ora al computer il giorno di Natale (o almeno, questa era stata la scusa di Stiles). Verso la fine della chiamata si aggiunsero anche Cora e Laura, la sorella più grande di Derek, che fecero a loro volta gli auguri a Stiles, con tanto di occhiolini. Perché l’avessero fatto, al ragazzo non era chiaro.

Quando chiuse il collegamento, Stiles si prese un minuto per respirare e semplicemente pensare a quello che stava facendo. Stava per partire, per affrontare un viaggio da una parte all’altra degli Stati Uniti per conoscere di persona quello che era il suo ragazzo da mesi. Ripensandoci ora, non capiva perché avesse aspettato così tanto.

Dopo qualche minuto di profonda contemplazione della sua scelta, Stiles si decise ad alzarsi dalla sedia di fronte alla scrivania e a controllare di avere tutto pronto.
Poi, quando fu soddisfatto, portò le valige al piano di sotto, chiamando suo padre perché lo accompagnasse all’aeroporto.

Gli dispiaceva doverlo disturbare, ma Scott e Lydia non potevano assolutamente venire a conoscenza del suo piano, perché non aveva alcun dubbio che l’avrebbero detto a qualcuno, e Derek l’avrebbe saputo in un nanosecondo.
Quindi era stato zitto, e ora si poteva considerare abbastanza sicuro del proprio piano per rilassarsi e riuscire a fare un pisolino durante il viaggio in auto.

****

Il tragitto fino all’aeroporto di San Francisco era andato bene, ma il viaggio in aereo era stato tremendo. Per tutte le sette ore di volo, Stiles aveva avuto vicino un neonato con gli orecchioni, che non aveva mai smesso di piangere. I sedili dell’economy erano scomodi, e la compagnia non aveva fornito loro nemmeno un cuscino e una coperta. L’aria condizionata, poi, era rimasta accesa tutto il tempo, e Stiles stava a dir poco congelando.
Appena sceso dall’aereo non gli era andata di certo meglio. Il JFK era stracolmo di gente, e a malapena riuscì a farsi strada fino al nastro del ritiro bagagli, i quali, ovviamente, ci misero una vita ad arrivare.

Quando finalmente Stiles fu fuori dall’aeroporto era notte fonda ma, non avendo prenotato nessun albergo, fermò comunque un taxi, dando l’indirizzo di casa di Derek, che aveva rubato a Lydia. Sperava solo di trovare qualcuno a casa, e che non gli sbattessero la porta in faccia.

Tutte le sue aspettative, apocalittiche e non, furono comunque deluse. Il condominio nel quale viveva Derek (ovviamente in un attico, perché Derek aveva molti più soldi di quanti Stiles potesse immaginare) era poco illuminato. L’unica persona che sembrava esserci era il portinaio, semi-nascosto dietro a un bancone nell’ingresso dell’edificio. Quando il ragazzo si avvicinò, l’altro alzò lo sguardo annoiato dalla rivista di sport che stava leggendo, e si limitò a sollevare un sopracciglio in una tacita domanda.

“Uhm, sono qui per Derek Hale?” chiese Stiles incerto, a mezza voce.
“Hale?” rispose il portinaio, scuotendo la testa “Il signor Hale non è qui. Non è nemmeno a New York, è partito appena prima di mezzogiorno con delle valige. Mi dispiace ragazzo, dovrai ripassare.”

Stiles sentì il proprio cuore sprofondare fino ai piedi. Non aveva mai considerato che Derek potesse avere altri piani per le feste. La sua famiglia abitava a New York, e non aveva mai accennato ad altri parenti in giro per l’America.
Il ragazzo ringraziò silenziosamente il portinaio, uscendo nuovamente dall’edificio. L’unica cosa che poteva fare a questo punto era tornare in aeroporto e poi a casa.
Tutto ciò che aveva pianificato e sperato per queste feste era ormai andato in fumo.

****

Il viaggio di ritorno fu, se possibile, ancora peggio di quello d’andata. Non tanto per l’ambiente, ma perché Stiles aveva ormai l’umore sotto i piedi.
Non aveva avuto il coraggio di chiamare o scrivere a Derek per sapere dove fosse, troppo imbarazzato dal proprio fallimento per spiegare ciò che era successo.
Aveva semplicemente mandato un messaggio a suo padre per fargli sapere che stava già tornando indietro, e che probabilmente avrebbe preso il bus o il treno per tornare a Beacon Hills, così da non disturbarlo.

Era talmente assorto nei propri pensieri mentre usciva dall’aeroporto, che finì addosso a un muro. O meglio, addosso a una persona, che era dura come un muro. Un muro fatto di muscoli. Esattamente come….

“Derek?” sussurrò il ragazzo, con gli occhi enormi e che si stavano riempiendo in fretta di lacrime, la mano che poco prima stringeva il telefono ormai dimenticata al proprio fianco.
Non c’era dubbio, quello di fronte a lui era proprio Derek. Il suo Derek, che lo stava fissando con la stessa espressione sorpresa che era sicuro fosse anche sul proprio volto.

Il silenzio durò tra di loro qualche minuto, durante i quali entrambi rimasero perfettamente immobili, prima che Stiles si lasciasse sfuggire un urlo perfettamente virile, abbracciando Derek di slancio. Stava quasi per staccarsi, temendo di aver esagerato, quando le braccia dell’altro lo attirarono più vicino e lo strinsero talmente tanto che temette di smettere di respirare.

Stiles era senza parole, riusciva solo a stringere Derek. Non si preoccupò nemmeno di trattenere le lacrime, perché era tra le braccia del suo ragazzo, erano lì insieme, finalmente, e nonostante ci fossero voluti due anni e non fosse nemmeno lontanamente come l’aveva programmato, tutto era perfetto.

Furono costretti a separarsi dopo qualche minuto, perché la gente iniziava a sussurrare ed indicarli, ma nessuno dei due andò lontano. Le mani di Derek si mossero per accarezzare il viso di Stiles, rimanendo poi ferme sulle sue guance. Nei suoi occhi, e Stiles era sicuro che nei propri fosse lo stesso, c’era uno sguardo di completa adorazione e ciò che poteva essere descritto solo come amore.

Derek aprì la bocca un paio di volte, evidentemente sopraffatto dalle emozioni tanto da non riuscire a parlare, perciò Stiles avvicinò il viso al suo e posò un bacio sulle labbra dell’altro. Era un contatto semplice, casto e dolce, come solo un primo bacio poteva essere, ma bastò per risvegliare Derek. Le sue braccia si spostarono nuovamente attorno ai fianchi di Stiles, e il bacio fu immediatamente ricambiato.

Dopo quella che sembrò essere un’eternità, la coppia si allontanò, con due sorrisi enormi ed identici sui volti. Le uniche parole che uscirono dalle labbra di entrambi furono dei “Ti amo” appena sussurrati, che provocarono sia a Stiles che a Derek una nuova ondata di lacrime. Era la prima volta che se lo dicevano.

In un qualche momento della serata, i due riuscirono a farsi strada fino a due sedie. Rimasero lì fino a quando non fu di nuovo sera, semplicemente immersi l’uno negli occhi dell’altro e l’uno nelle braccia dell’altro. Nessuno dei due disse molto, ma Stiles sapeva che non ce n’era nessun bisogno.

Quest’anno, finalmente, il Natale sarebbe stato perfetto. 



__________
Ciao a tutti! Ho scritto questa OS ispirandomi a questo post, che ho trovato tremendamente adorabile. Mi ha fatto pensare subito a Stiles e Derek e così ho scritto questa cosina!
Spero vi sia piaciuta e Buon Natale a tutti! <3
-Mich
   
 
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