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Autore: Miss Mistery    25/12/2015    1 recensioni
Loro ricordavano. La guerra era finita ma loro ricordavano ancora.
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E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: NOI RICORDIAMO.
Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tal quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra.
(Ray Bradbury)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Immagina non ci siano nazioni
Non è difficile da fare
Niente per cui uccidere e morire
E nessuna religione
Immagina tutta la gente
Che vive in pace
(John Lennon, Imagine)

 Pace.
 E' cosi che viene chiamato il dopo guerra. Quel momento , quel lasso di tempo che viene subito dopo tutti i combattimenti. Pace. Ma è davvero così? 
La pace non dovrebbe essere uno stato d'animo sereno e tranquillo?Non dovrebbe essere quel periodo pieno di amore , sorrisi e felicità? Non dovrebbe essere gioia e voglia di vivere?Ma non era affatto così,non c'era pace ad Hogwards, non c'era pace al Ministero della Magia, non c'era pace nel mondo. 
Si, è vero, la guerra era finita, il signore oscuro era morto, morto come uomo, come un uomo qualsiasi perché lo era, ma non c'era pace.
Negli animi di tutti le battaglie erano ancora accese, la paura era ancora viva e l'angoscia ancora palpabile. In alcuni molto più degli altri, sopratutto in coloro che l'hanno vissuto in prima persona e in coloro che hanno perso tutto a causa di essa.
 La guerra era andata ma la sua ombra incombeva ancora potente sopra tutto il mondo magico. Le strade erano silenziose, i locali ancora vuoti e qua e là si sentiva qualcuno sussurrare e chiedersi se davvero fosse finita, se davvero il bambino sopravvissuto avesse distrutto per sempre il signore oscuro. 
C'era ancora timore, c'era ancora diffidenza, c'era ancora paura. Quel mondo, quel mondo pieno di così tante meraviglie , pieno di quella magnifica forza chiamata magia,era ben lontano dalla pace. 
Hogwards sopratutto. 
La scuola di magia e stregoneria inglese , che era stata la protagonista di quell'epica battaglia, trasmetteva ancora desolazione e distruzione. Nonostante fosse stata ricostruita poco dopo la vittoria grazie alla magia la sua sofferenza e il suo trascorso era visibile sui visi degli studenti. 
Certo, erano finalmente più sereni, ridevano e scherzavano come prima, ma solo quando erano in gruppo. Se capitava a qualcuno di loro di rimanere solo, anche solo per un istante, ricordava. Ricordava i frastuoni, le luci e le urla. Ricordava gli occhi morenti dei compagni di scuola e le risa dei Mangiamorte. Ricordava le magie proibite, ricordava il fumo nero, l'odore di bruciato, odore di morte. Ricordava il dolore e la sofferenza. Ricordava la guerra.

C'era la ragazza dai capelli nero pece e dalla pelle color cioccolata che appena entrava in camera sua ,nella torre di Grifondoro, fissava con gli occhi vuoti il letto vicino al suo e ricordava. Ricordava la sua amica, le sue risate , i suoi pettegolezzi, i suoi capelli biondi che svolazzavano a causa delle risa.Si sdraiava ai piedi del letto e chiudeva gli occhi, gli chiudeva e ricordava i giorni in cui tutto era semplice e lei c'era ancora. Ricordava e piangeva.

C'era il ragazzino rinchiuso nella sua camera, nel suo dolore, nella sua sofferenza , perché ricordava. Ricordava la morte di suo fratello e stringeva la macchina fotografica da lui tanto amata con le lacrime agli occhi.Ricordava i sorrisi, i litigi, le lagne, le botte, gli abbracci, gli aiuti, i consigli, le stupidaggini. Ricordava e soffriva.

C'era il gemello, quello alto, bello, che scherzava sempre e rideva di tutto, quello che si sentiva il più forte del mondo perché aveva lui vicino. C'era quel gemello accovacciato per terra nella cucina di un piccolo appartamento di Diagon Alley che piangeva guardando nello specchio il suo riflesso perché ricordava. Ricordava l'ultimo sorriso che il fratello aveva fatto prima di morire.Ricordava le complicità , i sorrisi, gli scherzi, i litigi, i piani , i discorsi, la vita. Ricordava e moriva dentro.

C'era  la donna, la donna vecchia , di una certa età ormai ,che cercava di trattenere le lacrime sorridendo a un neonato, un neonato dai buffi capelli azzurri e quelli occhi intelligenti e furbi presi da suo padre.Lei ricordava i due , ricordava e cercava di soffrire in silenzio perché teneva in mano il frutto del loro amore. Ricordava e sorrideva piangendo.

C'era un padre; un padre trasandato, sciupato, debole e malato che da mesi stava sdraiato sul letto nella camera di suo figlio cercando di assaporare ancora una volta il sapore del sangue del suo sangue perché ricordava. Ricordava di quanto era bello e forte suo figlio, di quanto poteva essere splendente il suo futuro, di quanto potevano essere belli i suoi figli , di quanta gioia poteva ancora provare se non fosse morto, se non fosse stato ucciso.

C'era un ragazzo, un ragazzo bello, così bello e un tempo così fiero. Adesso era lì in camera sua, al buio, consumato da dolore e dalle tenebre, quelle tenebre che avevano fatto di lui il cattivo, quelle tenebre che lo avevano reso cattivo,e anche lui ricordava. Ricordava le voci delle persone che ha visto morire, ricordava gli occhi spenti e inanimati di coloro che aveva visto uccidere, ricordava la gelida voce del mostro che lo aveva reso così malvagio e ricordava l'ultimo sguardo lanciato dal suo amico prima che quello fosse inghiottito dalle fiamme. 
Copiose lacrime gli scorrevano sulle guance e forti singhiozzi lo scuotevano mentre le mani fredde stringevano con forza quei capelli così incredibilmente biondi, tutto questo perché ricordava. 
Ricordava dei capelli castani che tanto cercava ogni volta che era a scuola, ricordava il comportamento fiero e gli occhi intelligenti , ricordava il disprezzo e l'odio delle parole che tanto gli facevano male ma su cui mostrava indifferenza, ricordava che se avesse scelto una strada diversa forse avrebbe potuto baciare lui quelle labbra, ricordava che se avesse scelto una strada diversa forse non avrebbe quel marchio maledetto che lo bruciava dentro, consumandolo. Perché si, anche se il signore oscuro era morto, il marchio bruciava e bruciava e bruciava. 
Faceva male, un male così tremendo che il cuore batteva all'impazzata, le labbra si seccavano , il sangue usciva dal naso e le lacrime scendevano copiose dagli occhi, senza freno. 
Quelli occhi, che un tempo erano tanto orgogliosi, ora erano solo pieni di rimpianto e dolore perché ricordavano 

No, non vi era alcuna pace dopo la guerra, non vi era perché tutti loro RICORDAVANO.
  
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