Menestrella’s corner:
Caspita, se solo lo avessi immaginato ci avrei provato prima a scrivere una storia su Lily e James! :D
Grazie di cuore a AikoSenoo, Akiko, Aliceundralandi, Beba94, Carolina, Christy94, Clod88, Cullen Isabella, Danino, DarlingAry, Elly 11, Frytty, Grow, Hugh, Huli, Igniflia, Jacopo25, Jaily, Jayne, Jeginnybells, Kairi4ever, Lady Patfoot, Lily D G, Lily Potter, Love Luna, Marco121184, Niky_95, Ninny, Pikkolina88, Pioggia, Princess Liliuzza, PrincessMarauders, Ron84, Riddikulus, Roby the best, Sherry, Sihu,Thaleron, Yumi_chan, Zarkyna, _evans_, _NovemberThree_!!!
Ragazzi, cominciate ad essere proprio tanti!
Un grazie particolare alle nove ragazze che hanno recensito il capitolo precedente!
aliceundralandi: per scoprirlo devi solo avere un po' di pazienza... ;)
hermy101: grazie per aver recensito un bel po' delle mie storie!!! Sei veramente carina! Spero contiuerai a seguirmi!
Frytty: amica, è vero, Lily sta cedendo... ma vedrai che i tempi dello 'scongelamento' saranno ancora luuuunghi...
Ninny: eh, che ci possiamo fare se il nostro James ha le coronarie deboli?! ;)
Lilly 94: e tu sei sempre troppo gentile! Un bacio!
Akiko: trooooooppo buona, grazie!
Zarkyna: le tue recensioni mi fanno morire! ^ ^ Purtroppo, in quei brevi istanti trascorsi al buio non è successo niente... ma il punto è che sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa... e Lily, sempre meno padrona di sé, avrebbe fatto mooooolta fatica ad opporsi... Alla prossima!
Princess Marauders: ora, mia cara Princess... La tua parzialità è fin troppo evidente.... ^ ^ Dovrò avvertire James di stare in guardia... ;)
Pikkolina88: ciao bella! Grazie mille! Purtroppo in questo momento sono superpresa con l'università ma appena posso giuro solennemente di leggere la tua storia!
Ok, ora basta! VI lascio al nuovo capitolo!
Non mi soddisfa molto, devo dire, però vabbé, non tutte le ciambelle riescono col buco, no?!
Grazie in anticipo a tutti coloro che leggeranno!
Un bacio
XX M.
Christmas wishes
7
Di pulizie, metafore e regali
Non
lo aveva visto per tutto il giorno.
E le ultime parole che si erano scambiati erano state un asciutto
‘Dormi bene’.
Lei,
ovviamente, non c’era riuscita.
Meglio dire che non ci aveva neppure provato. Si era girata e rigirata
nelle
coperte per tutta la notte, alla ricerca di una spiegazione che,
nonostante i
suoi sforzi, non era riuscita a formulare. E pensare che era sempre
stata un
asso nel razionalizzare.
E
che diamine! Quello
per cui, contro la sua volontà, sospirava era
James-Quanto-Sono-Fico-Potter! Era una cosa talmente inconcepibile che
se
l’avesse pronunciata a voce alta, probabilmente si sarebbe
messa a ridere.
Ci
aveva provato. E non aveva riso. Pessima,
pessima cosa. Il senso
dell’umorismo non le era mai mancato, fino a
quel momento.
Eppure
doveva ammettere che, se aveva
perso quello, di senso, di sicuro ne aveva acquistati altri: il tatto,
in
particolare, che negli ultimi giorni aveva molto sollecitato, si era
dimostrato
pronto a rispondere. Eccome. Lo
poteva ben testimoniare il dolore fortissimo che provava al
fondoschiena da
quando si era alzata dal letto.
Tutta
colpa della scomodissima scopa di
Potter. Però, accidenti se si era divertita!
Un
grazie, in fondo, glielo doveva.
Quindi
era deciso: quando Potter avesse
smetto di fare lo scemo, lo avrebbe ringraziato.
Già...
Forse questo ‘grazie’ era
destinato a non trovare mai una concreta espressione verbale.
La
mattinata se n’era andata fra i
tavoloni alti della biblioteca e le pulizie del baule ove custodiva gli
appunti
delle lezioni. Meglio mettere un po’ d’ordine in
vista della prossima full immersion
in occasione dei M.A.G.O.
Tra
gli appunti aveva trovato un
bigliettino scarabocchiato da una mano rapida e distratta, in cui si
leggeva: Ma come fai a trasfigurare il
cotone?!
Lily
lo riconobbe subito. Era di Potter.
Glielo aveva lanciato nei capelli durante una delle ultime lezioni di
Trasfigurazione, durante le quali la McGrannit aveva cercato di
insegnare ai
Grifondoro a trasformare gli indumenti. Era stata una giornata gloriosa
quella
in cui Lily aveva trasformato il suo fazzoletto in una sciarpa.
Il
pomeriggio era proseguito in modo
altrettanto tranquillo (e noioso), con un unico episodio degno di
essere
riportato: il rovinoso volo per le scale di Tobias Mallory, che aveva
fatto
colare la sua pozione Polisucco dal quarto al terzo piano. Con le
annesse
imprecazioni di Gazza. Amen.
E
poi era venuto il momento di scrivere
alla sua amica Abigail, per raccontarle l’inaspettata
novità.
Fu
con un certo spirito critico che
prese posto in Sala Comune, vicino al fuoco come sempre, ed
incominciò a
buttare giù:
Cara Abigail,
non
sono sola, è rimasto anche Potter. Per farmi
compagnia, dice. Ieri sera ho cavalcato la sua scopa ed è
stato bellissimo.
Forse gli chiederò di insegnarmelo come si deve.
“Sei
sicura di voler scrivere proprio
così?”
James-Dio-Quanto-Mi-Irriti-Potter
era
comparso dal nulla sulla poltroncina di fronte a lei.
“Giuro
che te lo sequestro quel
mantello, Potter!”
La
loro conversazione non aveva assunto
da subito la piega più civile. Niente di nuovo.
“Dicevi?”
riprese Lily, nascondendo
rapidamente la lettera.
Ma
era del tutto inutile, dato che
Potter l’aveva già letta.
“Ti
chiedevo se eri sicura di voler
scrivere proprio così alla tua amica che, a tua differenza,
tende a giungere
facilmente alle conclusioni più compromettenti...”
Lily
lo squadrò con aria interrogativa.
“Ma,
non lo so... Alle mie orecchie
suona tanto come una metafora sessuale...”
“COME
OSI?!” sbraitò Lily, mentre la sua
faccia assumeva un colorito vicino al rosso estintore.
“Oh,
andiamo, Evans!” la canzonò il
ragazzo. “Ieri sera ho cavalcato la
sua
scopa ed è stato bellissimo...”
recitò impietoso, imitando una vocetta
femminile eccitata. “Mi sembra abbastanza esplicito,
no?!”
“Non
è affatto...” iniziò furibonda.
“Affatto? Ma come parli,
Evans?!” la
sbeffeggiò James.
“Non
è assolutamente una
metafora ses...”
“Ma
come?! Ti mancano le parole sul più bello?!”
Rossa
come un peperone, Lily si chiuse in un ermetico silenzio, che neppure
la
minaccia di un Troll in Pozioni
avrebbe potuto interrompere e così presto James, sentendosi
un po’ in colpa,
cercò di rimediare.
“Ti
andrebbe di provarci per davvero?” le domandò.
“A guidare la mia scopa,
intendo!”
Lily
alzò lo sguardo su di lui, ma non rispose.
“Dai,
dopo ieri sera credevo avessi ormai superato la paura del
volo!”
“Infatti
è così,” puntualizzò la
ragazza. “Solo non so se sarò in grado di
sopportare
un’altra folle serata in tua compagnia in cui, chiaramente,
mi stai offrendo di
rischiare di nuovo la vita...”
“Ne
varrà la pena, vedrai...” concluse piano James,
sorridendole incoraggiante.
. . .
“Allora,”
iniziò James allegramente,
facendole strada verso la Torre di Astronomia, “che ti hanno
mandato i tuoi?”
“Libri,
per lo più,” rispose la ragazza
meccanicamente, con la mente ancora occupata a digerire il siparietto
avvenuto
poco prima in Sala Comune.
“Wow,
anche quest’anno gran bottino,
eh?!”
Eccolo,
il solito, stupido Potter. Chi
nasce ottuso, ottuso muore. Punto. C’è poco da
aggiungere.
Non
degnò il suo commento di una
risposta, ovviamente.
“Dove
li metti tutti quei libri, Evans?”
continuò James, senza rendersi conto di quanto stesse
peggiorando la sua
situazione già precaria.
“Non
li metto,”
ribatté Lily, salendo gli ultimi gradini. “Li
leggo,
Potter. Li leggo,”
spiegò, una nota
d’irritazione nella voce che non sfuggì al suo
compagno.
“Hei,
ferma il cavallo! Sto scherzando!”
Lily
gli lanciò una rapida occhiata e fu
costretta a concedergli il beneficio del dubbio. James stava sorridendo
in
maniera tanto sincera da mettere in crisi la sua sicurezza.
Occhei,
forse non era un cretino totale.
Forse...
“Nonostante
tutti i tuoi libri, secondo
me questo non ce l’hai...” osservò in
maniera enigmatica, prima di lanciarle
contro un volumetto piuttosto malridotto che lei afferrò al
volo giusto per un
pelo.
Aprì
con cura la copertina e sgranò gli
occhi di fronte alle parole impresse sul frontespizio: Emma,
1815.
Lily
rimase di sasso, rigirandosi a
lungo tra le mani il libro prima che la sua mente accettasse
l’idea di trovarsi
di fronte ad una prima edizione del romanzo di Jane Austen,
l’autrice che ormai
da tanto tempo venerava.
“La
risposta è sì,” la anticipò
James,
scrutando con bonaria curiosità la sua reazione.
“È autentico,” confermò.
A
quelle parole, Lily quasi svenne.
Lo
guardò colpevole per qualche istante
prima di domandargli: “Sarebbe davvero troppo scortese se ti
domandassi di
rimandare la nostra gita a domani? Sai, mi piacerebbe guardarlo
meglio...”
confessò, senza riuscire a staccare gli occhi da
quell’oggetto meraviglioso.
“Che
cosa?!” sbottò James. “Preferisci
un qualunque Mr Knightley di carta ad un James Potter in carne ed
ossa?!”
Mr
Knightley...
Per tutti i Gargoyle del quinto piano! Potter sapeva di cosa
stava parlando! Questa, se possibile, era la cosa più
incredibile di tutte...
“E
comunque,” aggiunse il ragazzo,
“avrai tutto il tempo del mondo per divertirti col tuo
giocattolo, domani...
Stasera stai con me...”
“Che
vuoi dire?”
“È
tuo, Evans! Lo puoi leggere quando ti
pare; di giorno, di notte, a mensa, nella Foresta proibita... Ma non stasera!”
Il
cervello di Lily si era congelato
dopo le prime tre parole.
“È...
mio?” ripeté incredula. “Mio nel
senso che lo posso... tenere?! Mio nel senso di... mio?!”
“Certo,
Evans,” precisò James, scettico
di fronte ai suoi dubbi. “Tuo nel senso di tuo.”
James-Faccio-Le-Cose-Più-Impensate-Ed-Impreviste-Potter
le aveva regalato una costosissima e praticamente introvabile prima
edizione di
Emma.
Lily,
invece, non aveva neppure pensato
di fargli un pensierino di Natale. Chi era il vero cafone?!
. . .