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Autore: reggina    26/12/2015    5 recensioni
La fortuna sembra arridere a Philip: è un calciatore professionista, ha una ragazza splendida che sta per diventare sua moglie e ha mille progetti per il futuro. Non ha messo in conto che il destino può stravolgere, all'improvviso, ogni equilibrio.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si era sentito come i prigionieri della caverna platonica quando aveva varcato i cancelli del piccolo stadio di Otaru, con Jenny al suo fianco: l'impatto con le tribune coreografiche era stato immediato.

Dopo un po' tutto gli si era mescolato nella testa ed aveva capito: il calcio aveva significato troppo per lui e continuava a significare tutto.

I compagni lo avevano voluto con loro, in panchina, per preservarlo e per integrarlo e Philip era rimasto un momento frastornato da tutta quella calorosa empatia.

"Vincete anche per me!"

Li aveva spronati battendo il cinque, uno dopo l'altro, agli undici che sarebbero partiti titolari.


Sebbene si trattasse di una semplice amichevole, il Giappone divertiva con il suo calcio champagne, vivace e frizzante, con giocate che entusiasmavano i tifosi rumorosi.

Julian aveva eseguito un affondo e si era involato, palla al piede, verso l'area avversaria con sicurezza. Nel vederlo esultare con disinvoltura, attorniato dall'intera squadra, e ringraziare gli ultras che inneggiavano il suo nome anche Philip si era alzato ad applaudire. Aveva ricordato le parole, una confidenza, che gli aveva sviscerato la sera prima a Sapporo.

"Nei tre anni di inattività, quando venivo a vedervi giocare allo stadio, mi tornava quella pazzia. Insomma...quando dentro senti il boato dello stadio, tutti i ragazzi che ti chiamano per far esplodere la tua rabbia, allora ci pensi a ritornare. Fai di tutto per ritornare!"

Il secondo centro era stato messo a segno da Becker e il match si era concluso con un poker in scioltezza per i nipponici e sulle gradinate i tifosi si erano alzati, uno dopo l'altro, in un'onda coordinata e festosa.

Erano certi che gli asiatici avrebbero ben figurato ai prossimi mondiali.


Philip si era tenuto in disparte mentre, negli spogliatoi, Kirk Pearson teneva il consueto discorso post-gara alla squadra.

"Siete stati tutti degni di lode oggi ma due su tutti hanno spiccato: è a loro che va la palla della vittoria oggi!"

Tutti avevano concordato mentre Bruce aveva alleggerito con una delle sue osservazioni ironiche: se i migliori in campo erano due allora bisognava tagliare la sfera a metà.

Ross aveva ceduto il pallone a Backer e, con un gesto d'assenso, aveva convenuto perché Tom ne facesse quello che, entrambi, reputavano più giusto.

"Il mister ha ragione: siamo stati tutti bravi oggi ma c'è qualcun altro che deve prendere questa palla. Qualcuno che, con la sua forza e il suo coraggio, ci è stato di esempio in questi mesi difficili: il nostro vice capitano!"

Le lacrime ballavano negli occhi di Philip mentre avvicinava al petto il cuoio insozzato e si risentiva parte integrante del gruppo.


Jenny era rimasta seduta sulla gradinata a lungo, finché lo stadio si era quasi spopolato e le luci si erano spente. Aveva fatto passare il tempo, si era fatta rassicurare da Tom ed Holly che erano andati a parlarle prima di raggiungere il pullman, aveva fissato quel puntino lontano sulla panchina.

Al momento giusto aveva raggiunto il campo. Philip era rimasto in quella posizione di stallo: il pallone sotto il piede, le mani sulla plastica del seggiolino rosso. La ragazza gli si era seduta affianco e aveva lasciato che fosse lui ad iniziare, lentamente.

"Sai qual è la cosa più bella del calcio? Quando in una finale stai sul 2 a 1 a tre minuti dalla fine. Ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce, stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione. Senza nient'altro in testa. E poi il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono e nei minuti che seguono tu sei al centro del mondo. E sei stato decisivo..."

Jenny gli aveva passato una mano lungo il braccio: capiva cosa Philip stesse dicendo.

"Non rinunciare a questa bellezza!"

Lo sguardo dell'aquila del nord era dardeggiante, fiero, deciso.

"Voglio riprendermi il centro: il centro del campo, il centro del gioco. Voglio essere di nuovo il centro!"

   
 
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