Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: LeMuseInquietanti    26/12/2015    0 recensioni
Pensieri e attimi dei personaggi che mi hanno più colpito di A Song of Ice and Fire. Oggi inizio con Arya Stark, serva del Dio dei Mille Volti.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Eddard Stark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Avessi un albero del cuore dove andare a pregare. Un parco degli Dei dagli occhi rosso sangue in cui sentire ancora l'aria di casa. Ho solo il volto allungato e gli occhi grigi di qualcuno che non sono più ma che in qualche modo ancora mi appartiene. Qui nella casa del Bianco e del Nero non c'è spazio per i ricordi. Devi creartene di nuovi ogni giorno. E oggi ricordo un albero di limoni e una porta rossa in una città oltre il mare stretto. L'altro giorno sentivo il sapore del sangue misto a un vino caldo del profondo sud est. Forse domani potrò incontrare ricordi di neve e di foglie rosse e solo per un attimo sentirmi di nuovo a casa. Non ho mai pregato come faceva la Lady mia madre dinanzi alle sette statue degli dei moderni. Non ho mai capito perché una ragazza passi dall'essere fanciulla a madre a vecchia senza poter diventare un guerriero o un fabbro. Perché importa solamente sorridere e credere alle favole quando si può combattere e diventare il personaggio principale di una ballata? Cos'è un grembo se non una maledizione scritta nel sangue? Io il sangue l'ho visto colare fuori da molti corpi feriti. Ho visto l'ultimo bagliore di luce abbandonare gli occhi dei miei avversari. Ho sentito in gola la paura e il coraggio scivolare come linfa fino a nutrire ogni mio ramo. In quei momenti non ho ben capito cosa fosse togliere la vita a qualcuno. Mi pareva un prezzo onesto per mantenermi viva. A volte nei miei sogni di lupo provavo qualcosa di molto simile alla soddisfazione mentre miravo al collo e il sangue sgorgava in zampilli ritmici dalla mia preda. Mi svegliavo sapendo di avere ricevuto un altro giorno in cui imparare a essere Nessuno. Un tempo ero qualcuno. Mi chiamavano Arya sempre trai piedi o faccia da cavallo. Avevo dei fratelli e una sorella e un fratello bastardo come lo definiva la lady mia madre che però era il mio preferito. Mi aveva donato una spada piccola e magra come me. Ora è nascosta a Braavos ma io non sono più la ragazza che non seppe buttarla. Ora non credo più alle divinità moderne dei sette regni. Gli dei di mio padre sono troppo lontani perché le radici dei loro alberi rossi possano strattonarmi. Mio padre amava il parco degli dei ma gli dei dovevano non amarlo di rimando o non avrebbero permesso che gli venisse staccata la testa. Non li amo. Non posso perdonare loro quel crimine. Ho deciso comunque io stessa di servire un dio. Forse non avevo alternative. Ha mille volti che aumentano ogni volta che qualcuno accetta il suo dono. Il dono consiste nel togliere la vita a chi è pronto a abbandonarla. Non uccidiamo per fare violenza. Non uccidiamo per tornaconto. Non facciamo spargimenti di sangue. Siamo molto precisi. L'obiettivo è dar loro ciò che è giusto senza che se ne rendano conto. Da quando ho perso la vista e ho perso il mio volto e sono Nessuno, il sapore del sangue non mi fa più sentire tranquilla. Non riesco a pregare e non riesco a provare odio. I nomi dell'odio appartenevano a quella bambina dagli occhi grigi che non voleva essere una Lady. Adesso posso essere una sposa bambina o una vecchia baldracca. In ogni caso gli uomini che devono morire moriranno. Sarò io a ucciderli. Quando torno alla mia stanza e tolgo la tunica bianca e nera e riposo fissando la luna specchiarsi sulla laguna Braavosiana però mi sembra di voler ancora per un attimo tornare in quel parco degli dei di grande inverno. Tra quei rami dove i miei genitori si sono promessi. O salutare le sette statue a cui si prostrava mia madre solo per vedere i loro occhi vacui scintillare alla luce delle candele. Se potessi fissare negli occhi rossi dell'albero diga so per certo che vedrei il dio dai mille volti e ancora più in profondità incontrerei le facce di Robb, Bran, Rickon, Lady, Catelyn e Eddard fissarmi come spettri dagli occhi neri e bisbigliarmi che tutti gli uomini devono morire e devo farmene una ragione. Se fissassi oltre gli occhi rossi di resina e oltre i mille volti, nel profondo della notte buia vedrei un uomo con il cappuccio, lo Sconosciuto. Se alzassi il cappuccio vincendo la paura so per certo cosa incontrerei: due occhi grigi e un volto allungato, ossuto, i capelli di Lyanna e gli occhi di Eddard. Arya Stark di Grande Inverno mi guarderebbe urlando al guscio che un tempo la conteneva "Chi sei?". Chi sono? "Nessuno". A volte ancora mi chiedo se questa sarà mai la verità.
  
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