Ivan era gentile con lui…ma in modo ossessivo, in un modo
quasi crudele, che Toris non riusciva a capire.
Una volta , ricordava, Ivan aveva
tinto un’intera distesa del sangue di una guerra. Con sguardo folle aveva
detto, piangendo, che adesso sulla neve erano nati dei meravigliosi fiori
cremisi.
A Ivan erano sempre piaciuti molto,
i fiori.
Una volta, quand’erano bambini, Ivan faceva molta paura a
Toris. Aveva sempre quella strana espressione indecifrabile,
un momento calma e il momento dopo luccicante di sadismo.
Era giunto a tremare davanti a lui, e non poche volte era
scappato, piangendo, rifugiandosi lontano dallo sguardo di quell’entità che
pronunciava parole così dure nei suoi confronti. Toris aveva molta, molta paura
di Ivan, per di più Toris era sempre stato un bambino
gentile e docile, fin troppo adatto ad essere ferito.
Poi…
Un giorno Toris si era rannicchiato, aggrovigliato in una
massa bianca di coperte, cercando di difendersi dal freddo pungente
dell’inverno. Era uscito di casa, imprudentemente, e ora se
ne stava su quella panchina gelata con le coperte portate dietro a
difesa dalle intemperie.
Aspettava, su quella panchina, dopo aver saputo che Ivan era
partito…per dove? Perché non tornava?
Non l’aveva neppure salutato.
Toris non sapeva cosa l’avevo spinto ad aspettare Ivan con
paura ed impazienza.
Quando Ivan tornò gli dissero che
Toris era malato, non era niente di grave, ma aveva l’influenza ed era fermo a
letto con la febbre alta.
Ivan cercò Toris nella sua casa, il ragazzino dormiva con il
visino arrossato dalla febbre, come gli avevano detto. Ivan gli si avvicinò,
cauto, guardando quel visetto da bambino che riposava.
Gli avevano detto di averlo visto aspettare al freddo, da
solo, su una panchina, guardando nella direzione in cui lui era sparito.
Per questo, dicevano, si era ammalato.
Ivan prese una piccola ampolla di vetro dal comodino dove
poco prima vi era stata dell’acqua, ormai ridotta a poche gocce congelate, e vi
depose qualcosa.
Quando Toris si svegliò la febbre
era passata, guardandosi intorno vide qualcosa di nuovo sul comodino.
Era la sua ampolla, da cui aveva bevuto, e dentro c’era un
fiore.
Un fiore rosso sangue.
Accanto a lui, sul letto, Ivan dormiva. Ivan era tornato.
E Toris era…felice.