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Autore: lycanthrope s heart    27/12/2015    0 recensioni
Ester è diventata adolescente e vuole cambiare vita, partendo col scappare di casa e trasferirsi in Inghilterra, dove una persona sbagliata,al momento sbagliato e nel posto sbagliato, stravolgerà tutto. Daniel, un licantropo, sarà il suo primo grande sbaglio.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Le persone ti manipolano
a loro piacimento, e per loro peggiori quando
non rispecchi più le loro aspettative.”

In tanti mi conoscevano come White, alcuni mi conoscevano come C, per quei pochi che mi conobbero come amica o familiare, io ero Ester, mentre per Lei, io ero Ohana. Da piccole guardavamo Stitch, era una fissa. “Ohana significa famiglia, e famiglia significa che nessuno può essere abbandonato, o dimenticato.” così recitava il film, e questo noi dicevamo ogni volta che dovevamo fare un bigliettino di scuse tra di noi. Il fatto che ci importasse solo l’una dell’altra forse ci aveva trasformato in ragazze quasi completamente asociali. Non ci importava di nessun’altro, e nonostante fossimo così legate, eravamo due opposti, insieme ci completavamo, io ero il bianco, Cleo il nero, io ero fuoco e lei era acqua, io ero buio e lei era luce.
Erano le quattro del mattino, quando mi arrivò un messaggio, accesi il telefono, e per qualche secondo la luce mi abbagliò, ma poi riuscii a guardare chi era il mittente del messaggio: Cleo. Aprii la chat, e appena vide che ero online iniziò a mandarmi dieci messaggi al secondo, dove mi supplicava di risponderle velocemente. Il messaggio iniziale recitava “Io sono pronta, qui tutti dormono. Andiamo?” Ci misi qualche secondo per capire il significato di quel messaggio, erano circa due anni che io e Cleo progettavamo una fuga a Londra, ce ne saremmo andate da Milano, ce ne saremmo andate da chiunque qui. Compagni di classe, famigliari, insegnanti “amici”, tutti. Non sopportavo più nessuno, e Cleo non mi avrebbe mai abbandonata, e nonostante io non l’avessi mai obbligata a venire, lei accettò subito di viaggiare con me, nonostante non fosse nemmeno nella mia stessa situazione sentimentale e adolescenziale. Ormai avevamo entrambe diciotto anni, e nessuno aveva il diritto di obbligarci a tornare, e noi non lo avremmo fatto.
Allungai lo sguardo verso la camera buia, e notai una valigia grigia, e dei vestiti sopra essa. Camminai silenziosamente verso la valigia e mi infilai i vestiti i vestiti neri e tirai su il cappuccio. Il problema più grande era Donald, il cane che teneva in casa mia madre, la bestiola abbaiava ogni volta che mi alzavo dal letto. Cercai di non farmi sentire, ma uscire di casa sarebbe stato impossibile, dato che la porta avrebbe fatto rumore. Abitando al primo piano di un appartamento comunque ero facilitata, quindi presi delle magliette e le legai insieme facendo una piccola corda che pensai di unire da un lato alla maniglia dell’armadio con l’anta aperta, e dall’altro a me. Presi la valigia, lentamente mi calai per la finestra. Una volta arrivata a terra, mi tolsi la corda fatta di magliette e la lasciai penzolare, quello sarebbe stato l’ultimo segno che gli Altri avrebbero avuto di Ester.

Corsi verso casa di Cleo, e una volta arrivata vidi lei che mi accolse con un: – Muoviti che siamo in ritardo! –

Andammo verso l’aeroporto più vicino usufruendo di treno e taxi, e senza voltarci indietro partimmo per Londra, dove ci aspettava il nulla.
Erano due giorni che ci trovavamo a Londra ed eravamo riuscite a trovare un appartamento dove potevamo stare. Derivavamo entrambe da due famiglie molto benestanti, quindi trovare uno stanziamento era la cosa meno impegnativa, il difficile ora stava nel mantenerlo. Trovandoci in Inghilterra, eravamo obbligate a cambiare telefono, quindi non ci arrivavano messaggi o chiamate per delle spiegazioni da nessuno, e andava bene così. Ormai eravamo adulte, quindi avremmo fatto della nostra vita ciò che volevamo, probabilmente, compiendo errori madornali. 
   
 
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