Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |      
Autore: LeMuseInquietanti    27/12/2015    1 recensioni
Lui era un cane da compagnia e lei un maledetto animale raro di quelli che venivano da Lys e da Myr e che venivano mostrati ai pranzi di corte e poi abbattuti e offerti come portata principale. Il regno dipendeva dalla docilità con cui lei si sarebbe sacrificata. Nemmeno suo padre poteva far qualcosa per lei, ormai.
Sandor/Sansa
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joffrey Baratheon, Petyr Baelish, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sandor


Le luci verdi riempivano i cieli di Approdo del Re. Erano bagliori famelici, lingue sanguinanti, una tempesta stregata squarciava la notte come fosse il ventre di un nemico in un duello per singolar tenzone. Non aveva visto un disastro del genere dai tempi in cui il Re Folle aveva messo a ferro e fuoco il palazzo in cerca dell'ennesimo cospiratore,  immaginario, pronto a spodestarlo. L'altofuoco non era una pozione maneggiabile da chiunque. Ci volevano anni di preparazione per realizzarlo e per ottenere la corretta formula. L'altofuoco era sangue di drago liquido, così amava ripetere Re Aerys mentre il malcapitato di turno bruciava dentro, fuori, nell'animo, e si contorceva invocando gli dei antichi e moderni e quelli sconosciuti che popolano le spiagge oltre il Mar Stretto mentre il fuoco consumava rapace la sua vita. Non c'era morte nei Sette Regni che fosse altrettanto terribile. Si poteva morire con veleni più potenti o sotto il ferro di Valyria in un duello o venir sgozzati mentre si stavano succhiando i capezzoli scuri di una baldracca nei bordelli del Fondo delle Pulci, qualsiasi morte era più onorevole dello svuotare le viscere mentre il fuoco ti rosolava lento come un uccelletto allo spiedo. 
"Maledizione" penso' "L'Uccelletto!".
Aveva timore, non poteva negarlo. La faccia al sol pensiero di una battaglia così sleale pareva animarsi di vita propria, la carne sfrigolava. Sandor si sfiorò la guancia con il guanto pallido solo per controllare di avere ancora la cicatrice e di non esser diventato del tutto un teschio. Sentiva il cuore tamburellargli impazzito. Roba da guitti e da fanciulle, avrebbe riso suo fratello. Poi per punirlo stavolta gli avrebbe bruciato le palle. Gregor rispondeva alla viltà con la brutalità. Un giorno gli avrebbe spaccato la testa, era la sola cosa che Sandor sapeva avrebbe dovuto fare prima di morire. Era stato anche il pensiero che lo aveva accompagnato nei mesi di convalescenza, quando da bambino aveva visto la Fanciulla in persona bisbigliarli che sarebbe sopravvissuto. La fanciulla era tramutata nel Guerriero, e il dio gli aveva giurato che si sarebbero vendicati. Sandor non credeva agli dei, non era certo un dio ad aver messo sul trono Joffrey Baratheon quel ragazzino corrotto né ad aver impedito che al bambino che era stato gli fosse tolto il diritto di esser un uomo completo. Un dio non gli avrebbe permesso  di sopravvivere senza meta' faccia. Perdendo metà del viso aveva smarrito metà dell'essere umano che sarebbe diventato ed aveva assunto il ruolo del Mastino, che non si rivolta mai al padrone e che darebbe la vita per lui.
Per più di venti anni era stato questo il suo credo. Servire, non domandare, farsi strada passando gli ostacoli a fil di ferro. Per anni aveva ostentato quella cicatrice con onore, era la parte più vera di lui, non era di certo graziosa ma nessuna puttana aveva avuto il coraggio di ritrarsi al suo tocco. Dava a tutti l'impressione che un uomo toccato dalla sventura potesse diffondere il morbo a chiunque gli avrebbe  fatto un torto.
Per anni la sua vita da malfattore era stata giustificata con una cappa bianca di purezza e lealtà. La regina Cersei e Re Robert lo avevano messo a disposizione di Joffrey. Erano bastati trenta minuti per capire di che pasta era fatto. Insieme avevano punito più persone di quante ne avesse mai bruciate il Re Folle, o così gli era sembrato. Il Mastino rideva in modo sguaiato quando gli si domandava di commettere l'ennesima bravata, recitava la parte del guitto proprio come faceva il senza palle quando informava la Regina sui pettegolezzi di corte. Non aveva più l'età in cui gioire della morte, ne aveva uccisi troppi per provare ancora qualcosa, ma ad ogni punizione gli occhi di Joffrey  scintillavano verdi e pericolosi, come fiammelle troppo vive. Aveva visto lo stesso verde brillare quando avevano raggiunto la dimora del protettore del Nord, quello stitico altezzoso di uno Stark. Ned per gli amici, ma nessuno pareva averlo in gran simpatia, sempre con qualcosa di doloroso nelle chiappe che gli impediva di sedere comodamente, sempre impettito e quasi appoggiato al limite della sedia, con lo sguardo grave di chi è pronto a giustiziare te e la tua famiglia. Eppure Robert lo chiamava Ned e le risate erompevano da quella bocca grassa e barbuta e Sandor aveva visto che perfino Stark aveva accennato un sorriso doloroso una volta o due. Forse la gente del Nord era congelata e non cacava da anni, aveva pensato lui. Il principe Joffrey aveva riso a una simile idea. Era passato un attimo prima che i loro discorsi venissero interrotti dal passaggio di quella che sembrava la reincarnazione della Fanciulla.
La prima volta che Joffrey vide la sua futura promessa sposa fu anche la prima volta che il Mastino la vide. Era rossa e pallida, aveva il portamento di una signora pur essendo ancora una bambina, gli occhi erano chiari e sinceri, sotto la pelle bianca si intravedeva un reticolo di vene bluastre. Non aveva segreti da nascondere. Sorrideva e le guance diventavano rosse e gli occhi si riempivano di bagliori, scintillava come se avesse una armatura. Sarebbe diventata una donna meravigliosa, si trovò a pensare l'intera corte di Approdo del Re. La regina Cersei la guardava già mangiandola con gli occhi. Non amava vedere creature anche solo paragonabili per aspetto e portamento al suo, ma nessuno parlò. 
"Che ve ne pare, Mastino? Lei potrebbe diventare la tua futura sovrana. Mio padre vuole che io la sposi"
"Mi sembra abbastanza silenziosa e gradevole perché scaldi il vostro letto, ma io consiglierei a vostra grazia di tenere da parte un po' di fuoco per tutti gli altri letti delle dame di Approdo del Re. Queste signore del Nord sembrano avere il ghiaccio nelle vene".
Rivolse uno sguardo indagatore alla bambina dal muso lungo che seguiva la giovane Stark e alla loro madre, forse ancora più austera del marito.
"Dovrei farti bruciare l'altra metà della faccia per aver detto una cosa simile. Ma dei un cane sincero. Anche io penso che una moglie non vada sciupata. Esistono tante donne nei Sette Regni e tutte vorranno il Re nel loro talamo una volta tanto"
Poi senza aggiungere altro sorrise alla giovane Sansa Stark che come da programma arrossi' immediatamente e chinò la testa mostrando la fulgida chioma e le clavicole appena pronunciate. Non aveva ancora un petto da valutare, era poco più di una bambina. Sandor si chiese perché mai stesse guardando una mocciosa come fosse ad un'asta di schiavi. Poi si domando' come avesse fatto lei a non vedere la sua deformità.

CONTINUA.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: LeMuseInquietanti