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Autore: elisabieb    27/12/2015    3 recensioni
Post 3x07 - Tratto dalla one shot:
Non poteva stare con lei.
Solo che adesso sentiva come se il suo cuore si stesse frantumando in tanti piccoli pezzi, sentendosi il colpevole di tutto quello che stava succedendo intorno a lui.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oliver.
Adesso riusciva a  dare un senso a tutto.
A quel telefono che squillava a vuoto.
A quella cena fuori.
A quella sua improvvisa felicità e a quella gelosia dentro di lui che cresceva sempre di più, nonostante fosse stato proprio lui ad allontanarla. Era inutile dare la colpa a lei, era inutile continuare a ripetersi che anche lei aveva fatto la sua scelta.
Lei aveva soltanto accettato a testa bassa quello che lui le aveva detto quel giorno. Aveva soltanto voltato pagina, aveva soltanto cercato di andare avanti.  Non poteva fargliene una colpa… non era lei che doveva sentirsi colpevole.
Dopotutto era stato proprio lui a dire a Dig “I just  want her to be happy”.
Lui quella felicità non poteva dargliela,  lo sapeva molto bene.
Non poteva essere Arrow e Oliver Queen.
E come avrebbe potuto? Sarebbero stati sempre in pericolo, avrebbe vissuto con la paura di non esser abbastanza per lei, con la paura di non riuscire a proteggerla, con la paura che potesse accaderle qualcosa e che lui non potesse fare nulla per impedirlo.
Non poteva stare con lei.
Solo che adesso sentiva come se il suo cuore si stesse frantumando in tanti piccoli pezzi, sentendosi il colpevole di tutto quello che stava succedendo intorno a lui.
Ed era vero: lui aveva sbagliato completamente tutto.
E tutti quegli sbagli gli si stavano ritorcendo tutti contro, uno alla volta come una pugnalata sul petto.
E se lo meritava.
E c’era soltanto una persona dietro tutto quello, dietro la felicità di lei, dietro i rimorsi e i sensi di colpa di lui.
Una persona che oltre a portarsi via la sua società stava gli stava portando via anche la donna che amava. Ray Palmer.
Uscì velocemente dall’edificio respirando a fondo quell’aria fresca, lasciando che gli pungesse la pelle e lasciando che gli asciugasse gli occhi. Stava davvero così male al punto di mettersi quasi a piangere? Proprio lui?
Si portò le mani davanti agli occhi e fece un altro respiro profondo, cercando di tornare alla tranquillità, cosa che mal gli riusciva se solo pensava a quello che aveva visto.
Alzò lo sguardo e rimase per qualche secondo a fissare quel grande grattacielo, completamente impotente e incapace di prendere qualsiasi decisione. Che cosa doveva fare adesso? L’aveva persa definitivamente, adesso ne era davvero sicuro.
Scosse la testa, raggiunse la moto a passi veloci e in pochi secondi stava già sfrecciando tra le strade della città. L’alta velocità quasi lo aiutò a sfogare quello che sentiva dentro, anche se nemmeno lui sapeva cosa stava provando in quel momento.
Rabbia.
Rammarico.
Tristezza.
Doveva ammettere che quello che aveva visto lo aveva destabilizzato completamente, ricordandogli ancora una volta che lui era solo. Solo e soltanto solo.
Solo come aveva sempre voluto stare.
Solo come aveva ripetuto più volte quel giorno.
Solo e nient’altro.
Before it’s too late” .
La voce di Dig gli rimbombava nelle orecchie così forte da fargli quasi male.
Strinse gli occhi e aumentò ancora di più la velocità, quasi gli servisse per scacciare quei fastidiosi pensieri.
Era già troppo tardi. Ed era solo per colpa sua.
 
Felicity.
Richiuse la porta di casa per poi appoggiarsi ad essa e lasciarsi cadere a terra. Si  portò le mani sopra la testa, cercando di sciogliere velocemente quell’acconciatura che non riusciva più a sopportare.
Le forcine caddero a terra silenziosamente, seguite dalle sue mani che si impuntarono sul parquet mentre lo sguardo era fisso nel vuoto, la bocca socchiusa e la mente rivolta solo ad una dannata domanda.
Cosa aveva di sbagliato?
Prima Oliver, adesso Ray.. non riusciva a farne una giusta.
Perché non riusciva ad essere felice? Perché tutti si allontanavano da lei?
Strinse le mani a pugno e le sbatté con forza contro il pavimento, riuscendo anche a farsi male.
“Stupida, stupida” esclamò sbattendo di nuovo i palmi delle mani a terra “Stupida”
Non poteva ridursi così per gli altri, doveva smettere di rimanere male per tutto quello che le succedeva intorno.
E soprattutto doveva smettere di pensare a Oliver.
Oliver che era diventato una costante fissa nei suoi pensieri, Oliver che l’aveva fatta innamorare piano piano, Oliver con cui doveva collaborare a stretto contatto ogni giorno… lui aveva fatto la sua scelta. Lui aveva messo la parola fine prima ancora di iniziare, lui l’aveva allontanata, lui non voleva impegni, lui non voleva stare con qualcuno a cui tenesse davvero.
Glielo aveva detto più di una volta e lei doveva imparare ad accettarlo.
 Si passò la mano sopra gli occhi, cercando di asciugarsi le lacrime e si alzò, riuscendo a mantenere a stento l’equilibrio su quelle gambe che stavano iniziando a tremare. Si diresse verso il bagno togliendosi le scarpe, lasciando che cadessero una alla volta lungo il corridoio, si passò di nuovo una mano sopra gli occhi e poi fissò il suo riflesso nello specchio.
Gli occhi chiari ancora umidi, contornati dall’alone nero del mascara che si era sciolto insieme alle sue lacrime, le ciocche di capelli appiccicate sul viso e quell’espressione confusa sul volto..  sembravano cose che non le appartenevano.
Non poteva ridursi così, si ripeté mentalmente.
Non poteva e non doveva.
Aprì velocemente il rubinetto e si bagnò il viso con l’acqua fresca, sperando che riuscisse a cancellare, almeno dal suo volto, tutto quello che le passava per la testa.
But this thing with you and Palmer, it’s messing with his head, Felicity, and that’s really dangerous
Si passò l’asciugamano sul viso e strinse gli occhi, cercando di scacciare la voce di John dalla sua testa.
Perché non glielo diceva chiaramente lui? Perché non andava da lei a chiederle scusa? Perché non tornava da lei semplicemente e basta? Era stufa di quei giochetti e di quelle false speranze.  Era stufa di tutto.
Prese un elastico per capelli e si avviò verso il salotto, adesso era troppo stanca pure per farsi una doccia. Si fece una coda alta, cercando di raccogliere i capelli meglio che poteva e recuperò la borsetta che aveva lasciato sul pavimento.
La svuotò sul tavolo e recuperò il cellulare, prima di avviarsi verso la camera da letto.
Sbloccò lo schermo e rimase interdetta di fronte a quella quantità di chiamate perse.
Come aveva fatto a non sentire il cellulare squillare? Proprio lei che lo aveva sempre con sé?
Si bloccò all’istante non appena si rese conto che tutte quelle chiamate avevano un solo e unico mittente.
Oliver.
Sentì il respiro quasi bloccarsi in gola e corse subito sul letto per potersi sedere.
Rimase a fissare il display fermo su quel nome e quella foto per diversi minuti, completamente destabilizzata.
Tutto quello che era successo in quella giornata l’aveva sconvolta e adesso non sapeva nemmeno cosa fare.
Fu tentata quasi di richiamarlo, ma ogni pensiero scivolò via non appena aprì la cartella dei messaggi.
Ce n’era uno suo. Era stato inviato poco dopo tutte quelle chiamate.
We need to talk
La stessa frase di poco tempo prima, la stessa frase che aveva messo fine a tutto.
E allora ebbe chiaro tutto: era del tutto inutile.
“Vai al diavolo Oliver Queen” esclamò lasciando cadere l’oggetto sul letto per rannicchiarsi poi sotto le coperte, facendo morire anche l’ultima speranza che aveva di potersi chiarire con lui. 



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Ciao a tutti!
E' la prima volta che scrivo in questo fandom e ho deciso di riprendere una delle mie puntate preferite di Arrow in assoluto.
Ho cercato di immedesimarmi il più possibile in ciascuno dei due, cercando di restare nel carattere di entrambi e cercando di far quadrare il tutto con quanto successo dopo.
Spero di esserci riuscita e spero vi sia piaciuta! E grazie infinite per averla letta :)
Un bacio.


Eli.
  
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