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Autore: Marti5    27/12/2015    1 recensioni
[Fate is inexorable RPG]
Esperimento che mi dicono è riuscito, ma che lascio giudicare a voi altri, dopo eoni di nulla assoluto su questo profilo(?)
Ammetto che è una delle storie che più amo, e che mi ha singolarmente toccata.
...Poi che io lui lo muova male nel gioco, questo è molto probabile, MA WHO CARES (?)
//Seriamente, spero vi piaccia. Tanti cuori e tanti bacini a tutti
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I passi delle due figure silenziose risuonavano nell'aria immobile del castello, rimbalzando sulle pareti e spandendosi liberamente lungo i corridoi.
Isotta doveva ancora abituarsi alla sua nuova dimora, i colori spenti delle mura e l'aria severa dei salotti ancora estranei ai suoi giovanissimi occhi, che titubanti saettavano da una parte all'altra mentre si portava avanti lungo il passaggio al fianco di suo marito.
Chiamare il principe Tristano a quel modo le risultava strano, quasi spaventoso considerando la conoscenza flebile che univa entrambi. Eppure, da poche settimane, quello era l'epiteto con il quale avrebbe dovuto chiamarlo, seppure lui fosse tanto gentile da permetterle di sviare quella regola con cui l'etichetta l'incatenava. In effetti, lui non le chiedeva mai nulla che potesse arrecarle fastidio o disagio, e di questo Isotta non poteva che essere grata.
Persino in quel momento in cui la mano delicata di lei s'ancorava all'avambraccio di lui non v'era costrizione: un gesto naturale aveva spinto la ragazza ad affiancarsi all'uomo, per la prima volta in effetti da quando le loro vite s'erano scontrate così bruscamente, ed ora nemmeno a lei pareva così strano camminare al suo fianco, tanto vicina da percepire maggiormente la differenza d'altezza che li separava.
"Non tenetemi sulle spine, vi prego! Voglio sapere!"
Tristano sorrise, vagamente divertito, lanciando un'occhiata verso quel viso illuminato dalla curiosità. Nemmeno lui, dal canto suo, era minimamente intenzionato a concludere quel contatto, il cui calore inaspettato gli procurava una sensazione nuova, mai provata prima d'allora. Con cortesia scastrò la mano di lei da quella posizione,ma solamente per trattenerla nelle proprie ancora un po', rivolgendosi a lei una volta raggiunta la piccola porta in legno in fondo al corridoio.
"L'attesa è conclusa. Ma vi prego di chiudere gli occhi" Asserì, piegandosi appena in avanti, come per rendere quella conversazione ancor più intima, nella sua semplicità. "E' pur sempre una sorpresa."
Le guance di Isotta si colorarono appena, prima che la dama si decidesse a serrare le palpebre. Udì il cigolare della porta, e il condurre di Tristano all'interno di quella stanza sconosciuta.
Un lieve odore di fiori, inconfondibile per lei, le pizzicò le narici, tanto che dovette trattenersi dallo spalancare gli occhi prima del tempo. Al segnale di lui, Isotta si liberò dell'oscurità per lasciare che il proprio sguardo vagasse su una piccola serra, la luce del sole rifratta contro le pareti in vetro e l'altissimo soffitto.
Un roseto gigantesco si stendeva ai suoi piedi, i boccioli in fiore di ogni sfumatura possibile. La giovane portò una mano al petto, sospirando ammirata, e chinandosi sul cespuglio più vicino.
Le rose bianche tipiche di Kernov spiccavano col loro pallore sulle foglie scure, così come il rosso di quelle a lei tanto care e il giallo di quelle più esotiche. Con delicatezza ne trasse una, inspirandone il profumo e ammirandone la perfezione.
"E' di vostro gradimento?"
La voce di Tristano, ferma e sicura così come le appariva la sua figura, la costrinse a farla voltare verso di lui, regalandogli un sorriso colmo di gratitudine e stupore. Lui s'avvicinò solo d'un passo, come intimorito dall'idea di poter disturbare quel momento che per lei poteva significare tanto.
"Ho pensato che vi mancasse casa, ed ho voluto far costruire questa serra così come l'avete anche in Irlanda. Mi è giunta voce che le rose siano i vostri fiori preferiti." Disse, attenendo qualsiasi cosa da parte sua, fuorché il silenzio.
Per tutta risposta Isotta spezzò il gambo sottile di quella rosa su cui aveva appena posato gli occhi, quasi brillante rispetto alle altre sorelle, e tornò ad ergersi affondando il naso tra i suoi petali.
Si volse verso Tristano e non trovò imbarazzo nell'accostarsi a lui, incastrando il bocciolo nella piccola tasca della sua casacca, all'altezza del cuore.
"Non avreste potuto farmi regalo più gradito" Mormorò emozionata, mentre sollevando lo sguardo incontrava quello di ghiaccio del proprio sposo.
Forse la fortuna aveva posato le sue labbra sul proprio capo, pensò mentre intrecciava le proprie dita a quelle di Tristano, e non provava più timore nello stargli accanto come moglie e compagna.
   
 
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