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Autore: Dolcemaia    18/08/2003    0 recensioni
Un segreto del passato nasconde il legame sottile, che unisce inesorabilmente i destini di due persone, ma di chi si tratta?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’anello mancante di Dolcemaia

Sorelle

Capitolo 6

Cris era nella sua stanza immersa negli, ormai, soliti pensieri.

Dopo che era scappata dalla presidenza, Squall l’aveva informata che presto sarebbero partiti per Deling City, nel tentativo di capirci di più, ma era stata piuttosto scortese, accogliendolo con una freddezza che non meritava.

Era stato l’unico a starle vicino fino in fondo, a non abbandonarla mai, dall’inizio di questa sua avventura, persino Selphie trascinata dall’evolversi degli eventi si era un po’ fatta da parte.

Forse Cris, la giudicava così, semplicemente perché non le aveva dato ragione, perché le aveva detto di smetterla di piangersi addosso e muoversi da quella stanza, uscire, andare a respirare aria nuova e soprattutto arrivare a fondo della questione, ma non ne aveva voluto saperne.

Non sapeva che fare, si sentiva togliere il respiro tra quelle quattro mura, ma uscire poteva significare rivederlo, magari con lei, probabilmente anche in atteggiamenti equivoci. Continuava a vagare in quella stanza improvvisamente minuscola alla ricerca di non sapeva cosa, fino a che non si decise ad uscire. In fondo non avrebbe potuto nascondersi per sempre e se lo avesse visto, si sarebbe limitata a cambiare strada, niente di più.

Si sentiva così piccola e indifesa a camminare da sola, in quegli enormi corridoi, ora, tutto le sembrava diverso, come nuovo, ma non ne aveva una buona impressione, temeva che presto qualcos’altro di spiacevole sarebbe accaduto e non avrebbe potuto far altro che abbassare nuovamente il capo alle bizze del destino.

Senza nemmeno rendersene conto era arrivata in giardino e come temeva lui era lì, seduto su una panchina, con un’espressione non proprio raggiante, anzi non lo era per niente. Stava parlando con qualcuno, che evidentemente non gli aveva portato buone nuove.

Dal posto in cui Cris si trovava, non si riusciva a distinguere chi fosse l’interlocutore di Seifer, poiché un grosso cespuglio, impediva la visuale, ma appena avanzò di due passi, con stupore si accorse, che l’altra persona era Squall e avvicinandosi ancora, riuscì ad udire distintamente il suo nome… Stavano parlando di lei…

Presa dalla rabbia gli andò incontro, e non appena giunse lì davanti a loro, non fu più proferita parola.

"Allora che succede? Vi hanno tagliato la lingua? Cos’è vi disturba che senta cosa avete da dire sul mio conto?"

Seifer poggiò la schiena alla panchina. Era stranamente tranquillo, aveva la sua solita espressione da schiaffi, sembrava quasi si divertisse ad assistere a quella scena.

"Guarda che non stavamo parlando di te!" Provò a dirle il suo, ormai migliore amico, nel tentativo di tranquillizzarla. Aveva negli occhi una rabbia repressa, che un pò lo spaventava.

"Squall, pensavo mi ritenessi una persona intelligente!"

"D’accordo stavamo parlando di te… Credevo fosse giusto informarlo…" Si giustificò, ma era consapevole che non sarebbe servito a molto.

"Credevi male, anzi malissimo!! Vorrei sapere chi ti ha dato il diritto di spifferare tutto a chi ti pare!! Mi hai davvero deluso!"

"Cris smettila, non fare la bambina!! Tanto per iniziare io non sono tutti e poi sono stato io a chiedere informazioni a Squall!" Era il caso di parlare, in fondo non era giusto che il poverino si sorbisse tutte quelle paranoie, quando non era stata una sua iniziativa raccontare tutto.

In realtà, Seifer voleva sapere solo, se tra loro era successo qualcosa, ma poi Squall gli aveva raccontato tutto circa la voce e la famiglia di Cris, quanto ci fosse stata male e cosa avevano in mente di fare per risolvere la situazione. In realtà, lui più ascoltava, più si sentiva in colpa, per aver fatto pensieri maligni sul viaggio a Winhill, per non averle mentito sui suoi sentimenti, e soprattutto per non esserle stato vicino. Ormai era tardi, al suo posto c’era qualcun altro che l’aveva consolata, che aveva asciugato le sue lacrime, che le aveva offerto affetto incondizionato.

"Una bambina… ecco che sono per voi… sono solo una bambina!!Sapete che vi dico? Che preferisco restare una bambina, piuttosto che diventare come voi!!"

"Cris, Seifer non intendeva dire questo!"

"Lasciamo perdere, non ho più voglia di discutere! Sono stanca di combattere contro tutti voi, di dovermi difendere persino da quelli che ritenevo amici, vorrei potermi chiudere in una stanza e restare lì per sempre, ma non posso nemmeno più decidere della mia vita, quindi fate quello che credete più giusto!" E così dicendo si girò e andò via, camminando lentamente.

"Ora capisci, perché ti ho raccontato tutto?"

"Squall è ora che si rialzi da sola, non possiamo esserci sempre noi dietro di lei!! Deve imparare a cavarsela da sola!" Seifer era stato più duro, di quanto ci si aspettasse. Era chiaro che il suo intento non era farle del male, ma forse on aveva tutti i torti, non poteva avere sempre qualcuno che le offrisse una mano o anche solo un appoggio morale, non era una ragazza come le altre, non aveva una vita normale e doveva imparare ad accettarne le conseguenze.

"Non la penso come te, per esperienza personale, ti dico che un giorno non potrebbe esserci più e tu passeresti le notti in bianco, maledicendoti per non averle detto quanto la ami, quando ne avevi la possibilità!" Squall pensava alla sua esperienza con Rinoa, e sebbene credeva che Seifer sarebbe stata l'ultima persona a cui avrebbe dato un consiglio, in quella occasione gli era venuto spontaneo dirgli ciò che pensava.

"Punti di vista!"

"Comunque domani mattina andremo a Deling City, se ti va, vieni con noi!"

Il ragazzo si limitò a fare quell'invito molto pacato e informale, proprio perché sapeva che solo così, il suo interlocutore avrebbe preso in considerazione l'idea di accompagnarli.

Seifer, infatti, non rispose. Non sapeva cosa fosse meglio fare, se andare e stare al fianco di Cris in questo tentativo di scoprire la verità o restare al Garden per non provocare l'ira funesta di Fujin. Non si trattava di una scelta facile, tanto che proprio all'ultimo momento raggiunse i due, e partì con loro.

Cris ne fu piuttosto stupita, se stava partendo con loro, significava che il matrimonio era saltato o forse solo rimandato.... Fatto stava che qualcosa di strano c'era, ma per il momento le bastava che lui fosse lì, il resto era superfluo. Aveva deciso di seguire i consigli di Selphie e darsi una mossa, avrebbe combattuto per le cose che desiderava e Seifer era una di queste.

Non appena arrivarono a Deling, la ragazza insisté affinché si recassero direttamente al municipio per cominciare le ricerche, ma, una volta lì, non ebbero buone notizie, in quanto i dati che riguardavano il suo anno di nascita, non erano ancora stati messi su file, quindi era necessario consultare un enorme e polveroso archivio, in cui avrebbero potuto perdersi.

"Oddio, non finiremo mai!" Esclamò Cris, quando entrarono nella stanza piena di scartoffie, in cui l'impiegato del comune li aveva gentilmente introdotti.

Non che le dispiacesse l'idea di passare un bel pò di tempo, con le uniche due persone che in quel momento contavano di più per lei. Certo, sarebbe stato meglio se il luogo fosse stato più consono, ma magari tra una carta e l'altra avrebbe potuto scoprire di più circa le nozze e magari tra lei e Seifer sarebbe riscattata la scintilla, che a sua parere non si era mai spenta.

"In effetti credo che ci metteremo più del previsto..." Si lasciò scappare Squall, piuttosto demoralizzato. Odiava essere ad un passo dall'obbiettivo e scoprire che l'ultima tappa era più lunga e noiosa del previsto. Non era proprio il suo forte avere a che fare con fogli, fogliettini e incartamenti vari, aveva sempre preferito una vita più attiva, che lo aiutasse a meditare di meno.

"Continuando a lamentarci non concluderemo nulla, quindi armiamoci di pazienza e cominciamo!" Il ragazzo biondo, senza farsi apparentemente abbattere dalla mole di lavoro, si rimboccò le maniche e si sistemò vicino ad uno scatolone, cominciando a rovistare. Si era dimostrato meno ostile e antipatico del solito, anzi questa sua voglia di contribuire spiazzò ancora una volta nella stessa giornata i suoi due compagni d'avventura.

"Sentire parlare Seifer di pazienza è ancora più sconvolgente del pensiero di rovistare in tutte queste cartacce!" Si fece scappare Squall.

Cominciarono immediatamente a darsi da fare, considerando che gli scaffali erano davvero tanti e loro tre, ci avrebbero potuto mettere dei mesi prima di riuscire a trovare qualche risposta, supponendo che stessero cercando nella giusta direzione. Non si scambiarono che poche parole, ognuno era immerso nei propri pensieri, che in un modo o nell'altro gli rendeva meno gravoso quel compito. Ben presto arrivò sera, e non avendo ancora trovato nulla di utile che li spingesse a continuare, decisero, di rimandare all'indomani le ricerche, sistemarsi in un albergo e finalmente mangiare un boccone, affamati com'erano.

Una doccia bollente era proprio quello di cui Cris aveva bisogno, era come se il getto dell'acqua le stesse lavando via anche tutti i pensieri negativi. La presenza di Seifer l'aveva molto confusa e nonostante stesse facendo un grande sforzo per mostrarsi indifferente, dentro si sentiva in totale agitazione. Saperlo lì, a due passi, intento a sfogliare pagine su pagine per lei, per aiutarla, voleva dire pur qualcosa, altrimenti se ne sarebbe rimasto tranquillo al Garden con Fujin. E poi perché il matrimonio era saltato? Moriva dalla voglia di saperlo, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di chiederlo, per fortuna che lì con loro, c'era Squall.

Le evitava di restare sola con lui e soprattutto le ricordava che il motivo per cui si trovavano a Deling era un altro...

All'ora di cena, la ragazza scese nella sala da pranzo, e ad un tavolo, piuttosto in disparte, con una bella vista su tutta la città, vide un pensieroso Seifer, seduto da solo! Non poteva tornare indietro, lui l'aveva già vista, non restava che vincere l'imbarazzo e aspettare il provvidenziale arrivo di Squall che, però, pensò bene di non farsi vivo. Non appena, infatti, Cris si sedette, un cameriere si accostò ai due e li informò gentilmente che < il comandante Leonheart, li pregava di scusarlo, ma non sarebbe sceso per la cena, poiché troppo stanco >

**< Squall questa me la paghi >**

I due ordinarono da mangiare, poi finsero di ascoltare il musicista che muoveva le sue dita sul pianoforte, come se stesse sfiorando della seta.

Il silenzio si protrasse finché non divenne imbarazzante.

"Sei diventata rossa come un pomodoro!" Le disse sorridendo. Forse non era 'approccio ideale, ma era nel suo stile fare questo genere di battutine

"Per quanto mi sento a disagio dovrei essere blu!" Cris stava pensando a Squall e a quanto stesse ridendo alle loro spalle, per la situazione in cui li aveva messi. Non aveva nemmeno lo stimolo giusto per alzare lo sguardo dal piatto, poi però ricordò i suoi buoni propositi, sul combattere per le cose a cui teneva e guardò fisso gli occhi profondi e dolci dell'uomo che le sedeva di fronte.

"Non c'è bisogno di essere a disagio, non sei mica con un estraneo!"

"Dipende.." Tutto il coraggio era andato a farsi benedire, si stava sciogliendo come un ghiacciolo al sole.

"Da cosa? Cos'è che fa di me un estraneo!" Erano riusciti a stabilire un dialogo, senza dover litigare o urlare. Stavano abbattendo una delle barriere, la più esterna, che li stava inesorabilmente dividendo e anche se non era poi un enorme passo in avanti, almeno era sintomo che qualcosa si stava muovendo, qualcosa a cui entrambi non volevano pensare.

"Mi sfuggono molte cose di te!" La frase alquanto maliziosa, incuriosì Seifer, che continuò questo gioco di significati sottointesi, che per loro era quasi quotidianità, prima che le loro vite fossero sconvolte dal succedersi degli eventi.

"Ed io che mi ritenevo un libro aperto! E' possibile sapere cosa ti sfugge?"

"Il motivo per cui sei qui, tanto per iniziare!"

"Avevo voglia di allontanarmi per un pò dal Garden e dare una mano ad un'amica..." Sapeva anche lui, di aver sbagliato parola. Non era esattamente < amica > che aveva in mente, ma non sapeva come definirla e involontariamente quelle lettere si erano combinate, uscendo dalla sua bocca, con un significato che nella mente non avevano.

**< Ah, adesso sono un'amica.... >

Prima che lei potesse aprire ancora bocca, la invitò a ballare.

Si trattava solo di un diversiva per dimenticare la gaffe di qualche secondo prima o voleva sul serio ballare con lei.

Cris sentì di nuovo il profumo della prima volta in cui avevano ballato insieme. Tutte le emozioni che l'avevano sconvolta tempo prima, adesso la stavano turbando nuovamente come se non fosse passato nemmeno un secondo, come se non fosse mai cambiato niente. Avvertì la sua stretta appena più forte e irritata ancora per averla definita solo < amica >, gli disse:

"Tratti le tue amiche così?"

Lui si limitò a stringerla ancora più forte, sorridendo, la musica di sottofondo era appena percepibile, la ragazza si sentiva come in un mondo parallelo. Finalmente dopo tanto tempo, si sentiva al sicuro, fra quelle braccia forti, in cui avrebbe passato tutta la sua vita, se solo gliel'avessero permesso. Le sembrava di volare, ballando con lui. Sentire il suo rassicurante respiro sulle spalle era ciò per cui, aveva passato intere notti in bianco, le era mancato incredibilmente, più la stringeva più le pesava la lontananza. Quando sentì che lui aveva affondato il suo viso nei suoi capelli non ebbe più dubbi.. loro non era finita e non sarebbe mai finita.

In quel momento la ragazza ebbe la consapevolezza che qualsiasi cosa fosse accaduta, l'uno sarebbe sempre appartenuto all'altra.. per sempre.

La musica finì ed entrambi tornarono al tavolo per terminare la cena. Entrambi avrebbero voluto che quel ballo durasse in eterno, che quel leggero dondolio dei loro corpi, in perfetta sincronia, gli impedisse di tornare alla realtà, ma i sogni non sempre si avverano.

"Perché il destino gioca così con noi?"

"Non lo so, non credo nel destino! Sarebbe troppo avvilente la prospettiva di una vita già decisa da qualcuno, preferisco vivere momento per momento e credo che debba farlo anche tu!"

Dopo poco, terminarono di cenare e si diressero entrambi nella propria stanza, scambiandosi solo un timido < buonanotte >.

Di concreto, oltre un ballo, non c'era stato altro, ma Cris sentiva una nuova energia scorrere nelle sue vene, sentiva di aver trovato la carica giusta per poter affrontare tutto con determinazione e coraggio.

Certo, non avrebbe dimenticato di fare la ramanzina a Squall per averli messi in quella situazione, ma sapeva che lo aveva fatto solo per il loro bene e comunque era innegabile che era stato proprio un favore.

Il giorno successivo, cominciarono presto le ricerche, più il tempo passava, più mucchi di documenti venivano definitivamente archiviati, con una crescente ansia di giungere alla verita.

"Cavolo!!"

"Seifer hai detto qualcosa?" Gli chiese Cris da dietro uno scatolone. Era poco distante da lui e non aveva percepito che il suono indistinto della sua voce.

"In effetti, dicevo che avrei volentieri bevuto qualcosa di fresco... ti dispiacerebbe andare al bar di fronte, io devo ancora finire di sfogliare questo plico e so già che se interrompo, poi sarò costretto a ricominciare tutto da capo!"

"Ok, non mi farà male sgranchirmi un pò le gambe! Torno subito, promesso!"

Non appena, la ragazza chiuse la porta, Squall non riuscì a trattenere un'espressione contrariata. Non era molto professionale, bloccare una ricerca così importante, per un desiderio. Avevano dell'acqua con loro, non sarebbero certo morti di sete.

"Squall togliti quell'espressione idiota dalla faccia e vieni a vedere che ho trovato..."

Gli mostrò il foglio che aveva in mano. Il ragazzo divenne paonazzo, non riuscì più ad emettere suono. Doveva esserci scritto qualcosa di davvero importante per sconvolgerlo così tanto. Passò un minuto in cui entrambi non proferirono parola. Si udirono, poco dopo, dei passi sempre più vicini, poi la porta i aprì e comparve una Cris con il fiatone e delle bottiglie colorate in mano.

"Avete visto? Ho fatto prestissimo! Per fortuna che quel cascamorto del barista, mi ha fatto saltare la fila... Ma che sono quelle facce, sembra abbiate visto un fantasma!!"

La ragazza posò le bottiglie da qualche parte, senza nemmeno porre attenzione dove, attirata dal foglio ingiallito e spiegazzato, che Squall reggeva tra le mani. Gli si avvicinò, sicura che si trattasse del famoso certificato di nascita, ma lui tempestivamente, le impedì di prenderlo, nascondendolo nella tasca posteriore dei suoi pantaloni.

"Squall fammi vedere!!"

"Non è quello che pensi! Credo che dovremmo andare a parlare con Caraway, forse lui ne sa qualcosa!"

"Caraway? Il presidente di Deling City? Ma non è il padre di Rinoa?"

Uscì dalla stanza, senza nemmeno preoccuparsi di rispondere alla domanda.

"Squall... ma aspetta!! Seifer che diavolo gli è preso?!"

"Non sai che darei per saperlo!"

E gli corsero dietro.

Cris camminava dietro i due, non sapeva dove stessero andando, nè perché Squall avesse così repentinamente cambiato umore, cosa c'era di così sconvolgente in quel foglio? E se fosse stato davvero il certificato che cercavano? Non poteva esserlo, lui non le aveva mai mentito, perché avrebbe dovuto cominciare in quel momento?

Non riusciva proprio a capire, e poi che c'entrava Caraway? Poteva forse avere qualche collegamento con gli uomini che l'avevano cercata? Mah...

Nel frattempo Seifer stava tentando di mantenere il passo di Squall per cogliere il giusto momento per parlargli, il quale non si fece attendere molto, visto che Cris, immersa nelle sue meditazioni, non riusciva, nè tentava di tenere il passo dei due, distanziandoli di qualche metro, giusto il necessario per non udirli parlare.

"Perché non gliel'hai detto?

"Perché prima vorrei capirci qualcosa!"

"Squall è la sua vita, non la tua!! E comunque cos'hai intenzione di fare, ora?"

Il ragazzo non rispose, erano arrivati davanti la residenza presidenziale. Cris si sentiva un pò spaesata, non era mai stata a Deling e aveva perso un pò l'orientamento, tutte le case le sembravano così simili, da sembrare un labirinto, ma soprattutto era preoccupata per l'atteggiamento inatteso del suo migliore amico. Troppo strano, per essere normale.

Imboccarono il vialetto e una volta entrati nella residenza, con l'aiuto una guardia, che evidentemente conosceva il comandante Leonheart, il ragazzo disse ai due di aspettare nell'ingresso, mentre lui parlava con Caraway e soprattutto affidò, cosa inattesa, Cris a Seifer, dopodiché sparì dietro una porta.

Squall non sapeva se ciò che sospettava, avesse una base di verità, ma era ben determinato ad arrivare al fondo della questione.

Entrò nell'ormai familiare studio del presidente, apparentemente vuoto e si fermò per un attimo vicino la finestra.

Tutta la sua determinazione era svanita, lasciando posto ad un espressione malinconica e sconsolata.

"Finalmente... non sai da quanto vi aspettavo!" Una voce, estremamente dolce proveniva dalle sue spalle, ma ciò non lo colse di sorpresa, impassibile continuò a guardare fuori dalla finestra. Forse era quello il motivo per cui si era diretto con tanta fermezza lì.

"Sapevo che ti avrei trovato qui!"

"Mi sei mancato tanto!"

"...."

"Questo è tutto ciò che hai da dirmi?"

"Cosa vuoi che ti dica? Che non capisco il motivo per cui hai architettato tutto ciò?"

"Hai ragione ad essere arrabbiato con me, ma era necessario!! Cris doveva arrivare alla verità pian piano, non potevo rivelarle tutto, non avrebbe sopportato tutto assieme!!"

"Ma perché tenere all'oscuro di tutto anche me?"

"Perché solo tu potevi aiutarla a superare tutto ciò! Se l'avessi saputo, non ti saresti comportato come hai fatto!"

"Però a tutto il dolore, che mi hai inflitto, non hai pensato?? Ero preoccupato per te, temevo in chissà che luogo fossi finita e invece eri qui... Non ti sei mai spostata di qui... Che stupido, dovevo capirlo subito!! Eri tu che la proteggevi, eri la famosa < voce >...."

"Insomma basta.... Seifer devo entrare!!!!"

SBANGG!!!

La porta fu quasi buttata giù da Cris, mentre il povero Seifer tentava di tenerla buona. Ma sapeva bene che non ci sarebbe riuscito, una ragazza arrabbiata era molto più pericolosa di qualsiasi mostro...

"Rinoa!!! Che ci fai qui? ... Scusa questa è casa tua.... è che... ti credevo altrove!!" Disse Cris entrando. La ragazza le accennò un sorriso.

"Squall dammi immediatamente quel benedetto foglio, prima che ti faccia a fette con il tuo stesso Gunblade e sai che sono capace di farlo!!"

La scena poteva sembrare comica, ma ciò solo perché Cris non sapeva ancora nulla, infatti Squall riuscì a gesti a far capire a Rinoa, che lei non sapeva nulla, mentre questa era intenta a tirare fuori dalla sua tasca posteriore il pezzo di carta della discordia.

"Decisamente uguali!" Esclamò Seifer, accennando un saluto con il capo a Rinoa.

Cris lo guardò perplessa, ma non diede peso alle sue parole, la sua attenzione in quel momento era focalizzata sul foglio che aveva finalmente in mano. Lo aprì e cominciò a leggerlo. Ad un certo punto, si lasciò cadere sul divano alle sue spalle, guardando sbigottita i tre davanti a lei.

"Crystal Heartilly Caraway nata a Deling City, figlia di Vincent Caraway e Julia Heartilly... Mi state prendendo in giro, vero?" Si azzardò a dire sventolando il foglio con un'espressione che andava oltre il semplice stupore.

"No, Cris aspetta..." Le disse Rinoa, sedendosi al suo fianco e prendendole le mani.

"Aspettare cosa?" La stava guardando dritto negli occhi. Era sua sorella...

Quand'era bambina, aveva sognato tante volte di avere una sorella con cui parlare, con cui affrontare tutto, ma quella ragazza per lei era poco più di un'estranea.

Cosa le dava il diritto di dirle cosa fare.... Lei che ne sapeva della sua vita, di quello che aveva passato? Era sempre vissuta fra gli allori, forse senza la presenza di una madre, ma quella di un padre sì e si era pure permessa di tradirlo, per dei motivi giusti o sbagliati che fossero, che non avevano prerogativa in un rapporto genitore- figlia! Lei invece cosa aveva avuto? Una nonna che adorava, ma mai una foto, un ricordo o qualsiasi altra cosa che potesse darle l'idea di un genitore! Era troppo arrabbiata per poter riuscire ad esprimere un pensiero coerente.

"La verità... non voglio altro! Deciderai tu, poi cosa fare!"

Cris non si oppose, ormai che aveva da perdere, forse sarebbe riuscita a capire il motivo per cui le era stato negato l'affetto di una famiglia, la figura di una madre e una vita normale, come tutte le altre bambine.

Julia, sua madre, dopo pochissimi anni dalla nascita di Rinoa rimase nuovamente incinta, purtroppo, però, era molto malata. I medici erano totalmente contrari a questa gravidanza, poiché c'erano molte possibilità che sia lei, che il bambino non sopravvivessero, ma con ostinazione decise di andare avanti. Suo marito, più volte la minacciò, troppo spaventato all'idea di perdere la sua adorata moglie, tanto che Julia decise di partorire altrove. Preoccupata per le sorti della vita che portava in grembo, in caso lei non ce l'avesse fatta, dispose che una sua cameriera, portasse il bambino a Winhill da un certo Laguna e glielo affidasse, consegnandogli una lettera da parte sua, senza far sapere nulla ad anima viva.

Rinoa era ancora molto piccola per ricordare il particolare della gravidanza, infatti si limitarono a giustificarle la scomparsa della madre con una malattia.

Julia non riuscì a sopravvivere, ma ebbe la gioia di vedere, almeno una volta, la sua bambina, che chiamò Crystal. Quando la cameriera giunse a Winhill non vi trovò nessuno, Laguna era ad Estar e Raine era morta, già da qualche tempo, e stupidamente abbandonò Cris davanti la porta della donna, che poi l'adottò... sua nonna.

Caraway impazzì dal dolore per la perdita della sua Julia, fece cercare la bambina in lungo e in largo, apparentemente per soddisfare la sua vendetta personale, ma in realtà, voleva davvero trovarla, perché la riteneva l'ultimo dono del suo amore e soprattutto era pur sempre sua figlia, quindi non avrebbe mai potuto farle del male, ma, nonostante seppe che si trovava, presumibilmente, a Winhill, non ne ebbe mai notizia.

Rinoa non ne seppe mai nulla, fin a quando non ricevette i poteri da Artemisia, la cui scelta non era stata casuale, ma ben ponderata. Julia, infatti, proveniva da un'antica famiglia di streghe buone, di scarso potere, ma pur sempre streghe e quindi entrambe le sue figlie avevano ereditato questo patrimonio magico. Quando Rinoa ebbe il potere di guardare nel passato, nel tentativo di rivedere sua madre scoprì la verità su sua sorella e cercandola, si rese conto con sorpresa che viveva nello stesso Garden che, ormai, era diventato la sua casa.

Si trattava, comunque, di una verità troppo pesante per essere rivelata tutta in una volta, perciò decise di darle modo di conoscerla da sola, con l'aiuto di Squall e il suo nei casi più estremi.

Il resto, Cris l'aveva scoperto da sola.

Rinoa, inoltre, le mostrò un pendente a forma di cuore, uguale a quello che aveva trovato a Winhill e portava al collo. Entrambi si potevano aprire e in ognuno Julia aveva fatto incidere la parola < my love > e aveva messo una sua piccola foto.

Cris non riuscì a trattenere una lacrima che bagnò la mano della sorella. Rinoa non poté non abbracciarla e sebbene timidamente, il suo gesto d'affetto fu ricambiato.

Erano state sempre così lontane eppure in quel momento sentivano che l'una conosceva l'altra come nessun altro. Non sarebbe stato facile recuperare un rapporto fraterno mai avuto, ma sapevano che qualcuno aveva fatto in modo che s'incontrassero e sempre quel qualcuno le avrebbe aiutate a diventare due vere sorelle.

"Quindi l'aura rossa e la voce, eri tu?" Cris le domandò, ancora un pò titubante.

"La voce sì, l'aura rossa no, o meglio, non ero solo io! Erano i miei poter più i tuoi!"

"Oddio, adesso, ho pure dei poteri... Sono davvero confusa!"

"Sarebbe strano se non fosse così! Ma, ora, capisci perché ho voluto che scoprissi almeno una parte di questa storia da sola?"

"A dir la verità, in questo momento, non capisco molto, ma credo che ci sia qualcun altro che abbia bisogno di altre spiegazioni!" Rispose a Rinoa, riferendosi a Squall.

Il ragazzo, non era arrabbiato, forse nemmeno deluso, certo gli aveva fatto molto male, che lei gli avesse mentito, soprattutto, perché non si era fidata di lui, ma non aveva tutti i torti. Se avesse saputo la verità, se lei non fosse andata via, non si sarebbe mai avvicinato a Cris come aveva fatto, forse l'avrebbe aiutata, ma non con lo stesso coinvolgimento.

Alla fine sapeva, già, che si sarebbero chiariti, Rinoa era una delle poche persone a cui non sarebbe mai riuscito a dire di no.

"Sai, non devi avercela con papà, quando ho dato una sbirciatina al passato, ho visto quanto ha offerto, prima per la perdita della mamma, poi per la tua ed infine per la mia! Era come se l'amasse con disperazione e più l'amava, più tentava di andare avanti, più lei gli sfuggiva..."

"Non mi è difficile immaginarlo... so che vuol dire..." E abbassò lo sguardo. Non aveva il coraggio, nè la forza di guardare Seifer in quel momento, ma era evidente che tutti avessero capito a chi si riferisse.

"Te la senti di incontrarlo? Lui sa solo che ti stavo cercando... nulla di più...."

"Non ero pronta a tutto questo, eppure ce l' ho fatta lo stesso, sopporterò anche questo!"

Le due ragazze si alzarono e sparirono dietro una porta lasciando, Seifer e Squall da soli.

Entrambi si stavano domandando di come avessero potuto mai ignorare quella somiglianza così lampante tra le due sorelle. Sebbene fisicamente non fossero identiche, i loro atteggiamenti era perfettamente identici.

Finalmente i pezzi del puzzle erano andati quasi tutti al loro posto, Squall aveva ritrovato Rinoa, Cris era giunta alla verità e ad una vera famiglia, mentre Seifer... Si sentiva strano, era contento che la ragazza, che amava, avesse risolto i problemi che l'affliggevano e soprattutto sapere che, da quel momento in poi, sarebbe stata sotto la tutela di Rinoa gli era di conforto, ma la fine di quell'avventura significava anche tornare al Garden, ai suoi doveri e da Fujin che gli sarebbe stata col fiato sul collo.

Continua...

  
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