Convinta
di far piacere al cugino maggiore, rimane scioccata dalla sua
reazione:”Sfogarsi? Piangere? E perché? Intanto
per tutti voi Luke è il più
freddo, l’insensibile, quello che non piange mai, quello che
è stato così
vigliacco da non accompagnare Bo alla stazione di Atlanta. Tu e zio
Jesse avete
già emesso la sentenza nei miei confronti…Che
altro volete da me? Che ne sapete
di quello che sto provando ora? Lasciami in pace e tornatene da
lui!”
Dopo
aver pronunciato queste parole, Luke si rifugia sotto le lenzuola,
coprendosi
anche il viso e ricomincia a piangere a dirotto e a tremare in maniera
convulsa…
Daisy
è sconvolta: mai in vita sua ha visto il cugino maggiore
reagire così, mai l’ha
visto mostrare i suoi sentimenti…
La
bellissima Duke non è l’unica spettatrice di
questa scena: zio Jesse che stava
arrivando dalla cucina per andare in camera sua, sorprende la sfuriata
del
nipote e si arresta sulla porta della camera: al pari di Daisy
è scioccato….ed
incredibilmente triste: si rende conto di non aver mai capito Luke, di
aver
dato sempre per scontato che lui riuscisse a cavarsi dai guai da solo,
mentre,
come Daisy e Bo, aveva un disperato bisogno di aiuto.
Il
patriarca entra nella camera del nipote: vorrebbe parlargli, ma Daisy
lo
blocca…
“Zio,
è meglio che ci parli io con lui; vedrai, tornerà
ad essere quello di prima”
“Va
bene tesoro, fai pure…..” sono le meste parole di
zio Jesse…
“Luke,
avanti, esci da sotto le coperte e guardami in faccia”
– chiede Daisy.
“VATTENE,
HAI CAPITO??” – risponde Luke che continua a
piangere e a tremare.
Daisy,
con tutte le sue forze, strappa le lenzuola al cugino e se lo stringe
forte;
non è un’impresa facile, perché il
tremore di Luke è veramente impressionante.
Daisy
non si scoraggia e comincia a carezzargli i capelli, a carezzargli la
pelle
freddissima (Luke non ha perso il vizio di andare a letto solo con i
boxer) e
gli parla come una mamma parla ad un bambino che ha bisogno di
tutto:”Luke, ti
sei sempre preso cura di noi tutti, non ti sei mai lamentato; ti spiace
se per
una volta saremo noi a prenderci cura di te? So che tu, più
di me e Bo, hai
sofferto per la perdita dei tuoi genitori dato che, per un motivo o per
l’altro, essendo il maggiore, eri quello più
“trascurato” da zio Jesse e zia
Martha…Adesso voglio rimediare: che ne dici? Sono ancora in
tempo? Vuoi parlarne?”
A
quelle parole e all’abbraccio materno della cugina, Luke
comincia a rilassarsi:
non trema più ed anche le lacrime non scendono
più….
Daisy
sente i muscoli del cugino che si rilassano e per stargli maggiormente
vicino,
si infila sotto le coperte con lui:”Ehi occhioni blu, in
questo momento sono la
ragazza più invidiata di tutta la contea; pensa in quante
vorrebbero essere al
mio posto!” – dice Daisy…
“Vorrebbero
essere al tuo posto, se al mio posto ci fosse Bo…”
– sono le prime parole di
Luke dopo essersi calmato.. Daisy lo osserva e vede che ora il suo viso
è più
sereno…
“Questo
lo dici tu, cugino! Tu e Bo avete sempre avuto lo stesso numero di
ragazze,
solo che tu gestisci la tua vita in maniera più silenziosa
di lui; non per
questo sei meno attraente…”
“Daisy…..rimani
qui con me questa notte….ti prego……se
non ti spiace….” – più che
una richiesta
quella di Luke è una supplica…
“Certo
tesoro! Come ti ho già detto, chissà quante
vorrebbero essere al mio posto!”
Luke
si rannicchia fra le braccia della cugina: Daisy lo sente tranquillo,
rilassato, infatti, dopo neppure mezz’ora….Luke si
addormenta…”
Daisy
continua a stringere a sé il cugino maggiore, felice di
averlo potuto
consolare…
E’
a quel punto che zio Jesse entra in camera di Luke..
“Tesoro,
Luke si è addormentato, puoi tornare nel tuo letto
ora…”
“No
zio, ho promesso a Luke di stargli vicino, perciò voglio che
mi trovi accanto a
sé domattina quando si sveglierà. Buonanotte zio
Jesse”
“Notte
tesoro, sono orgoglioso di te. E….notte anche a te
Luke” – dice Jesse
accarezzando i capelli del nipote che dorme stretto a Daisy…
Il
mattino seguente Luke si sveglia e non capisce al momento chi sia
quella donna
accanto a lui.
“Ciao
dormiglione! Pensavo non ti svegliassi più; hai dormito
bene?”
Luke
quando si rende conto di essersi addormentato fra le braccia della
cugina,
diventa rosso per la vergogna…
“Io….volevo….scusami
Daisy, ti prego! Sono un cretino totale!” – sono le
parole di Luke…
Daisy
gli risponde….con un bacio in bocca. E’ la prima
volta che bacia il cugino
maggiore sulle labbra, non l’ha mai fatto prima; con Bo era
una cosa normale,
ma con Luke è diverso….infatti si pente subito di
quel gesto, soprattutto
perché teme la reazione di Luke…
Luke
ricambia con trasporto il bacio della cugina….
“Daisy,
che ne sarà di Bo? Avrà dormito in questi giorni?
Avrà un posto dove vivere,
dove mangiare? Come farà adesso che non ci sono io
a…”
Daisy
interrompe con un altro bacio le riflessioni del
cugino:”Tesoro, ti sei appena
svegliato, non tormentarti già. Vedrai, Bo è in
gamba e riuscirà sicuramente a
farsi valere!” – dice Daisy poco
convinta….
Luke
abbassa la testa: non crede ad una parola di quello che dice la
cugina…
Nel
frattempo Bo, si sveglia nel suo “sgabuzzino” a
Miami; è intorpidito dopo aver
dormito tutta la notte sdraiato sul materasso steso sul pavimento e si
prepara
al suo primo giorno di lavoro.
Dopo
la stranezza del suo “appartamento”, appena
arrivato alla piscina, si rende
conto che c’è qualcos’altro che non va:
come mai tutti gli ospiti sono vestiti
in maniera molto elegante? Perché mettersi in ghingheri se
poi bisogna
spogliarsi per entrare in piscina? E come mai, oltre ad Alan, il
portinaio,
trova altre persone che hanno l’aria di essere tutto tranne
che bagnini?
Bo
si avvicina al gruppo di persone e Alan lo chiama;”Ehi Bo,
vieni che ti
presento al Sig. Anderson”
“Sig.
Anderson, lui è Bo Duke il nostro
nuovo….ehm…istruttore di nuoto; Bo, lui
è
Fred Anderson, proprietario di questa struttura!”
Bo
si rende conto della pausa fatta da Alan prima di dire
“istruttore di nuoto” ed
il senso di antipatia, oltre che di disagio provato due giorni prima,
si
accresce in maniera incredibile.
“Così
tu saresti qui al posto di quel Perry che non si sa che fine abbia
fatto?” –
sono le prime parole di Anderson…
“Come
sarebbe a dire che non si sa che fine abbia fatto? Alan, ma non mi
avevi detto
che Morrison se n’era andato 3 mesi fa?”
– chiede Bo al portinaio…
“Io….ehm…..sì….effettivamente
ti ho detto una cosa simile” – balbetta
Alan….
“Senti
biondo” – taglia corto Fred
–“avrai capito, se non sei proprio stupido, che la
piscina è solo una copertura! Avrai notato che tutti gli
ospiti qui sono
elegantissimi: ebbene, dietro la facciata del centro sportivo, si
nasconde un
centro scommesse per corse di cavalli oltre ad un night club con
ragazze che
intrattengono i clienti….a pagamento ovviamente. Mi hai
capito?”
Bo
è scioccato: Santo Cielo, ma dov’era capitato? E
perché Morrison non gli aveva
detto che quello non era affatto un centro sportivo? Che fosse complice
pure
lui?
“No,
non poteva essere loro complice se s’è
n’è andato” – pensa fra
sé e sé Bo….
“Non
voglio rimanere in questo postaccio un solo minuto in più:
non ho i soldi per
pagarmi il biglietto di ritorno del treno, ma piuttosto preferisco
mendicare
per raccogliere la somma che mi serve per tornare a casa, che rimanere
qui!”
“Signori”
– dice Bo rivolto ad Alan e al Sig. Morrison,
“è stato un vero piacere, si fa
per dire, ma io non rimango un secondo in più in questo
bordello. Vado a
riprendere la mia roba e vi saluto!”
“No
gioia, tu non te ne puoi andare da qui!” – risponde
Fred con aria arrogante.
“E perché Grazie come al solito alle mie preziose Lu, Lella e Juli!