Film > Le 5 Leggende
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Autore: Recchan8    27/12/2015    0 recensioni
Quando per te il tempo non scorre, come se fosse congelato, sei destinato a vedere andar via le persone che ami.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le parole del parroco, appena coperte dal rumore del vento che attraversa le fronde degli alberi, non arrivano alle mie orecchie. Non ci riesco. Faccio ancora fatica ad accettare la tua morte. Tua figlia è distrutta, le tue amiche stanno continuando a guardarla con compassione.
Tuo marito non c'è? Dov'è l'uomo che amavi così tanto? Dov'è il ragazzo per cui mi hai cacciato dalla tua vita? Io ci sarei sempre stato per te, lo sai. Sarei stato al tuo fianco fino alla fine dei tuoi giorni.
Non riuscirò mai a trovare una persona come te.

 

 

Per un anno non feci altro che pensare al “regalo” di Beitris. Era successo così rapidamente e inaspettatamente che sul momento non me n'ero reso neppure conto.
Quell'anno ci fu un inverno disastroso in tutto il mondo: ero completamente fuori controllo. I miei pensieri andavano ripetutamente a quella ragazzina dai capelli mogano e gli occhi nocciola. Credevo di aver trovato non solo una persona in grado di vedermi, ma una che mi amasse. Era passato talmente tanto tempo che avevo dimenticato come ci si sentisse ad amare ed essere amato.
Tornai in Europa e mi precipitai in Scozia. Come l'anno precedente, mi appostai all'uscita da scuola di Beitris, impaziente di rivederla e di abbracciarla. Dovetti attendere poco: eccola, coi lunghi capelli mossi un poco dal mio vento, la punta del naso arrossata dal freddo e gli occhi... Gli occhi impauriti. Quando i nostri sguardi si incrociarono il viso di Beitris si rabbuiò. Si separò dalle sue compagne e, a passo spedito, si tuffò nelle strade della città.
Non capivo cosa fosse appena successo. Senza esitazione, mi lanciai al suo inseguimento. Mi fu facile trovarla e raggiungerla; io potevo volare, lei no.
-”Bei!”- la chiamai afferrandola per una spalla. -”Beitris, sono io!”-.
Beitris si strinse la cartella al petto e nascose il viso nella solita sciarpa lilla. Si voltò dall'altra parte per non guardarmi.
-”Cosa ti succede?”- le domandai con un fil di voce.
-”Lasciami”- mormorò.
Una semplice parola che aprì una voragine nel mio petto. La mia mano si aprì di scatto permettendo a Beitris di correre lungo la via e di sparire dalla mia vista. Mi ressi al bastone per non crollare a terra; avevo le ginocchia tremanti e una fastidiosa morsa allo stomaco. Probabilmente se fossi stato ancora un essere umano sarei impallidito, ma la mia pelle era perennemente candida.
Evocai il vento del nord e gli ordinai di portarmi sulle montagne delle Highlands. Decisi che quella sera sarei andato a trovare Beitris.

 

 

Era chiaro come la neve dell'Islanda che non fosse contenta di vedermi. Certo, mi aveva aperto la finestra e mi aveva permesso di entrare in camera sua, ma poi Beitris non si era più mossa da sotto le coperte; si era limitata a seguire i miei movimenti con duri occhi vigili.
Decisi di rimanere seduto sul davanzale della finestra, non sentendomela di avvicinarmi ulteriormente a lei
-”Domani devo andare a scuola”- disse. -”Non farmi fare tardi”- aggiunse freddamente.
Strinsi le mani attorno al manico del mio bastone talmente forte che le nocche sbiancarono vistosamente.
-”Cos'è successo?”- le domandai andando dritto al punto.
Beitris distolse lo sguardo dai miei occhi e lo abbassò per terra. C'era così tanta tristezza e dispiacere nel suo volto che per un momento pensai di andare ad abbracciarla, sussurrandole all'orecchio che non c'era niente di cui preoccuparsi. Ma non potevo farlo. Ormai tra noi c'era un muro di ghiaccio infrangibile.
-”Non possiamo più vederci, Jack”- mormorò.
Mi sarei aspettato tutto fuorché quello. La morsa che aveva attanagliato lo stomaco fino a quel momento scomparve, solo per ripresentarsi una manciata di secondi dopo ancora più forte di prima. Il bastone mi scivolò dalle mani; non feci in tempo a riafferrarlo prima che toccasse il pavimento, e un suono sordo si propagò per la camera.
-”Devo portare avanti la mia vita”- continuò. -”Non posso perdere tempo dietro a una persona che non esiste”-.
Ogni sua parola era come una pugnalata nella schiena. Nonostante fossi seduto, barcollai e rotolai giù dal davanzale, finendo sdraiato sul pavimento. Beitris non si scompose minimamente; il suo sguardo era totalmente apatico. Faceva male, un male cane. Mi sentivo tradito.
-”Io... esisto”- mormorai a fatica, gli occhi velati dalle lacrime. -”Io esisto, Bei...”-.
Beitris distolse lo sguardo da me e scosse con convinzione la testa.
-”L'hanno scorso mi hai baciato...”-.
-”Hai frainteso”- rispose prontamente, troncando sul nascere la mia successiva domanda.
Non riuscii più a controllarmi e lasciai che le guance mi si rigassero di gelide lacrime. Piansi in silenzio come non facevo da secoli. Mi chinai a raccogliere il bastone e lo strinsi tra le mani.
-”Non puoi rinnegarmi così”- sussurrai.
Le mani di Beitris si chiusero attorno al lembo della coperta, ma un attimo dopo erano delicatamente posate l'una sopra l'altra.
-”Posso”- disse lapidaria.
-”Bei, ti prego, non cacciarmi!”- la supplicai.
Si voltò di scatto verso di me e i suoi occhi color nocciola mi penetrarono nell'anima.
-”Amo un altro ragazzo, sto crescendo e tu sei un impedimento per la mia maturità. Addio, Jack”-.
Mi aveva rinnegato. Aveva smesso di credere in me. Non aveva più senso stare in quella stanza. Non aveva più senso vivere. Vivere... Che idiozia. Io sono morto. Quella notte morii una seconda volta.
Il vento del nord mi trascinò via a forza e la Luna provò a consolarmi, ma io non la ascoltai: avevo il cuore spezzato e la colpa era solo sua.

 

 

 

   
 
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