Di eccessi, azioni di cui ti pentirai amaramente ma anche no ma anche forse diventiamo davvero scopamici, elefanti rosa che volano e tutto il carrozzone.
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Prescott, Victoria Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo. Che cos'hai fatto,
stupida Victoria? In che bordello ti sei messa con le tue stesse gambe? A proposito di gambe,
una mano scosta il lenzuolo che copre la mia sinistra e comincia ad
accarezzarmela. Brrr. Nate, no. Non
peggiorare la situazione. È
già abbastanza grave il fatto che abbiamo appena finito di
scopare, non metterti a farmi le coccole subito dopo. Con un movimento
nervoso la caccio via, cercando di fargli capire che non è
il caso. Dal suo lato arriva un piccolo guaito, come di un cucciolo di
qualche cane minuscolo a cui hai appena negato il biscottino che tanto
brama. Amen. Continuo a fissare il
soffitto di camera mia, inebetita. Fra l'altro abbiamo
fatto un discreto casino e l'ora non è così tarda
da assicurarci che qualcuno non possa aver sentito. Qualcuno come la
mia nemesi Caulfield, che ho la sfortuna di avere come dirimpettaia. Oh beh, quello
è il meno. Scommetto che tre quarti del nostro corridoio
pensa già che io e Nathan Prescott siamo fuck buddies da
tempo. E comunque la notizia non sconvolgerebbe nessuno. No, il problema
è ben altro. Il vero problema è… che
questa cosa rischia di rovinare il nostro rapporto. Io voglio un bene
dell'anima a 'sto ragazzo, come nella più classica delle
tradizioni dei manga mi sento come se fossi sua sorella. Anche
perché la sua vera sorella è andata a disperdersi
nel Borneo o dove cazzo è finita, lasciandolo in balia di
tutte le sue psicosi e le sue dipendenze. È toccato a me
prendere il suo posto come sostegno. E gente, essere il
sostegno di un elemento come lui è un compito impegnativo e
terribilmente faticoso. Compito che mi potrei
appena essere fottuta con le mie stesse mani. Vorrei far presente
che questo è stato un errore. Un grosso, grasso, madornale
errore. Ma conoscendo Victoria Maribeth Chase è stato un
errore di cui non riuscirò a pentirmi. Troppo testarda,
troppo orgogliosa, troppo incapace di tornare sui miei passi. E
comunque, se proprio devo svuotare il sacco fino in fondo, non ho
neanche reale motivo per farlo: è stato…
piacevole. Capiamoci, prima
volta. Per entrambi. Sì, per quanto lui vada in giro a fare
il galletto vissuto il suo amichetto -e che amichetto, se mi
è concesso di inserire una nota squisitamente femminile ed
eterosessuale- ha conosciuto l'azione pratica stasera per la prima
volta. D'altronde quale sorella non conosce il curriculum sessuale del
suo fratellino disagiato? Comunque questa
commistione di presunzione e godimento mi lascia sola con me stessa, in
mezzo al letto, con lui alla mia sinistra che ancora tenta
qualche timido approccio… a mordermi le mani,
figurativamente e non. Perché già lo so, non
riuscirò a rimangiarmi quanto appena accaduto. Ti ringrazio, Nathan.
Dovevi proprio piombarmi in camera puzzando d'alcool come un'intera
distilleria? Dovevi proprio farti una striscia di coca di fronte ai
miei occhi, e ancora che ho avuto la lucidità di rifiutare?
Dovevi proprio scoppiare a piangermi in faccia? Dovevi proprio
cominciare ad allungare le mani, ben sapendo che se messa nella giusta
condizione non riesco a dire di no? Maledizione a lui e ai
miei ormoni. 'Fanculo. Ora la
sottilissima lastra di ghiaccio su cui lo stavo reggendo rischia
seriamente di spaccarsi sotto di noi, facendoci affondare entrambi
verso una tomba acquatica. Posso solo sperare che non sarà
così, che il supporto non cederà e che potremo proseguire assieme la nostra sbilenca marcia. “Victoria...”
mugugna, a giudicare dalla voce più addormentato che
sveglio. Non ho neanche il coraggio di guardarlo in faccia. Ringhio un
“Che vuoi?” uscito sin troppo aggressivo. “Vuoi…
vuoi farlo di nuovo?”. Oh sì Nate,
certo. Perché limitarsi a una stronzata a serata? Lascia o
raddoppia. E secondo te io dovrei raddoppiare? Per avere il doppio dei
sensi di colpa e delle paturnie? “Dai, non mi
sembrava ti fosse dispiaciuto...”. No che non mi
è dispiaciuto, cretino che non sei altro. L'ho detto,
è stato comunque caldo e passionale. E l'orgasmo da scopata
vera e propria dà assolutamente le piste alla mera
masturbazione. Però
cavolo… no imbecille, no. Ci tieni proprio così
tanto a distruggere tutto ciò che c'è di buono
fra noi? Ed è tanto. Ed è bello. Ed è
fragile come il cristallo di Boemia che mio padre tiene in bella vista
nel suo ufficio. Perlomeno sembra che
la sbronza e la fattanza gli siano passate. Ha la voce dei momenti
fausti, quando so per certo che a parlare è il vero, genuino
e non alterato Prescott junior. Insomma, chiedo
davvero così tanto? Lasciamoci questo sbaglio alle spalle,
facciamo finta di nulla e proseguiamo come sempre. Davanti a me si
disegna una riga nel terreno, la classica riga da non superare per
nessun motivo. Mi ritrovo già con un piede oltre,
dolorosamente consapevole del suo tentativo di spingermi anche con
l'altro a fare il passo definitivo. Oppongo tutta la
resistenza di cui sono capace, che però viene erosa in
maniera certosina dal suo continuo insistere. Ha sempre il tono di chi
ti sta chiedendo un piacere dal quale dipende la sua stessa vita, e
probabilmente per lui è davvero così ora. Il fatto è
che in questo momento io ho l'impellenza opposta. Sento che se
accettassi qualcosa si spezzerebbe con un gran fracasso, e nessun
camion di Super Attack sarebbe capace di rimetterlo a posto. “Avanti
Vicky, non dirmi di no… mi serve...”. “Lasciami in
pace, Nathan”. “Avanti.
Avanti!”. “No cazzo,
no!” scatto in piedi urlando. Questa storia deve finire e deve
finire ora. Ops, non ho badato ad
afferrare un lembo di coperta per nascondere le pudenda. Va beh,
capirai. Ormai quel tabù è sdoganato nel suo
caso. E… porca
troia. I suoi occhi. In questo preciso
istante mi sta divorando con gli occhi. Mi desidera carnalmente, sul
serio. “Sei…
sei bellissima, Victoria...”. Stronzo. Fai leva sul
mio desiderio di sentirmi adulata. Riesci benissimo nel
tuo intento, lo sai? Non posso impedirmi di
arrossire di fronte a una così smaccata dichiarazione.
Ammetto che effettivamente faccio la mia porca figura, considerata la
rigida dieta e le ore in palestra a cui mi sottopongo. Oltre ovviamente
al mio innegabile fascino naturale. “Psssst.
Vicky. Ehi, Vicky, Sei sul tuo letto disfatto, accaldata e ancora
discretamente vogliosa. Davanti a te hai un bell'esemplare maschile che
da qualche minuto sta spingendo in maniera forsennata per averti, in
tutti i sensi. Lasciati andare ragazza, è
un'attività fisica salutare. Non perderti in stupide
elucubrazioni sul dopo, sulle amicizie prese a picconate da una bravata
e tutte quelle menate lì. Dacci dentro”. ...no cervello, sul
serio. Vai a farti fottere. Prima che lo faccia io. Sto per ribadire
l'ennesimo no quando lui si alza rapidissimo e mi chiude la bocca con
un bacio. E qui lo percepisco
limpidamente, tutto il suo disperato bisogno che io faccia quanto mi
chiede. Adesso, proprio
adesso, Nathan Prescott mi ha appena chiesto ufficialmente soccorso. Non… non so
che dire. Cedo. Cedo. In maniera
completamente inconscia gli afferro l'attrezzo con la mano sinistra e
comincio a maneggiarlo come un giocatore di baseball accarezza la sua
mazza prediletta prima di battere. Victoria…
fermati finché sei in tempo… Una puttanata basta e
avanza per oggi. Ci dev'essere qualche
problema nella trasmissione degli stimoli nervosi in me,
però. Perché più mi dico di smetterla
e maggiore è la furia con cui prendo a palparlo un po'
ovunque. Mentre, ovviamente, le rispettive lingue cominciano a danzare
annodandosi fra di loro. Perché se non c'è questa
brutta immagine una scena di sesso non è completa. Lascio che mi trascini
a sé. Andata. Non ho potuto
impedirmi di ricaderci. Un ultimo pensiero
coerente prima di abbandonarmi a mugolii assortiti: vedila
così, se non altro sarà un TFR gradevole per
entrambi.