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Autore: Subutai Khan    28/12/2015    1 recensioni
Di eccessi, azioni di cui ti pentirai amaramente ma anche no ma anche forse diventiamo davvero scopamici, elefanti rosa che volano e tutto il carrozzone.
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Prescott, Victoria Chase
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo cazzo cazzo.
Che cos'hai fatto, stupida Victoria? In che bordello ti sei messa con le tue stesse gambe?
A proposito di gambe, una mano scosta il lenzuolo che copre la mia sinistra e comincia ad accarezzarmela.
Brrr. Nate, no. Non peggiorare la situazione.
È già abbastanza grave il fatto che abbiamo appena finito di scopare, non metterti a farmi le coccole subito dopo.
Con un movimento nervoso la caccio via, cercando di fargli capire che non è il caso. Dal suo lato arriva un piccolo guaito, come di un cucciolo di qualche cane minuscolo a cui hai appena negato il biscottino che tanto brama.
Amen.
Continuo a fissare il soffitto di camera mia, inebetita.
Fra l'altro abbiamo fatto un discreto casino e l'ora non è così tarda da assicurarci che qualcuno non possa aver sentito. Qualcuno come la mia nemesi Caulfield, che ho la sfortuna di avere come dirimpettaia.
Oh beh, quello è il meno. Scommetto che tre quarti del nostro corridoio pensa già che io e Nathan Prescott siamo fuck buddies da tempo. E comunque la notizia non sconvolgerebbe nessuno.
No, il problema è ben altro. Il vero problema è… che questa cosa rischia di rovinare il nostro rapporto.
Io voglio un bene dell'anima a 'sto ragazzo, come nella più classica delle tradizioni dei manga mi sento come se fossi sua sorella. Anche perché la sua vera sorella è andata a disperdersi nel Borneo o dove cazzo è finita, lasciandolo in balia di tutte le sue psicosi e le sue dipendenze. È toccato a me prendere il suo posto come sostegno.
E gente, essere il sostegno di un elemento come lui è un compito impegnativo e terribilmente faticoso.
Compito che mi potrei appena essere fottuta con le mie stesse mani.
Vorrei far presente che questo è stato un errore. Un grosso, grasso, madornale errore. Ma conoscendo Victoria Maribeth Chase è stato un errore di cui non riuscirò a pentirmi. Troppo testarda, troppo orgogliosa, troppo incapace di tornare sui miei passi. E comunque, se proprio devo svuotare il sacco fino in fondo, non ho neanche reale motivo per farlo: è stato… piacevole.
Capiamoci, prima volta. Per entrambi. Sì, per quanto lui vada in giro a fare il galletto vissuto il suo amichetto -e che amichetto, se mi è concesso di inserire una nota squisitamente femminile ed eterosessuale- ha conosciuto l'azione pratica stasera per la prima volta. D'altronde quale sorella non conosce il curriculum sessuale del suo fratellino disagiato?
Comunque questa commistione di presunzione e godimento mi lascia sola con me stessa, in mezzo al letto, con lui alla mia sinistra che ancora tenta qualche timido approccio… a mordermi le mani, figurativamente e non. Perché già lo so, non riuscirò a rimangiarmi quanto appena accaduto.
Ti ringrazio, Nathan. Dovevi proprio piombarmi in camera puzzando d'alcool come un'intera distilleria? Dovevi proprio farti una striscia di coca di fronte ai miei occhi, e ancora che ho avuto la lucidità di rifiutare? Dovevi proprio scoppiare a piangermi in faccia? Dovevi proprio cominciare ad allungare le mani, ben sapendo che se messa nella giusta condizione non riesco a dire di no?
Maledizione a lui e ai miei ormoni.
'Fanculo. Ora la sottilissima lastra di ghiaccio su cui lo stavo reggendo rischia seriamente di spaccarsi sotto di noi, facendoci affondare entrambi verso una tomba acquatica. Posso solo sperare che non sarà così, che il supporto non cederà e che potremo proseguire assieme la nostra sbilenca marcia.
“Victoria...” mugugna, a giudicare dalla voce più addormentato che sveglio. Non ho neanche il coraggio di guardarlo in faccia.
Ringhio un “Che vuoi?” uscito sin troppo aggressivo.
“Vuoi… vuoi farlo di nuovo?”.
Oh sì Nate, certo. Perché limitarsi a una stronzata a serata? Lascia o raddoppia. E secondo te io dovrei raddoppiare? Per avere il doppio dei sensi di colpa e delle paturnie?
“Dai, non mi sembrava ti fosse dispiaciuto...”.
No che non mi è dispiaciuto, cretino che non sei altro. L'ho detto, è stato comunque caldo e passionale. E l'orgasmo da scopata vera e propria dà assolutamente le piste alla mera masturbazione.
Però cavolo… no imbecille, no. Ci tieni proprio così tanto a distruggere tutto ciò che c'è di buono fra noi? Ed è tanto. Ed è bello. Ed è fragile come il cristallo di Boemia che mio padre tiene in bella vista nel suo ufficio.
Perlomeno sembra che la sbronza e la fattanza gli siano passate. Ha la voce dei momenti fausti, quando so per certo che a parlare è il vero, genuino e non alterato Prescott junior.
Insomma, chiedo davvero così tanto? Lasciamoci questo sbaglio alle spalle, facciamo finta di nulla e proseguiamo come sempre.
Davanti a me si disegna una riga nel terreno, la classica riga da non superare per nessun motivo. Mi ritrovo già con un piede oltre, dolorosamente consapevole del suo tentativo di spingermi anche con l'altro a fare il passo definitivo.
Oppongo tutta la resistenza di cui sono capace, che però viene erosa in maniera certosina dal suo continuo insistere. Ha sempre il tono di chi ti sta chiedendo un piacere dal quale dipende la sua stessa vita, e probabilmente per lui è davvero così ora.
Il fatto è che in questo momento io ho l'impellenza opposta. Sento che se accettassi qualcosa si spezzerebbe con un gran fracasso, e nessun camion di Super Attack sarebbe capace di rimetterlo a posto.
“Avanti Vicky, non dirmi di no… mi serve...”.
“Lasciami in pace, Nathan”.
“Avanti. Avanti!”.
“No cazzo, no!” scatto in piedi urlando. Questa storia deve finire e deve finire ora.
Ops, non ho badato ad afferrare un lembo di coperta per nascondere le pudenda. Va beh, capirai. Ormai quel tabù è sdoganato nel suo caso.
E… porca troia.
I suoi occhi.
In questo preciso istante mi sta divorando con gli occhi. Mi desidera carnalmente, sul serio.
“Sei… sei bellissima, Victoria...”.
Stronzo. Fai leva sul mio desiderio di sentirmi adulata.
Riesci benissimo nel tuo intento, lo sai?
Non posso impedirmi di arrossire di fronte a una così smaccata dichiarazione. Ammetto che effettivamente faccio la mia porca figura, considerata la rigida dieta e le ore in palestra a cui mi sottopongo. Oltre ovviamente al mio innegabile fascino naturale.
“Psssst. Vicky. Ehi, Vicky, Sei sul tuo letto disfatto, accaldata e ancora discretamente vogliosa. Davanti a te hai un bell'esemplare maschile che da qualche minuto sta spingendo in maniera forsennata per averti, in tutti i sensi. Lasciati andare ragazza, è un'attività fisica salutare. Non perderti in stupide elucubrazioni sul dopo, sulle amicizie prese a picconate da una bravata e tutte quelle menate lì. Dacci dentro”.
...no cervello, sul serio. Vai a farti fottere. Prima che lo faccia io.
Sto per ribadire l'ennesimo no quando lui si alza rapidissimo e mi chiude la bocca con un bacio.
E qui lo percepisco limpidamente, tutto il suo disperato bisogno che io faccia quanto mi chiede.
Adesso, proprio adesso, Nathan Prescott mi ha appena chiesto ufficialmente soccorso.
Non… non so che dire.
Cedo. Cedo.
In maniera completamente inconscia gli afferro l'attrezzo con la mano sinistra e comincio a maneggiarlo come un giocatore di baseball accarezza la sua mazza prediletta prima di battere.
Victoria… fermati finché sei in tempo…
Una puttanata basta e avanza per oggi.
Ci dev'essere qualche problema nella trasmissione degli stimoli nervosi in me, però. Perché più mi dico di smetterla e maggiore è la furia con cui prendo a palparlo un po' ovunque. Mentre, ovviamente, le rispettive lingue cominciano a danzare annodandosi fra di loro. Perché se non c'è questa brutta immagine una scena di sesso non è completa.
Lascio che mi trascini a sé.
Andata. Non ho potuto impedirmi di ricaderci.
Un ultimo pensiero coerente prima di abbandonarmi a mugolii assortiti: vedila così, se non altro sarà un TFR gradevole per entrambi.
   
 
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