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Autore: Bukurae    28/12/2015    0 recensioni
Una storia difficile da raccontare... più per sfogo che per divertimento.. difficile da spiegare, ma qualcuno dovrà pure provarci, prima o poi...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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15-01


Ha inizio la storia con il primo amore della mia vita. La persona che, con quattro anni più di me, avrebbe dovuto proteggermi e crescermi, o almeno era quello che speravo..
Ricordo le prime uscite, i primissimi mesi.. baci, carezze, abbracci, tutto perfetto e pieno di gioia, pieno di voglia di vivere. Fare l'amore in macchina, a volte in modo dolce, a volte così violento da lasciar segni sulla pelle e nell'anima.. momenti meravigliosi nascosti in qualche parcheggio o in qualche vecchia strada di campagna.
Litigate di poca durata e di poco senso, in genere risolte con un semplice ''scusa, ho sbagliato'' , ''mi dispiace, ti voglio bene''. 
Già. ''ti voglio bene''. Non ci dicevamo 'ti amo' neanche dopo mezzo anno insieme. O meglio, io glielo avrei detto...glielo urlavo ogni volta con il corpo, con gli sguardi, con i gesti.. ma lui sembrava non capire, o respingeva tutto apposta.. lui aveva ancora una persona a cui pensare, una persona che nonostante lo avesse fatto star male, ancora occupava i suoi pensieri..ancora aveva voglia di vederla, di parlarle, e perchè no, anche di abbracciarla, baciarla, toccarla..
Io ero stata avvertita. Mi aveva avvisato che sarebbe stato difficile, ma non credevo così tanto.. ed ogni notte perdevo il sonno, e ogni giorno perdevo la concentrazione, la sera perdevo la fame... perdevo tutto, ma non l'amore che provavo.
Una mattina,  mentre ero in infermeria a scuola, venne da me a vedere come stavo, e quasi per sbaglio scorsi con la coda dell'occhio quel nome tra le sue chat... il cuore accellera..gli occhi si bagnano, il viso arroscisce..
''cucciola che hai?''
Scoppiai in lacrime e gli urlai di quanto mi facesse schifo..pretesi di leggere le chat ma lui evitò il discorso a tutti i costi, e se ne andò. Ricordo che gli chiesi una pausa di una settimana, e lui la sera stessa mi chiamò disperato non sapendo come fare senza di me.. era triste la sua voce, tremanti le sue parole.. io gli credetti credendolo pentito, ma oggi direi che erano solo lacrime di coccodrillo.
Ci rivedemmo e lui mi spiegò le sue ragioni, mi spiegò che aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, di qualcuno che lo conoscesse bene, e che d'ora in poi lo avrebbe fatto con me, lasciando perdere il passato. 
Piano piano tutto migliorò, provavamo un così bel sentimento l'uno verso l'altra, io ero veramente persa .. ma poi lui cominciò a sentire il bisogno di essere socialmente accettato; conobbe gente adulta, amici che non mi piacevano.. e non lo dicevo per gelosia, non mi piacevano davvero..sapevo che avevano la puzza sotto al naso, ma per la sua felicità lasciai perdere, chiedendogli almeno di avvisarmi quando sarebbe uscito.
Da allora quasi ogni sera saltava la nostra chiamata giornaliera, alle 9 e mezza o poco più tardi mi chiamava dicendomi che sarebbe uscito.. a volte invece fino alla mattina seguente non si faceva vivo, spegneva il telefono per poi dirmi ''scusa mi è scaricato'' , ''scusa mi sono dimenticato di avvertirti''. 
Stava precipitando tutto.. tutta la felicità accumulata, i progetti e le idee condivise stavano naufragando.. lui voleva la sua libertà, a me invece non era permesso nulla, nè una maglia un po' scollata, nè chiacchierate con gli amici.

Un pomeriggio d'estate, dopo aver pranzato a casa sua, mi distesi sul suo letto, lui cominciò a giocare con il tablet, per sbaglio aprì le chat e quel che vidi mi fa orrore ancora oggi.. di nuovo quel nome.
Questa volta cominciai ad urlare e piangere come una fuori di mente, pretesi di leggere. Lui che mi urlava di smettere, io che continuavo imperterrita, in preda ad un attacco di panico (credo che il mio primo attacco di panico, sia stato proprio quello; è stato solo il primo di una lunga serie).
Le scrissi. Dopo una lunga serie di insulti lei mi inviò le loro conversazioni, nelle quali lei lo considerava a malapena e lui si comportava da cagnolino.. ''non riesco a provare per lei le stesse cose che provavo per te'' , ''mi manchi'' , ''spero di rivederti''.
Crollai a terra.. fuggii da casa sua, e lui che mi correva dietro... Prima di tornarmene a casa gli dissi che avrei deciso cosa fare e che l'indomani ci saremmo visti.
La sera non mangiai, fumai, fumai e rifumai, fino a sentirmi male.. non dormii, ebbi un altro attacco di panico.. il giorno dopo ci rivedemmo.
''Ho deciso che non può più funzionare, sei un figlio di troia, mi sai solo dare delusioni su delusioni..ora basta''

Cadde a terra disperato.. ''lo sapevo, lo sapevo'' pianse lacrime amare per diversi minuti.. davanti a me, poi si alzò, mi abbracciò .. mi supplicò per un'ora di perdonarlo, disse che era un coglione, che non mi meritava... 
Non so se oggi sono pentita di averlo perdonato. Il mio problema è che ho (ora per colpa sua molto di meno) un cuore troppo grande, e se amo, lo faccio fino in fondo..
Gli feci promettere di non farlo più, e di scriverle dicendole che non si sarebbero mai più senti.. così fece, e lo apprezzai.
Passò un altro po' di tempo, e l'estate arrivò. Cominciavo a rifidarmi di lui e delle sue parole, uscivamo sempre insieme, mattina , pomeriggio e sera, in qualsiasi posto che avesse potuto accogliere due corpi e due anime. Stavamo diventando una cosa sola, vedevo che mi voleva, mi desiderava, ci teneva...
Decisi di dirglielo, erano troppi mesi che soffocavo quelle due parole, ed era giunto il momento che venissero a galla. Gli scrissi una lettera (spero che la conservi ancora), dove gli spiegavo quanto gli fossi grata per tutto il buono che aveva fatto nei miei confronti tutti gli scorsi mesi, e , che , nonostante tutti i litigi, lui sarebbe rimasto per sempre l'unico per me.
Appena la lesse, mi scrisse immediatamente.. ''allora mi ami?''
'' non l'ho mai detto a nessuno... perciò la prima volta che lo faccio, voglio farlo di persona.. vediamoci stasera''
Era la notte si San Lorenzo, litigai perfino con mia madre per uscire e vederlo..ci salutammo e dopo neanche 5 minuti trovai il coraggio.. ''se mi comporto così è perchè...perchè ti amo davvero tanto.. tanto, tanto..''
mi abbracciò così forte da farmi ricadere sul sedile leggermente abbassato.. ''anche io cucciola.. anche io''.
E facemmo l'amore.. una così bella sensazione.. non credo di aver mai provato un'emozione più bella e nuova di quella.
I giorni proseguivano e nemmeno litigavamo più, c'era solo tanto amore tra di noi, e tante emozioni.. ci prendevamo cura l'uno dell'altra, senza mai abbandonarci.
Ma le sofferenze ancora non erano finite per me.
Una sera, in pizzeria, leggendo uno stupido link su facebook saltò fuori il discorso 'droga'.
E lui, con aria tranquilla, quasi da superiore, mi disse che mesi prima, con uno dei suoi amici che avevo sempre odiato, ''si era fatto fuori un pezzo di bamba'' e, mentre ne parlava, rideva.
Mi impietrii... io nemmeno fumavo sigarette, poichè sapevo che gli avrebbe dato fastidio.. e lui mi aveva promesso di non fare nulla riguardante le droghe. 
Da quella sera qualcosa morì dentro di me... e decisi di fargliela pagare, decisi che non poteva passarla liscia anche stavolta, decisi che il male che mi aveva fatto era troppo ed ora era il suo turno di soffrire.
Una sera lo chiamai al telefono.. ''quello che hai fatto è grave, mi ha fatto stare veramente male.. io ero dipendente dalla coca mesi fa, e tu mi hai solo rimesso in testa quel pensiero fisso che finalmente se n'era andato''.
Ci rimase così male che parlammo al telefono tutta la notte..  decisi di riempirgli la testa con tutta una serie interminabile di bugie.. volevo che il fuoco della rabbia e della frustrazione bruciasse anche dentro di lui. Per quasi un anno era bruciato dentro di me, e ora era rimasta solo la cenere.. 
Da allora ogni volta che uscivo lui si insospettiva, aveva paura che andassi a drogarmi; io ero finalmente soddisfatta. Ora anche lui si preoccupava per me e stava in ansia per qualcosa di sbagliato che io avessi potuto fare.
Poi, un pomeriggio, ho cominciato a farlo per davvero.. la provai per la prima volta. E pensai 'cazzo, ma è così bello.. perchè fermarsi ad una volta quando posso farlo quando mi pare? Tanto lui se lo merita'
Con questo pensiero trascorsi mesi interi a riempirlo di cazzate, non mi sentivo in colpa, ero talmente accecata dalla rabbia e da tutto quel che lui mi aveva fatto..  piano piano lui cominciò a scoprire alcune delle mie bugie, più le scopriva più ci allontanavamo, cominciarono i tira e molla, le offese, le spinte, a volte. 
Fino all'estate seguente ci lasciavamo per poi non resistere più di 3 giorni senza risentirci.. poi arrivò il punto di rottura. Lui non mi rispose più nè a chiamate nè a messaggi, decisi di andare da lui simulando un attacco di panico, per fargli capire quanta sofferenza mi avesse fatto patire. Lui cercò di consolarmi, ma la sera rilitigammo di nuovo. E questa volta per quasi due mesi non ci vedemmo nè sentimmo più. Venni a sapere che si era messo insieme ad una ragazza molto grassa e brutta.. e che ci andava a letto anche. Ci rimasi di sasso, tanto ero sicura che la sfruttasse solo per la droga, che lei puntualmente prendeva (e infatti ne ebbi la conferma).
Così decisi di non marcire in quell'immenso dolore, e trovai anch'io qualcuno per consolarmi dalla batosta. Solo per divertimento, ovviamente. Non mi importava di cominciare una storia con nessuno.
E la droga era il mio primo pensiero. Ricordo un compleanno, ricordo poche persone e 5 grammi di speed. E una trentina di canne. E alcool. E poi ricordo che la mattina seguente mi sentivo strana, mezza morta.. mi girava tutto attorno, non riuscivo nè a camminare nè quasi a respirare, ero senza forze. 
Da quel giorno niente è più come prima, ancora oggi mi sento il cervello bruciato. Quell' abbuffata di droga mi ha rimbecillito del tutto, e me ne rendo perfettamente conto. Tutto per cosa? Per colpa di chi? Mia o sua?
Ancora oggi io e lui ci sentiamo.. si è trasferito in Germania, e abbiamo una specie di relazione a distanza, anche se non saprei come definirla... e lui non sa tutte le cose che ho appena raccontato, non sa nulla. 
Spero che potrà leggerle e magari perdonarmi. 
Io a lui l'ho già perdonato, dal primo giorno che mi fece arrabbiare... mi aveva avvertito che era un disastro, che era una persona strana..
''Ma a me piace la tua stranezza.. ti adoro proprio per quello!''

 

  
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