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Autore: Elle Douglas    28/12/2015    2 recensioni
We don’t meet people by a c c i d e n t.
They are meant to cross our path for a r e a s o n
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‘Nell’istante stesso in cui ti ho incontrata, in un caso del tutto fortuito e inaspettato, ho sentito che in te c’era qualcosa di cui avevo bisogno. Ma non era un qualcosa. Eri tu. Sin dall’inizio ho capito che tu eri una parte di me, ed e’ per questo che non ho piu’ intenzione di lasciarti andare. Io senza te sono incompleto e non voglio più esserlo.’
La ragazza non poteva credere a simili parole, a un simile sentimento tutto per lei.
Lei a cui era stato tutto negato.
Sorrise con gli occhi lucidi e il cuore che dentro il petto sembrava avere finalmente vita. Sorrise e sprofondo’ il viso nel suo petto e si ritrovo’ a sentirsi completa, dopo lunghi, estenuanti secoli.
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Seconda parte di ‘I thought I’d lost you forever.’ | Gli avvenimenti narrati avvengono dopo la 4x11.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I thought I'd lost you forever'
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CAPITOLO XI
 
Emma aveva il fiato corto quando, in tarda mattinata, attraversò il piccolo atrio della stazione per dirigersi nel suo ufficio.
Lì ad attenderla c’erano David e Mary Margaret. Entrambi stavano parlottando di qualcosa con sguardo complice e colpevole, ma Emma non ci badò. Era troppo preoccupata.
‘Avete visto Killian?’, domandò interrompendo i due.
Entrambi si guardarono spaesati.
‘Non abbiamo visto ombra di Hook, stamattina.’
Sul volto di Emma un sentore tale ad un sesto senso non le suggeriva nulla di buono. Killian non era mai in ritardo, mai una volta era venuto meno ai loro incontri, e quell’atteggiamento non era da lui nonostante avesse altro per la testa.
Mary Margaret vide il suo viso farsi sempre più scuro, con lo sguardo altrove, alla caccia di risposte che non immaginava.
‘Ehi tesoro, tutto bene?’ le chiese toccandole un braccio per riportarla lì dove erano. Emma rinvenne con un sussulto. ‘Che è successo?’
‘Stamattina io e Hook dovevamo incontrarci da Grannys, come tutte le mattine, poi a causa di un impegno ho dovuto rimandare ad una mezzora dopo e sembrava essere tutto apposto. Mi ha risposto che andava bene e che ci saremmo incontrati dopo. Ora sto provando a richiamarlo, ma non risponde.’ Guardò i genitori in cerca di rassicurazione, di un idea che le desse coraggio e speranza sul fatto che il suo sesto senso si stesse sbagliando.
‘Emma, tu sai che rapporto ha Hook con la tecnologia. È ancora riluttante e poco pratico, vedrai che ti richiamerà o si paleserà al più presto da quella porta.’ Fece David con un sorriso.
La Salvatrice cercò di tranquillizzarsi, almeno un po’.
Posò la giacca sullo schienale della sua poltrona prima di sedersi e avviare il computer, decisa a svolgere il suo lavoro per distrarsi.
‘Comunque perché hai rimandato il vostro incontro stamattina? Eri uscita presto.’ Constatò Mary Margaret, curiosa.
‘Mi ha chiamata Pierre.’ Annunciò appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia al petto. ‘In realtà l’ho trovato davanti la porta di casa in procinto di bussare.’
‘Che voleva?’ chiesero quasi all’unisono.
‘Era abbastanza cupo e scuro in volto. Sembrava quasi dimagrito, anche. Non sta affrontando benissimo la cosa. Soffre per Esmeralda perché non sa che fare, ha detto che ha provato a contattarla, ha provato a parlarci ma nulla. Sembra non ricordare nulla di ciò che era.’ Riferì la donna.
‘La cosa che mi sembra ancora più strana in tutto questo e perché rapirla e tenerla comunque sotto gli occhi e in rapporti con tutti se sai che potrebbe comprometterti?’ osservò David.
‘E in più ti rendi anche tu visibile, che senso ha?’
Tra loro, un attimo di silenzio attraversò l’aria. Tutti e tre ci pensarono seriamente non venendone a capo.
Che senso aveva quel piano che faceva acqua da tutte le parti?
‘Ma la cosa ancora più inquietate e sconcertante, in un certo senso, è che Pierre mi ha detto che sembra dimenticare informazioni anche da un giorno all’altro. A volte anche se le dici qualcosa il giorno dopo la dimentica, come se la sua memoria a breve termine si svuotasse nella notte.’
‘Come è possibile se ricorda di vedere le persone giorno dopo giorno?’
‘Forse è l’unica cosa che le viene concessa di tenere per non destabilizzare la normalità delle cose. E’ l’unica cosa che mi viene in mente.' Emma scrollò le spalle.
Ciò che pervase la mente di David in quel momento fu macabro.
‘E’ come se subisse una lobotomia, ogni giorno.’
Mary Margaret rabbrividì con Emma al sol pensiero. Quell’idea era l’idea più malsana che potesse esserci, ma anche l’unica plausibile a ciò che le era stato descritto, perché Emma non si era ancora recata in quel luogo per vederla e per constatare i cambiamenti e i danni. Voleva preservarsi, saperne di più e poi escogitare un piano per salvarla.
‘Povera piccola, ne ha passate già abbastanza. Cosa le sta facendo ora quel mostro?’ fu la domanda di Biancaneve che disorientò tutti portandoli nella vera ottica della cosa: che metodi usava quel mostro per espropriarla dei suoi ricordi? Killian sembrava aver detto che quell’uomo odiava la magia, che l’aveva sempre rifiutata – come riferito da Esmeralda. – allora cosa faceva? A cosa la sottoponeva per quel procedimento?
‘Sicuri che non la stia controllando con il cuore?’ azzardò David, volendo allontanare quei mali pensieri dalla mente.
‘No.’ Rispose secca Emma. ‘Quell’uomo non usa la magia, non è in grado di strappare cuori pur essendo malvagio, è molto più crudo e macabro di quanto pensiamo. Di quanto osiamo immaginare, e se non salviamo Esmeralda adesso rischieremo di perderla per sempre e non me lo perdonerei io per prima, oltre che per Killian e Pierre.’
Killian… di nuovo quel pensiero rivolto a lui. Dov’era e perché non varcava quella soglia che Emma non smetteva di osservare? Controllò nuovamente il telefono e lo prese in mano. Niente. Nessun segno, nessun messaggio. Nulla.
Allora ci vediamo dopo, tesoro. Nel tempo che ci divide vado a controllare la situazione dal fioraio. Non mi fido a lasciare Esm da solo con quel lurido nemmeno per un secondo. Ecco cosa aveva detto. Ecco la parte mancante ad un discorso altrimenti lineare.
Ed ecco perché Killian non era nel suo ufficio e non arrivava.
Quel sentore riprese il sopravvento su di lei, ora più forte: e se fosse successo qualcosa al suo pirata? Se quell’uomo l’avesse preso? Ma no, si convinse. Killian sopravive sempre, e non poteva essere.
Cercò di scacciare via quel pensiero mentre si alzò decisa. ‘So dove può essere Hook.’ Annunciò.
 
Quando Emma e i suoi si recarono al posto designato la desolazione regnava.
Il locale era semivuoto, e una piccola signora di un età considerevole era lì a reggere le redini dell’attività, o più che altro a giocare a sedoku nell’attesa di un cliente.
‘Salve.’ Disse la Salvatrice mostrandosi, quella alzò gli occhi dal giornaletto e le rivolse un sorriso.
‘Salve a voi, come posso esservi utile?’ fece la donnina in tono gentile.
‘In realtà stiamo cercando il proprietario dell’attività, se è possibile, vorremmo parlare con lui…’ Nemmeno il tempo di terminare codesta frase che uomo altezzoso e dall’aria autoritaria e impassibile si palesò dal retrobottega.
‘Amanda, hanno bisogno di te di là, qui ci penso io.’ E scrutò i presenti mostrando un autentico sdegno per ciò che rappresentavano: gli eroi.
‘Lei deve essere Emma Swan, immagino. Ho sentito tanto parlare di lei qui in città.’ Disse osservandola da cima a fondo. ‘ E stessa cosa vale per i suoi genitori. Loro sono famosi in tutti i reami invece.’
‘Non possiamo dire la stessa cosa riguardo a lei.’ Disse David con avversione.
‘Oh, oh… mi pare di udir dell’astio. Ci siamo appena conosciuti, vi sono stati recapitati dei fiori non graditi?’ chiese mentre si muoveva dietro il bancone. Lo sguardo di sufficienza che lo contraddistingueva.
‘Siamo qui per Killian ed Esmeralda.' Tagliò corto Emma, stanca della sua superiorità e prese in giro. Il solo stare nella stessa con quell’uomo la stizziva e le dava la nausea.
Quello fece, in tutta risposta, fece uno sguardo vacuo, innocente.
'Esmeralda e Killian, dite? Da come ne parlate suppongo che io li debba conoscere. Sono dei fornitori o...?'
'Basta con questi giochetti, signore!' Emma sbatté le mani sul bancone per riportarlo all'ordine e farsi sentire. Quei giochi da stupidi poteva tenerseli per sè, se tanto gli piacevano. Lei stava perdendo la pazienza. 'Ci dica come stanno le cose. Dove sono?'
Quello non sembrò per nulla impaurito dalla scena appena propinata. 'Non so davvero di chi stiate parlando, mia cara.' Continuò, deciso a non demordere.
'C'è chi giura di aver visto entrare il pirata Captain Hook qui nel vostro negozio stamattina. Dov'è?' Chiese Emma digrignando i denti.
La rabbia dentro di lei ribolliva.
'Ripeto, signorina Swan, non so di chi lei stia parlando e possibilmente una cortesia: non alzi la voce davanti a me. Mi irrita.' E una voce più cupa sembrò minacciarla.
Emma capi che non sarebbe arrivata da nessuna parte in quel modo e, decisa, alzò le mani in segno di resa.
'Mi perdoni.' Gli disse con il sorriso stampato in faccia. 'Dato che non vuole chiamarmeli lei, e io sono più che convinta che entrambi siano qui, inizierò a chiamarli a gran voce se permette. Ah, e non potrà nemmeno chiamare lo sceriffo per togliermi fuori di qui, perché vede, qui la giustizia sono io.' E con un sorriso ancora più enorme e beffardo gli mostrò il distintivo.
'ESMERALDA. KILLIAN DOVE SIETE? SO CHE SIETE QUI.' Urlò Emma avanzando verso il retro, e poi il suo ufficio e poi il deposito. Tranne una decina di facce sconosciute, di loro non c'era neanche l'ombra.
Come era possibile?
Dietro di lei, Frollo era alle stelle. Furioso.
'Ora è soddisfatta di aver usufruito dell'abuso di potere e di aver urlato quei nomi strampalati per tutto il mio negozio?' Fece Frollo, del tutto irritato e scocciato della presenza di quegli intrusi.
Emma rivolse uno sguardo deluso ai suoi che erano ancora lì. Eppure il suo istinto non sbagliava, loro erano li. E poi perché Esmeralda non lavorava? Dov'era? Emma si guardò intorno alla sua ricerca. Perché non era spuntata fuori nell'udire il suo nome?
'Esmeralda... Dov'è oggi? Non lavora?'
'Esmeralda? Lo vuole capire o no che qui non esiste nessuno con questo nome!'
Come poteva negarlo se tutti l'avevano vista lavorare li? Frolllo inghiotti a vuoto, in trappola. Per un nanosecondo con lo sguardo indicò una porta oltre le scale, al piano di sopra. Emma lo notò.
'La porta al piano superiore.' Dedusse. 'Cosa c'è oltre?' Chiese mentre si avviò decisa a scoprirne di più.
Frollo, più agile, arrivò prima oltre la salvatrice e si posizionò davanti ad essa.
'Ma cosa pensa? Di venire qui e dettare legge o di essere a casa sua? Mi ha già irritato abbastanza. Ora se ne vada.'
'È palese che nasconde qualcosa, o meglio qualcuno...'
'Beh, se è tanto curiosa di scoprire cosa nascondo venga qui con un mandato.' Le propose.
Emma si trovò alle strette in quella situazione. Dietro quella porta era sicura che ci fossero loro, era il suo sesto senso a dirglielo e il suo sesto senso non sbagliava mai, ma dovette stringere i pugni e trattenersi. Doveva attenersi a quello che era un obbligo per non piombare nell'anarchia.
'Vuole un mandato? Avrà un mandato.' Accettò iniziando a scendere le scale per andare via. 'Ma non si illudi, non sarà da solo. Voglio evitare ogni sorpresa da parte sua. Mamma, tu lo terrai d'occhio.' Snow annuì, non togliendo gli occhi di dosso al giudice.
Emma scese le scale di corsa.
'Sta facendo un grosso sbaglio, salvatrice!' Urlò l'uomo per richiamare la sua attenzione.
Emma si voltò: 'Non ha detto che non si urla nel suo negozio? Provi a mantenere le sue stesse regole.' E se ne andò.
 
Quando Emma e David tornarono trovarono un gran subbuglio e Snow era a terra, completamente priva di sensi. David, appena la vide, accorse a sollevarla. Emma le andò dietro impaurita.
'Mamma, stai bene? Che è successo?' Snow era ancora stordita e del tutto incapace di parlare quando apri gli occhi.
'Emma!' Sospirò Killian nel rivedere la donna che preoccupata osservava la madre riprendere i sensi .
'Killian!' Fece Emma sospirando e correndogli incontro per abbracciarlo. 'Ho temuto il peggio. Come hai fatto a liberarti?'
'Ti ho sentita mentre mi chiamavi, allora ho capito che il tuo istinto aveva avuto la meglio e avevi capito tutto. Quel lurido mi aveva legato, ma sono riuscito a liberarmi e a scappare. L'ho preso alle spalle ma è fuggito...'
'Ed Esmeralda, dov'è?' Fece Emma cercandola. ‘È riuscito a portarla via con sè.’
'La troveremo, Killian.' Disse prendendo il suo viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi.
Killian annuì, affondando ancora di più il suo volto in un abbraccio della salvatrice.
 
'C'è mancato davvero poco affinché scoprissero dove ti trovavi, capitano. A quanto pare ho fatto un passo falso nel prendere anche te, ma comprendi che sei un problema? Un problema che non posso tollerare perché io amo la perfezione, e tu intralci quest'ultima. Perché vedi se tu non ci fossi il mio piano andrebbe a gonfie vele, e invece tu, tu rovini i miei obiettivi. Esmeralda non diventerà mai mia se tu continui ad essere in giro. Ad esserle in giro. Non arriverà mai al completamento di ciò che ho serbo per lei e non comprendi che le fai più male così? Non riesco a eliminarti completamente dalla sua mente, in qualche modo riemergi sempre ma se tu non ci fossi pensa a come si risolverebbe il problema!'
Quando si risvegliò dalla batosta subita, Killian sapeva di non essere più nel posto in cui erano prima. Si erano spostati. Il forte odore di muffa e l’umidità impregnavano i muri freddi e madidi, mentre un rumore meccanico sembrava essere ovattato al di sotto di loro. Si svegliò pian piano mentre l’uomo, quel viscido di Frollo, continuava a parlargli.
Killian era ancora del tutto frastornato, e gli ci volle un po’ prima di riuscire a vedere le cose in modo chiaro.
Lo avrebbe fatto a pezzi con il suo uncino, pensò mentre la sua voce gli riempiva la testa. Era l’unico pensiero che riusciva ad occupargli la mente.
Provò a muovere una mano in sua direzione ma niente, entrambe le braccia gli erano state legate dietro la schiena e riusciva a far poco in quella maniera. Provò a dimenarsi, ma nulla: l’aveva legato bello stretto a quella sedia e non c’era via di scampo.
‘Puoi provare quanto vuoi a liberarti, pirata! Non ci riuscirai mai!’ e rise di gusto.
Dov’era Emma? L’aveva udita poco prima oltre la parete. L’aveva catturata? Dove si trovava?
‘Dov’è Emma? Cosa le hai fatto?’
‘Oh, la tua salvatrice è salva, se è questo a preoccuparti. Anzi, avrei preferito che tu continuassi a preoccuparti di lei piuttosto che della mia Esmeralda.’ A quel senso di possessività, il modo in cui pronunciava il suo nome e cosa osava pensare fece scattare Killian.
‘Lei. Non. È. Mai. Stata. TUA.’ Spolmonò scandendo ogni parola ed esplodendo sull’ultima. Doveva togliersi dalla mente che si sarebbe arreso così, che l’avrebbe lasciata a lui senza nemmeno combattere o provare a salvarla.
‘Presto capitano, non avrai di che preoccuparti. Quando morirai non sarai più un problema ed Esmeralda sarà felice con l’uomo della sua vita: me.’ Disse a un palmo del suo naso con un sorriso malefico e arcigno.
‘Perché non la lasci in pace? Perché non le permetti di vivere una vita felice?’
Quello gli rise in faccia. ‘Come credi possa essere felice senza di me? Io sono il suo lieto fine, e sai, l’ho capito solo dopo. Prima avevo solo un desiderio carnale e morboso nei suoi confronti, ora – oltre quello -, sento proprio il desiderio di farla mia per tutta la vita. Perché la sua vita felice è con me. Non con te, non con quel poeta da strapazzo. CON ME.’
‘Tu sei malato!’ continuò il pirata disgustato dalla persona che aveva di fronte a sé. Il pirata scosse la testa, mentre cercava ancora un modo per liberarsi e aiutarla, perché dovunque fosse lei non era lì.
‘Dov’è adesso? Cosa le stai facendo?’
‘Lei è qui, non potevo mica lasciarla dov’eravamo prima. L’avrebbero trovata e non potevo permetterlo, lo comprendi, vero? Ma non la vedrai. E’ piuttosto impegnata a dimenticarti in questo momento.’
‘COSA. LE. STAI. FACENDO?’ chiese Killian, digrignando i denti, a quelle parole. Aveva paura. Paura del dolore a cui la stava sottoponendo per i suoi scopi.
Paura che quel dolore la stesse straziando.
‘Sto cercando di eliminarti dalla sua esistenza, pirata. Perché vedi è come se io stessi azzerando tutti i suoi ricordi, tutto ciò che ha su di me, su tutti quelli che ha conosciuto non ci sarà più. Solo così potrà amarmi, solo dimenticando ciò che è stato con gli altri e con me, potrà farlo.’
‘Non è amore, quello. La stai plagiando.’
‘Non è amore, ora. Ora è solo devozione, ma presto lo sarà. Quando la sua mente e il suo cuore, grazie alle pozioni e intrugli che le sto iniettando, saranno completamente vuoti dei suoi sentimenti e della tua presenza tutto sarà più facile. Tutto avrà fine, perché tu continui ad essere una costante, un perno capace di farla pensare seriamente. L’unica cosa che non è in grado di lasciare andare completamente. Tu sei l’unica cosa che resta nonostante tutte le sedute a cui la sto sottoponendo, e se ci sei tu non posso esserci io, e comprendi che non va bene?’ Chiese l’uomo fissandolo dritto negli occhi.
‘La stai facendo soffrire, quindi? E questo il modo in cui la vuoi? E questo il modo in cui intendi farla innamorare di te? E lei non ricorderà tutto questo? Non ricorderà tutta la sofferenza che le stai infliggendo? COME CREDI CHE POTRA’ ANCHE SOLO PROVARE QUALCOSA PER TE SIMILE ALL’AMORE?’ Killian era rosso di rabbia mentre non riusciva a capacitarsi del piano malvagio che quell’uomo malato aveva in testa. Non riusciva più a stare lì fermo, non riusciva più a stare lontano da lei senza sapere in che condizioni fosse dopo quelle rivelazioni.
Quel suo accanimento morboso, quella saccenza di comandare la vita di un’altra persona.
Esmeralda gliene aveva parlato, più e più volte come la rappresentazione dei suoi peggiori incubi. Le capitava di sognarlo, a volte, e di svegliarsi di soprassalto dalle tenebre in cui era costretta a rivederlo e a rivivere il suo volto spigoloso.
Molte mattine l’aveva vista turbata e quasi pallida e non c’era bisogno di molte parole per capire a chi e a cosa fosse dovuto il suo stato.
‘Come puoi pretendere che lei resti se stessa dopo averle rimosso i ricordi e gli avvenimenti che l’hanno resa tale. Come puoi pretendere che lei resti la stessa di ciò che è.’
‘Comprendo la tua confusione pirata, non hai mai praticato l’alchimia e non conosci i suoi benefici. Quello che la sta facendo soffrire sei TU, pirata. Se tu non ti presentassi a lei ogni giorno non dovrebbe più subire nulla, non saremmo arrivati a questo punto, e invece è a causa tua se devo ancora sottometterla a tutto questo.’ E gli fece comprendere tutto. Ogni suo piano. Ogni suo delirio. La stava forzando a diventare un'altra persona. La stava forzando a dimenticarlo. ‘Sei tu a decidere del suo destino, quindi. Puoi salvarla da questa sofferenza e dalle prossime. Se sceglierai di lasciarla andare e non farti più vedere da lei, ti lascerò andare senza farti alcun male. Continuerai la tua vita, quella che ti sei scelto, con la tua salvatrice e farai conto di averla persa di nuovo, oppure potresti pensare di non averla mai ritrovata. Posso aiutarti, se vuoi, e fare si che faccia meno male per te.’ Disse falsamente benevolo. ‘Tu dovrai preoccuparti solo della tua Salvatrice e non dovrai avere più alcuna interferenza nella sua vita, in alcun modo.’ Gli propose mentre riprese a girargli intorno. ‘Oppure, potrei cancellare anche lei da te, ma temo di avere gli stessi risultati e non so quanto mi converrebbe. Non ho molto tempo. Per forza di cose poi, se decidi di perseverare in questa tua malsana intenzione, dovrò ucciderti perché comprendi che non ho scelta. Tu sei un ostacolo che non posso permettermi.’
Frollo attendeva risposta mentre, a mani giunte, gli si era parato davanti.
Killian alzò gli occhi, dopo aver ascoltato ogni singola parola uscita da quell’uomo viscido. Ciò che si palesò di fronte a Frollo fu uno sguardo truce e violento che prometteva vendetta.
‘Non ti permetterò mai di farle del male. Non ti permetterò mai di attuare il tuo piano. Non ti permetterò nemmeno di torcerle più un capello. Lei non sarà mai tua e io non la lascerò mai nelle tue grinfie. Lotterò per lei fino a che avrò fiato! Lotterò per lei sempre!’ Frollo a tutta quella forza d’animo che l’animava non si scompose più di tanto. Dedicò solo un piccolo ghigno al pirata che sembrava non piegarsi alle sue volontà. ‘E allora non preoccuparti, non durerà a lungo. La sua sofferenza sta per avere fine con la tua imminente morte e tu, in un certo senso, l’avrai salvata. Sarai il suo salvatore, non sei contento?’ e un sorriso di compiacimento gli riempì il volto a quel pensiero.
Mancava poco, pochissimo e il suo piano avrebbe avuto la fine che tanto attendeva ed Esmeralda sarebbe stata sua, per l’eternità.
 
‘Sei uno sciocco! Ci hai quasi fatto scoprire.’ Sibilò qualcuno a denti stretti.
‘Mi sono ripreso in fretta, per quanto tu possa vedere!’ rispose Frollo cercando di non dar peso alla cosa. Prese la caraffa in mano, dando le spalle all’ospite presente, e intenzionato a riversarlo in una grande mug capace di ridargli le forze necessarie dopo quella intensa giornata.
‘Ripreso, dici? Ripreso? Se non fosse stato per me non ti saresti tirato fuori da quella situazione e avresti coinvolto anche me!’ digrignò i denti l’uomo che, di fronte a Frollo, si stava alterando anche per la sua mancata gratitudine. ‘Se ti ho fatto entrare in questa città era perché volevo che eseguissi i tuoi piani nel pieno riserbo. Volevi la zingara? Te l’ho offerta su un piatto d’argento, indicandoti ogni sua mossa e il suo prediletto e amato capitano affinché la distogliessi da lui e ne facessi ciò che ti pare ma hai combinato un casino!’
Frollo ruotò gli occhi, esausto da quei continui rimproveri. Nella vita non era mai stato sottomesso da nessuno, e il fatto che l’uomo che gli era di fronte gli stesse rinfacciando ogni sua azione dedita ad aiutarlo, lo irritava parecchio.
‘Il piano è quasi terminato, ed è vero che si è complicato qualcosa, ma ho tutto sotto controllo. Poi nessuno ti ha visto, di cosa ti lamenti?’ attizzò stizzito.
L’uomo, a quel punto, stanco per la continua riconoscenza mancata, lo prese per il bavero della camicia e se lo portò davanti.
‘C’è che ho altri piani di cui occuparmi e i tuoi guai mi stanno togliendo tempo prezioso che dovrei spendere a fare altro.’
‘Non avrai più nulla di cui preoccuparti. Lo prometto.’ Disse Frollo sostenendo il suo sguardo arcigno, quasi come se per la prima volta temesse qualcuno. ‘Il piano è quasi terminato e la zingara è quasi pronta a diventare come nuova. Ognuno di noi avrà avuto ciò che voleva. Per te, ucciderò il pirata e, per me, farò mia Esmeralda.’
Il sorriso dell’altro uomo si fece ancora più grande a quella notizia. Lasciò andare il giudice e gli lisciò la camicia sgualcita.
‘Benissimo. Entrambi pagheranno per ciò che hanno fatto e per me non c’è soddisfazione migliore.’ Sibilò infine, prima di scomparire in una nube viola.
 
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ANGOLO AUTRICE:
 
Eccomi qui, miei cari lettori.
Vi prego di perdonarmi per la mia prolungata assenza ma ho avuto un periodo un po’ difficile in cui ogni volta che aprivo Word decisa a continuare la storia mi si presentava il vuoto più totale davanti. Avrò scritto qualcosa ogni non so quanto, ma ora sembra andare meglio e il mio ritmo sembra essere tornato alla normalità.
Spero che questo capitolo vi piaccia altrettanto come tutti i precedenti e che soddisfi le vostre aspettative. C’è stato un piccolo confronto Killian/Frollo ma non sarà il solo, la storia è ancora in pieno sviluppo e ci sono ancora un po’ di cose da raccontare per bene.
E chi sarà l’uomo con cui Frollo parla alla fine del capitolo? Partono le scommesse. Vediamo se riuscite ad indovinare. lol
Lasciatemi delle recensioni in merito perché sono curiosa di sapere cosa ne pensate, e voglio confrontarmi con voi. Tra l’altro son contenta che questa storia – insieme alla prima parte – stia crescendo tanto. Ogni giorno – o quasi - mi arrivano i vari apprezzamenti che mi spingono sempre più a continuare ciò che faccio.
Siete un gran monito per me, e vi ringrazio davvero dal profondo del cuore.
Grazie per il tempo che mi dedicate, e grazie per i pareri che mi date.
Grazie di tutto. ♡
 
Vi lascio con l’augurio di un buon anno e delle buone feste per tutti voi.
Alla prossima.

PS: Se vi va, e se non l'avete ancora visto, qui trovate un piccolo teaser di un video che ho voluto creare per questa fanfiction.
Voglio premettervi che: è il primo video in cui mi cimento, non ne ho mai fatti prima, quindi siate clementi. ;D
Mentre qui trovate il blog Tumblr dedicato alla storia con varie estratti e/o preview dei vari capitoli.
Vi ringrazio tanto. 
 
-Elle.
   
 
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