Capitolo 1: Anne la Francese

:- Uhééééé...-

L'unica cosa che si sentiva in quella stanza bianca era il pianto di una neonata.

L'unica sopravvissuta alla pazzia dell'uomo che l'aveva teletrasportata in quell'isola abbandonata a se stessa.

:- Non ce la faccio più! Perché non la pianti una buona volta!-

Si lamentava “giustamente” l'uomo che per unica cosa ricevette solo un pianto ancor più forte.

Lui, in un tentativo disperato, si tappò le orecchie corse fuori dalla stanza.

Solo all'ora la bimba incominciò a ridere

                 *                                         *                                          *

17 anni e 5 mesi dopo

Sull'isola è estate ormai e la piccola Anne ha ormai diciassette anni.

Ha i capelli neri sciolti fin sotto le spalle con la frangetta che le incorniciava il viso, la pelle bianca in contrasto con gli occhi nero pece e un po' di lentiggini a coprirgli le guance.

Le gambe e le braccia coperte di bende.

Dalla veste bianco-marrone esce una coda nera da cui, prima della fine, pende un foglietto con scritto il suo nome e delle orecchie del medesimo colore spuntare dalla testa mora della ragazza.

Viveva in tranquillità su quell'isolotto invisibile, fino al giorno in cui una barca (per così dire) approdò inaspettatamente sull'isola.

Anne si nascose velocemente dietro a dei cespugli nelle vicinanze osservando impaurita gli uomini pregando che non la trovassero.

Speranze vane perché un ragazzo dai capelli neri l'aveva vista e si stava avvicinando pericolosamente a lei.

:- “Que faire*”-

Pensava mentre lui si avvicinava sempre di più. Appena le fu davanti, il moro la prese senza tante cerimonie per la cottola per poi tirarla su.

:- Quoi!? Posez moi!?**-

Grida lei muovendosi in tutti i modo possibili mentre lui la guardava tra il divertito e lo stranito.

:- Ma che lingua parli-

Pensa infatti ad alta voce mentre se la caricava in spalla seguito dai tanti lamenti senza senso della diciassettenne

:- Vous ne pouvez pas***-

Si lamenta ancora lei. Lui per tutta risposta (anche se non ha capito un cazzo) sogghigna e la poggia sulla nave.

Intorno a loro si sono avvicinati gli altri componenti della ciurma commentando e deridendo la ragazzina.

Il ragazzo si accucciò alla sua stessa altezza per guardarla meglio.

:-Come ti chiami?-

Le chiede il moro. Lei, capendo, si presentò

:-Mon nom est Anne, s'il vous plaît. Et tou...?****-

Capito le parole della ragazza si presentò anche lui

:- Mi chiamo Ace, molto piacere Anne-

Ace le tese una mano che lei accettò un po' intimorita accennando un sorriso

:-Ohi, chiamate Doc, ha bisogno di cure-

Ordina il moro osservandola meglio. Loro ubbidiscono e, in men che non si dica, il medico di bordo la sta già curando.

Traduzioni

* “Cosa Faccio”

**Cosa!? Mettimi giù!

***Non è possibile

****Mi chiamo Anne, piacere. E tu...?

Angolo Autore

Allora che ne pensate?

Spero non faccia schifo.

Mi è venuta in mente mentre leggevo le fiction dove i personaggi andavano da un mondo all'altro, così ho pensato “Perché non fare una storia dove la protagonista viene cresciuta fin da neonata in un altro universo” Poi ho cambiato la lingua con il francese che tanto è la lingua che studio io e puff eccola qui.

Che altro dire... Ciao ^-^