Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: Jakrat    28/12/2015    0 recensioni
Ponyville è l'epicentro della felicità e dell'armonia. Il gruppo di pony capeggiato da Princess Twilight Sparkle garantisce l'ordine in città e nel regno, così come l'amicizia.
Ma sarà davvero così?
Genere: Avventura, Azione, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 7

Collisione


Era cominciato con un boato, seguito dal crollo delle mura di cristallo.

Poi vennero le urla di giubilo e di carica degli invasori e infine le grida di terrore dei pony investiti dalla marea nera.

Costretti a rinunciare alla formazione difensiva, Discord e Twilight si erano gettati nella mischia per dare manforte ai civili che cercavano di resistere all'invasione. Il coraggio non li mancava, ma da solo non era sufficiente per fermare un esercito addestrato, numeroso e fanaticamente fedele come quello dei Mutanti.

Nonostante fossero ben consapevoli di questo divario, le due creature magiche diedero sfogo ad ogni loro potere per aiutare la loro fazione a prevalere sul nemico: Twilight sfrecciava in volo da un capo all'altro del castello come impazzita, facendo cadere sui nemici una pioggia di magia viola e Discord, dopo aver creato qualche decina di copie di se vestite da soldati dell'Unione a cavallo e aver assaltato l'orda al grido di «Cavalleggeri, carica!» teneva a bada il nemico menando fendenti con le sue sciabole di cartone, armi innaturalmente dure e letali negli artigli del Draconequus e dei suoi cloni.

Eppure, nonostante i loro sforzi, tutto questo non era ancora sufficiente per definire “sicuro” il castello: anche colpiti, gli sgorbi ibridi si rialzavano, colpiti ma abbastanza determinati da ignorare il dolore.

Allora venne il turno degli umani.

Nessuno se ne accorse inizialmente, troppo concentrati su quanto stava accadendo intorno a loro, ma presto i difensori poterono notare come i Mutanti si fossero improvvisamente concentrati in un'area del castello.

Ad uno sguardo poco attento, il loro intervento poteva sembrare ininfluente: sei umani contro un'intera legione di Mutanti?

Eppure, per ogni umano c'erano decine e decine di Mutanti a terra, feriti e incapaci di continuare a combattere, terrorizzati dalla loro ferocia.

Perché quelli non erano pony, ma esseri umani! Una specie che, al contrario della loro, viveva a braccetto con guerre, litigi, baruffe e scazzottate, creature dotate di un naturale istinto selvaggio che a volte riuscivano a domare e altre no, con gravi conseguenze ogni volta che perdevano il controllo. E quei sei soggetti in particolare erano individui che quell'istinto non lo dominavano, anzi, faceva parte integrante della loro vita!

Un gruppo di pazzi, disagiati, malavitosi. Fuorilegge e fieri di esserlo, un male contro un male ancora peggiore.

La loro carica fu come altrettante manticore che difendono la tana, fianco a fianco anche quando tutte le possibilità sono contro; non per la gloria, non per il denaro, ma per il rispetto e l'incrollabile fedeltà che provavano uno dell'altro.

Bobo, in mezzo alla carica, sembrava essere diventato più bestia che uomo: senza mai smettere di correre, travolgeva i mutanti da un capo all'altro del corridoio con la sua mole. Quei pochi che non venivano calpestati o sbattuti da quei cento- e- rotti chili di acciaio dovevano fare attenzione alle sue mani: molti vennero afferrati per colli e corna e usati come armi improprie, agitati da una parte all'altra contro i loro fratelli, lasciando dietro di loro una di ossa rotte e sangue vermiglio che gocciolava dai carapaci spezzati come grissini, fino a che loro stessi non assumevano la consistenza di un budino e venivano gettati lontano per fare spazio ad un altro.

El Bastardo manteneva fede al suo nom de guerre e usava ogni oggetti che gli capitava a portata di mano come se fosse stato tutto posizionato secondo le sue necessità; un attaccapanni, un'asta di legno o addirittura la gruccia di un armadio... nelle sue mani, tutto appariva improvvisamente più spaventoso e letale di quanto avrebbe potuto essere in un incubo. Questa sua imprevedibilità, unita all'intramontabile ghigno feroce e le incessanti risate sadiche ogni volta che rompeva qualcosa, un oggetto o un osso, gli diedero un'aria semplicemente terrificante e molti Mutanti vennero a meno alla loro fedeltà alla causa e preferirono fuggire, piuttosto che aveva a che fare con quel mostro psicopatico.

Susy tempestava i suoi nemici con una pioggia orizzontale di proiettili, correndo e saltando i suoi nemici dimostrando un'ottima mira. La struttura dei Mutanti rendeva i proiettili poco letali, la loro natura magica permetteva loro di sopravvivere anche quando un proiettile attraversava le loro teste, ma nessuno di loro si sentiva di rialzarsi dopo essere stato ferito dalla ragazza. La frenesia dello scontro impediva alla cameriera del Black Canary di ricorrere al suo fucile, quello che secondo lei era il migliore amico di una donna, ma anche con “solo” la sua coppia di pistole seppe seminare il panico nella legione nemica.

Bulldog sbucava dal nulla, approfittando della sua bassa statura per mimetizzarsi nel caos dell'orda nera e lanciare assalti feroci e mirati contro gruppi di nemici, spesso già indeboliti dagli altri membri di quell'improvvisata resistenza, dando loro il colpo di grazia saltandogli al collo.

Aria e Alastor resistevano insieme: l'uno vicino all'altra, quasi schiena contro schiena, la strana coppia resisteva con una sincronia che sembrava si fossero allenati per anni, muovendosi come un unico corpo con una mente in comune. Senza bisogno di parlare, Aria compensava la lentezza dei colpi di Alastor stordendo i nemici con rapidi fendenti della mazza da baseball, prima che lui spazzasse via chiunque stava intorno a loro con un solo movimento della mazza edile.

In quel caos, in quella confusione, in quell'assedio dove l'andrenalina scorreva come un torrente in mezzo ai guerrieri, un alone rosso cominciò a coprire le iridi della sirena mentre combatteva come un'amazzone in mezzo alla mischia, sotto l'egida di Alastor.

Ad un certo punto, muovendosi automaticamente come se qualcuno la stesse manovrando, Aria Blaze alzò una mano e un'ondata invisibile travolse i Mutanti avanti a loro, gettandoli a terra. La frenesia dello scontro era tale che nessuno se ne accorse, meno la stessa Aria che non ebbe il tempo per chiedersi cosa stesse succedendo.

Poco dopo, presi dal panico per i nuovi improvvisati avversari, la marea nera batté in ritirata, rientrando in quel varco che si erano aperti nelle mura del castello.

I pony esultarono del trionfo, ma Twilight sapeva anche troppo bene che era davvero troppo presto per festeggiare: avevano respinto a malapena una legione di Mutanti, Queen Chrysalis ne aveva a disposizione decine. E poi, con i suoi nuovi poteri, chissà cosa non avrebbe potuto fare, da sola!

Un'ora era passata da quando la guerra era cominciata. Ne mancava un'altra, come minimo, perché le principesse arrivassero con i rinforzi.

Fu mentre guardava le forze che aveva portato Alastor che ebbe un lampo di genio. Voltandosi verso Discord, lo chiamò «Discord! Teletrasporta tutti in centro a Ponyville!»

Il Draconequus, non capendo, guardò la principessa con gli occhi fuori dalle orbite «Sei impazzita? Ci circonderanno, qui per lo meno non possono mandare più di una legione alla volta!»

«Lì i pony potranno correre all'impazzata, allungando di molto i loro tempi per catturarci tutti.» osservò invece Aria, capendo le intenzioni della principessa

«E poi, avremo anche noi un margine di manovra maggiore.» appoggiò Susy, mentre ricaricava

Discord alzò una zampa. Alla fine, si sarebbe trattato di dare modo ai cittadini di Ponyville di organizzarsi all'interno delle loro stesse abitazioni, luoghi che conoscevano molto bene.

«Non manca molto alla nuova ondata. Se vuoi avvisarli, ti conviene farlo ora.» disse però, prima di schioccare gli artigli.

Twilight si alzò in volo e si rivolse ai cittadini che, doloranti e feriti, la guardavano con lo sguardo perso, come se non sapessero cos'altro attendersi.

«Amici miei! Vedo nei vostri occhi la paura che io stessa faccio fatica a contenere.» cominciò a spiegare lei. «Siamo testimoni del grottesco spettacolo sputato fuori dall'angolo piu oscuro di Equestria, l'intero Regno di Mutanti sta per piombare su di noi. Siamo pochi e inesperti contro tanti e addestrati. Eppure, in quest'ora così buia, vi chiedo... vi prego... di resistere! Resistete! Lance saranno scosse e pony saranno feriti nella furia della battaglia che ci aspetta, ma non abbiate paura, non temete l'oscurità! Per tutto ciò che amate di questa città, vi invito a resistere! Non ci sarà il giorno in cui dovremo abbandonare tutto e tutti per salvarci. Non verrà il giorno in cui i nostri legami saranno spezzati in nome della sopravvivenza. Il nostro legame e la nostra amicizia sono più forti di qualsiasi minaccia, perciò, oggi, resistiamo. Oggi riscattiamo Ponyville dalla tirannia e dalla paura, per portarla verso un futuro più radioso di quanto possiamo immaginare; perché questo giorno non appartiene ad uno solo, ma a tutti noi. Insieme, libereremo Ponyville e, domani, condivideremo la nostra pace!»

Nella sala scoppiò un tripudio: Ponyville apparteneva ai pony, perciò avrebbero scacciato i Mutanti a qualunque costo.

Venne rapidamente spiegato il piano: nessuno, nemmeno i Mutanti che si erano infiltrati per le loro strade, conoscevano la città meglio di loro. Avrebbero usato quel vantaggio per lanciare una serie di attacchi di guerriglia urbana, allo scopo di mettere in difficoltà le forze nemiche e ridurre il loro soverchiante vantaggio numerico. Nel frattempo i rinforzi umani avrebbero attirato le attenzioni delle forze nemiche continuando quella guerriglia che loro sembravano conoscere tanto bene.

E, se lo sembravano, era solo perché erano davvero abituati.


Queen Chrysalis, comodamente sdraiata sul suo divano in velluto color amaranto sulla cima del carro, si sentiva abbattuta, ma c'era da aspettarselo. Succedeva ogni volta che uno dei suoi labirintici piani giungeva a compimento: la soave malinconia che si prova al termine di un'opera sudata e amata l'abbracciava come un amante focoso e non la lasciava fino al suo finale.

In tutta Equestria, e forse anche nel resto del mondo, non esisteva creatura vivente dotata dell'acume e della finezza necessaria ad apprezzare gli intricati dettagli dei piani che aveva intessuto. A volte aveva provato a spiegarli, ai suoi subalterni o a qualche prigioniero, ma il gioco perdeva così tante sottigliezze da risultare tedioso.

Aveva pianificato la sua vendetta nei confronti di Twilight Sparkle dalla sua disfatta durante la Cometa del Segretariato1 e aveva messo in pratica le sue trame non appena venne liberata2.

Nessuna creatura mortale poteva comprendere i suoi piani, meno che Twilight Sparkle. Princess Celestia possedeva la forza e la determinazione necessaria per affrontare ogni suo possibile inganno o stratagemma, mentre Luna e Cadance erano esattamente allo stesso livello di qualunque altro pony: soltanto Princess Twilight aveva dimostrato, in due occasioni su tre, di poter leggere attraverso le sue trame e far fronte non solo per affrontarla ma addirittura per sconfiggerla. Tutte e due le occasioni. Solo per questo, meritava la più infida delle vendette.

Il suo piano cominciò con un giro di turisti, pony che nessuno conosceva e dall'aspetto stravagante, che potessero dare nell'occhio: in questo modo potevano conoscere il più possibile sugli abitanti di Ponyville grazie alla loro naturale curiosità verso i propri simili provenienti da terre lontane e, una volta appreso abbastanza sulle loro vite, una ad una li sostituivano.

Nessun Pony, dopo gli ultimi eventi a cui avevano assistito, sembrava avere più paura della Everfree Forest e questa loro spavalderia aiutò i Mutanti a rapirne un numero considerevole e a sostituirli senza che se ne accorgessero. Una volta integrati nella popolazione, usavano tutto quello che avevano imparato sulla loro vittima per mimetizzarsi: non era concesso il minimo errore.

In questo modo, l'infiltrazione di Queen Chrysalis cresceva, invisibile, dall'interno. Poco a poco, giorno dopo giorno, c'era sempre meno Ponyville e più soldati di Queen Chrysalis.

Non era facile mantenere lo status, di natura i Mutanti sono un popolo molto poco restio alle confidenze, ma la loro Regina aveva ordinato che così fosse fatto e così venne fatto.

Grazie a questa infiltrazione a Ponyville, Queen Chrysalis riuscì a raggiungere anche le portatrici del misterioso potere nato dall'Albero dell'Armonia: avvicinandole, prendendole separatamente, riuscì a isolare la principessa e ad avvicinarsi allo specchio che le avrebbe dato il libero accesso al mondo parallelo dove si trovavano le sirene, il suo obiettivo.

Conosceva la loro storia, così come era a conoscenza del potere grezzo della magia del Caos: catturandole avrebbe potuto conquistare il potere che le serviva e pareggiare i conti con Twilight una volta per tutte.

Una volta al suo interno, agì in maniera simile a Ponyville: confondendosi tra la popolazione, nonostante con il cambio di realtà i suoi soldati perdessero la facoltà di cambiare aspetto, raccolsero informazioni fino a scoprire di un trio di cantanti che, durante un concerto, avevano seminato parecchia confusione. Riconoscendo il marchio delle sirene, Queen Chrysalis ordinò una caccia serrata, catturandone due su tre.

L'unica mancante, tuttavia, era protetta da un bipede che i suoi sudditi lo descrivevano come “Un'Ursa con t-shirt, gilet, jeans e anfibi” che si era sbarazzato di tre Mutanti con altrettanti colpi. Inoltre, entrambi erano arrivati proprio a Ponyville.

Nonostante il fastidio di dover adattare il piano alle circostanze, la Regina dei Mutanti ordinò l'invasione pur mantenendo il potere di due delle tre sirene: una volta catturata anche la terza, sarebbe entrata nel vivo della battaglia, scatenando i suoi nuovi poteri.

Mentre si crogiolava pensando a quanto era stato fatto per arrivare a quel punto, la perfida sovrana si sorprese vedendo le proprie truppe che sciamavano in massa fuori dal castello di Twilight. Era consapevole che i pony non sarebbero caduti facilmente, ma non avrebbe mai pensato che da soli avrebbero potuto respingere un'intera legione.

Solo quando i soldati, feriti e doloranti, tornarono avanti a lei, la situazione le fu più chiara: Discord era giunto come rinforzi, in attesa dell'arrivo di Princess Celestia, Princess Luna e della Guardia Reale, inoltre alcune creature bipedi simili ad Alastor e Aria erano apparse dal nulla, combattendo come furie.

La Regina dei Mutanti comprese subito di cosa si trattava «Tsk, feccia bipede...»

L'esistenza di quel mondo parallelo non le aveva impedito di odiarlo ferocemente, una volta scoperta la sua storia. Non solo era un mondo assolutamente privo di magia, motivo per il quale lei lo avrebbe già raso al suolo per la sua inutilità, ma l'accesa ossessione degli umani per le loro libertà individuali, al punto di difendere anche le idee più assurde e impedendo in questo modo l'ovvio processo di unione come specie le suonava come un vero e proprio insulto al suo lavoro di unificazione dei Mutanti sotto un'unica bandiera.

Per questo, anche se aveva avuto modo di scoprire il nome scientifico degli umani, ancora preferiva rivolgersi a loro con il nome di bipedi.

Illuminò nuovamente il suo corno con quell'alone verde circondato da fulmini rossastri e una lama di luce inondò i soldati avanti a lei, guarendoli immediatamente da ogni ferita. Subito dopo, un flash passò attraverso le finestre del castello di Twilight.

Mentre i suoi soldati ammiravano stupiti l'ultimo prodigio della loro sovrana, Queen Chrysalis accentuò un sorriso sardonico, immaginando il significato di quell'improvvisa luce.

Stendendo una zampa, ordinò a tutte le sue forze in campo «Il nostro nemico si è spostato a Ponyville. Circondateli e catturateli. Portatemi la sirena e Discord.»

«Maestà...» obiettò una delle guardia più corazzate e vicine alla sovrana «Cosa le fa pensare che non siano scappati tutti da un'altra parte? Quella luce resta sempre un sistema di teletrasporto...»

«Discord non ha il potere per trasportare così tanti pony e bipedi molto lontano. Non quando deve farlo tenendoli tutti assieme.» spiegò allora la sovrana, mentre con la corona dello zoccolo accarezzava il rubino sul suo giogo dorato «Mentre parliamo, si stanno disperdendo come formiche per ogni vicolo, casa... non ci sarà un solo pertugio dove potrete controllare senza il rischio di cadere in una trappola.»

La guardia esitò. Si prospettava una battaglia molto difficile «Mia Signora... non è possibile un altro modo per catturarli tutti?»

«Non prima che le Principesse arrivino.» rispose lei lapidariamente, troncando ogni speranza del suo suddito «Ma non preoccuparti. La vostra Regina è qui per proteggervi.»

A quelle parole, animati da un fervore anche maggiore di quello dei pony, centinaia di migliaia di Mutanti presero il volo, riversandosi su Ponyville alla ricerca dei suoi abitanti.

Mentre lo stridio dell'intero esercito Mutante riempiva l'aria e l'ombra che prima oscurava Queen Chrysalis si spostava su Ponyville un colpo, quello di chi picchia contro una parete, arrivò alle lunghe orecchie appuntite della sovrana.

Sospirando, si voltò verso il bozzolo dietro di lei e vide, esattamente come si aspettava, Adagio Dazzle prendere a pugni la parete trasparente della sua prigione, tentando invano di romperla.

«Come ho già avuto modo di dire, queste prigioni le creo magicamente, il che significa che esistono solo due modi per uscire di lì: o lo decido io, oppure vi procurate un potere che surclassi il mio. In poche parole, otterreste maggiori risultati fischiando!»

Adagio reagì picchiando ancora sulla parete, ricambiando con uno sguardo di puro odio quello di sufficienza che la Regina dei Mutanti le riservava. Quando appoggiò la fronte alla parete, senza staccare gli occhi viola da quelli della sua aguzzina, ringhiò «Quando usciremo da qui... perché usciremo da qui... ti pentirai di ogni singolo istante in cui ci hai tenuto prigioniere!»

Queen Chrysalis reagì alla minaccia ridendo molto sarcasticamente «Ma guardatevi! Siete soltanto delle ombre, relitti di un'epoca lontana che arrancano nei secoli, nella vana speranza di poter scimmiottare quel loro passato momento di gloria. La vostra epoca è finita con l'Era degli Alicorni, che a sua volta è terminata con il risveglio degli Elementi dell'Armonia. E presto, anche questa breve Era dell'Armonia finirà... accontentatevi di essere vissute abbastanza a lungo per assistere a tutto questo!»

Detto ciò, la sovrana lasciò le due sirene, godendo sadicamente del brutto epiteto con cui Adagio la chiamò mentre si allontanava.

Quest'ultima, notando come il suo insulto non otteneva alcun effetto, scivolò lungo la parete fino a cadere in ginocchio. Una volta a terra, posò lo sguardo in basso e chiuse gli occhi.

Di fianco a lei Sonata, preoccupata per la reazione del suo “capo”, si avvicinò a lei appoggiandole una mano sulla spalla «Lo sai, pensavo: il mondo umano ed Equestria sono molto diversi, forse qui quella parola è un complimento!»

Adagio ignorò volontariamente l'ingenuità di Sonata e si mise a sedere, passandosi il dorso della mano sugli occhi inumiditi.

«Lo sai qual è la cosa che più mi da fastidio di tutto questo, Sonata?» domandò, sussurrando come se non volesse essere sentita.

Sonata si inginocchiò per avvicinare l'orecchio ad Adagio e negò con il capo.

«Che non posso fare a meno di pensare che, se siamo qui, è anche colpa mia.»

Sentite quelle parole, Sonata aprì le mani «Il tuo piano prevedeva essere catturate dalla Regina dei Mutanti e venire usate per creare una connessione con la magia del Caos che noi non abbiamo più? Non me lo ricordavo...»

Questa volta fu Adagio a negare con il capo «No, certo che no... non so come lei faccia ad usare quella scheggia del nostro potere, a dire il vero... ma se non vi avessi coinvolte quando ho cercato di riprendere i nostri poteri in quella scuola, se vi avessi risparmiato il mio piano... a quest'ora non saremmo qui! Avremmo i nostri poteri, per quanto scarsi fossero, e avremmo continuato a vivere come sempre...»

Sonata rispose rivolgendo ad Adagio un sorriso che da solo avrebbe potuto sciogliere il burro «Oh, non essere così dura con te stessa. Certo, la situazione in cui siamo è pessima, ma sei l'unica che ti incolpa di qualcosa.»

Adagio guardò la compagna senza parlare. Questa volta era Sonata quella che doveva spiegare.

«Non abbiamo più poteri e adesso non possiamo scappare. E Aria sta rischiando grosso anche lei... ma questo non vuol dire che la colpa è del tuo piano, le cose brutte capitano! Che si sia sirene, umani, o addirittura alicorni! Sono sicura che nemmeno Aria ti serba del rancore per com'è andato a finire il tuo piano... anzi, se potessimo tornare indietro nel tempo, ti seguiremmo comunque!»

«Davvero?» fu l'unica domanda che Adagio riuscì a fare

«Ehi, forse non capisco i dettagli dei tuoi piani... va bene, diciamo che volte non li capisco proprio... ma sei tu la mente del nostro gruppo! Diciamoci la verità, anche se Aria non lo ammetterebbe mai a voce alta, né io né lei seguiremmo mai un piano che non sia il tuo Adagio!»

Commossa da quelle fedeltà, Adagio abbracciò Sonata, ringraziandola. Sonata, capendo come si sentiva l'amica, ricambiò il gesto commentando «Non serve ringraziare: a che cosa serve, se no, essere amiche come noi?»

A volte un abbraccio è quello che ci vuole per scacciare una brutta sensazione.


La battaglia lungo le strade di Ponyville proseguì in maniera caotica: se i Mutanti avevano il vantaggio numerico, la popolazione si dimostrò ben poco propensa ad arrendersi facilmente e, con una serie di attacchi mordi- e- fuggi seminava la confusione nell'esercito Mutante, apparendo da dentro un pozzo, o da un angolo buio, travolgendo la squadra avanti a loro con oggetti come casse piene di materiali pesanti, bombole del gas o tubi di piombo, prima di sparire nuovamente prima che altri nemici arrivassero per contrastare l'effetto sorpresa.

Non sempre questi attacchi andavano a buon fine: nonostante avessero scambiato il poco spazio a disposizione nel castello di Twilight in favore di una zona ben più ampia in cui dividere e contrastare le forze nemiche, per i loro attacchi lampo serviva comunque una precisione cronometrica e un solo secondo di ritardo voleva dire ad altre decine di Mutanti che piombavano su di loro come pioggia, pronti a catturarli, rinchiuderli in bozzoli verdi per poi abbandonarli sul posto e muoversi alla ricerca di altre prede.

Discord e Twilight facevano come meglio potevano per aiutare i cittadini: la principessa gridava ordini all'impazzata, mentre scagliava potenti magie contro i bozzoli per aprirli e volava all'impazzata per stare dietro alle squadre nemiche. Il Draconequus, invece, affrontava svariate centinaia di Mutanti per volta: la sua magia era indiscutibilmente più potente di tutti loro messi assieme, ma i rinforzi al castello, la battaglia di prima, il teletrasporto di tutta la cittadinanza e l'orda inesauribile cominciavano a consumargli le energie e spesso qualche incantesimo Mutante arrivava a bruciargli il manto. La Regina aveva richiesto espressamente la sua cattura e i sudditi erano ansiosi di accontentarla.

Il sudore cominciava ad imperlare lo spirito del Caos e il fiatone lo teneva piegato in due, quando un attacco combinato lo fece distrarre perché potesse essere colpito alle spalle, cadendo a terra. Fece appena in tempo a voltarsi, che uno stormo di Mutanti lo fissava con sguardo da predatore, pronti a catturare la preda.

In volo, fecero per cadere in picchiata contro di lui, quando uno sparo echeggiò nell'aria e la prima squadra cadde lontano. I Mutanti a terra, poi, vennero travolti da una macchia bordeaux che sbraitava oscenità, un colosso con la bava alla bocca e un pazzo che, armato di un lungo tubo di piombo, seminava il panico ridendo divertito.

Susy, Bulldog, Bobo ed El Bastardo combattevano come furie in mezzo alla piazza, dando man forte alla creatura magica.

«Come capiamo se sono buoni o cattivi?» domandò Susy, mentre con il fucile scacciava altri nemici che tentavano di catturarla, riferendosi alla loro possibilità di cambiare aspetto

«Se stanno cercando di catturarti, sono i cattivi!» rispose El Bastardo, mentre picchiava con la punta del tubo il ventre di un Mutante, facendogli rigettare la colazione.


Poco lontano, Alastor mise fuori gioco con una testata un Mutante, mentre Aria esclamava «Siamo destinati a soccombere, se le forze delle principesse non arrivano presto! E se anche fosse, Queen Chrystalis possiede la magia di noi sirene! Il Cielo sa cosa può fare, adesso!»

Alastor alzò lo sguardo. Da dove si trovavano, poteva vedere dove si trovasse Queen Chrysalis, riconoscendola grazie al carro su cui restava seduta con dietro i bozzoli delle altre Dazzling. Dopo un secondo di riflessione, si voltò verso Aria senza dire una parola.

«Che c'è?» chiese la sirena

«Qualunque cosa succeda... tu resta qui.»

Detto questo, l'umano strinse ancora più forte la mazza edile e cominciò a correre, lasciando Aria sola.

La ragazza aprì la bocca per chiamarlo, ma uno strano formicolio alla mano la fermò. Spostando lo sguardo, vide come delle sottili crepe si stessero aprendo sulla sua pelle, riflettendo ognuna una tenue luce rossastra. Contemporaneamente, un alone dello stesso colore coprì i suoi occhi.

Un sorriso feroce piegò le labbra della sirena, mentre constatava cosa le stava succedendo.

«Si torna in scena...»


Alastor impiegò poco tempo per arrivare davanti a Queen Chrysalis: priva di qualunque difesa, non fu nemmeno difficile avvicinarsi e la stessa Regina stava avvicinando il carro al paese, come per assistere meglio alla battaglia.

Quando i loro occhi si incrociarono, lei fermò la sua avanzata e chiese semplicemente «Vuoi dirmi qualcosa?»

Alastor strinse la presa sulla mazza, puntandola contro la Regina ed esclamò minaccioso «Lascia andare le altre sirene, o io...»

«Tu?» ripeté Queen Chrysalis, ridendo divertita «Tu e quale esercito?»

I due sfidanti erano soli, tranne che per le sirene che guardavano la scena da dietro il bozzolo. La regina dei Mutanti scese dal carro con un piccolo salto e si parò avanti all'umano. Le loro altezze erano quasi uguali, ma se Alastor era sicuramente più muscoloso, Queen Chrysalis aveva l'enorme vantaggio del suo potere.

Senza dire una parola, Alastor attaccò, sollevando la mazza sopra la sua testa prima di farla picchiare contro la regina, mirando alla testa. Ma lei, con un leggero sorriso, alzò semplicemente una barriera che frantumò la mazza come se fosse stata un grissino.

Osservando il moncherino della sua arma rimasto tra le mani, Alastor imprecò a denti stretti prima di gettarlo altrove. Sarebbe stato ancora più difficile di quanto avesse immaginato.

Vedendo però come il suo avversario non esitava e non mostrava alcun segno di rinuncia, Queen Chrysalis osservò «Io sono Queen Chrysalis. Sono la Regina dei Mutanti, solo questo dovrebbe darti un'idea di quanto io sia pericolosa. E con la magia delle sirene sotto il mio controllo, adesso sono anche tra le creature più potenti che tu possa incontrare qui ad Equestria. Mentre tu... tu sei solo un uomo a cui prudono le mani. Sei sicuro di quello che vuoi?»

Alastor si limitò a gettare il gilet da parte, restando così con la sua t shirt bianca, e portò i pugni all'altezza del volto «Fai poco il gradasso! Posso ancora farti ingoiare i denti e quella stupida collana. E lo farò, se non lascerai le amiche di Aria!»

Queen Chrysalis sorrise alla spavalderia dell'umano. I suoi occhi vennero illuminati di un minaccioso alone rossastro, mentre osservava con scherno «Oh, devi amarla proprio.»


Lungo le strade e i palazzi di Ponyville si consumava una scena di una violenza così totale che sembrava di essere tornati negli anni precedenti il massacro del Draconequus. Poche decine di Pony fronteggiavano le migliaia di schiere Mutanti, zigzagando tra i gruppi di nemici seminando il panico e la confusione.

Improvvisamente, una serie di lampi attirò l'attenzione di chi combatteva più in periferia, lontano dal centro. Lungo tutto il perimetro di Ponyville, sulla cima delle colline, migliaia di figure a quattro zampe, alate e a piedi, uscirono allo scoperto.

I rinforzi di Canterlot erano finalmente arrivati.

Sussurrando un ordine, le Guardie Reali caricarono il nemico. Pegasi ed unicorni scattarono e piroettarono sul campo di battaglia, gridando la loro determinazione e mantenendo le lance puntate in avanti. Le loro urla e il clangore delle armature attutì il sibilo dello sciame Mutante e i loro insulti, quando le due fazioni si scontrarono.

I pegasi colpirono la linea Mutante come fulmini bianchi e dorati, travolgendoli con la loro velocità e facendo perdere facilmente loro l'equilibrio prima di mandarli a terra, alla mercé degli unicorni.

I comandanti combattevano con tutte le loro forze, fedeli ad Equestria così come i Mutanti erano fedeli alla loro Regina. La loro lotta era uno spettacolo glorioso, benché i nemici li superassero di dieci ad uno. Qua e là, infatti, alcune guardie non ce la fecero e caddero sotto gli incantesimi e gli assalti dello sciame Mutante.

Preziose unità vennero perse e per un attimo sembrava che la Guardia Reale non sarebbe stata sufficiente.

Fu allora che scattò la trappola.

I pegastrelli, la guardia personale di Princess Luna, balzò fuori dalle ombre dei palazzi di Ponyville e da dietro le schiere nemiche, saettando tra i Mutanti e travolgendoli con una ferocia quasi innaturale. Rumori di ossa rotte e di urla presto riempirono l'aria e i plotoni che avevano accolto la prima ondata dei rinforzi di Canterlot vennero spazzati via.

Le Guardie Reali e le Guardie Notturne si radunarono, unendosi a Princess Twilight, Discord e gli ultimi difensori rimasti ancora per combattere, mentre altre migliaia di Mutanti uscivano ancora allo scoperto, pronti a continuare la battaglia.

Un sorriso freddo piegò le labbra dei comandanti, mentre una nuova luce, come se il sole stesso fosse sceso per assistere più da vicino a quella guerra apocalittica, avvolgeva il campo.

Da sopra i soldati riuniti scesero due figure uniche: due pony molto più slanciati del normale, una più grande dell'altra, dotate di lunghi corni, criniera e coda ondeggianti e un paio di grandi ali.

Princess Celestia e Princess Luna.

Le principesse stesse erano scese sul campo per difendere Ponyville.

Ora, pensò Twilight Sparkle, i Mutanti avrebbero assaggiato la vera potenza di Equestria.

1Vedi fumetto IDW “Il Ritorno di Queen Chrysalis” #1 - 4

2Vedi “Fiendship Is Magic” #5

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: Jakrat