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Autore: Lizhp    28/12/2015    3 recensioni
OS SCRITTA INSIEME A Marauder_
Dal testo:
"-No, perché?- commentò sarcasticamente Andy -Possiamo sempre far allargare il letto-.
-Oppure puoi dormire tu nella cuccia di Melachi- rispose accigliato Mika. -Non ti preoccupare, ti vengo a dare la carezza della buonanotte la sera-"
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buoooonasera :D 

Questa OS è stata scritta insieme a Marauder_: ieri sera abbiamo scoperto la magia di Drive e il poter modificare lo stesso documento da due computer diversi in tempo reale. Così ci siamo dette "iniziamo a scrivere qualcosa su Mika e Andy e scriviamo una frase a testa, vediamo cosa esce".

Questo è il risultato ;) 

Buona lettura :D

 

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Quella mattina stava dando il via ad una giornata particolarmente piacevole per Mika ed Andy, e non solo perché per una volta, incredibilmente, a Londra stava splendendo il sole.

Con una strana energia in corpo, che solitamente a quell’ora della mattina non gli apparteneva, il biondo balzò fuori dalle coperte, lanciando subito uno sguardo entusiasta alla figura slanciata, e ancora addormentata, del suo compagno.

Rifletté per un secondo sul da farsi: si chiese quanto si sarebbe potuto arrabbiare Mika se avesse deciso di svegliarlo saltandogli allegramente addosso; alla fine, optò per qualche bacio sulla sua guancia, che era nascosta sotto ad una cascata di riccioli castani.

Inizialmente, al dolce risveglio che aveva deciso di regalargli, non corrispose nessuna reazione. Poi Mika voltò il viso verso destra, quasi come a voler nascondere la guancia dalle labbra del ragazzo, borbottando un lamentoso -Vai via-, infilando poi la testa sotto il cuscino.

Andy alzò gli occhi al cielo, immaginando quanto sarebbe stato più divertente svegliarlo nel primo modo a cui aveva pensato. -Mika.. Mika dai, alzati- iniziò quindi a sussurrare, mentre con una mano raggiungeva la sua schiena, per accarezzarla dolcemente.

Tuttavia il biondo non aveva considerato che, proprio perché Mika era molto stanco e aveva dormito meno ore rispetto a quelle a cui era abituato, quelle carezze sulla schiena e quei flebili sussurri avevano solo contribuito a rendere il suo sonno ancora più profondo.

Andy decise, infine, di assecondare il suo desiderio di divertirsi un po’. Si avvicinò quindi con dolcezza all’orecchio del compagno, prese fiato e esaltando ancora di più il suo tono di voce già profondo, esclamò: -MIKA! Il tuo concerto inizia tra cinque minuti, DEVI SALIRE SUL PALCO!-

Il riccio balzò praticamente in piedi, guardandosi intorno con occhi spaesati. Quando si rese conto del brutto scherzo che gli aveva giocato la sua metà, sbraitò: -MA SEI SCEMO?-

Mika non era sicuro che Andy avesse sentito il suo urlo, dato che il ragazzo sembrava fin troppo occupato a soffocare le sue risate con la faccia immersa nel cuscino; ripensando allo scatto che aveva fatto il compagno, rimanendo in piedi accanto al letto con solo i boxer addosso, il biondo non trovava la forza di placare quella sua risata incontenibile.

Notando che Andy sembrava ignorare la sua frustrazione, Mika non potè fare a meno di mettere il broncio: si risedette sul letto a gambe incrociate, guardando ovunque tranne che verso il compagno.

Il biondo, una volta riuscito a fermare le sue risa, si avvicinò di nuovo al cantante: -Hei, dai, non fare così! Ma lo sai che giorno è oggi? Non potevo lasciarti lì a dormire!-

Mika però, non si degnò di reagire alle parole del compagno che, in risposta, si avvicinò pericolosamente al suo collo. Del tutto inaspettatamente, il riccio si voltò e lo baciò, spingendolo lentamente contro il materasso. Proprio quando stava per adagiarsi completamente sopra ad Andy, che nel frattempo iniziava a perdere il controllo, Mika si alzò di nuovo dal letto e, sorridente, esclamò: -Hai ragione, non si può stare a letto proprio oggi!-

Il greco, notando che finalmente Mika si era svegliato del tutto e si era ricordato di quella data, gli sorrise, esaltato come un bambino la mattina di Natale, e si alzò anche lui dal letto. Lanciò al riccio un paio di pantaloncini e una semplice maglietta bianca, invitandolo a vestirsi e facendo anche lui lo stesso; poi gli afferrò la mano e lo trascinò giù per le scale, fino alla cucina, dove iniziò subito a preparare il caffè.

-Allora.. hai già deciso come chiamarlo?- domandò Andy.

-Ho qualche idea: se è femmina mi piacerebbe scegliere ancora un nome arabo- spiegò Mika. Quel giorno infatti, era la data in cui i due ragazzi avevano deciso di andare a scegliere un nuovo compagno per il loro già numerosissimo clan: un nuovo cagnolino sarebbe presto entrato a far parte della famiglia.

Una delle sorelle di Melachi aveva appena avuto una cucciolata e i padroni, con i quali Mika e Andy si erano tenuti in contatto, li avevano chiamati per chiedere loro se fossero interessati a qualcuno che avrebbe potuto far compagnia alla golden. I due ragazzi non avevano impiegato molto tempo a decidere di accettare e, trascorsi i due mesi dalla nascita dei cuccioli, ora potevano andare finalmente a vederli.

Il greco stava per cercare di scoprire qualcosa di più sui nomi a cui Mika aveva pensato, curioso di sapere cosa si fosse inventato quella volta, ma proprio in quel momento Melachi riemerse dalla sua cuccia, dando il buongiorno ad entrambi con una bella scodinzolata e un’implicita richiesta di cibo.

-Allora Mel, sei pronta?- chiese eccitato Mika, accarezzando la sua amica, mentre Andy provvedeva a riempire la sua ciotola.

-Sono curioso di vedere chi sarà il più emozionato tra voi due, quando arriveremo lì- commentò il biondo. Il libanese però, non aveva nemmeno ascoltato le parole del suo compagno, tanto si era perso a bisbigliare alla sua cagnolina quanto non vedesse l’ora di uscire da là.

Andy sorrise, scuotendo la testa: in quel momento, Mika sembrava essere tornato davvero bambino e il greco non riuscì a resistere all’impulso di chinarsi, prendere il suo mento tra le mani per catturare il suo sguardo e lasciargli un delicato e lungo bacio sulle labbra. Era incredibile come il volto del compagno trasmettesse tutta la felicità che stava provando in quel momento e Andy desiderava soltanto poter sentire quel sorriso radioso sulle sue labbra.

Non potevano far tardi, e il biondo era convinto che anche Mika per quella mattina avrebbe lasciato da parte il suo ritardo minimo di quindici minuti. Poco dopo infatti, il libanese aveva già finito di bere il suo caffè e aveva spiccato una buffa corsa su per le scale: ad una velocità da record aveva provveduto a lavarsi i denti e poi a vestirsi, attendendo impazientemente che anche il compagno finisse di prepararsi.

Quando entrambi si ritrovarono pronti all’ingresso, misero il collare a Melachi: Mika si diresse immediatamente alla macchina, lasciando a Andy il compito di chiudere casa, cosa di cui lui si era scordato. Il biondo scosse la testa, sorridendo lievemente mentre infilava la chiave nella serratura: era ben consapevole che, per qualche giorno, avrebbe dovuto occuparsi lui anche delle più semplice cose che di solito faceva Mika, dato che il ragazzo non avrebbe fatto altro che dedicare ogni suo pensiero al nuovo cucciolo.

Quando tutti e tre furono pronti per partire, Andy accese il motore e la radio, e prese la direzione segnalata da suo navigatore.

Mika non smise di parlare nemmeno per un secondo durante il viaggio, sommergendo Andy e Melachi di idee sul nome per il nuovo cucciolo, sulla disposizione della cuccia in casa, sul colore de collare e su mille altre cose che stavano divertendo il biondo da morire.

In un attimo, erano già arrivati all’indirizzo che era stato loro comunicato; dopo aver parcheggiato, Andy si chiese se fosse davvero Mel quella ad aver bisogno di un guinzaglio.

-Via!- esclamò infatti Mika, scendendo dalla macchina prima che Andy avesse il tempo di inserire il freno a mano. Due secondi dopo anche la portiera posteriore fu aperta e Melachi scese dal sedile, seguendo il più grande dei suoi padroni.

Notando che non c’era alcuna possibilità di rallentare tanto l’entusiasmo quanto la camminata di Mika, Andy chiuse la macchina e si affrettò a seguirli.

-Per fortuna che tu tra i due eri quello che stamattina non voleva alzarsi- gli fece notare il biondo quando finalmente il compagno si fermò accanto al cancello che circondava la casa. Tuttavia, ancora una volta, Mika parve non sentire nemmeno una parola di quelle pronunciate dal compagno.

-Andy, guardali!- il biondo seguì quindi il dito di Mika, volgendo lo sguardo ai cuccioli che stavano giocando nell’erba.

Mantenendo sempre quel suo entusiasmo da bambino, il riccio premette con forza il dito sul campanello posto accanto all’entrata. -Fai piano, che se lo rompi non fai bella figura!- commentò ridacchiando Andy.

Pochi istanti dopo, una giovane donna bionda si presentò alla porta, invitando i due ragazzi ad entrare: -Ciao Mika! Andreas, come state? E tu Melachi, ti vedo in forma!- iniziò, accucciandosi per dare il benvenuto più caloroso alla tenera golden.

Dopo qualche chiacchiera di cortesia, la donna li invitò a seguirla, fino a raggiungere l’uscita che dava sul suo cortile, nel quale, come Mika aveva già notato, correvano quattro piccoli cagnolini scodinzolanti.

Curiosi di scoprire a chi appartenessero quei nuovi odori, i cuccioli trotterellarono tutti verso Melachi, tutti meno uno, che sembrava invece essere particolarmente attratto dal profumo di Mika.

Il ragazzo, catturato dalle attenzioni che quel piccolo gli stava rivolgendo, si inginocchiò, accarezzandogli la testa e sorridendogli.

-Ciao- gli sussurrò, permettendogli di leccargli la mano.

Anche Andy, attirato dal comportamento diverso che il cucciolo stava riservando al suo compagno, si inginocchiò per guardarlo più da vicino, restando però in disparte e lasciando che il cagnolino continuasse ad annusare l’odore che più l’aveva colpito.

-E’ femmina- li informò la donna, notando come l’attenzione di entrambi fosse stata immediatamente rapita dalla cagnolina con il colore del pelo più chiaro tra tutti.

Quando si accorse che qualcun altro si era avvicinato ai suoi due padroni, Melachi corse immediatamente verso di loro, iniziando a studiare la piccola golden che stava ancora sfregando il musetto contro la mano di Mika.

-Le piaci- commentò dolcemente Andy, senza però, naturalmente, ricevere alcuna risposta: il riccio sembrava quasi ipnotizzato dal contatto con quel cucciolo. -E lei piace a te- aggiunse quindi, il biondo.

-E’ vero- rispose dopo qualche istante Mika, che aveva iniziato a giocare con l’animale, facendogli penzolare davanti la manica della sua giacca.

-Hei Mika- esclamò improvvisamente Andy, richiamando la sua attenzione. -Guarda che cosa ho portato.. Ho pensato che ti sarebbe potuta servire- spiegò, frugando nella tasca dei suoi pantaloni e estraendone una pallina giallo fosforescente, che fece brillare gli occhi di tutti i cinque cani li presenti, e naturalmente anche quelli di Mika.

Il riccio la prese immediatamente dalla mano di Andy, per poi alzarsi in piedi; sentiva cinque paia di occhi puntati su di lui. Caricò il braccio e lanciò la pallina: le lunghe zampe di Melachi le permisero di raggiungere per prima la pallina e riportarla prontamente al suo padrone.

-Bravissima, Mel- le disse Mika, riprendendo il giocattolo -Adesso però rimani qui-

Andy fece cenno alla golden di raggiungerlo e la fece sedere accanto a lui, mentre Mika si apprestava a lanciare nuovamente la pallina, questa volta in direzione dei cuccioli.

I quattro cagnolini iniziarono a rincorrere la palla e, a differenza di Melachi, non la presero subito tra i denti ma si fermarono ad annusarla, per capire di cosa si trattasse.

Dopo qualche minuto, Mika si accorse che i partecipanti a quel gioco erano diventati tre: la cagnolina che prima era stata tanto attratta dal profumo del libanese, aveva deciso di ignorare l’ultimo lancio che Mika aveva effettuato. Si era fermata ad osservare l’altissimo uomo, che in quel momento la stava fissando dolcemente, con sguardo praticamente innamorato.

-Andy!- esclamò improvvisamente; -Mi piace lei, ne sono sicuro. La prendiamo, che ne dici?-

Il biondo lo fissò sorridendo, e annuì verso la proprietaria, facendole capire che era d’accordo con la decisione del compagno.

-Non credo che lei abbia nulla in contrario- commentò la donna, facendo cenno a Mika di prendere pure la cagnolina.

Il riccio si inginocchiò di nuovo, avvicinandosi a lei e sollevandola da terra, permettendole così di leccargli un orecchio.

Mika rise e Andy si avvicinò a lui per lasciare un paio di carezze a quella che ora, a tutti gli effetti, era diventata il nuovo membro del clan.

-Grazie mille- dissero i due ragazzi e, con un ultimo sorriso alla proprietaria, fecero cenno a Melachi di seguirli e si avviarono nuovamente verso la macchina.

Mentre Andy faceva montare il cane più grande di nuovo sul sedile posteriore, Mika si era sistemato davanti, assicurandosi di tenere ben stretta la nuova amica.

Una volta partiti, il greco fece la domanda che più lo assillava da ormai qualche minuto: -Allora, come la vuoi chiamare?-

Mika rimase silenzioso per qualche istante, ma Andy sapeva che questa volta lo aveva ascoltato, e stava semplicemente riflettendo.

-Amira- disse improvvisamente.

-Cosa?-

-Amira.. Significa principessa in arabo- spiegò il riccio, notando lo sguardo dubbioso del compagno.

-Beh, se Melachi è la regina, mi sembra un nome adeguato. A te piace, Amira?- domandò, lasciando una rapida carezza alla nuova arrivata che, in tutta risposta, abbaiò allegramente.

Andy aveva appositamente lasciato scegliere il nome a Mika: era sicuro che il ragazzo avrebbe trovato qualcosa di originale, che a lui non sarebbe mai potuto venire in mente, e infatti così era accaduto.

-Direi che le piace- constatò il biondo, tornando poi a concentrarsi sulla strada.

Mika aveva trascorso quasi tutto il viaggio ad osservare Amira, ancora appoggiata sulle sue gambe, e quando alzò gli occhi e li puntò sulla strada, notò che Andy non li stava riportando a casa, ma stava imboccando una via che li avrebbe allontanati dalla città.

-Dove andiamo?- chiese quindi, curioso di sapere cosa balenasse nella mente del compagno.

-Vedrai- rispose solamente il ragazzo, esibendosi in uno strano sorriso che contribuì a rendere la situazione ancora più misteriosa per Mika.

Una ventina di minuti dopo, Andy parcheggiò la macchina a lato di una stradina sterrata e la spense, facendo cenno al compagno di scendere dall’auto.

Mika si guardò intorno e ciò che vide lo lasciò senza parole: erano circondati da colline, macchiate di fiori di colore giallo. Il tutto, immerso nell’azzurro del cielo, che quel giorno sembrava non voler permettere ad alcuna nuvola di rovinare il paesaggio.

-Grazie- sussurrò il riccio, dopo essersi guardato attorno. Assicuratosi che nessuno li avrebbe potuti vedere, si avvicinò ad Andy e gli lasciò un lungo bacio sulle labbra. Nel frattempo, lentamente, fece scivolare una mano lungo il torace di Andy, fino ad avvicinarsi alla tasca dei suoi pantaloni, per estrarne infine la piccola pallina gialla di prima.

Improvvisamente, Mika si staccò dal compagno e ricominciò a giocare con le sue due cagnoline, mentre Andy, dopo aver di nuovo sollevato gli occhi al cielo, si era seduto a terra per godersi la scena.

Dopo qualche minuto di corse sfrenate, Mika, ma soprattutto Amira, sembravano iniziare a stancarsi, tanto che il riccio raggiunse il compagno per stendersi accanto a lui a riprendere fiato. Nel frattempo, i due animali avevano deciso di dedicarsi ad osservare quei colorati fiorellini gialli.

-Sei fuori allenamento?- domandò Andy, che si era appoggiato su un fianco per avvicinarsi di più a Mika.

-Già, sono troppo vecchio per un altro cucciolo-

-Che peccato- commentò il biondo, in realtà felice di avere l’attenzione di Mika almeno per qualche minuto, finché non avesse ripreso fiato. -Per me non sei troppo vecchio però- aggiunse poi Andy, osservandolo.

A quelle parole, Mika girò il volto verso di lui, catturando i suoi occhi azzurri e curvando le labbra in un sorriso; poi, improvvisamente, fece uno scatto verso di lui, atterrandolo con la schiena sull’erba e facendo sì che i loro nasi si sfiorassero.

-Tu dici?- sussurrò, senza abbandonare nemmeno per un secondo quelle iridi chiare che ormai erano completamente rapite dal suo sguardo.

-Assolutamente sì- confermò Andy, portando una mano tra i capelli ricci del compagno e avvicinando di più le labbra alle sue.

Mika si fermò ancora per qualche secondo a godersi il volto della sua metà immerso in quella lunga distesa verde e gialla, un paesaggio che si adattava perfettamente al clima di serenità e tranquillità che si respirava tra loro in quel momento.

Poi, non potendo resistere oltre, azzerò la breve distanza che ancora lo separava da quelle labbra morbide e si lasciò completamente andare.

Nel momento stesso in cui chiuse gli occhi, la collina intorno a loro sembrò sparire persino dalla sua mente; come spesso accadeva, il bacio di Andy e le sue mani che gli accarezzavano prima il viso, poi i capelli e poi la schiena, gli fecero scordare qualsiasi altra cosa, eccetto loro due.

Il primo a doversi allontanare per riprendere fiato fu Andy, che avvolse il volto di Mika tra le mani e lo spinse delicatamente indietro.

-Sei tu quello ad essere fuori allenamento, qui- lo punzecchiò quindi il libanese, con un sorriso che andò ad illuminargli il viso.

-Ah, davvero?- domandò con sguardo furbo Andy, prima di gettarsi nuovamente sulle labbra di Mika, lasciandolo a sua volta senza fiato.

Improvvisamente, un esserino peloso fece capolino tra le teste dei due ragazzi, interrompendo ogni loro contatto.

-Amira è già gelosa- commentò il biondo, senza ricevere però alcuna risposta: Mika era di nuovo ipnotizzato dalla sua nuova amica. -E anche io- aggiunse quindi, sottovoce, iniziando ad accarezzare Melachi, che si era di nuovo avvicinata.

-Hei Mika, scusa se vi interrompo.. Ma io inizio ad avere fame. Torniamo a casa?- chiese dopo qualche minuto Andy, il cui stomaco aveva iniziato a brontolare rumorosamente.

Dopo l’assenso del riccio, i quattro si avviarono di nuovo verso la macchina.

Questa volta, Andy guidò sul serio fino a casa.

-Cucino io!- si offrì volentieri Mika, volendo in parte fare qualcosa per ricambiare la piacevole mattinata che Andy gli aveva fatto trascorrere grazie alla sua idea di portarli tutti in mezzo alla campagna.

Il biondo accettò la proposta immediatamente, sedendosi su uno degli alti sgabelli che circondavano il tavolo della cucina e osservando il compagno all’opera: in alcuni casi, Mika era in grado di stupirlo, preparando dei piatti degni delle sue origini libanesi. In altri casi, invece, era meglio tenere d’occhio tutti i movimenti che il cantante compiva ai fornelli, per evitare di trovarsi nel piatto qualche esperimento mal riuscito.

Quel giorno Andy notò con piacere che il compagno sembrava sapere il fatto suo; tuttavia, dopo averlo osservato per qualche minuto, non poté fare a meno di lasciarsi andare ad una risata spontanea.

Mika aveva percorso almeno cinque volte la strada che separava il frigo dai fornelli, per recuperare qualcosa che si era dimenticato, e Amira lo seguiva insistentemente, spostandosi insieme a lui e sedendosi ai suoi piedi quando si fermava. Melachi, gelosa di tutte le attenzioni che la nuova arrivata dedicava al suo padroncino, aveva deciso di seguire Amira: il risultato fu che ogni volta che Mika faceva un passo, due cani si spostavano automaticamente insieme a lui.

-Questo potrebbe ben creare qualche problema, in futuro- fu costretto ad ammettere Mika, osservando le due cagnoline dopo che la risata del compagno lo aveva spinto a voltarsi.

-No, perché?- commentò sarcasticamente Andy -Possiamo sempre far allargare il letto-.

-Oppure puoi dormire tu nella cuccia di Melachi- rispose accigliato Mika. -Non ti preoccupare, ti vengo a dare la carezza della buonanotte la sera-

-Ti mancherei- tentò il biondo, imbronciato.

-Ah, ne sei davvero così sicuro?-

In risposta, Andy si sollevò dallo sgabello e si avvicinò pericolosamente a Mika, fino a sfiorare le sue labbra con le proprie. Quando vide che il riccio stava per chiudere gli occhi e portare a termine quel bacio, il greco si allontanò rapidamente, commentando : -Sì, ne sono decisamente sicuro-.

-E va bene, niente cuccia di Melachi, hai vinto- si arrese quindi Mika, che si concentrò di nuovo sui suoi fornelli.

Dopo che tutti e quattro si furono saziati, il cantante si avviò verso il bagno, per lavarsi i denti. Naturalmente, assieme a lui si alzarono anche Amira e Mel, che lo seguirono trotterellando attraverso i corridoi, accompagnate dalla sonora risata di Andy.

-Hem.. Verresti ad aiutarmi?- chiese Mika, a metà tra il divertito e il disperato.

-Ah, nel letto sì ma nel bagno no?- infierì di nuovo Andy, prima di decidere di alzarsi e andare in soccorso del compagno.

-Piantala! Potrei anche decidere di trasformare il nostro letto in uno ad una piazza sola, se insisti ancora con questa storia- rispose a tono Mika, che aveva allargato le braccia per impedire alle due cagnoline di varcare la soglia del suo bagno.

Senza mai smettere di ridere, Andy raggiunse il riccio, apparendo nel corridoio con in mano un paio di invitanti biscotti per cani, permettendo così a Mika di chiudersi in bagno mentre Mel e Amira erano distratte dal profumo che il biondo aveva portato.

Andy prese un biscotto e lo mise proprio di fronte al musetto di Amira: in fondo, doveva pur fare qualcosa per evitare che la nuova cagnolina riempisse di attenzioni solamente il suo compagno.

-Cosa fai, tenti di comprare il suo affetto?- la voce di Mika, di ritorno dal bagno, distrasse Andy dalle due golden e dai biscotti.

Il ragazzo si era anche cambiato, indossando abiti più comodi: un paio di pantaloni della tuta e una maglietta bianca, probabilmente la causa dell’ammasso di capelli disordinati che ora gli contornava il volto.

Il greco lo fissò per qualche secondo, incapace di distogliere gli occhi dal suo viso.

-E il tuo di affetto come lo compro?- gli chiese infine, spiazzando completamente Mika, che si sarebbe aspettato una risposta a tono.

Questa volta fu Mika ad avvicinarsi a lui, appoggiando una mano sul suo petto e portando il volto vicinissimo al suo, facendolo arretrare fino a raggiungere il divano.

-Non ne hai bisogno- sussurrò solo, prima di unire di nuovo le labbra a quelle del compagno.

   
 
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