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Autore: Nocturnia    29/12/2015    3 recensioni
Il corpo è sempre lì, al suo posto, che oscilla.
Una sedia rovesciata, un letto disfatto, una lettera lasciata a metà.
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loop (29 dicembre 2015)
Disclaimer:questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto e i personaggi qui rappresentati sono invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.



"I am the shadow on the moon at night

filling your dreams to the brim with fright."
- Marilyn Manson -




Loop



Il corpo è sempre lì, al suo posto, che oscilla.
Una sedia rovesciata, un letto disfatto, una lettera lasciata a metà.
Judy si sveglia, annota ogni particolare, torna a dormire. (e tutto ricomincia)
Alla mattina non c'è più niente; né carta né parola che possano confermare il suo incubo.
Fissa la zucca che Kirk le ha regalato per Halloween, un faccione arancione all'apparenza innocuo, ma che nella penombra della stanza assume sfumature grottesche.
Non puoi farmi del male pensa Sei solo nella mia testa.
La zucca sorride, sorniona.
Judy sospira, si porta l'indice sotto l'occhio e tira, notando una nuova ruga.
Beve l'ultimo sorso della sua tisana, camomilla e melissa, sobbalzando quando un tuono percuote il cielo.
La zucca di Kirk la fissa, silenziosa - impassibile.
Il cervello di Judy continua a fare click click click.


Il corpo è ancora lì, immutato.
Nella stanza c'è un nuovo odore adesso, quasi floreale.
Judy nota che il corpo ha piedi piccoli, unghie laccate di rosso - sbeccato sull'alluce.
La sedia è ancora rovesciata, il letto disfatto.
Sulla scrivania c'è sempre quella lettera lasciata a metà, la penna stilografica in bilico sul bordo, l'inchiostro sbavato.

E una mela candita. Adesso c'è anche una mela candita mezza mangiata.

Judy deglutisce, cerca di controllare la paura che prova (no, il terrore che prova, liquido e rovente come piombo fuso)
Qualcosa le sfiora la spalla e Judy si gira di scatto, incontrando occhi che non ha mai visto – rossastri e deliziati.
"Hai scritto la tua lettera, Judy?"
Apre la bocca, la richiude; percepisce l'intestino muoversi, gli sfinteri farsi deboli. .
"Io... No, io non ho..."
Uno scintillio nell'oscurità, una pupilla che si stringe, l'altra che si dilata.
"Peccato." rispondono quegli occhi, e si avvicinano alla zucca di Kirk "Un vero peccato."
Judy stringe i denti, si morde la lingua.
"È solo un sogno." mormora, e un profilo pallido si volta a guardarla "Tu..."
"Non esisto?" la sbeffeggia l'ombra "Forse. O forse no. Ti va di scoprirlo, Judy?"

La corda si tende, la sedia cade.

No.

La trachea comincia a comprimersi, il dolore alla testa si fa sordo, pulsante.

Non è possibile.

L'ombra sorride, poco più che un taglio bianco nell'oscurità della sua mente.

Ti va di scoprirlo, Judy?

Judy cade, inerte.
Il corpo dondola nel vuoto, silenzioso - molle, come una bambola di stracci.
Sul tavolo una lettera lasciata a metà (quella per l'università) a terra una sedia rovesciata (quella che ha usato per uccidersi)
Il letto è disfatto, la mela candita mostra i primi segni di ossidazione.
L'ombra inclina il capo di lato, un movimento curioso - infantile.
Toglie la tazza dal comodino, arriccia il naso all'odore acre che comincia a spandersi per la stanza.
Si protende poi verso la zucca, spegnendola con una leggera torsione del polso.

Click: il cervello di Judy ha smesso di andare in loop.

Storna lo sguardo, lo posa sulla notte appena sorta.
Se tutte le anime hanno il suo sapore, non vede l'ora di poter cogliere le prossime.




Note dell'autrice; questa storia è nata dopo l'incipit per Halloween di Alessia Savi (che potete trovare qui) la quale mi ha fornito una serie di prompt tra cui scegliere e cinquecento parole per raccontarli. A lei vanno i miei ringraziamenti e questa storia.
   
 
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