Ehm, "Familia"?



Era da un pò che ci pensava.
Perchè non farsi un altro tatuaggio? Se poi il soggetto era quello, non poteva che essere perfetto.
Sorrise di nuovo, guardando la foto. Erano tipo 20 minuti di fila che faceva così: prendeva la foto, la rimirava per un tempo non ben determinato e poi la appoggiava accuratamente sul cuscino.
Sapeva che ne sarebbe stato contento. Magari all' inizio sarebbe stato un pò sorpreso della scelta, gli avrebbe detto che più cresceva più il suo cervello rischiava seriamente l' abbandono, ma poi si sarebbe messo a ridere e l' avrebbe abbracciato, dandogli affettuose pacche sulla schiena.
Bene, cosa aspettare ancora?
Prese il foglio e, con un' attenzione esagerata, la infilò in una busta trasparente, per evitare che si stropicciasse. Quando l' aveva stampata gli sembrava ancora meglio dell' originale. Ormai quella foto non sapeva neppure quanti anni avesse...
Prese la felpa grigia e se l' infilò, chiudendo la zip.
Uscì dalla zona cuccette e raggiunse gli altri in salotto, dove si stavano riposando. Quando lo videro pronto per uscire, si riscossero dal coma in cui tutti erano caduti.
- Dove vai? - Gli chiese Ray, curioso.
Sorrise, mostrando la busta.
- Vado a fare un tatuaggio. -
- Eh?! -
Spostò il viso su Gerard, che lo guardava come se avesse appena detto che avrebbe presto svaligiato una banca.
- Un tatuaggio, Gee. A proposito, ti volevo chiedere... In italiano come si dice "famiglia", ti ricordi? - Gli chiese, avvicinandolo.
Gerard lo stava guardando veramente basito. Ebbe l' istinto di scoppiare a ridere, ma si trattenne altrimenti si sarebbe offeso e poi non gli avrebbe risposto.
- Ehm... "Familia"? Sì, credo proprio di sì. -
- Sicuro? -
- Sicurissimo, "familia". Vai tranquillo. Ma... A che ti serve? -
- Mi voglio tatuare mio nonno sulla spalla. E sopra scrivere una cosa in italiano. Mi fai lo spelling, per favore? - Chiese, prendendo una matita e un pezzo di carta.
Si appoggiò sul tavolo e lo guardò, aspettando che iniziasse.
- Ehm... "F-A-M-I-L-I-A"... Va bene? -
- Benissimo, grazie. "Eroe"? - Chiese, improvvisamente ricordandosi un' altra cosa.
- Frank, non è che mi ricordo tutto. L' italiano mica lo parlo. Ma non potevi chiederlo a tuo nonno, prima di farti il tatuaggio? -
- Se glielo dico, che sorpresa è? -
- Ah, è una sorpresa? -
Annuì, fiero.
- Contento tu. - Sentì dire Bob.
Si voltò a fulminarlo con lo sguardo, prima di tornare a squadrare il cantante.
- Non era tipo una cosa come... "Iro"... "Ero"... Bah, non ricordo bene. "Iroi" mi sembra. -
- Va bene. Grazie, eh. Ciao a dopo. - Disse, salutando e scendendo dal bus.
Che culo, era a L.A., poteva andare da Kat Von D, quando gli ricapitava un' occasione del genere? Il tour serviva anche a quello.
Chiamò Chris e si fece accompagnare.
Tornarono che era già sera inoltrata, dopo aver atteso ore l' arrivo della tatuatrice, in compagnia di una che l' educazione proprio non sapeva dove stava di casa. Almeno era felice che il tatuaggio fosse una figata colossale.
Nonno ne sarebbe stato orgoglioso.
Salì tutto contento, pronto a chiamare il nonno per dirglielo. Avrebbe fatto una foto e gliel' avrebbe spedita.
Sperò solo che suo padre non avesse, come al solito, rovinato tutto con il suo vizio di non tapparsi mai la bocca.
- Ehi, allora com' è andata? Quanto c' è voluto? -
Guardò Mikey, che stava sorseggiando un caffè davanti allo schermo del computer.
Gli sorrise, sedendosi accanto a Ray sul divanetto.
- Benissimo. Ah, Gerard, meno male che non ho dato ascolto a te, altrimenti adesso avrei scritto una fregnaccia sulla spalla. - Disse, puntandogli un dito addosso.
L' altro si ritrasse leggermente, sbalordito.
- Cosa? -
- Tu e l' eroe! Mannaggia! -
- Io te l' avevo detto, non dare la colpa a me! - Disse alzando le mani in segno di resa.
Sbuffò, prendendo il cellulare. Compose il numero di casa sua e parlò con suo nonno, che era tutto elettrizzato all' idea di vedere la nuova opera d' arte sulla pelle del nipote.
Allora si decise a fotografarlo.
Fece fare tutte le cose a Mikey e aspettò che la mail arrivasse ai parenti. Era in defibrillazione, voleva proprio sentire quello che suo nonno aveva da dirgli.
- Ma che bello! Ma sono io da giovane! - Scoppiò a ridere.
- Certo! E sopra ho scritto delle cose in italiano. -
- Aspetta che non leggo, devo mettere gli occhiali -
- Certo... -
Sperava davvero che ne fosse contento. Snetiva il cuore battergli forte e le guance andare a fuoco.
- "La mia familia, il mio idolo". Frank, potrei seriamente mettermi a piangere. Solo che... Famiglia non si scrive così. -
Sentì l' eccitazione andarsene in un attimo. Il gelo prese il suo posto.
- Cosa? E come si scrive? -
- "F-A-M-I-G-L-I-A" manca la g. - Disse il nonno dall' altra parte.
Sbattè le palpebere un paio di volte, incredulo.
Si voltò immediatamente verso Gerard, che si accorse del gesto con terrore. Frank cercava di fulminarlo con lo sguardo.
- Cosa? Cos'è successo? - Disse, preoccupato e con gli occhi spalancati. Sembrava anche più bianco del solito.
- Gerard io ti ammazzo... -



Ennesima shot senza senso, sì.
Ma dopo aver rivisto per l' ennesima volta il video di "LA Ink" in cui Frank si fa tatuare la foto del nonnino batterista, non potevo fermarmi
Oltretutto perchè Frank ha scritto FAMILIA e non FAMIGLIA sul braccio. Errore comprensibile visto che non parlano l' italiano. Ma mi piace pensare che sia tutta colpa di Gee, che ogni tanto se ne esce fuori con delle cose in italiano e Frank, da bravo bambino quale è, si fida. Sbagliando, logicamente. u_u
Grazie per aver letto ^^
Xoxo Sory