Una
piccola isola, silenziosa e solitaria, era nel bel mezzo di un lago segreto in
un bosco di Logres, il regno dove Artù era il sovrano.
Su
quest'isola si trovava un piccolo castello composto da tre torri e due edifici in
pietra e legno. Non aveva una cinta muraria poiché non c'erano tesori o
ricchezze all'interno, ma solamente cibo, mobilio essenziale, vestiti e calde pellicce per l'inverno. Le
cose più preziose nel castello erano i libri, scritti in latino, greco,
egiziana, ebraica e persiana.
Fortunatamente,
nessuno avrebbe attaccato un castello per rubare solamente dei libri.
Non
c'era un Signore del maniero, ma una Signora di nome Elaine di Corbenic. Era una bella ragazza, i suoi capelli erano
lunghi e biondi e gli occhi verdi e luminosi.
Lei
non era sposata, ma aveva un figlio.
Madre
e figlio non abitavano da soli, ma con loro vivevano qualche contadino, un
vecchio saggio e letterato e un maestro d’armi.
Il
bambino era intelligente e pio, sempre gentile e curioso. Gli piaceva correre
nei campi, fare il bagno nel lago, arrampicarsi sugli alberi, giocare con la
spada e amava leggere anche.
Cresceva
tranquillo, sano, forte, buono, intelligente. Il suo nome era Galahad.
Un
giorno, un nuovo agricoltore del maniero stava piangendo per il proprio destino:
era nato come uomo ricco, ma era stato ingannato da un vicino invidioso che gli
aveva rubato tutti i suoi soldi. Così era diventato un povero contadino.
Malediceva il suo nemico, augurandogli sofferenza e disgrazie.
Il
piccolo Galahad, sentendo le imprecazioni del
contadino, gli disse: “Perché vuoi che il tuo nemico soffra? Non sai che la
sofferenza rende gli uomini migliori di ciò che sono? Quando si spera
sofferenza per qualcuno, lo si benedice. Se vuoi maledire qualcuno, devi sperare
che tragga piacere dalle sue cattive abitudini, poiché i vizi sono il vero
flagello. Un uomo povero può essere grande, un malvagio è solo infelice.”
Questo
è uno dei tanti esempi della saggezza di Galahad.
Tutti
erano stupiti da lui. Quando qualcuno gli chiedeva: “Come è possibile che un
bambino come te parli come un saggio?”
Egli
rispondeva: “Leggendo la storia di uomini passati, ho vissuto mille volte. Sto
imparando dai loro errori e successi. "
Gli
agricoltori lo ammiravano e, quando avevano bisogno un consiglio, ponevano le
loro domande al giovane ragazzo.
Galahad aveva un solo
desiderio: conoscere suo padre.
Non
lo aveva mai incontrato né aveva mai visto un ritratto.
Quando
chiese a sua madre di parlargli di suo padre, lei rispose: "E’ un grande
cavaliere, il più bello, molto coraggioso e forte. Egli è uno dei migliori con
la spada o la lancia. Aiuta chiunque e non vuole mai premi per il suo aiuto
".
"Davvero?
Il suo cuore deve essere puro. "
"No,
non lo è. Mi sono sbagliata: vuole una ricompensa, ma non è in denaro, oro o
gioielli. Lui ha un regno al di là del mare, quindi non ha bisogno di
ricchezze. Tuo padre vuole la gloria e la fama. Aiuta le persone non solo
perché è giusto, ma anche perché vuole essere un eroe. Vuole essere onorato in
tutto il mondo. La sua bontà è accompagnata dal suo ego. Il suo peccato è l’eccessivo
orgoglio ".
"Perché
non è mai venuto qui? E’ sempre occupato di salvare qualcuno? "
Elaine
aveva le lacrime agli occhi e rispose: "No. Lui è arrabbiato con me, perché
io non sono la donna che ama."
"Qual
è il nome di mio padre?"
"Non
è il momento per te di saperlo. Sappi solo che lui è Cavaliere della Tavola Rotonda.
"
Galahad capiva che la
questione era dolorosa per la madre, così non le chiese mai più ulteriori
informazioni.
Tuttavia
il ragazzo era curioso di scoprire qualcosa su suo padre, così ogni volta che
un viaggiatore che richiedeva ospitalità nel castello, Galahad
lo frastornava di domande sui cavalieri del re: quali imprese avessero compiuto
o quali novità ci fossero. Era affascinato dai racconti di battaglie, sfide
eroiche e misteri magici.
Spesso
il ragazzo, in serata, osservava l'orizzonte per controllare se ci fosse
qualche viaggiatore. Quando avvistava qualcuno, sperava che lo straniero fosse
un cavaliere, forse suo padre. Purtroppo un famoso cavaliere non passò mai da
lì. Così il bambino si accontentò di scrivere tutte le informazioni riferite da
stranieri.
A
volte rileggeva le sue note e immaginava di vivere avventure simili o cercava di
indovinare quale cavaliere fosse suo padre: Galvano, il cavaliere perfetto? Era
impossibile: Galvano aveva amato molte fanciulle e sempre si era curato dei
suoi figli e figlie, legittimi e non. Allora, forse, Lancillotto, il campione
della Regina? O il possente Estor delle paludi?
Oppure Mordred, il nipote più giovane del re?
I
cavalieri della Tavola Rotonda erano undici, escluso Artù, quali di essi
avrebbe potuto essere suo padre?
Ognuno
di loro era coraggioso, eroico, gentile e giusto. Chiunque di loro fosse suo
padre, Galahad poteva essere orgoglioso di essere suo
figlio, tuttavia voleva conoscerlo.
A
volte sognava o immaginava di stare con suo padre e di cavalcare un corsiero
attraverso boschi e campi oppure di combattere mostri e uomini malvagi.
Il
ragazzo non aveva incontrato suo padre finora, ma a suo avviso il genitore era
l'uomo migliore del mondo.
Il
bambino non riusciva a credere che suo padre lo avesse abbandonato, così si
ostinava a credere che erano stati separati da una maledizione o un misterioso
pericolo. Per lui, credere che suo padre fosse via per proteggerlo era più
facile che pensare che il genitore non lo amasse.
Il
bambino aspettava fiducioso il giorno in cui suo padre sarebbe tornato. Nel
frattempo lui era felice di ascoltare racconti sui cavalieri.
Galahad aspettava
sempre con viva impazienza un ospite speciale che visitava il castello due volte
l'anno: era Merlino, l’incantatore.
Il
bambino sapeva che Merlino era il mago più potente del mondo, secondo i racconti
degli altri viaggiatori. Aveva istituito la Tavola Rotonda ed era il principale
consigliere di Re Artù. Merlino non era geloso del proprio sapere circa la
magia, anzi spesso aveva scelto discepoli e insegnava loro i segreti della
magia. I suoi due allievi più famosi erano Morgana La Fata, sorella di Re Artù,
e Viviana, chiamato Dama del Lago, la madre di Lancillotto.
Merlino
era saggio ma amava scherzare e giocare e spesso si era presentato sotto
mentite spoglie di un contadino, cacciatore, o bardo e aveva suonato alcuni
brani, prima di rivelarsi.
Galahad era affascinato
dal mago e, a suo avviso, i migliori giorni c'erano quando Merlino era lì.
Il
bambino gli aveva chiesto molte informazioni relative alla magia e gli parlava
delle strane cose che aveva visto o di cui aveva letto. Spesso il ragazzo gli ha
chiesto perché a volte aveva la sensazione di essere osservato, ma Merlino gli
rispondeva sempre che era solo un'impressione. Le conversazioni sulla magia erano
sempre interrotti da Elaine che sembrava non gradire questo argomento.
In
questo modo Galahad aveva trascorso la sua infanzia
fino all'età di dieci anni.
Un
giorno di giugno, Galahad aveva fatto una nuotata e,
quando era tornato al castello, un servo gli aveva detto che uno straniero era
arrivato e ora parlava con Elaine.
Galahad non voleva
disturbare la madre, così andò nelle sue stanze a leggere.
Dopo
un'ora, qualcuno bussò alla sua porta.
"Avanti!"
disse il ragazzo.
La
porta si aprì ed Elaine entrò con un uomo. Lo straniero era alto, aveva i
capelli neri, gli occhi come il magma e il suo corpo era muscoloso e forte. Indossava
un armatura leggera e aveva una spada al fianco. Era evidente che fosse un
cavaliere, uno dei migliori.
Galahad fu stupito e un
po' di speranza nacque di nel suo cuore: quello poteva essere il cavaliere suo
padre?
Il
ragazzo si alzò per rispetto, ma non disse nulla ed aspettò.
Elaine
disse: "Figlio mio, questo cavaliere vuole parlarti. Sii gentile e
rispondi alle sue domande. Vi aspetterò a cena, tra un’ora. "
La
donna uscì e il cavaliere e il bambino rimasero soli. Si guardarono negli occhi
per un po’ di tempo, poi l'uomo si sedette su una sedia di legno ed esordì:
"Per favore, siediti. Dimmi: come ti chiami?"
"Galahad, signore."
"Quanti
anni hai?"
"Dieci,
signore."
"Quand'è
il tuo compleanno?"
"Il
tre agosto, signore."
Il
cavaliere sembrò calcolare qualcosa, poi annuì.
Galahad rimase in
silenzio perché sapeva che, per rispetto e buona educazione, non poteva parlare
a un cavaliere, senza il suo permesso. Così aspettò.
Lo
sconosciuto chiese: "Chi può essere chiamato Contento e Soddisfatto tra
gli uomini?"
"Nessuno
potrebbe essere Contento fino a che non è morto, poiché durante tutta la nostra
vita siamo soggiogati dal Fato. Alcuni uomini sono felici per la loro famiglia,
altri per il loro successo o ricchezza. In questo mondo ci sono più cose che
potrebbero rendere felice un uomo durante un lungo o breve periodo di tempo
nella loro vita, ma nessuna di queste cose è eterna. Chi ora è ricco, domani
potrebbe non esserlo più; come azzardarsi dunque a chiamarlo felice finché e
vivo? Solo la vita dei morti può essere giudicata, poiché già conclusa. In
verità, non possiamo realmente possedere parenti, denaro, onori o altre cose di
questo mondo, tutto ciò è semplicemente un prestito, quindi è stupido avere
paura per la perdita di qualcosa che non abbiamo o essere felici per la sua
presenza. Possediamo solo le nostre anime e possiamo acquisire solo la
conoscenza. L'uomo che è felice con la sua anima e la sua conoscenza e sapere,
che non ha bisogno di qualsiasi altra cosa, ecco lui potrebbe essere chiamato
Contento."
Il
cavaliere era rimasto sbalordito: come poteva un bambino di dieci anni dare
tale risposta saggia?
Commentò:
"Queste parole sembrano essere di tuo nonno."
"Non
lo so: non l'ho mai incontrato."
"E
'curioso. Un'altra domanda. Vorresti diventare cavaliere in futuro, vero?
"
"Sì,
mi piacerebbe, signore."
"Supponiamo
tu lo sia. Vinci una battaglia e puoi prendere la metà dei cavalli del nemico.
Quali sceglieresti?"
Galahad pensò per
qualche minuto, poi rispose: "Vorrei la metà anteriore di ogni cavallo."
Il
cavaliere fu felice poiché quella era la risposta giusta, ma voleva testare ancora
il ragazzo, così chiese: "Vuoi uccidere tutti i cavalli e tagliarli? In
questo modo non guadagneresti niente. "
"Sì,
signore. Io preferisco non avere una ricompensa, ma privare di cavalli i miei
nemici. "
"Hai
ragione. Ultima domanda. Sei amico di Merlino? "
"Credo
di esserlo, o almeno lo spero."
"Per
favore, chiedi a lui di persuadere re Artù di fare un'alleanza con i Sassoni."
"No
signore. I Sassono sono i nostri nemici, sono crudeli
e la loro presenza nelle nostre terre è un pericolo per tutti noi."
Il
cavaliere sfoderò la spada e mise la lama vicino al collo di Galahad e ordinò: «Fa’ quello che ti ho detto."
Galahad rimase impassibile
e replicò: "No, io non sono un traditore del mio Re. Se tu fossi un uomo
corretto mi permetteresti di prendere la mia spada per combattere lealmente."
Il
cavaliere, contento, accettò abbassò la lama. Il bambino prese la propria spada
che era in una custodia di legno sulla scrivania.
Cominciarono
il duello. In un primo tempo, il cavaliere non fece del suo meglio perché
voleva testare le abilità del bambino, ma dopo pochi minuti l'uomo lo disarmò.
Così il cavaliere premette la lama sulla gola del ragazzo e lo avvertì:
"Se farai quello che ho richiesto, risparmierò la tua giovane vita."
Galahad non sembrava
spaventato e ribadì: "Non farò mai qualcosa che potrebbe danneggiare il mio
re e il mio paese."
Il
cavaliere posò la spada, prese il bambino, lo sollevò e andò vicino alle
finestra. L'uomo mise il ragazzo fuori dalla finestra, tenendolo sotto le
ascelle, e ribadì: "E' la tua ultima possibilità."
"La
mia scelta non cambia."
Il
cavaliere riportò il bambino al sicuro nella stanza e, sorridendo, gli disse:
"Sono orgoglioso. Sei saggio, intelligente e coraggioso. Sicuramente, devi
essere mio figlio. Merlino mi ha detto di conoscere mio figlio. Io non gli credevo,
così ho deciso di venire qui per verificare. Quando ho visto tua madre l’ho
riconosciuta subito e mi ricordai ciò che mi aveva detto dieci anni fa, ma ho voluto
metterti alla prova. Ora, sono sicuro: tu sei mio figlio. Vieni e abbracciami."
Galahad rimase
scioccato: finalmente incontrava suo padre. Fu il giorno più bello della sua
vita.
Immediatamente,
il bambino si precipitò dal cavaliere e lo abbracciò.
"Non
mi chiedi chi sono?"
"Tu
sei mio padre, è la cosa più importante. Mia madre mi ha detto che sei un cavaliere
della Tavola Rotonda; è vero?"
“Sì,
sono Lancillotto Del Lago."
Galahad era stupito:
Lancillotto era uno dei due più famosi cavaliere della Tavola Rotonda, l'altro
era Sir Galvano.
Immediatamente,
il ragazzo ricordò tutte le storie su Lancillotto e le sue avventure, un
mucchio di domande riempiva la sua mente, non sapeva quale porre per prima, ma
presto una domanda prevalse sulle altre, quindi il bambino ha chiese: "Ora,
resterai qui? Oppure io e mia madre verremo con te? "
Lancillotto,
dispiaciuto, guardò suo figlio e rispose: "No. Quando crescerai, se
vorrai, potremo viaggiare e combattere insieme. Ma, ora, io devo servire il re
e tu devi avere un’adeguata formazione per un ragazzo nobile. "
Galahad era dispiaciuto:
aveva appena incontrato suo padre e subito gli aveva detto che non sarebbero
rimasti insieme. Tuttavia il bambino non protestò perché sapeva che il dovere
di un cavaliere era di servire il re e i bisognosi. Egli sapeva che il regno
aveva bisogno di Lancilloto.
Inoltre
suo padre non lo stava abbandonando: si sarebbero rivisti. Se Lancillotto stava
pensando alll'istruzione di suo figlio, significava
che il cavaliere aveva cura del bambino.
Così
Galahad chiese: "Manderai qui nuovi insegnanti e
maestri?"
"No.
Ti porterò in un'abbazia dove i figli di molti cavalieri imparano tutto ciò che
hanno bisogno di sapere: letteratura, storia, filosofia e, ovviamente, arti di
lotta con ogni sorta di armi e senza. E potrai studiare molte altre cose,
secondo i tuoi interessi."
"Perché
devo andarmene da casa mia? Non voglio lasciare mia madre. Sarà triste, da
sola."
"Non
ti preoccupare per lei: è d'accordo. E' giusto che tu cresca con altri ragazzi
come te e che tu sia più inserito nella società. "
Dopo
dieci giorni, padre e figlio lasciarono il castello, cavalcarono per due
settimane prima di arrivare all'abbazia che Lancillotto aveva scelto come la
scuola per il figlio. Infatti a quei tempi non c'erano scuole: solo pochi uomini,
nobili o chierici, potevano ricevere un'istruzione. Così i genitori o assumevano
insegnanti privati o mandavano i propri figli in alcune abbazie.
Galahad era felice di restare
quasi un mese con il padre. Avevano cacciato e pescato e giocato con le spade.
Il bambino voleva sapere ogni cosa di suo padre, così Lancillotto aveva
raccontato molte delle proprie avventure e qualcosa intorno alla sua infanzia,
quando era stato portato da Viviana nel suo castello
del Lago, in Francia.
Re
Ban, il padre di Lancillotto, era morto in guerra
prima che il figlio nascesse e il suo nemico aveva conquistato il suo regno.
Viviana aveva cresciuto figlio di Ban e suo nel
castello, celato nel Lago. Per questo motivo aveva scelto come cognome Du Lac che in francese significa
Del Lago. Quando ebbe quindici anni, Lancillotto era andato a Camelot per diventare cavaliere, assieme ai suoi cugini
Lionel e Bors; poi aveva incontrato il suo
fratellastro Estor Delle Paludi. A vent'anni Lancillotto
era già famoso e molto rispettato, così aveva chiesto a Re Artù aiuto per
riconquistare il regno del padre in Francia. Artù era stato d'accordo per due
motivi: primo perché Lancillotto era leale ed eccellente cavaliere, secondo
perché Ban era stato un grande alleato nei primi anni
del suo regno. Così Re Artù aveva riunito il suo esercito per combattere in
Francia; avevano vinto la guerra molto presto e Lancillotto divenne re di Benoic, ma poi aveva preferito servire ancora come cavaliere
della Tavola Rotonda e vivere molte altre avventure.
Alla
Tavola Rotonda poteva sedersi solo tredici cavalieri: re Artù, suo fratello
adottivo Keu, i nipoti: Galvano, Agravain,
Gaheris, Gareth, Iwein e Mordred; Lancillotto,
Lionel, Bors ed Estor. La
tredicesima sedia non aveva avuto ancora un cavaliere poiché chiunque si sedeva
su di essa, immediatamente moriva.
Merlino
aveva detto che quella sedia, chiamata il Seggio Periglioso, stava aspettando il
cavaliere che era predestinato a trovare il Santo Graal.
Lancillotto
raccontò a suo figlio queste e molte altre storie.
Galahad iniziò a vivere
in abbazia con gli altri ragazzi. Ogni mattina si svegliavano alle 5.00 e per
un'ora facevano ginnastica. Alle 06:30 avevano colazione e dopo passavano le
loro giornate studiando, facendo esercizi con le armi e aiutando i monaci nei
lavori agricoli.
Questa
fu la vita di Galahad per sei anni.
Era
il migliore sia nello studio sia nella lotta così era dagli altri ragazzi
ammirato od odiato. Aveva pochi amici perché era pio ed obbediente: non aveva
voglia di infrangere le regole, bere bevande alcoliche o di cercare una ragazza
quando avevano giorni liberi e potevano andare nei vicini villaggi. Per queste
ragioni molti studenti in abbazia pensavano che fosse noioso.
A
volte si sentiva solo e un po' triste, ma
non appena leggeva un libro, tornava felice.
Il
giorno peggiore era stato il suo undicesimo compleanno. Era usanza che, quando
qualcuno compiva gli anni, i suoi genitori andavano a fargli visita o gli
recapitavano doni. Così, quando ci fu il compleanno di Galahad,
il ragazzo sperava di vedere sua madre o suo padre, forse entrambi, ma nessuno
venne per lui. La sera, tornato nella sua camera da letto, trovò una nuova scacchiera
sulla sua scrivania. Si stupì e, dopo pochi istanti, prese un pezzo per
osservarlo meglio.
"E
'un regalo per il tuo compleanno." disse una voce alle sue spalle.
Galahad, impaurito, si
voltò e vide un uomo nella sua camera. Era seduto su una sedia e sembrava che
avesse una ferita alla gamba destra.
"Chi
sei?" il bambino chiese, sospettoso.
"Un
amico. Vuoi un amico? "
"Non
ne sono sicuro. Perché sei qui? Come fai a sapere che oggi è il mio compleanno?
Come hai fatto ad entrare qui? E qual è il tuo nome?"
"Quante
domande!"
"Di
solito sono più educato, ma tu sei un intruso."
"Hai
paura di me?"
“Non
è timore, è prudenza."
"È
giusto. Il mio nome era Yahuda, ma ora tutti mi
chiamano Pelléas. Sono amico di Merlino e conosco i
tuoi genitori. Oh, sì, Elaine ti augura un buon compleanno. "
“Perché
non è venuta?"
"Lei
non può, ma ci sono io."
"Non
è lo stesso."
"Lo
so, ma penso di essere meglio di niente."
"Probabilmente.
Così dici -Buon compleanno- a tutti gli studenti? "
"No,
solo a te."
"Come
mai?"
"Sono
sicuro che potresti diventare un grande uomo, quindi voglio conoscerti."
“Senza
offesa, ma è inquietante."
“So
che sei uno studente eccellente e che ti piace imparare tutto. Merlino mi ha
detto che sei interessato a imparare la magia, è vero? "
"Sì.
Non voglio diventare un mago, ma mi piacerebbe conoscere meglio la magia e,
forse, essere in grado di fare piccolo incantesimo. "
“Beh,
io ho un'idea. Fino a che vivrai qui, verrò per il tuo compleanno, Natale e
Pasqua e ogni volta ti dirò qualcosa sulla magia e tu mi racconterai dei tuoi
studi. Sei d'accordo?"
Galahad pensò per qualche
minuto e infine disse: "Va bene, scelgo di fidarmi di te."
"Perfetto.
Le prime informazioni che ti do sulla la magia è che essa si divide in tre
parti: il potere, il fulcro e l’effetto. Pensa a questo nei prossimi mesi. Ho
deciso di parlare con te di magia, perché Merlino mi ha detto che sei un bambino
molto saggio. È necessario che ricordi che la magia è potenzialmente un'energia
illimitata, ma potrebbe essere pericolosa quando il potere vince il buon senso.
"
Il
bambino era confuso, voleva fare alcune domande all’uomo che, però, era
sparito. Il ragazzo rimase scioccato: come poteva una persona scomparire in un
secondo?
Nell'aria
c'era una strana eco: "Abbiamo progetti per te ..."
Non
vide più questo uomo fino al giorno di Natale.
Pelleas rispettò la sua
promessa di dare ogni volta una nuova informazione sulla magia e le sue
operazioni. Galahad ogni volta era molto felice e
parlava a lungo della sua vita, studi ed esperienze in abbazia. Il ragazzo, di
solito, non aveva confidenti e quindi era soddisfatto dai dialoghi con quello
strano uomo; non sempre erano d'accordo ma non si arrabbiavano mai.
Così
erano passati sei anni.
Un
giorno, la vita di Galahad cambiò di nuovo. Era
aprile, la Pasqua era appena trascorsa, quando Lancillotto ed Elaine giunsero
all'abbazia. Galahad era stupito da
questa notizia: dopo tanti anni entrambi i genitori erano venuti a fargli
visita!
Mentre
loro parlavano con l'abate, il ragazzo indossò la sua migliore camicia e i pantaloni
più belli: voleva essere perfetto per i suoi genitori.
Lancillotto
osservò il figlio e gli disse felice: "Sei cresciuto bene. Sembri forte e
agile: un vero guerriero! Sai come me, quando avevo la tua età! Anche l'abate
dice che sei eccellente in tutti i campi. Complimenti! Io e tua madre siamo
fieri di te. "
Galahad era imbarazzato
e felice per le parole di suo padre, così mormorò: “Grazie, signore ... Oh,
voglio dire: Grazie, padre."
"Siamo
venuti qui per un motivo importante. Negli ultimi mesi, io e tua madre ci siamo
riavvicinati. Dopo Natale, ho avuto un periodo terribile ed Elaine mi ha
aiutato ed era meravigliosa. Così, dopo lunghe riflessioni, ho deciso di
tornare a Benoic, il mio regno in Francia, e ho
chiesto di Elaine se volesse venire con me. Lei è d'accordo. Saremo molto
felici se scegliessi di vivere con noi, così alla fine potremo essere una
famiglia. So che forse penserai che sia tardi, ma non è vero. Non è mai troppo
tardi per la famiglia."
"Sono
d'accordo." disse Galahad "La famiglia è il
luogo dove sono dimenticati tutti gli errori e l’amore vince su ogni sbaglio.
Ho avuto una madre e una casa, ma ho perso un padre. Se ora posso avere
entrambi i miei genitori, sarebbe stupido rifiutate perché il mio passato non è
stato perfetto. La vita a volte ci da buone cose, a volte cattive, dobbiamo
accettare tutte e due e prendere il meglio da entrambe."
In
questo modo, la nuova famiglia partì da Logres e raggiunse
Benoic.
Gli
abitanti Benoic furono felici per il ritorno di
Lancillotto, perché, nonostante la sua lontananza, la sua celebrità lo aveva
reso grande nelle loro menti. Così Lancillotto e la sua famiglia furono i
benvenuti.
Per
la prima volta, Galahad vide posti nuovi e visitò
alcune città, scoprì come la maggioranza delle persone vivevano e, aiutando il
padre, ebbe il suo primo approccio con la pratica della politica, delle
amministrazioni e la giustizia. Aveva letto molti libri intorno a questi argomenti,
ma la teoria era diversa dalla pratica, ma ben presto si conquistò il rispetto
delle persone. Questa nuova attività non gli impedì di allenarsi tutti i
giorni.
Galahad era molto
contento della sua nuova vita. Aveva tutte le cose che aveva sempre voluto: una
famiglia, la possibilità di studiare e combattere e soprattutto la possibilità
di fare del bene.
In
quegli anni non rivide Pelléas. Galahad,
ricordandosi che l'uomo misterioso gli aveva detto di conoscere i suoi
genitori, chiese loro chi fosse. Lancillotto non sembrò felice, ma rispose:
"Pelleas è un raro amici di Re Artù e Merlino, e
insieme hanno deciso di istituire la Tavola Rotonda. Egli vive in un castello
magico e possiede una collezione speciale. Ne parleremo in un altro giorno.
"
Ma
quel giorno non venne.
Ma,
anche senza di Pelléas, la magia non uscì dalla vita
di Galahad. Infatti, dopo non molto tempo dal loro
arrivo in Benoic, Lancillotto pensò che fosse una
cosa giusta che suo figlio incontrasse sua madre. Così, un giorno, il cavaliere
disse il ragazzo per preparare i cavalli per un breve viaggio. Cavalcarono per
tre ore, prima in campagna, dopo nel bosco. Infine arrivarono
alla riva di un lago, Lancillotto suonò il suo corno da caccia e
da guerra; il lago ribollì qualche istante e poi scomparve e al suo posto, ora,
c'era un castello magnifico, adornato d'oro, argento, avorio, conchiglie e
corallo.
“Cos'è
successo?” domandò Galahad, stupefatto.
"Questo
è il castello segreto di mia madre, Viviana, la Dama Del Lago. Suppongo che
sarai felici di conoscere tua nonna ".
"Sì,
certamente!" il ragazzo era in estasi.
Entrarono
nel castello e subito alcuni servi li accolsero, presero in custodia i loro
cavalli e li accompagnarono davanti a Viviana che stava aspettando in un
giardino.
"Ben
arrivati! Benvenuti!" disse la Signora, non appena li vide.
Sembrava
avere non più di 30 anni, ma in realtà era più anziana. Era bionda con gli
occhi grigi.
Viviana
si alzò in piedi e abbracciò Lancillotto. Dopo offrì le proprie attenzioni a Galahad e gli fece molte domande. Quando passò mezz'ora, gli
chiese: "Cosa sai di me?"
“So
che sei una delle migliori maghe di questa era e che il tuo maestro è Merlino."
"Era.
Lo è stato un tempo. Non ho bisogno di un maestro da moltissimi anni. Merlino non
è così saggio come le persone credono. Ricorda: mai fidarti delle donne,
soprattutto se sono belle ".
"Perché
mi dai questo consiglio?" chiese il ragazzo, perplesso.
"Perché
molti uomini pensano che le donne siano sempre innocenti e buone, ma non è vero.
Innumerevoli uomini, nel corso della storia, sono stati manipolati e distrutti
dalle donne. Tuo padre lo sa molto bene. Ma non parliamo di lui. Voglio
raccontarti come ho imparato i segreti di Merlino. E' stato molto semplice: si
è innamorato di me, della mia bellezza, così facilmente l'ho convinto a
insegnarmi tutta la magia che conosce, illudendolo del mio affetto. Quando ho
ottenuto ciò che volevo, lo cacciato via senza difficoltà.”
"È
terribile! Probabilmente ha sofferto."
"Il
problema è suo. Merlino è stato affascinato solo dalla mia bellezza. Quando
l'ho incontrato per la prima volta, ha chiesto il mio amore, ma ho rifiutato. Quindi
mi ha offerto un incantesimo per un bacio. In quel momento ho capito che io
avuto una grande fortuna e un’arma: grazie al mio corpo e alla stupidità degli
uomini. A volte ho pensato di diventare sua moglie, ma spesso eravamo in disaccordo
circa l'uso della magia e io mi sono detta che sarei stata veramente stupida a
rinunciare alla mia libertà. Merlino è terrorizzato dal suo vero potere e dal
suo potenziale. Questo mondo ha problemi che la magia potrebbe risolvere. C’è
bisogno del coraggio di usare la magia. Merlino viene fermato dalla sua idea di
moralità. Una strana morale perché potrebbe cambiare il mondo in meglio, ma lui
preferisce permettere agli uomini di fare di testa loro. La magia deve essere
utilizzata. Ma, via, non è il caso di parlarne adesso, ora voglio mostrarvi il
mio castello.”
Così
Galahad trascorse in Francia gli ultimi anni della
sua formazione. Lancillotto lo aiutò a perfezionare le sue abilità di guerriero;
il ragazzo ampliò le sue conoscenze con l’esperienza e talvolta parlò di magia
con sua nonna.