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Autore: Azul5    30/12/2015    2 recensioni
. Abitava al villaggio con sua nonna quando era una bambina. A causa di una grave epidemia, sua nonna è morta e gli abitanti l’hanno cacciata dalla sua casa.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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In un piccolo villaggio di campagna, uno straniero cercava un riparo per la notte. Delle nubi minacciose erano comparse in cielo e minacciava pioggia.
Lo straniero aveva già bussato a cinque abitazioni. Purtroppo, in quel piccolo luogo non sembravano essere ospitali. Era abituato a essere trattato male, ma lì la scortesia regnava in ogni dimora.
Per la strada, il giovane incontrò un anziano che gli indicò una vecchia casa fuori il villaggio.
-Forse lì troverai riparo giovanotto. Si vede che non sei di queste parti, sei vestito come un nobile sotto quel vecchio mantello nero.
-Avete l’occhio allenato signore.
-Sono un vecchio soldato in pensione e so riconoscere le persone da miglia di distanza.
-Come mai siete gentile? Qui mi hanno tutti sbattuto la porta in faccia.
-Vi ho notato qualche giorno fa qui nei dintorni. Avete cacciato dalle terre del re dei pericolosi briganti. Siete nei paraggi da parecchio. Dormivate nella foresta perché era asciutto, ma stasera minaccia pioggia. Siete sceso al villaggio per dormire al caldo e per un pasto decente.
-Analisi perfetta. Qualcosa in voi mi dice che eravate più di un semplice soldato.
-Giovanotto sono un vecchio furbo e niente di più. L’unica speranza per voi di dormire all’asciutto è la casa fuori il villaggio. Nessuno vi disturberà lì dentro. Ci abita una ragazza sola e è molto gentile. Spiegatele che non sapete dove dormire e che siete stanco per il viaggio, lei vi accoglierà volentieri.
Il ragazzo notò la distanza fra quella casa e le altre, non era normale. Non aveva mai visto una simile disposizione in altri villaggi.
-Cosa guardate?
-Quella casa è isolata rispetto alle altre. In caso di attacco, sarebbe indifesa.
-Gli abitanti di qui sarebbero felici se i briganti uccidessero quella povera ragazza. Tutti pensano che sia una strega perché si occupa di viandanti feriti, malati e povera gente. Abitava al villaggio con sua nonna quando era una bambina. A causa di una grave epidemia, sua nonna è morta e gli abitanti l’hanno cacciata dalla sua casa. Le hanno consentito di abitare in quella vecchia catapecchia solo perché hanno bisogno dei suoi infusi medicinali per febbre, tosse e altre cose. Un tempo quella casa non era che un capanno per i forestieri. La ragazza lo ha aggiustato e lo ha fatto diventare la sua dimora.
-Allora andrò a chiedere rifugio alla strega.
-Di solito nessuno va da lei. I forestieri pagano tre monete d’oro per farsi ospitare da qualcuno.
-Non ho molto denaro con me e non mi resta che sfidare questa temuta strega.
L’anziano andò via ridendo, mentre il giovanotto raggiungeva la sue meta.
 
Toc toc
Una ragazza vestita in modo semplice e con i capelli raccolti in una treccia aprì la porta. Aveva una pelle chiarissima come la sua e due occhi candidi. Era magra e non troppo alta. I suoi capelli ricordavano un cielo di notte e erano molto lunghi.
-Posso aiutarvi?
-Cerco rifugio per la notte. Tra poco inizierà a fare freddo e io non so dove andare.
-Entrate. Ho preparato della zuppa di patate, vi riscalderà un pochino. Accomodatevi vicino al fuoco, c’è una sedia.
Il ragazzo si tolse il mantello e lo poggiò su una sedia vicino all’ingresso. Vide la fanciulla tirar fuori da un baule delle lenzuola bianchissime e di fattura impeccabile. Sembravano nuove.
-Vi preparo il letto.
Estrasse dal baule anche due coperte e le poggiò sul letto, sistemando tutto. Dopo qualche minuto, si avvicinò al pentolone sul fuoco e riempì una scodella con della zuppa calda.
-Per voi.
-Grazie.
Il ragazzo vide la fanciulla guardarlo in modo strano.
-Ho qualcosa in faccia?
-No, mi dispiace avervi fissato. È che avete mangiato la zuppa senza battere ciglio. Nessuno si fida mai di me, tanto da assaggiare quello che preparo.
-La zuppa era buona e non ho più lo stomaco vuoto.
-Si vede che non siete di queste parti.
-So riconoscere una strega, ne ho incontrate diverse lungo la mia strada.
La fanciulla riconobbe lo stemma dei cavalieri del re dietro la casacca del ragazzo. Si inginocchio a terra e chinò il capo.
-Perdonatemi, non vi avevo riconosciuto cavaliere.
-Non c’è bisogno di tante riverenze. Sono solo un cavaliere.
-Per le persone comuni è obbligatorio inchinarsi davanti ai cavalieri, ordini di sua maestà.
-La gente del villaggio non si è inchinata quando ho mostrato loro il sigillo reale.
-Qui non si fidano di nessuno. Non sanno che siete voi cavalieri a tenere lontani i briganti. Pensano solo al loro bene. Come sapete che non sono una strega?
-Vi ho già detto che ho incontrato molte streghe durante i miei viaggi e non è stato piacevole.
-Erano cattive?
-Alcune. Dalla vostra espressione capisco che mi trovate freddo e impassibile. Non è mio solito mostrare emozioni.
-Vi trovo cauto. Vorrei saper fare come voi, ma il mio viso fa trasparire ogni sorta di sentimento che provo a seconda delle situazioni.
-Avete ragione, quando mi avete aperto la porta eravate stupita. Ora, invece, avete abbassato la guardia. Vi fidate di me perché vi sto parlando. Quindi siete anche ingenua.
-Non vale. Siete allenato per capire gli altri essendo un cavaliere.
-Non tutti i cavalieri capiscono le persone.
-Mia nonna mi diceva che la maggior parte dei cavalieri, un tempo, era capace di grandi prodezze. Mi raccontava di aver incontrato numerosi cavalieri e di essere rimasta sbalordita dalle loro capacità. Alcuni sapevano addirittura leggere nel pensiero.
-Tua nonna non ti ha spiegato che i cavalieri si limitano a intuire cosa pensa la gente. Non è possibile leggere la mente, a meno che il cavaliere non sia figlio di uno strega o di uno stregone e sia stato allevato da terzi.
-Sapete tante cose. Posso avere l’onore di conoscere il vostre nome?
-Concesso. Io sono Sasuke Uchiha, cavaliere di sua maestà Minato. Con chi sto parlando?
-Io sono Hinata Moon. Ho preso il cognome di mia nonna dopo l’adozione. Mi ha allevata dopo avermi trovata nella foresta qui vicino. Avevo circa quattro anni per quello che ricordo. Ora basta parlare di me, sarete stanco. Il letto è dietro questa tenda scura.
-Grazie. Domani andrò via e non vi darò più fastidio.
-Nessun fastidio. Avete salvato il villaggio dai briganti e vi devo molto.
-Mi avete visto?
-Il cavallo nero legato qui fuori è inconfondibile. L’ho visto ieri sulla collina, era solo. Poi ho sentito in lontananza dei colpi di lame e ho capito che c’era uno scontro.
-Black è corso via dopo che gli ho dato un colpo. Non potevo permettere che lo ferissero, non potrei tornare a casa.
-Da come è curato, tenete a quel cavallo. È davvero dolce.
-Avete toccato Black? È un tornado, non si fa avvicinare da nessuno tranne che da me.
-L’ho accarezzato e gli ho dato del fieno.
Sasuke si stese sul letto e non disse più una parola. Black che si faceva toccare, quello era strano. Neanche Itachi si era mai avvicinato al suo purosangue per quanto era irrequieto.
 
Il mattino dopo
Sasuke si alzò presto e trovò del latte caldo, pane, burro, formaggio, marmellata e frutta sul tavolo. Doveva aver preparato tutto quella strana ragazza. Uscì dalla casa e la trovò fuori che dava una carota a Black.
-Allora non sei così terribile.
-Guardi quanto è buono quando gli accarezzo il muso. Il cibo sul tavolo è per voi.
-Grazie. Dove siete stata questa notte?
-In casa.
-Ho sentito la porta aprirsi.
-Il signor Archer è venuto a chiamarmi alle due di notte. Un bambino stava molto male. Ho dovuto portare delle erbe al villaggio.
-Quel graffio sulla mano te lo sei fatto lì?
-Non è niente.
-Perché li aiuti se ti cacciano via?
-Perché voi li salvate, visto che non vi ospitano?
-Siete più scaltra di quanto sembri.
Quella fanciulla lo aveva colpito, doveva sapere di più sul suo conto. Sarebbe tornato da quelle parti molto presto. Era curioso di scoprire qualcosa su quella dolcissima e misteriosa fanciulla.
   
 
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