Personaggi: Misty Williams
Pairing: Misty
Williams/Ash Ketchum
La fic
si è classificata seconda nel Writing Tale
Contest del del “Vera’s
Tale Site”, QUI il bando.
Damned dream
Correva. Si girava su se
stessa, non capiva dov’era. C’erano alberi, solo tanti alberi. Sottili raggi di sole filtravano attraverso le
foglie degli alberi. C’era un silenzio irreale, nessun verso di qualche
animale, nessuno scricchiolio, niente di niente. Ricordava poco: frammenti
lontani non collegati di loro.
Non ricordava quel bosco;
ricordava qualcosa a proposito di un precipizio, una caviglia slogata e poi
voci. Tante voci. Si ripetevano nella
sua testa in successione come un caleidoscopio impazzito, e non riusciva a
capirle.
Cosa ci faceva in quel
bosco? Come vi era arrivata?
Dopo parecchi minuti di
corsa si accasciò al suolo esausta, respirando affannosamente. Le
bruciavano gli occhi, le doleva la testa.
Inoltre era preoccupata
per lui. Era insieme a lui di questo era sicura ma ora non lo vedeva insieme a
lei. Dov’era lui?
Aveva un’orrenda
sensazione addosso, e non era per il fatto che si era persa o che ricordasse
poco e niente, era ansia per lui. Anche se non capiva perché, temeva che
gli fosse successo qualcosa di terribile. Si rialzò a fatica e riprese a
camminare e davanti a lei solo alberi.
Misty continuava a
correre, preoccupata per Ash, era con lui, di questo era sicura.
Poi lo vide. Lì
davanti a lei, a meno di un metro. Le uscirono delle piccole lacrime, era vivo
e stava bene, aveva temuto il peggio; lei
temeva sempre il peggio quando si preoccupava di lui.
Si avvicinò e gli
tirò uno schiaffo, e un istante dopo lo abbracciò. L’aveva
fatta preoccupare moltissimo e per questo gli aveva tirato uno schiaffo,
però era felice che stesse bene e quindi lo stava abbracciando per
farglielo capire. Ash la guardava sorpreso, con la guancia ancora rossa, poi
Misty si staccò.
- Stai bene? – gli
chiese ansiosa.
- Sì tu? –
Misty annuì,
contenta che stesse bene, l’unica cosa che non riusciva a capire era
perché aveva ancora addosso quella terribile sensazione; lui era
lì, stava bene, lei anche, ma allora che cosa c’era ancora?
- Sai dove siamo?- chiese
Misty in un soffio di voce, l’aria si era fatta più fredda e il
cielo cominciava a scurirsi.
- Siamo nel bosco, non te
lo ricordi? – rispose lui tranquillamente.
- No… come siamo
arrivati qua? –
- Inseguivamo il Team
Rocket… ma non ti ricordi proprio nulla? – domandò stupito.
Misty lo guardò ed
ebbe l’impressione che quello davanti a lei non fosse Ash. Ma sicuramente
si sbagliava, chi altri poteva essere?, si
domandò scuotendo la testa per scacciare quegli stupidi pensieri.
- Vieni usciamo da questo
bosco, mi piace sempre meno e poi comincia a farsi buio – disse
perentoria. Lui non rispose.
Misty fece qualche passo,
poi notò che Ash non si era neanche mosso; lo guardò strano.
- Perché non vieni?
-
Non rispose.
Misty lo prese per mano e
cercò di trascinarlo, ma Ash non accennava a muoversi.
- Perché? Dobbiamo
andare via! – gridò spaventata.
- Ma io non posso venire
– rispose Ash calmo.
Misty sgranò gli
occhi: - Cosa?! Smettila di dire sciocchezze – e lo strattonò
più forte.
Lui tolse la mano dalla
sua stretta e la fissò.
- Misty, io non posso
venire, è inutile che continui a sognare, svegliati! Vai avanti per la
tua strada, anche senza di me… -
Il bosco cominciava pian
piano a scomparire inghiottito da una sempre più fitta oscurità,
Ash si faceva sempre più lontano eppure sembrava sempre fermo, forse era
Misty ad allontanarsi?
- Ma cosa dici?! Ash
presti prendi la mia mano, dobbiamo andarcene! – detto questo tese la
mano verso di lui, ma ormai era troppo tardi, anche se avesse voluto non
avrebbe più potuto prenderle la mano, erano troppo lontani. E lo
sarebbero stati per sempre.
- Ash ti prego! Ho bisogno
di te! Non… andartene! – Misty ormai singhiozzava, con le lacrime
che le annebbiavano la vista, ma con la certezza che Ash si allontanava sempre
di più.
Fu come un lampo.
Ricordò tutto e l’oscurità in quel momento inghiottì
anche lei.
Ash e Misty correvano nel bosco. Inseguivano il
Team Rocket per dar loro una lezione, non avevano rubato Pokemon ma non
volevano lasciarli fuggire in modo così tranquillo.
Ash correva veloce e Misty faticava a tenere il suo
passo. Il Team Rocket però si allontanava sempre di più e le
possibilità di riprenderlo si erano fatte pochissime ma Ash non
intendeva rinunciare. Misty pensava che fosse ormai inutile, ma non lo disse ad
Ash, né provò a fermarlo. E sbagliò, ma se ne accorse
troppo tardi.
E poi quel maledetto burrone.
Ash si accorse troppo tardi e precipitò
sotto di esso, Misty che era poco distante da lui neanche riuscì ad
evitare di cadere e scivolò anche lei.
Visti da lontano potevano sembrare due angeli che
volavano, ma il loro volo era a senso unico, verso la morte. Il burrone non era
enorme e i due arrivarono al suolo dopo pochi metri, solo che Ash aveva perso
conoscenza durante il volo, Misty era riuscita a non perdere i sensi e aveva
visto.
L’aveva visto precipitare poco prima di lei
ed andare a sbattere contro una grossa roccia e non contro il terreno.
L’aveva visto sbattere violentemente la testa
contro quel masso.
L’avevo vista quella terribile scia di sangue
cominciare a sgorgare dalla sua testa sporcando tutto il paesaggio attorno.
L’aveva visto morire e perdere la vita in
quel orrendo precipizio.
L’aveva visto.
Aveva perso i sensi alla vista di
quell’orrore ed era caduta a terra, fratturandosi una caviglia e
cominciando a vagare nell’oblio di un sogno in cui Ash non era morto.
Però i sogni finiscono, prima o poi. Ed
è sempre doloroso.
- Misty, Misty -
Brock scuoteva
delicatamente Misty, l’aveva sentita parlare, cosa che non era mai
successa da quando era entrata in coma, da quando era caduta in quello strapiombo.
Misty aprì
leggermente gli occhi, non riuscendo però a focalizzare bene.
Brock le sorrise,
sospirando, si era finalmente svegliata.
Dopo qualche giorno Misty
fu in grado di mettersi seduta su un letto e di riuscire a mangiare, e a parte
la frattura alla caviglia, che, infatti, non poteva muovere, e la commozione
celebrale che l’aveva fatta andare in coma, stava relativamente meglio in
senso fisico.
Perché in senso
psicologico Misty peggiorava a vista d’occhio. Le immagini della morte di
Ash le attraversavano la mente senza lasciarle respiro, ricordava ogni minimo
particolare.
E quel sogno la faceva
stare ancora più male, pensava che quello fosse veramente Ash, non che
fosse tutto un sogno che faceva la sua mente mentre era in coma. Ci aveva
creduto in quel sogno; non voleva accettare quella terribile disgrazia, ci
aveva creduto e con tutta sé stessa.
E risvegliarsi e scoprire
che Ash non era sopravvissuto l‘aveva uccisa.
Era morta dentro, per lei
Ash era tutto; ed esserle stato tolto in quel modo davanti a lei, spettatrice
ignara dell’orrore a cui avrebbe assistito, l’aveva praticamente
uccisa. Non riusciva più a dormire: nei suoi sogni era presente sempre
l’immagine della morte di Ash, ed era così nitida che si svegliava
gridando e piangendo.
Misty migliorò
leggermente solo dopo alcuni mesi, riuscendo a non scoppiare in singhiozzi ogni
volta che si svegliava dopo un sogno in cui c’era Ash, riuscendo a non
sognare più. Era tornata alla palestra, ricominciando lentamente a vivere. Anche se Misty non avrebbe
voluto continuare a vivere, sarebbe voluta morire con lui. Meglio la morte che
una vita senza di lui e tutto il dolore seguitovi. Ma non era morta, e tentava
di andare avanti soprattutto per Ash. Sapeva che lui non avrebbe voluto che lei
smettesse di vivere. Lo faceva per lui ed intanto aspettava il momento in cui
si sarebbe ricongiunta con lui, perché prima o poi quel momento sarebbe
arrivato. Andava avanti, un giorno dopo l’altro, ed intanto aspettava. Aspettava.
Finita! Ecco la mia ff per
il contest ^^ Un po’ deprimente in effetti ^^’ Spero che comunque
sia piaciuta ^_^ E’ una delle poche storie di cui sono soddisfatta, a me
questa storia piace, poi sono gusti XD
Baci.
Marty Cotton.