10/03/2009
1 recensioniRoxas, numero XIII
Roxas viveva a Crepuscopoli, una città tranquilla, insomma, come tutte le altre!
Era quasi la fine delle vacanze estive, e Roxas di certo non voleva farsi scappare l'opportunità di divertirsi con Hayner, Pence e Olette prima della fine.
Ma quel giorno le sue vacanze finirono nel vero senso della parola. Tant'è vero che il ragazzo si riunì al suo Io originale, Sora.
Dopo un estenuante battaglia con Axel, riuscì ad avere la meglio su di lui. Ma mentre il compagno scompariva rammendava alcune cose sul suo conto.
Aveva dei "flashback di memoria"; ricordava tutto. Lui ed il Soffio di Fiamme Danzanti che si tenevano per mano, e che, a volte litigavano. Ma alla fine restavano sempre amici inseparabili.
Cosa spinse Roxas ad andarsene dall'Organizzazione?
Lasciare il suo amico, i suoi compagni...
Lasciare l'Organizzazione.
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Piccolo intervento: Fate finta che sia successo in questo modo...come sto per narrarvi...
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Roxas se n'era andato, perché voleva conoscere Sora.
Voleva conoscere il suo Io, ma di certo non voleva fermare la sua vita a quel punto, 0.
Lui ce l'aveva un cuore!!! LUI DOVEVA AVERE UN CUORE! E lui lo sapeva!
Perché allora provava questi sentimenti?
Perché allora a volte si soffermava sulla finestra a piangere, ripensando agli errori che aveva commesso?
Ripensando all'Organizzazione. Ad Axel, a Marluxia... a Larxene...
Gli mancavano, gli mancavano tutti!
Ma lui sapeva meglio di chiunque altro che non poteva tornare indietro nel tempo.
Era stato anche scelto dal Keyblade, quella maledetta chiave che aveva causato tutti quei problemi!
Già, prima li causava e poi rimetteva tutto in ordine. E se poi, causava di nuovo il caos?
Non aveva più voglia di lottare per il bene del mondo. Si era stufato.
Se gli Heartless si sconfiggevano, ogni cuore andava nella grande riserva chiamata Kingdom Hearts.
Se non si sconfiggevano facevano del male alle persone.
Così decise che quasi per il bene non c'era speranza.
Abbracciò l'Oscurità, e divenne membro dell'Organizzazione.
Si trovava bene con loro, ma c'era un nocciolo caldo che ardeva ancora dentro di sé.
Ma almeno questo Sora sapeva combattere sì o no?
O era solo una schiappa, questo maledetto custode della chiave?
Decise di sfidarlo al Grattacielo della Memoria.
Di certo non rimase stupefatto, ma nemmeno scontento!
Tu sei un buon "altro"...
Queste le parole che il biondo pronunciò.
Doveva ammetterlo, sì, quel custode era davvero forte.
L'aveva battuto. Non che fosse un granché, ma...si dava da fare!
E poi due, aveva due Keyblade!
Lui solo uno.
E non possedeva mica tutte quelle abilità che aveva lui..
Decise di farlo proseguire. L'aveva messo alla prova.
Poteva salvare i mondi.
Perché l'aveva fatto proseguire, se era dalla parte del male?
Perché semplicemente lo considerava un fratello, specialmente da quando aveva avuto occasione di conoscerlo e ci aveva combattuto.
Non era poi così male...insomma, era questo che intendeva!
...TO BE CONTINUED...
E nella prossima puntata....
...Roxas, il numero XIII (parte 2)...
"Era brutto non avere un cuore. Vivere in un altro corpo ed essere comandato.
Prima almeno una vita ce l'aveva, cuore o non cuore.
Almeno c'era Naminè."
Spero che vi sia piaciuta, quando completerò tutte le carte dell'Orgy inizierà la vera storia: queste servono solo per capirci qualcosa in piu'!
E...mangiate ghiaccino! ^^ (nd.Roxy)