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Autore: Micchi_Chan    30/12/2015    8 recensioni
Nonostante i suoi sforzi però, non riuscì a trovare nessun informazione riferita ad Edogawa Conan, neanche i dati della sua nascita, niente di niente.
Kaito sospirò, allontanandosi dalla scrivania col computer acceso, ancora aperto sulla pagina di giornale che vide Conan e il presidente Suzuki ritratti dopo aver “sventato” insieme una sua rapina.
Si sdraiò sul letto mettendosi un braccio sopra gli occhi, increspati e stanchi dal troppo tempo passato sul computer, un’ insana preoccupazione gli attanagliava le viscere.
“Tentei-kun…stai bene?”
[ShinKai] [Accenni HeiKazu e altre coppie]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 1
                                                    
                       

   “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.”

William Shakespeare          

 

 

 

Amore folle.


Finalmente Kudo Shinichi è tornato.
Dopo quasi due anni, Shinichi era infine riuscito a distruggere l’organizzazione grazie anche all’aiuto della polizia e del FBI ed a farsi dare l’antidoto per il farmaco che lo aveva reso bambino.
Il problema? Ora che lui era tornato, Conan era invece scomparso.

La presenza di Conan era sparita così com’era comparsa, solo gli amici più stretti furono avvertiti con una qualche bugia del FBI.
Ma ovviamente non tutti ebbero questo privilegio, Kaito era uno di questi.

Il piccolo detective era sicuramente una palla al piede per il giovane mago, Kaito ha sempre dato il meglio di sé durante le sue rapine, soprattutto per stupire i suoi fan, ma quando era presente il bambino doveva per forza di cose raddoppiare la sua concentrazione e astuzia, un errore ed era alla mercé del detective.

Eppure nei vari episodi in cui vennero coinvolti, non poté  che ammettere di essersi affezionato al ragazzino, per questo fu parecchio preoccupato quando non lo vide più alle sue rapine.
Nonostante i suoi sforzi però, non riuscì a trovare nessun informazione riferita ad Edogawa Conan, neanche i dati della sua nascita, niente di niente.
Kaito sospirò, allontanandosi dalla scrivania col computer acceso, ancora aperto sulla pagina di giornale che vide Conan e il presidente Suzuki ritratti dopo aver “sventato” insieme una sua rapina.

Si sdraiò sul letto mettendosi un braccio sopra gli occhi, increspati e stanchi dal troppo tempo passato sul computer, un’ insana preoccupazione gli attanagliava le viscere.
“Tantei-kun…stai bene?”
 
                                                                           *                                                             *                                                                  *

 
“Ho capito, si…va bene, vedrò se domani sono libero…si…”
Hattori trovò quasi divertente la faccia del suo migliore amico mentre sosteneva una delle solite conversazioni con la sua migliore amica femmina, se non fosse stata la terza volta che Ran chiamava da quando i due erano insieme.

E sebbene la voce di Kazuha nella sua testa gli ricordava che era solo apprensiva dopo tutto quel tempo passati lontani, il detective di Osaka ritenne comunque quella  situazione alquanto…seccante.

“Scusa Ran, devo andare…ok, ciao.” Riattaccò Shinichi sospirando stancamente, ma non poté fare a meno di sorridere a quanto Ran fosse in pena per lui.
“Finalmente!” lo ridestò la voce di Heiji, ancora seduto davanti a lui mentre beveva un frullato.
“Dai Hattori, non ti arrabbiare!” ridacchiò il detective dell’est prendendo poi un sorso anche lui di frullato.
“Non sono arrabbiato, so bene che dopo aver scoperto la storia di Conan e dell’organizzazione, Ran ha tutto il diritto di essere apprensiva…ma è stata la terza volta, Kudo!” gemette infine facendo ridacchiare nuovamente l’altro.
“Hai ragione, ma vedrai che col tempo ci farà l’abitudine.”
“Si, si…piuttosto…è vero che si è dichiarata?” chiese improvvisamente Heiji rasentando disinteresse, facendo quasi strozzare col frullato il povero Shinichi.

“Te-te la detto Kazuha?” tossicchiò egli, facendo annuire l’altro.
“Sì, due giorni fa.” Gli confessò arrossendo leggermente.
“Che cosa le hai risposto?” chiese nuovamente Hattori sporgendosi verso di lui.
“La verità. Non potevo mentirgli ancora…lei stessa mi ha detto di essere sincero.” Sospirò il ragazzo.

“Gli hai detto che sei gay e stai stalkerando il ragazzo che ti piace?” alzò un sopracciglio Heiji, facendo arrossire violentemente l’altro che si trattenne dallo strozzare il ragazzo del Kansai.
“No! Idiota!” sibilò ancora rosso in volto.
“Gli ho detto che sono dell’altra sponda e che mi piace un ragazzo…” continuò poi cercando di darsi una calmata.
“Wow, e lei cosa ha risposto?” domandò incuriosito Heiji bevendo un sorso.
“Ha chiesto se mi piacevi tu.”
Stavolta era il turno di Heiji a strozzarsi col frullato.

“Ovviamente, ho subito chiarito…e lei lo ha accettato.”
“Ci mancherebbe altro!!!” tossì Heiji riprendendo poi fiato rendendosi conto di aver perso il filo del discorso.
“Piuttosto, Kudo…hai veramente intenzione di partecipare alla rapina di stasera?”

Shinichi annuì convinto.
“Stasera devo assolutamente parlargli…devo sapere perché fa tutto questo.”
Heiji sorrise.
“Davvero? Magari vuoi solo confessargli il tuo amore!” ghignò Hattori facendo pulsare la testa a Kudo.
“Questi non sono affari tuoi, baka.” Lo prese in giro l’altro alzandosi per poi uscire dal locale sotto gli occhi ghignanti di Heiji che si accorse solo dopo di una foto caduta probabilmente dalla giacca del suo amico, dopo averla raccolta sorrise, guardando il ragazzo ritratto in essa che da qualche tempo aveva invaso la mente del suo migliore amico.
“Puoi dire quello che vuoi, ma a me sembri comunque uno stalker.”

 
                                                                                    *                                                                   *                                                                  *

 
“Non sono uno stalker…”
Scrisse velocemente in risposta al messaggio di Heiji che notò solo in quel momento.
Shinichi mise via il cellulare guardando nuovamente verso l’ingresso della scuola superiore di Ekoda, come sempre, aspettando la stessa persona.
Nonostante fosse anche lui uno studente liceale, a Beika le scuole finivano un’ora prima di quelle di Ekoda, e il detective aveva tutto il tempo di raggiungere la scuola ed aspettare il ragazzo per cui aveva una spaventosa cotta.
Sussultò quando finalmente lo vide uscire.
Capelli castani, occhi azzurri, corpo magro e slanciato e poi, un viso così simile al suo da fare quasi paura.
Egli era Kaito Kuroba, alias, Kaito Kid.

Shinichi non ci era arrivato da solo, è stato Saguru Hakuba a dargli l’indizio decisivo, infatti il detective di Londra dopo aver bevuto per errore un alcolico troppo forte per i suoi gusti si era lasciato andare a deliri quasi comici, uno di questi era il suo forte sospetto su uno dei suoi compagni di classe che potrebbe essere  Kaitou kid.

Inizialmente, Shinichi non diede peso a certe insinuazioni, soprattutto perché al momento dei fatti era ancora nel corpo di un bambino e doveva occuparsi prima di tutto di se stesso.
Ma quando ebbe nuovamente il suo aspetto di liceale tutto gli tornò in mente e decise di indagare sul nome che aveva occupato la sua mente da giorni, Kaito Kuroba.
E lì ebbe nient’altro che piste risalenti a lui.
Ormai arrivato alle stesse conclusioni di Saguru, gli era chiaro che Kaitou Kid e Kaito Kuroba sono la stessa persona.
Nonostante questo non poteva parlare a nessuno dei suoi dubbi.
Infatti oltre che l’identità del ladro, il detective scoprì molto più di quanto non avrebbe dovuto.
Ogni volta che Kaito dava allegria ai bambini coi suoi scherzi, ogni volta che sorrideva coi suoi amici, ogni volta che si arrabbiava con la sua amica d’infanzia e anche quando si perdeva a scrutare il cielo con aria malinconica.

A Shinichi batteva il cuore ogni singolo attimo in questi episodi.
Oltre a questo, l’immagine del ladro gentile e buono che aveva sempre rispettato quando era Conan si sovrappose a quella dello studente liceale e questo lo fece innamorare del tutto.
Ormai era passato quasi un mese da quando aveva iniziato a pedinare il coetaneo e nonostante tutto non aveva ancora fatto il primo passo, ovviamente troppo imbarazzato e a disagio su cosa avrebbe potuto dire al ladro per giustificare il suo amore.

Così non gli restava che guardarlo ogni giorno da lontano, ammirando la sua cotta in silenzio.
Alla fine doveva ammetterlo.
Sembrava proprio uno stalker.
 
                                                                             *                                                                      *                                                                             *

“Kaito, va tutto bene?” chiese Aoko vedendo il suo amico d’infanzia guardarsi troppo spesso indietro.
“Perché ti guardi intorno? Cerchi qualcuno Kuroba?” chiese anche Saguru accortosi come la ragazza dello strano comportamento del loro amico.
“No… è solo che mi sento osservato.” Borbottò egli grattandosi la testa, facendo alzare un sopracciglio ai suoi amici.

Ad essere precisi, Kaito si era reso conto da tre settimane che qualcuno lo stava effettivamente pedinando, ma dubitava molto fosse Snake o Spider, non era quel tipo di pedinamento era quasi sicuro si trattasse di un tipo di stalker.

Quelli che non riescono a venirti a parlare e per questo ti guardano da lontano come fossi un trofeo.
Era abbastanza inquietante, ma non sembrava niente di pericoloso, per questo il ragazzo ignorò totalmente il fatto.
Ma durante gli ultimi giorni era diventato impossibile ignorarlo.

Forse perché era stato condizionato dalla notizia dell’altro giorno che parlava appunto di uno stalker che aveva violentato un ragazzo dopo quasi un anno di pedinamenti apparentemente innocui.
Forse perché si era reso conto che nonostante il tempo trascorso, il suo stalker non accennava ad arrendersi.
O forse perché proprio tre giorni prima era stato quasi rimorchiato da un uomo grosso come un armadio  col doppio della sua età, un episodio che probabilmente non dimenticherà mai.

A conti fatti, aveva tutte le ragioni per essere intimidito, ma era comunque impossibile per il suo ego chiedere aiuto a Nakamori-keibu o peggio ancora Saguru.
E poi lui non era un ragazzo come tutti gli altri, lui era Kaitou Kid.

“…e così ha risolto il caso prima di me, però anch'io ero sul punto di…Kuroba mi stai a sentire?” lo ridestò Hakuba vedendo che l’altro era ancora immerso nei suoi pensieri.
“Scusa, di che parlavamo?” lo incitò a continuare Kaito sorridendo di scusa.
“…niente d’importante.” 
“Parlavamo di Kudo Shinichi, il detective che ha umiliato Hakuba-kun.” Rispose per lui la giovane Akako, facendo arrossire il biondo.
“Ha, il detective liceale che vive a Beika?” chiese conferma Kaito facendo annuire Aoko.
“Ultimamente non si vedeva più in giro, poi un mese fa è ricomparso e ora sta risolvendo un caso dietro l’altro! È davvero formidabile!”
“Aoko-san, non dirmi che sei una fan di Kudo?” chiese il biondo facendo ridacchiare nervosamente Aoko.
“Mi dispiace Hakuba-kun, è solo che ha aiutato molte volte anche mio padre…ma lo sai che ti assomiglia, Kaito?” si rivolse al’amico che la guardò incuriosito.
“A me?”
Aoko annuì, prendendo il cellulare e mostrandolo a Kaito che rimase parecchio stupito nel constatare quanto il detective fosse simile a lui, sembravano gemelli.

“In effetti quando lo visto la prima volta l’avevo scambiato per te.” Prese parola Saguru per poi aggiungere: “Siete anche entrambi due arroganti senza peli sulla lingua.”
Kaito si limitò a fargli la linguaccia facendo ridacchiare l’altro, sorrise anche lui, tornando con gli occhi sullo schermo del cellulare.
Quel volto gli era molto familiare…
 
                                                                               *                                                                     *                                                                     *

 
“Uomini, prendetelo! Kid è andato sul palazzo accanto la torre!”
Un grido d’assenso si levò tra i poliziotti i quali seguirono le direttive dell’ispettore Nakamori, che però ignaro di questo dormiva ancora nel bagno della sicurity mentre Kid imitava senza alcun problema la sua voce.

“Senza Hakuba tra i piedi, è davvero troppo facile.” Ragionò sogghignando il mago, intento a guardare dalla finestra dello scuro corridoio sud i poliziotti allontanarsi dallo stabile.
Kid tornò serio, rivolgendosi nuovamente alla luna sperando di aver trovato finalmente pandora, mostrò la gemma alla luce che però non reagì.
“Ancora niente, eh?” sbuffò rimettendo in tasca lo zaffiro con l’intenzione di restituirlo.

Dei passi lo fecero però sobbalzare, confuso si guardò dietro trovandoci proprio il ragazzo di cui avevano parlato lui e i suoi amici qualche ora prima.
Kudo Shinichi lo guardava con un sorriso giocoso sul volto latteo, aspettando una reazione da parte del ladro che proprio come si aspettava il detective, sorrise mettendo in scena la sua poker face e nascondendo lo stupore.
“Incredibile, che piacere conoscere finalmente il grande Kudo Shinichi-san.”
“Il piacere è tutto mio, Kaitou Kid-san.”

Rispose con voce formale il detective confondendo ancor più il ladro, come poteva quel ragazzo essere tanto sicuro di sé davanti alla sua figura?
Certo Kaitou Kid non era un personaggio spaventoso, ma era sicuro riuscisse ad incutere un po’ di disagio o timore.
Invece lui sembrava avere tutta la situazione sotto controllo.

“Ora che ci siamo presentati Kid-san, perché non mi spieghi cosa stai cercando?”
Gli occhi di Kaito persero momentaneamente sicurezza.
“Cosa sto cercando?” domandò anche lui con finta ignoranza.
“Non penso che un ragazzo brillante come te stia facendo il ladro solo per impressionare i suoi fan o prendere in giro la polizia, non è credibile pensare che i tuoi furti non abbiano uno scopo.” Spiegò il giovane facendo qualche passo in avanti portandosi una mano sotto il mento.
“Agisci sempre nello stesso modo, al’inizio pensavo fosse veramente per autocompiacimento, ma poi ho notato che ad ogni rapina, poco prima di restituire una gemma, la sovrapponi in controluce alla luna…”
Kaito deglutì, chiedendosi come diavolo facesse lui a saperlo.
“E quindi?” domandò ostentando sicurezza Kid.
“Cosa speri di ottenere conoscendo le mie vere intenzioni? Sono comunque un ladro, il tuo compito è catturarmi, non comprendermi.” Ridacchiò con aria denigratoria.
“Voglio aiutarti.”

Un’espressione di puro stupore si fece larga sui lineamenti del diciottenne.
“Aiutarmi?” ripeté non nascondendo la confusione nella sua voce.
Shinichi annuì convinto.
“Dammi un motivo.” Chiese severamente Kid.
“Perché…” il detective si morse leggermente il labbro, cercando di trovare parole giuste da usare.
“…io e te siamo simili, non so perché sei un ladro, ma penso che tu sia davvero troppo buono e onesto per il carcere. Vorrei evitarlo, ma non posso farlo se non mi dici le tue intenzioni.”

Kaitou Kid era rimasto…senza parole.
Era la prima volta che si trovava in questa situazione e non sapeva sinceramente cosa dire.
Poi si bloccò.
No, lui era un detective, uno dei migliori a detta persino di Hakuba, non poteva fidarsi.
Kaito riprese la sua poker face, sorridendo beffardo.

“Mi dispiace, Tantei-san. Ma credo che declinerò la gentile offerta, inoltre io…” sussurrò alla fine per poi assottigliare lo sguardo verso Shinichi.
“…non ho bisogno di nessun aiuto.”
Shinichi sembrò deluso dalla risposta del ladro, ma non insisté oltre.
“Ho capito. Vorrà dire che scoprirò da solo la ragione dei tuoi furti.” Ragionò lui per nulla sconfortato.
Kaito rimase interdetto dalla testardaggine del coetaneo.
“…fa come vuoi.” Rispose infine Kid girandosi nuovamente verso il cielo notturno per poi far comparire il deltaplano.
“Ci vediamo, metantei-san.”

Salutò scomparendo nel cielo di Tokyo sotto gli occhi del ragazzo che a sua insaputa, aveva un enorme cotta per lui.
“E così…dovrò fare in mondo che si fidi di me almeno un po’.” Pensò ad alta voce il liceale ridestandosi come vide il luccicante gioiello che aveva rubato poco prima Kid, sul pavimento a pochi passi da lui.
Sorrise.
Shinichi doveva risolvere il caso più importante della sua vita.


 


Fine capitolo 1




Angolino di Micchi:


Sono tornata *^*  Questa volta vorrei provare a cimentarmi in una long sulla ShinKai...a rating rosso *///* 
Vorrei però precisare che non ho idea di quando la storia e il rating si alzerà, per ora ho messo un arancio, ma sono decisa a farlo alzare al rosso. **
Ovviamente, come avete letto, in questa fanfic Kaito non sà che Shinichi e Conan sono la stessa persona, ho seguito solo il manga e non i film. ^^
Per le coppie...bhè, principalmente è una ShinKai, ma potrei inserirci un pò di tutto ^^
Ho specificato solo Heiji e Kazuha perché li adoro, sono sicura che l'inserirò prima o poi. XD
Spero che il primo capitolo vi abbia incuriosito. <3   Alla prossima!*^*

 
  
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