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Autore: Flare Corona    30/12/2015    1 recensioni
Ho immaginato un rincontro tra Natsu e Lucy dopo un anno un po' diverso da come ce lo ha descritto Mashima sensei, in un modo un po' più vicino alla mia vena naluista!
Spero di avervi incuriosito!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Natsu...".
Apro gli occhi, assonnata. Oh? Cosa stavo sognando?
Sbatto le palpebre e immediatamente rivedo il bel volto del ragazzo dai capelli rosa che mi sorride, che mi tende una mano invitandomi ad andare con lui, come ha sempre fatto.
Il tempo di riaprire gli occhi e quell'immagine è scomparsa, non c'è più nessun ragazzo a sorridermi e tanto meno a tendermi una mano; ora, vedo solo una lettera, scritta con una calligrafia disordinata e infantile, appoggiata sopra il mio comodino.
Distolgo lo sguardo velocemente e mi alzo dal letto per preparare la colazione e, nel mentre, accendo la radio.
"E' giunto finalmente l'ultimo giorno dei Dai Matou Enbu, signori! Questo pomeriggio si sfideranno le gilde più potenti di Fiore..."
Smetto di ascoltare dopo le prime tre parole. So esattamente che giorno è oggi, in fondo, sono diventata una famosa reporter. Mi avevano affidato l'incarico di seguire proprio i Dai Matou Enbu a causa del fatto che io stessa vi avevo partecipato l'anno precedente e avevo addirittura vinto; già, Fairy Tail aveva vinto. Mi pizzicano gli occhi, di nuovo, per l'ennesima volta, ancora.
Mi riscuoto quando sento odore di bruciato e vedo una nube nera espandersi nella cucina.
"Aaaaaah, la mia colazione!", urlo, rendendomi conto di aver rischiato di mandare a fuoco l'intera casa.
No, la giornata non era decisamente iniziata con il piede giusto.
Sospiro, mi preparo e, proprio prima di uscire, mi stampo il mio solito sorriso in volto, tirandomi poi qualche schiaffetto per riprendermi.
"Insomma Lucy, è passato un anno, devi riprenderti", parlo da sola lungo la strada che mi porta all'arena, la gente mi guarda e sembra etichettarmi come "stramba", ma non importa, perché subito dopo mi ricoscono e mi sorridono, curiosi.
Sono Lucy la ragazzina strana, sono Lucy Heartfilia, l'erede delle ferrovie di mio padre, sono Lucy la reporter del Sorciere Magazine, mi riconosco in tutti questi nomi, fanno parte di me e sono contenta che la gente se ne ricordi... Eppure, quando mi chiamano con il mio vero nome, con il nome che mi chiama dal profondo del mio essere, la malinconia si dipinge nei miei occhi e il mio sorriso si incrina.
"Tu sei Lucy di Fairy Tail", eccolo. Una bambina mi indica con un sorriso che io non posso fare a meno di ricambiare; mi accovaccio davanti a lei e annuisco.
"Sì, sono io, piccolina, ma Fairy Tail non esiste più ormai". Quante volte l'ho detto? Quante volte ho sentito questa stilettata al cuore?
La bambina mi studia, quasi a cercare qualcosa; poi vedo il suo viso paffutello illuminarsi mentre mi afferra una mano.
"Ma questo è il simbolo di Fairy Tail, no? Se non esiste più, perché c'è ancora?", la sua è una domanda ingenua, ma mi sento presa in contropiede ed esito prima di rispondere.
"Be', ecco-"
Vengo salvata dalla madre che la richiama con tono autoritario e la bambina non può fare altro che salutarmi con la sua manina e correre verso la madre.
La seguo con lo sguardo finchè non scompare tra la folla.
Poi abbasso lo sguardo sul dorso della mia mano, sul marchio di Fairy Tail che scintilla sotto i raggi del sole, come quasi fiero di essere ancora lì, nonostante tutto.
 
Quando arrivo all'arena, gli spalti sono già gremiti di gente e fatico addirittura a trovare Max, che di discreto non ha assolutamente nulla.
"Max!", urlo, quando lo vedo intendo ad esaltarsi per ogni minima cosa. Lo raggiungo con un sospiro e ringrazio di essere una giornalista del Sorciere Magazine e di avere quindi un posto riservato in alto, in modo da poter seguire facilmente gli scontri e poterli catalogare. Che poi, possono essere definiti scontri?
Le gilde arrivate in finale erano deboli come non mai, non c'erano neanche Saber o Blue Pegasus a ravvivare la gara; persino Happy avrebbe potuto battere quei rammolliti. Sorrido, immaginando l'espressione offesa che avrebbe messo su, se gli avessi detto una cosa del genere.
"Sarà una vera noia", sbuffo, mentre quasi mi sdraio sul cornicione.
TUM.
Il mio cuore sembra che abbia un sussulto. Cosa? Cosa sta succedendo?
Drizzo le spalle. Un nemico?
TUM TUM.
L'ansia mi fa tendere come una corda di violino, mentre mi guardo intorno in cerca della sua causa, ma vedo solo facce sconosciute che si godono lo spettacolo.
TUMTUMTUMTUMTUM.
Sembra che il cuore voglia sfondare la mia cassa toracica, sino a quando...
"Oooooh, colpo di scena, signore e signori! Uno sconosciuto ha iniziato a correre sul campo di battaglia sbaragliando tutti i nemici!".
Abbasso lo sguardo sull'arena e il mio cuore si ferma, così come il mondo, il tempo, tranne le fiamme che fuoriescono dal pesante mantello dell'incappucciato. Quelle fiamme danzano nei miei occhi, attraversano e riempiono il mio corpo fino ad arrivare al mio cuore, lo accendono e fanno divampare un fuoco incandescente che esplode in un sussurro carico di emozione, totalmente diverso da quello tremulo e incerto di quella stessa mattina.
"Natsu".
Questa volta non è un sogno, non è un'illusione, io so che è lì. So che è tornato.
Non so come, ma salto e mi ritrovo a pochi metri da lui, ed è solo quando vedo i suoi scompigliati capelli rosa che tanto amo e i suoi occhi verdi, degni di un drago, che il mio cuore riprende a battere e il mio cervello con lui.
In me si mescolano una miriade di emozioni diverse, in contrasto tra loro, ma allo stesso tempo complementari, semplicemente... giuste. La felicità di rivederlo, la rabbia perché mi aveva abbandonato, la solitudine, l'attesa, l'impazienza, la frenesia, la paura, la gioia, il timore.
Ma i miei pensieri hanno breve vita, perché nel momento in cui pronuncia il mio nome, so di averlo perdonato, so di amarlo e so che mai e poi mai lo avrei lasciato allontanare da me.
Mi ritrovo stretta tra le sue braccia, che tante volte mi avevano salvata, esattamente come ora.
"Perdonami, Lucy-", ma lo interrompo subito, scostandomi un po' dal suo petto.
"Tadaima, Natsu". So che non dovrei essere io a dirlo, non sono io quella a essersene andata, ma io mi sento finalmente a casa dopo un anno di solitudine e con il vuoto come compagno. Natsu è la mia casa.
Appoggio la mia mano sulla sua spalla e i nostri marchi sembrano pulsare, come se fossero stati rimessi al loro posto.
Lui sembra capire i miei sentimenti e poco dopo vedo comparire quel sorriso che tante volte avevo sognato, ma che mai aveva reso giustizia a quello vero.
"Okaeri, Lucy".
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE    
Sisi, lo so che questo capitolo è uscito molto tempo fa e che io sono decisamente in ritardo a pubblicare questa ff, ma mi ero ripromessa di scriverla non appena avessi avuto tempo.
Spero che vi abbia fatto piacere leggerla come a me ha fatto piacere scriverla!
I vostri commenti sono sempre ben accetti, in fondo c'è sempre qualcosa che avrebbe potuto essere sviluppato meglio.
Alla prossima, minna!
  
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