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Autore: Emy Potter    31/12/2015    0 recensioni
"Alice Liddell è una donna intelligente con una natura curiosa, lingua tagliente e un modo diretto di affrontare le cose. Quando divenne uno spirito, all'età di diciannove anni, si ritirò nel suo paese delle meraviglie con le intenzioni di non ritornare. Più di un secolo dopo, lei è stata scelta per diventare il prossimo guardiano, ma nemmeno il suo amico d'infanzia Calmoniglio può cancellare ciò che il mondo le ha fatto."
Questa è la traduzione di una famosa fanfiction inglese che io ho adorato tantissimo. Spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bunnymund, I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8: Un giorno al Laboratorio (parte 1)

You said, remember that life is
Not meant to be wasted
We can always be chasing the sun!
So fill up your lungs and just run
But always be chasing the sun!

Chasing the sun - Sara Bareilles

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"Ora, tieni la mano piatta e lontana dai loro denti."
Alice obbedì e offrì piano alla grande renna il pezzo di carota fresco che teneva sul palmo della mano. L'alto e grosso mammifero chinò la testa sul lato della stalla di legno intagliato e abbassò il muso verso la sua mano. Trattenne una risata quando il respiro della renna si scontrò contro il suo palmo e lo solleticava mentre annusava ciò che gli era stato offerto. Dopo aver deciso che non era una minaccia, la renna accettò la carota con un forte scricchiolio.
Nord sorrise e accarezzò con orgoglio il muso del suo amato animale. Era contento che non aveva tentato di azzannare la piccola mano della ragazza: le sue renne erano solitamente scontrose quando dei volti sconosciuti si avvicinavano alle stalle, ma sembravano avere un'inaspettata simpatia nei confronti di Alice. L'ultima volta che Bunny era stato alle stalle era stato quasi colpito sul petto da una massa di zoccoli. Nord aveva trovato divertente quando il pooka era saltato maldestramente all'indietro per evitare qualche costola rotta, ma l'amico non lo trovò per niente spiritoso. Inutile dire che le renne era un altro motivo per cui Bunny odiava la slitta.
Quando la renna smise di annusare alla ricerca di altre carote e si ritirò nella stalla, Alice si diresse verso la prossima e gli fece un cenno schioccando la lingua contro il palato. Nord sollevò il piccolo secchio di carote che aveva in mano, permettendo alla ragazza di prenderne una e di darla all’animale.
“Sono usate per dare i regali ai bambini di tutto il mondo?” chiese lei mentre accarezzava il muso della renna.
“La maggior parte delle volte, ma qualche volta gli yeti le usano per trasportare il legno quando  hanno bisogno di espandere il dominio. Le renne sono anche cacciate per sport. Grossa caccia.”
“Lei caccia per sport?”
“Io? No, no” rise Nord facendo un gesto con la mano. “Forse l’ho fatto una volta, tanto tempo fa, ma per necessità, non per sport. Ogni creatura ha il suo scopo, sia quelle grandi che quelle piccole. Ogni essere vivente ha qualcosa da offrire. Cacciare per sopravvivere è una cosa, ma essere un ornamento per un muro non è uno scopo.”
Alice fece solo un cenno di assenso prima di tornare ad accarezzare la renna un’ultima volta, mentre un sorriso affettuoso si fece strada sul suo viso solitamente stoico. Con il passare delle ore, lo spirito del Natale sembrava sempre più ricordargli il suo defunto padre. Ora riusciva a sentire stabilirsi un senso di conforto dentro di lei, e non il solito lancinante dolore. Non era sicura su cosa volesse fare riguardo a questa novità, ma finora non era del tutto sgradevole.
Arthur Liddell era stato un grande uomo del suo tempo. Aveva fede nella scienza e nella letteratura, e aveva una gran passione per la fotografia. La sua convinzione che le donne erano altrettanto capaci e importanti quanto gli uomini derivava dall’aver sposato una donna con un intelletto stupefacente, un senso di autonomia e l’amore per la conoscenza. Questa convinzione fu intensificata quando ebbe avuto due figlie con un potenziale illimitato. Elizabeth con il suo senso di società e umanità senza precedenti e Alice con una magnifica fantasia, intelligente, e particolarmente curiosa anche per una persona così giovane.
Nord sembrava essere un vecchio e interessante uomo. Non era proprio antiquato, ma piuttosto sceglieva di avere una morale semplice e ideale. Aveva vissuto una lunga vita e avrebbe protetto quelli che amava con tutta la forza che aveva in corpo.
Alice non pensava che Nord fosse identico a suo padre –non che erano molto diversi, ma perché lei, purtroppo, non ricordava molto del padre- ma avevano entrambi grandi cuori d’oro e che era tutto quello che ci voleva per guadagnare la sua ammirazione e il suo rispetto verso il vecchio strambo.
Una volta che finirono di nutrire le renne, Nord la portò al piano principale per cominciare il suo giro mattutino. Ad Alice piaceva seguire il Guardiano più anziano, mentre lui le presentava il suo magnifico regno in modo che lo ricordasse. Il laboratorio era caotico come al solito mentre gli yeti costruivano i giocattoli e li mettevano ordinatamente davanti a loro, intanto che i pochissimi elfi che non stavano seguendo Alice, correvano in giro, raccogliendo cose inutili e rosicchiando tutto quello che capitava in quelle maliziose manine.
Nord si faceva strada con orgoglio, fermandosi ogni tanto a controllare qualche giocattolo realizzato. Dopo aver ispezionato una casa delle bambole piuttosto stravagante, fece allo yeti un segno di approvazione  prima di passare al tavolo successivo, dove un altro yeti stava costruendo un camion dei pompieri. Stava controllando le ruote finché la voce di Alice gli ricordò la sua presenza.
"Come si fa a dire se un bambino è "cattivo" oppure "buono"? Sicuramente gli umani si sono moltiplicati rispetto al periodo in cui sono stata via e deve essere difficile pensare a tutti."
Osservava i tavoli attorno a lei, ma continuò a seguire Nord nel momento in cui lui riprese a camminare, il che era qualcosa a cui lui non era abituato. Normalmente, quando Jack passava la giornata a seguire Nord, il ragazzo gli stava vicino finché qualcosa di nuovo non catturava la sua attenzione, il che succedeva solo dieci minuti dopo l'inizio del giro. Dopo di che non l'avrebbe più rivisto per ore, e se lo faceva, stava probabilmente facendo qualcosa che non doveva fare.
"è vero, può essere molto faticoso. Ai tempi in cui sia io, che il mondo, eravamo più giovani, potevo tranquillamente correggere e smistare i nomi dei bambini, ma ormai è troppo difficile. Come i tempi cambiano, così fa il mondo, e se io non voglio rimanere indietro devo farlo anch'io, tutti i guardiani devono, ma per fortuna non molto. Le nostre tradizioni sono le stesse, solo l'organizzazione deve migliorare."
"E come li smisti adesso?" chiese Alice mentre si appoggiava ad un tavolo di laboratorio guardando Nord prendere un giocattolo per analizzarlo più da vicino.
"Per lo più con la magia. I bambini più cattivi o più buoni vengono collocati automaticamente nella loro lista, mentre i bambini "nel mezzo" sono inseriti in una lista separata che guardo io stesso" spiegò l'uomo mentre tastava la durezza del giocattolo stringendolo un pò. Quando non si piegava né spezzata sotto la pressione delle sue dita, lo rimise sul tavolo e proseguì.
"I bambini "nel mezzo"?"
"Dah, i bambini che non sono del tutto su una lista. Possono aver fatto qualcosa di cattivo, ma le loro intenzioni possono essere buone, e viceversa."
Ci fu una breve pausa nella conversazione e Nord cominciò a pensare che fosse finita, ma quando tornò a guardare Alice la sua teoria venne respinta. La ragazza era ancora in piedi con le braccia conserte sul tavolo. Non era arrabbiata o infastidita, ma pensierosa. Nord ha continuato a controllare, firmare documenti senza leggerli e allontanare gli elfi fastidiosi, mentre la sua attenzione era principalmente su Alice.
"E i bambini che sono cattivi perchè non hanno mai conosciuto nient'altro?" chiese infine lei tenendo gli occhi sul pavimento.
Le sopracciglia di Nord si avvicinarono per l'espressione confusa a causa del cambiamento di Alice. Bunny lo aveva avvertito del fatto che lei potesse essere un pò imprevedibile a volte, ma lui pensava riguardasse solo il suo temperamento. Non sapeva cosa pensare su questo cambio d'umore distante e chiuso. Si chiese se lei stesse parlando con se stessa, ma di quello che lui ricordava, Alice aveva avuto un'infazia abbastanza felice. Era un pò solitaria, non riusciva facilmente a fare amicizia, ma aveva una famiglia amorevole. Anche se, naturalmente, questo era prima dell'incendio.
"Anche loro sono lì. Dipende tutto dalla situazione, Alice" sospirò Nord non piacendogli la svolta che aveva preso la conversazione. "Sono stato al mondo per molto tempo e so che a volte non è sempre colpa loro, ma hanno bisogno di imparare cosa sia il bene e cosa il male."
"Lo so, e non sono d'accordo, ma...lo prendi in considerazione, vero?" lo guardò incrociando le braccia. "Non li...trascuri solo, non è così?"
Nord non aveva idea a cosa lei si riferisse o cosa voleva che lui dicesse, ma sentiva che avrebbe potuto rispondere con sincerità senza scioccarla.
"Certo che no" sorrise mandando via un altro yeti con un quadernetto con degli appunti. "Che tipo di guardiano sarei se trascurassi i bambini?"
Per un attimo giurò di aver visto Alice indietreggiare, ma quando si voltò, lei era immobile.
"Non buono, suppongo" mormorò a se stessa, ma nonostante il baccano riuscì a sentirla. Dopo alcuni secondi, la ragazza fece un profondo sospiro, arrivando ad una conclusione che non disse prima di sciogliere tra di loro le braccia e allontanarsi dal tavolo. "Quanti sono quest'anno? Niente di terribile spero"
Nord cacciò la sensazione di aver detto qualcosa di sbagliato e sorrise. "La lista dei buoni è piuttosto lunga, sicuramente degna di qualche record, ma, purtroppo, la lista dei cattivi sembra avere più bambini ogni anno che passa."
"Perchè lo pensi?"
Il guardiano incrociò le braccia e si strinse nelle spalle. "Bah! I bambini crescono troppo in fretta e con un linguaggio inappropiato! Irrispettosi verso gli anziani e Manny sa cos'altro. Fanno quello che fa un adulto prima di quando dovrebbero."
Era un vero peccato, ma Alice non si sorprese. Dopotutto ha passato buona parte del 1875 a curare gli orfati traumatizzati della parte malsana di Londra. Sapeva che non tutti i bambini erano così, ma sapeva anche che a volte l'ambiente e le circostanze possono renderli davvero cattivi.
"Penso che andrò verso i tavoli della pittura, Mr.Nord"
Sorrise nell'essere chiamato di nuovo in quel modo, ma non disse nulla. Alice avrebbe smesso di essere formale quando più era pronta, era sempre così matura per la sua età. Normalemente, Nord non ci penserebbe due volte ad individuare quanto Alice fosse grande, ma già da quando era una bambina era sempre stata molto più perspicace e saggia rispetto ai suoi coetanei; tuttavia Nord non poteva aspettarsi altro dalla bambina che aveva catturato l'attenzione dello scontroso coniglietto di Pasqua.
"Fai come se fossi a casa tua" disse l'uomo. "Dopo che avrò finito il controllo sarò nel mio ufficio. Vieni pure da me se hai bisogno di qualcosa, e tieni d'occhio Jack. Deve essere qui da qualche parte."
Alice cercò di nascondere una smorfia, ma fallì miseramente visto che lui la notò comunque. Le sue spalle fecero su e giù mentre ridacchiò tra se e se. Non ci voleva un genio per capire che quei due non andavano d'accordo. Nord era però certo che il tempo li avrebbe fatti diventare buoni amici.
Glie lo diceva la sua pancia.
-O-

"Cosa vuol dire che li ho fatti male? E' uguale al tuo!"
"BarglAgbal!"
Esclamò lo yeti irritato contro Jack prima di mostrargli il suo robottino verde e metterlo accanto a quello che aveva fatto il ragazzo. Brontolò nella sua lingua mentre sottolineò i diversi difetti del suo giocattolo.
"Questo non ti aiuto visto che sono chiaramente identici" insistette Jack mentre cercava di riprendersi il suo robot, ma lo yeti non glie lo permetteva.
Si lasciò un sfuggire uno sbuffo frustrato, seduto su un tavolo del laboratorio, aiutando un certo yeti a re-pitturare i robot che aveva accidentalmente fatto cadere il giorno prima a cause dell'incidente dell'aereo giocattolo. Tutto quello che faceva però non andava bene per lo yeti. Era ovviamente ancora arrabbiato con lui per aver rovesciato la sua preziosa piramide di robottini. Jack cercò di mantenere la calma e fare solo quello che gli era stato detto, ma l'animale era un perfezionista e al ragazzo non importava molto. I bambini non avrebbero notato nulla di diverso se il loro robot non aveva i falsi pulsanti e circuiti sul petto.
Dopo altri cinque minuti di insegnamento in una lingua che a malapena riusciva a capire, Jack si lasciò sospiro drammatico  prima di lanciare il pennello in un bicchiere d'acqua vicino. Baby Tooth alzò gli occhi delle sue piccolissime dita sporche di pittura al tavolo dell'officina, intuendo che Jack stava per andarsene. Chiunque lo conoscesse sapeva che non era una cosa da lui stare fermo in un punto per tanto tempo.
"Lascia perdere! Aiuterò con qualcos'altro dal momento che non sono ovviamente tagliato per fare il pittore di robot"
Mentre Jack saltò giù dal tavolo, lo yeti cominciò a riparare il disastro che aveva fatto lo spirito. Prese il suo bastone e salutò con due dita l'animale scontento. Lo yeti brontolò e fece un forte verso sprezzante come per dire "buon viaggio!".
Jack si limitò a ridere prima di cominciare la sua passeggiata lungo il laboratorio, scavalcando elfi e osservando il lavoro degli yeti. Alcuni di questi gli rivolsero occhiate di avvertimento, ma lui li ignorò. Non poteva biasimare il loro essere sospettosi. Poteva spudoratamente ammettere di essere un piantagrane, e ne era anche orgoglioso. Così, quando si ritrovava senza sorveglianza, spesso sfruttava al meglio la situazione, il che di solito rallentava tutto il lavoro dell'officina. E gli yeti non apprezzavano il rallentamento dei lavori.
Indipendentemente da questo, aveva ancora intenzione di aiutare. Non che si aspettava che qualcuno chiedesse aiuto. Facevano le stesse cose da secoli, dopotutto. Tuttavia, Jack non aveva ancora intenzione di raggiungere Nord, così continuò a camminare.
Da come andavano le cose sembrava una giornata come tante, anche quella mattina, Nord diede l'ordine di velocizzare la produzione. Halloween era alle porte e per Nord quella festa fatta di costumi e caramelle era l'avvertimento che mancavano circa una cinquantina di giorni a Natale. Per un bambino può sembrare tanto, ma il tempo per Babbo Natale andava molto più veloce.
Nord amava chiamare i giorni dopo il Ringraziamento come il "tratto finale". Era specialmente durante l'autunno e l'inverno che Jack trascorreva metà del suo tempo ad aiutare nel laboratorio; l'altra metà era spesa a Burgess, dove stava con Jaime e i suoi amici.
A proposito, pensò Jack. Jaime deve essere tornato dal suo viaggio ormai.
"Hey Baby Tooth, facciamo una telefona a Jaime" disse Jack voltandosi verso la piccola compagna.
La fatina gli rivolse qualche versetto e annuì prima di allontanarsi dalla sua spalla e volare verso il tetto.
A causa del poco vento che si trovava in quello spazio limitato, lo spirito riuscì a malapena a seguirla. Rovesciò accidentalmente un paio di castelli fatti di Lego, ma avendo nella sua testa solo il dover chiamare Jaime, si limitò a ridere degli yeti invece di fermarsi e aiutarli.
Ci penseranno loro.
Da quello che ne sapeva Jack, c'era solo un telefono in tutto il regno di Nord ed era uno di quelli vecchio stile, ingombrante e attaccato alla parte. Era un grande pugno nell'occhi, ma non importava. Funzionava ed era tutto ciò che davvero contava. Inoltre era già un miracolo il fatto che funzionasse. Stranamente il laboratorio di Babbo Natale non era esattamente famoso per la sua buona ricezione del telefono.
Dopo aver finalmente raggiunto il salotto dove Nord teneva l'antico telefono poco utilizzato, si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso la parete più lontana. Sollevò il ricettore e compose velocemente l'unica serie di numeri che aveva memorizzato e attese.
Per il suo dodicesimo compleanno, la madre di Jaime gli aveva regalato un cellulare "solo" per le emergenze e, da bravo ragazzo che era, il ragazzino seguì la regola. A meno che non lo chiamava lo spirito dell'inverno, naturalmente, il che non succedeva spesso dato che Jack preferiva vederlo di persona, ma a volte anche lo spirito aveva i suoi impegni e non poteva fare quello che voleva.
"Pronto" la voce di Jaime apparve dopo il terzo squillo.
"Ehi ragazzino, come va?"
"Jack!" il suo tono si rallegrò all'istante. "Sei tu? Da dove chiami?"
"Naturalmente sono io! Chi altro potrebbe essere, Babbo Natale? Il telefono è suo però" rise Jack. Sentì Abby abbaiare in sottofondo e Sophie gridare il suo nome.
"Sophie, zitta!" la mise a tacere Jaime. "Se la mamma vede che sono al telefono, non potrò più parlare con Jack"
Lo spirito aspettò ascoltando i rumori dall'altro capo del telefono. Jaime stava probabilmente facendo uscire dalla stanza la sua sorellina di cinque promettendogli un biscotto, o qualche altro dolcetto che avrebbe fatto rabbrividire Tooth.
Mentre aspettava, Jack si diresse verso una poltrona vicina e si lasciò cadere su di essa con un leggero sospiro. Grazie all'Uomo della Luna il cavo del telefono era abbastanza lungo da permetterglielo. Baby Tooth si teneva sospesa vicina al suo orecchio in modo che potesse ascoltare la conversazione. L'aria  che veniva spostata dalle proprie ali gli solleticava il collo, ma non la scacciò. Ormai ci era abituato.
"Mi dispiace, Jack. Sophie ha dormito per tutto il tempo in macchina ed ora è iperattiva"
"Nessun problema, tanto non ho niente da fare" lo rassicurò torcendosi pigramente il filo attorno al dito. "Com'è andata da tuo padre?"
"Bene..."
Jack riusciva facilmente ad immaginarsi il ragazzino alzare le spalle. Jaime era sempre entustiasta di raccontargli le sue visite a casa di suo padre. A causa della scuola e il fatto che il genitore vivesse in un altro stato, Jaime e sua sorella potevano visitarlo un weekend al mese, così il fine settimana in cui lui doveva andare a trovare il padre, il ragazzino saltava dalla gioia. Tuttavia, il suo recente viaggio era diverso a causa di un particolare motivo.
"Hai incontrato la nuova fidanzata di tuo padre?" chiese con cautela Jack. Circa una settimana prima dell'inizio del viaggio, Jaime ricevette una telefona da parte di sua padre dove lui gli riferiva che aveva iniziato una nuova relazione, e che desiderava che lui e Sophie conoscessero la ragazza in questione.
Il ragazzino non sembrava tanto sconvolto, ma Jack la notizia era un duro colpo per lui. Anche se i suoi genitori avevano ancora un rapporto accettabile, Jaime sapeva che non sarebbero mai tornati insieme; anche se, come qualsiasi altro bambino che avesse i genitori divorziati, lo sperava in silenzio. Ma ora che suo padre si era fidanzato, il fatto che i suoi erano separati era ancora più evidente, addirittura più di quando il padre si trasferì all'estero. Almeno allora, Jaime poteva fingere che fosse andato via solo per un viaggio di lavoro.
Jack si sentiva inutile quando affrontava questo discorso, era una delle poche cose con cui non aveva mai avuto un'esperienza diretta. Il divorzio era solo un concetto insonadabile quando Jack era umano, e anche se non lo fosse stato, non credeva che i suoi l'avrebbero fatto.
Odiava sentirsi così quando riguardava il suo bambino preferito, e sapeva che questo non avrebbe fatto che velocizzare la crescita di Jaime. Il Guardiano del divertimento non era qualificato per affrontare tutti i problemi moderni che Jaime però affronterà sicuramente. Poteva aiutarlo con il compito di storia e congelando i bulli a scuola, ma consigli sulle ragazze? Appuntamenti? Non pensateci nemmeno.
"...sì, l'abbiamo incontrata" borbottò Jaime.
"E vi piace?"
"A Sophie sì, ma lei a cinque anni, gli piacciono tutti. Ho pensato che non era male...è brava nel computer come me, mi ha fatto vedere come trovare un virus sul mio portatile"
"Vedi? Te l'avevo detto che non sarebbe stata così male" disse Jack cercando di mantenere allegra la conversazione. "Devi fidarti di me, ragazzino"
"Sì, credo di sì" ridacchiò di malavoglia lui. "Suppongo che non hai tutti i torti, sai? Ho solo bisogno di tempo per affrontare la cosa."
"Così si fa, campione" disse lo spirito orgoglioso. "Devi essere positivo e pensare ad un cosa alla volta."
"Allora, come mai chiami dal laboratorio di Nord? Il tempo non è male qui, potresti farci visita."
"No, non proprio. Sono bloccato qui finchè non risolvo il casino che ho combinato ieri."
"Che hai fatto?"
"Ho preso un aereo giocattolo e con questo ho quasi decapitato Bunny" sorrise Jack prima di aggiungere in fretta: "Per caso"
Sentì Jaime scoppiare a ridere dall'altro capo del telefono. A differenza dei suoi compagni guastafeste e la spietata Alice, sapeva che Jaime avrebbe visto la parte divertente di tutto. Lui sarebbe sempre stato dalla sua parte qualsiasi cosa fosse successa, anche se questo la avrebbe messo sulla lista dei cattivi.
"Non ci credo! Ti ha picchiato dopo?"
Lo spirito dell'inverno sbuffò. "Pfff, come se potesse! Bunny conoscerà il Tai Chi, ma questo non vuol dire che riesce a centrare l'obiettivo."
Jaime continuò a ridere per un pò fino a che riuscì a smettere. Ricominciarono a parlare del suo viaggio, finchè si sentì sua madre chiamarlo al piano di sotto.
"Devo andare a mangiare ora"
Jack stava per salutarlo, ma prima che potesse farlo gli balenò un'idea in mente. "Ehi aspetta, puoi farmi un favore?"
"Adesso?"
"No, non ora" scosse la testa lo spirito, anche se ovviamente non poteva essere visto. "Appena puoi"
"Certo" sorrise Jaime, sempre pronto ad aiutare l'amico. "Di che si tratta?"
"Cercare tutte le informazioni che si possono trovare su Alice nel Paese delle meraviglie, l'autore e la ragazzina su cui è basato, Alice Liddell"
"Uhm, okay" rispose il ragazzino un pò confuso. "Posso, ma perchè?"
Jack sorrise e si alzò in piedi. "Te lo dico quando vengo da te. Ciao!"
Prima che Jaime potesse dire altro, lo spirito riattaccò il telefono e uscì dalla stanza seguito da Baby Tooth.
 
-O-

NOTA AUTRICE: Ciao a tutti! Perdonate l'immenso ritardo, ma ho avuto tantissimi casini. Comunque, il capitolo l'ho dovuto dividere in due perchè era lunghissimo e volevo farvi un bel regalo per il nuovo anno.
Se vedete errori e perchè ogni tanto qualcosa mi è sfuggita, ero stanchissima e super raffreddata, ma mi sono imposta di finirlo solo per voi.
Che ne dite? Vi piace?
Ringrazio _Abyss_ e Shiera Blaze per le recensioni e tutti quelli che hanno messo la storia tra preferite, seguite e ricordate. Grazie mille a tutti voi!
Link per la storia originale: https://www.fanfiction.net/s/8753693/8/Winter-Wonderland.
Recensite in tanti, sia qui che nella storia originale! Kisses, Emy.

P.S: Buone feste a tutti!
   
 
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