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Autore: eugeal    31/12/2015    0 recensioni
I piani di Vaisey sono stati sventati e lo sceriffo è morto.
Ora Robin Hood non è più un fuorilegge e lui e Guy possono affrontare una nuova vita in una Nottingham governata da un altro sceriffo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Il nuovo sceriffo di Nottingham scese le scale della sala grande senza distogliere lo sguardo da Guy e Robin. Gli altri nobili osservavano la scena curiosi, chiedendosi il motivo di tanto interesse.
- Voi due! - Disse bruscamente Arthur di Kingstone. - Presentatevi.
Robin lanciò un rapido sguardo a Guy, poi tornò a fissare lo sceriffo e finalmente si decise a rispondere, usando un tono molto più umile di quello che aveva usato poche ore prima.
- Io sono Robin di Locksley, conte di Huntingdon, mentre lui è Guy di Gisborne, signore di Knighton.
- Locksley e Gisborne, eh? - Disse lo sceriffo in tono gelido. - Sono sorpreso, signori, e di certo non in senso positivo. Avevo già sentito parlare di voi, e ho sempre pensato che certe voci fossero esagerate, ma di certo non mi aspettavo che due dei nobili di questa contea potessero comportarsi in modo tanto sconsiderato, al pari di ragazzi di strada!
Un brusio percorse la sala mentre gli altri nobili commentavano le parole dello sceriffo, e Guy tenne lo sguardo fisso a terra senza azzardarsi a guardare Arthur di Kingstone, sperando che Robin tenesse a freno la lingua per una volta.
Lo sceriffo tenne la moneta che gli era stata gettata da Robin tra due dita, come se stesse stringendo qualcosa di estremamente sporco e la sventolò sotto il naso dell'ex fuorilegge.
- Credo che questa vi appartenga, Locksley. Forse credete che si possa compensare un comportamento scorretto elargendo monete d'oro, ma penso che vi accorgerete molto presto che certi trucchetti possono funzionare con il popolo, ma non con lo sceriffo di Nottingham.
- Dipende dallo sceriffo. Il vostro predecessore era decisamente interessato all'oro. - Commentò Robin, rimediando un calcio negli stinchi da parte di Guy e un'occhiata feroce dallo sceriffo.
- Mi state prendendo in giro, Locksley? Mi hanno parlato delle vostre prodezze da fuorilegge e per quanto possiate aver raccolto il favore del popolo, sappiate che non sono disposto a tollerare il vostro comportamento irrispettoso e irresponsabile. Lo sceriffo Vaisey è morto, quello che poteva essere tollerato durante la sua carica non è più accettabile, se pensate di potervi sottrarre alle regole, pensate male.
Guy pensò, con un certo divertimento interiore, che Robin non sarebbe stato in grado di seguire delle regole rigide nemmeno sotto tortura se non le avesse trovate giuste. Lo sceriffo dovette notare qualcosa nell'espressione del suo viso perché si rivolse a lui con un tono ancora più duro di quello che aveva usato con Robin.
- Gisborne! Mi sembrate fin troppo compiaciuto per la posizione in cui vi trovate. Mi verrebbe da pensare che un uomo che sia arrivato tanto vicino a essere giustiziato per tradimento abbia il buon senso di comportarsi in un modo irreprensibile dopo essere scampato per miracolo alla morte. È un ragionamento così assurdo?
Un altro brusio, più forte del precedente accompagnò le parole dello sceriffo e Guy ebbe l'impressione che gli occhi di tutti i presenti fossero puntati su di lui.
Guardò Arthur di Kingstone, chiedendosi cosa sapesse di lui e di Robin. Era chiaro che era stato informato sugli eventi avvenuti durante il loro recente viaggio in Terra Santa, ma non aveva idea di quanto fossero precise e accurate le informazioni che aveva. Prudentemente, decise di parlare il meno possibile.
- No, mio signore. - Disse a bassa voce.
Lo sceriffo camminò avanti e indietro per la sala, poi tornò a fermarsi davanti a Guy e Robin ed estrasse la spada spezzata. Guy notò il lampo divertito negli occhi di Robin e gli rivolse un'occhiataccia per ammonirlo a restare in silenzio.
- Secondo voi ho bisogno della vostra elemosina per comprare una spada migliore, Locksley? Pensate che porti con me questa lama spezzata perché non posso permettermene una nuova? E in tal caso sarebbe tanto divertente? Questa spada, una volta ha salvato la vita del re, guardatela bene. Si è infranta per bloccare un colpo che lo avrebbe ucciso e non ho voluto sostituirla perché merita di essere onorata.
Robin stava per replicare che anche lui e Guy avevano salvato il re, ma per una volta ebbe il buon senso di tacere, capendo quanto fosse irritato lo sceriffo.
Sir Arthur rinfoderò la spada e si rivolse ai nobili del consiglio.
- Mi aspetto da voi tutti lealtà e affidabilità e voglio che sappiate che come sceriffo ho intenzione di essere giusto, ma severo. Nessuno di voi dovrà considerarsi al di sopra delle regole o troppo importante per sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni e ho intenzione di dimostrarlo sin da ora. Locksley e Gisborne si sono comportati in modo irresponsabile e pericoloso, mettendo a rischio la vita di altre persone e per questo motivo saranno puniti. Per questa volta voglio essere generoso, vi permetterò di scegliere il vostro castigo: cinque frustate a testa o altrettanti giorni nelle segrete. Allora, cosa preferite?
Guy e Robin si scambiarono uno sguardo rassegnato.
- Scegliamo le segrete, signore. - Disse Robin con un mezzo sospiro.
- Signor Archer! - Chiamò lo sceriffo e il giovane si fece avanti, lanciando uno sguardo dispiaciuto ai fratelli. - Accompagnate questi due sconsiderati in una delle celle e occupatevi di avvisare le loro famiglie. Signori, - proseguì, rivolto a Robin e Guy – mi aspetto che la prossima volta che avrò a che fare con voi abbiate un po' più di buon senso e molta meno arroganza.
- Sì, mio signore. - Dissero i due uomini contemporaneamente, accingendosi a seguire Archer.
- Locksley!
Robin si voltò e lo sceriffo gli lanciò la moneta d'oro.
- Questa datela a chi ne ha veramente bisogno. - Disse Arthur di Kingstone, duramente, poi tornò a rivolgersi agli altri nobili. - Ora torniamo a occuparci della contea. Signori, vorrei una relazione sulle vostre terre…

Guy sedette a terra e si appoggiò con la schiena alle sbarre della cella, lanciando uno sguardo irritato a Robin.
- Un mercante, eh?
L'amico sedette di fronte a lui, su un mucchio di paglia umidiccia e maleodorante.
- Come potevo saperlo? E comunque tu stavi andando al galoppo tanto quanto me.
Guy sospirò e si coprì il viso con le mani, con aria stanca.
- Abbiamo trovato il modo perfetto di conoscere il nuovo sceriffo, eh? Bella impressione che abbiamo fatto... Sinceramente avrei preferito che fossi tu.
Robin sogghignò.
- Inutile rimuginarci sopra, ormai. E comunque penso che avrei trovato noioso l'incarico di sceriffo.
- Disse la volpe che non riusciva a raggiungere l'uva…
- A proposito di uva, spero che la qualità dei pasti per i prigionieri sia migliorata negli ultimi tempi, comincio ad avere fame.
Guy fece una specie di sbuffo ironico.
- Non ci conterei troppo se fossi in te. Possiamo solo sperare che Archer abbia pietà di noi.
- Forse è meglio per lui non dire allo sceriffo che è nostro fratello.
- Grazie per il pensiero, ma penso che lo sappia già. - Disse Archer, avvicinandosi alla porta della cella. Guy e Robin lo guardarono e il fratello rivolse loro uno sguardo di scusa. - Mi dispiace, non ho potuto portarvi del cibo migliore di quello riservato agli altri prigionieri. Ordini diretti dello sceriffo, nessun trattamento di favore per voi anche se siete nobili.
Archer appoggiò a terra un vassoio con alcuni pezzi di pane secco e due ciotole di zuppa acquosa, poi richiuse la porta della cella.
- Avviserò Marian e Isabella che siete qui. - Disse Archer, allontanandosi dalla cella con un cenno di saluto ai fratelli.
Guy e Robin si scambiarono uno sguardo preoccupato.
Improvvisamente quei cinque giorni da passare in prigione non sembravano più così lunghi.
Gisborne prese la sua ciotola e un pezzo di pane con un sospiro. Marian aveva sempre disapprovato sia le gare a cavallo con Archer che le zuffe che a volte scoppiavano tra lui e Robin e di certo non sarebbe stata affatto contenta di scoprire quello che era successo.
Guardò l'amico e vide che sembrava piuttosto disgustato davanti al misero pasto che era stato servito ai prigionieri.
- Il pane è duro, ma almeno non è ammuffito. - Disse Guy. - Se lo metti nella zuppa si ammorbidirà un po'. Poteva andare peggio.
- Peggio di così? - Chiese Robin in tono critico, trovandosi a rivalutare anche lui gli scoiattoli di Much.
- Tu non hai mai visto il cibo riservato ai prigionieri quando c'era Vaisey. A volte il pane era talmente ammuffito da essere nero e a volte brulicava di vermi. Questo è quasi un banchetto al confronto.
Per un po' mangiarono in silenzio, cercando di far durare più a lungo possibile quel misero pasto, poi Guy si stese a terra e si rannicchiò su un fianco, cercando di dormire.
Robin rabbrividì, la cella era fredda e umida e non c'era nessun fuoco che potesse scaldarli.
Tremando si stese accanto all'amico, sperando che la vicinanza dei loro corpi fosse sufficiente a non farli morire di freddo.
   
 
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