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Autore: ljke_illusjon_    31/12/2015    0 recensioni
Lanciare sassi alla tua finestra rotta, solo tu puoi curare la mia malattia. Elevarci al dito medio, perché tutti pensano che siamo confusi. Una volta ho avuto un piccolo assaggio, ora sono drogato dai tuoi impicci.
Oh, si questa volta, forse questa volta... due torti fanno una ragione.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=wRmGdocohAk&feature=youtu.be
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A volte si va via per riflettere semplicemente su ciò che si è, su ciò che sta accadendo intorno a noi, agli effetti che ha su di noi o anche a qualcosa che purtroppo o per fortuna ci sta succedendo. E’ strano come in così poco tempo la mia vita sia cambiata così tanto, fino a qualche tempo fa ero la ragazza più felice del mondo ma adesso, non lo sono più. Quando mi guardo allo specchio non vedo più la ragazza felice che aiuta tutti, con quella strana luce negli occhi, no… ora vedo solo un corpo che cammina ma dentro è morto, la luce dei miei occhi si è spenta e il mio sorriso non è più così brillante poiché l’unica cosa che faceva si che io sorridessi se n’è andata per sempre e con lei anche una parte del mio cuore.
Mentre ero in macchina ascoltavo la nostra playlist, lui aveva una playlist per tutto: ogni volta che viaggiavamo metteva quella per il viaggio, quando andavamo a scuola c’era quella per la scuola e così via… era stupido e anch’io lo pensavo prima ma ora mi manca terribilmente.
«Tesoro siamo arrivati» mi risvegliò dai miei pensieri mio padre. Fermai la canzone di Ed Sheeran “Lego House” e sospirai guardando fuori dal finestrino.
Eravamo davanti ad una casa più o meno grande con un giardino pieno di fiori, c’era ancora il cartello “Venduto” impiantato a terra che mi fece fare un sorriso malinconico, guardando semplicemente quella scritta avevo realizzato che ormai la mia vita stava cambiando.
Uscii dall’auto seguita da mia madre, mio padre e il mio migliore amico, Louis. Non volevo lasciarlo e questo era il motivo per cui inizialmente non volevo andare via da Londra ma più rimanevo lì più i ricordi mi soffocavano senza farmi respirare e dopo poco Louis mi annunciò che sarebbe venuto con me.
Con lui ero ancora più o meno me stessa, anche se ormai ero cambiata molto ma lui riusciva sempre a risvegliare quella me scherzosa facendomi dimenticare per un attimo tutto ciò che mi era successo, ma lo stato di benessere durava troppo poco e il dolore nel petto ritornava presto.
«Prendo le valigie» annunciai e mi avvicinai al bagagliaio ma il moro mi fermò guardandomi con uno sguardo premuroso.
«Lena, te le porto io… tu entra, magari poi aiuti con gli scatoloni» disse ed io semplicemente annuii, avevo un leggero senso di nausea causato dal viaggio e non avevo la forza per insistere non vedevo l’ora di sedermi sul divano e mettere qualcosa sotto i denti per riacquistare un po’ di energia.
Entrai nella casa ed era come me l’ero immaginata. Accogliente, spaziosa ma non troppo, calda e soprattutto molto vintage, non mi sorprende che mia madre l’abbia scelta… lei ama il vintage e tutto ciò che riguarda il passato, l’affascina dice lei.
Io salii al piano di sopra leggermente curiosa di vedere le stanze. Le porte erano tutte chiuse tranne una, una era socchiusa… non so per quale assurdo motivo decisi di saltare alcune tappe ed entrare direttamente lì. Era una camera da letto un po’ strana, il tetto era leggermente inclinato ma il letto era gigantesco, non c’erano molti mobili ma sorrisi vedendo la finestra che si trovava sul soffitto. Volevo che questa fosse la mia camera, assolutamente. L’idea di poter guardare le stelle di notte mi rendeva felice e mi emozionava. Ero solita guardare le stelle con mio nonno da bambina quando andavo a dormire da lui, c’era una stanza identica solo più piccola, lui si sdraiava vicino a me e guardavamo tutte le costellazioni e mi spiegava un po’ di cose sull’astronomia dal momento che lui era un laureato in quel campo, ci piaceva dare nomi buffi alle stelle dal momento che a me dispiaceva che solo alcune di loro avessero dei nomi mentre altre no e lui rideva sempre ogni volta che glielo dicevo ma ricordava ogni singolo nome dato da me e questo mi rendeva la bambina più felice del mondo. A 7 anni, mi comprò una stella per il mio compleanno e fu il regalo più bello che potessi mai ricevere. Giorno dopo giorno però, lui cambiava… non era più il nonno felice degli anni precedenti, lui dimagriva sempre di più, non si alzava più dal letto, non ricordava quasi nulla e la luce nei suoi occhi ormai era svanita come il colore della sua pelle diventata ormai di una tinta pallida, fino a che un mese dopo lui morì. Fu un brutto periodo per me, veramente brutto. Ricordo che il giorno prima diceva che avrebbe voluto accompagnarmi ovunque, essere lì nei momenti più belli e indimenticabili della mia vita ma diceva anche che purtroppo non ci sarebbe stato e piangeva, piangeva tanto mentre io cercavo di incoraggiarlo nonostante fossi così piccola. Non pensavo sarebbe morto… lui era forte e ce l’avrebbe fatta ma non fu così.
Spostai il letto e lo posizionai sotto la finestra e sorrisi.
«Lena devi scendere un attimo, tua madre vuole che l’aiuti con le scatole» mi avvisò lui, annuii e uscii dalla mia camera.
«Sapevo avresti scelto quella
» affermò mio padre mentre mi seguiva di sotto, io lo abbracciai velocemente e andai ad aiutare mia madre con le cose.
Facemmo più di almeno 4 volte su e giù per le scale con tutti i mobili, erano tantissimi e sembravano non finire mai.
«Dai piccola sono le ultime!» gridò Louis felice e leggermente stanco io ridacchiai per la sua espressione buffa mentre prendeva gli scatoloni lasciandomene una sola da portare.
Eravamo nel giardino e io lessi il nome sulla scatola “Lena”, era troppo piccola per contenere qualsiasi cosa e infatti l’aprii curiosa e confusa e poi realizzai di cosa si trattasse. Erano le nostre foto… tutte quante.
C’era una dove ci baciavamo, una abbracciati, una con le smorfie, una sporchi di farina... c’erano tutti i nostri momenti migliori e io non ce la feci più… lasciai cadere la scatola con lo sguardo perso nel vuoto e la bocca leggermente aperta per lo shock. Non pensavo di averla portata.
Mi ripresi dal mio stato di trans e raccolsi da terra una parte della mia vita che non potevo evitare o dimenticare. Sentivo lo sguardo di qualcuno su di me, la mia schiena stava andando a fuoco sotto lo sguardo di qualcuno e lo percepivo così bene che la cosa mi stupisse. Mi girai intorno e incontrai delle iridi verdi. I nostri sguardi si incastrarono e nonostante la sua lontananza potei notare quanto i suoi occhi fossero profondi e intensi ma il tutto veniva contornato da un’espressione dura, fredda e scocciata. Mi squadrò dalla testa ai piedi e mi sentii fuori luogo, tremendamente fuori luogo.
«Lena! Ti sei imbambolata per caso?» una voce mi fece spaventare facendomi mettere una mano sul petto.
«Gesù Lou! Dico io… un tono più basso che non faccia prendere un infarto alle persone no?» domandai ironica mentre lui ridacchiava e guardava oltre di me. La sua espressione era confusa mentre guardava il riccio ma poi fece spallucce e riportò la sua attenzione su di me.
«Dammi, porto io quella scatola» allungò le mani verso quello che tenevo tra le mani ed io la allontanai da lui.
«No… la porto io, è mia» mi fece la linguaccia e poi borbottò «Volevo solo aiutare» mi sporsi verso di lui e gli diedi un leggero bacio sulla guancia mentre lui mi abbracciava.
«Ci faremo una nuova vita e tu sarai felice di nuovo, te lo prometto» sussurrò al mio orecchio il moro ed io non potei far altro che strofinare il mio viso sul suo petto e annuire, quasi credendo alla sua promessa. Ma niente potrà mai farmi felice come lo ero prima, niente e nessuno.
Però, mentre mi perdevo nei suoi occhi verdi ammetto che il dolore al petto era scomparso, quasi del tutto e la cosa mi spaventava... tanto.

Spero che la storia vi piaccia è una cosa nuova per me scrivere su alcuni degli argomenti che saranno presenti nella storia ma darò il massimo... BUON ANNO <3 
  
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