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Autore: darkmirror17    31/12/2015    4 recensioni
"E lo sai che la scelta è tra te e Dean. Che siete i vostri reciproci nemici e la vostra stessa fine. Che morirete l’uno per le ferite inflitte dall’altro. Eppure, anche se lo sai, continui imperterrito a proteggerlo, a impedire che chiunque altro gli possa fare del male. Perché quello di fare del male a Dean lo consideri un tuo diritto, quasi un tuo privilegio, perché ferirlo significa lasciargli un segno, un po’ come hai fatto quando l’hai salvato dall’Inferno, significa svegliarlo e spezzarlo e poi aiutarlo a rimettersi insieme."
2014. Camp Chitaqua. Lo scontro con Lucifero si avvicina. Perchè non passare gli ultimi giorni con le persone che si amano?
[Destiel]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
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And From Your Lips He Drew The Hallelujah

 

-Cazzo Cas, alzati da quel dannato letto e sii utile per una volta!- il tuo tono è furioso, probabilmente ti hanno sentito in tutto il campo e farai ancora la figura dell’essere insensibile e senza cuore, ma in questo momento non te ne può importare di meno, non dopo che hai beccato per l’ennesima volta il tuo angelo (non lo è più Dean, smettila di chiamarlo così. Non è più un angelo, non è più tuo) farsi iniettare qualcosa nel braccio – Dio, quanti buchi- da una delle sue solite donnine, magari per poi scoparsela. L’hai mandata via in malo modo, senza neanche curarti di chi fosse, perché in questo momento il tuo unico pensiero, la tua unica preoccupazione è per la brutta copia di quello che un tempo definivi amico (e non solo, ma a quello ci sei arrivato troppo tardi) che giace scomposto tra le lenzuola sfatte e ti deride apertamente, con un ghigno appena accennato e gli occhi da cui traspare un luccichio di divertimento, come se il grande casino in cui vi trovate fosse solo un gioco. Gli stessi occhi che un tempo ti ammiravano, come se si trovassero davanti alla più bella opera d’arte del mondo, di un colore blu impossibile, proprio solo dei più alti strati del cielo, ora ti prendono in giro, il colore delle iridi opaco e appannato.

 La rabbia che provi non è niente in confronto al senso di abbandono che ti assale ogni volta che devi assistere alla sua autodistruzione. Vederlo cadere, ancora e ancora, ogni singolo minuto di ogni singola ora di ogni singolo giorno, rompersi in pezzi sempre più piccoli e taglienti, che diventano sempre più difficili da rimettere insieme, non è questo che volevi per il tuo angelo. Non è quello che volevi per te. Non è quello che volevi per Sam, che ormai chissà dove sarà, a fare comunella con il diavolo. Niente è andato per il verso giusto. E se ci pensi bene, è solo colpa tua. Colpa della tua arroganza e presunzione, tu, un piccolo uomo, che ha creduto di avere in pugno il Paradiso quando in realtà non era neanche in grado di controllare se stesso. E alla fine, quando lo hai capito, era ormai troppo tardi. È a quel punto che Castiel ha cominciato a bere, non perché non fosse più un angelo, ma perché l’unica persona di cui aveva ancora fiducia aveva perso la fede. Lo hai lasciato solo, a fronteggiare i demoni di un’esistenza millenaria, pur di trovare un modo per salvare tuo fratello, che in realtà era perso da tempo e non voleva essere salvato.

E ora sei qui, di fronte all’ombra evanescente di chi un tempo amavi, cercando di svegliarlo in qualche modo dall’oblio in cui tu stesso lo hai gettato.-Cas, non puoi andare avanti così! Smettila di distruggerti!- non sai se ha percepito la nota di disperazione nella tua voce, ma capisci di sì quando ride, una risata fredda e sarcastica che taglia l’aria della cabina come un coltello affilato. – Ah, quindi adesso ti importa di me. O hai solo intenzione di sacrificarmi per qualche missione? Perché sai che lo farei, perché nonostante tutto rimango un idiota e anche adesso ti direi di sì. Quindi, grande capo, mandami a morire per sconfiggere Lucifero e farti diventare un eroe. Mandami a morire!- il suo tono di voce rasenta l’isteria, eppure rimane fermamente convinto di ciò che dice.

Ti avventi contro di lui, con la chiara intenzione di tirargli un pugno per farlo alzare da quel dannato letto, ma qualcosa sembra andare storto nel tragitto (o nel tuo cervello, più probabilmente) perché ti ritrovi con le labbra premute contro le sue, due bolle di calore screpolate e secche che sfiorano la tua bocca in una carezza morbida e disperata. Cerchi di allontanarti, ma Cas ti trattiene in una morsa decisa, afferrandoti un braccio con forza, e tu incominci a percepire il calore, l’umidità, e non ti aspettavi che fosse così piacevole, ma Dio se non lo è. È tutto quello che desideri e molto di più.

Cas sembra un assetato in cerca d’acqua. Ti assale, ti desidera, ti vuole e tu non puoi fare altro che rispondere al bacio con la stessa intensità perché in questo momento ti sembra l’unica cosa sensata da fare, l’unica cosa che ti permette di respirare. Cas sa di liquore,bollente e ammaliatore,  e se questo da una parte ti accende ancora di più, dall’altra ti fa disperare perché è solo colpa tua se ora senti solo questo e non il suo vero sapore. Le mani diventano più audaci e il tuo unico desiderio è quello di aggrapparti a lui e non lasciarlo più,di non permettere che qualcun altro o te stesso ti separi da quella che si accinge a diventare la tua droga personale. L’accumulo di sensazioni che montano prepotentemente dentro di te ti lasciano stordito, ma in questo momento l’unico pensiero lucido è quello che non ti importa se ciò che state facendo è giusto o sbagliato, se avrà delle conseguenze o se ne uscirete entrambi feriti, l’importante è continuare a baciarlo.

Alla fine, inevitabilmente, l’aria nei polmoni si esaurisce e sei costretto a staccarti. Respiri affannosamente mentre osservi Cas. I suoi occhi sono tempesta, fuoco e fulmini. Ti accecano e ti donano la vista, ti uccidono e ti ridanno la vita, l’apatia e la derisione ormai solo un ricordo. E forse è questa la cura. Solo, continuare a baciarlo, per tutto il tempo che vi resta.

Ridi di te stesso, della tua stessa fantasia, perché invece la realtà è una grande figlia di puttana e non siete in una fottuta fiaba, dove un bacio porta al lieto fine, e questo lo sapete entrambi. E fa male, un male cane, ma dovete imparare a convivere con l’idea che non sarete mai felici, non in questa vita, non con l’Apocalisse alle porte e il mondo a puttane, non con i tuoi complessi di inferiorità e il suo continuare a riporre la fiducia nella persona sbagliata (te, per esempio).

 È per questo che ti riscuoti dalla trance in cui eri caduta e ti allontani, uscendo dalla capanna senza proferire una parola. Ti sembra di scorgere una lacrima, una sola, scorrere sul suo viso, ma sei troppo codardo per rimanere e fuggi. Avreste potuto volare, se solo non steste già cadendo.

La capanna è spoglia. Ci sono pochi oggetti, in pratica solo il letto dalle coperte sfatte in un angolo e un tappeto scolorito sul pavimento. Non avresti mai pensato che saresti finito in questo posto, tu, un angelo del Signore, a cui è stato insegnato che obbedire e amare solo tuo Padre era la tua ragione di vita e il tuo unico scopo. Buffo come tutte quegli insegnamenti e precetti, frutto di millenni di indottrinamento, siano finiti nel dimenticatoio nel momento stesso in cui hai guardato negli occhi di Dean per la prima volta, e hai capito quanto l’umanità fosse bella e perché tuo Padre ci tenesse tanto a proteggerla.  E non stai parlando della bellezza esteriore, anche se devi ammettere che guardando Dean da umano hai imparato ad apprezzare anche quella, ma di ciò che hai scorto nelle sue iridi. Hai visto rabbia, contraddizioni, paura. Hai visto l’errore, il non essere perfetti, la menzogna. Ma hai visto anche il coraggio, la devozione, l’amore, e nulla ti è parso di una bellezza sconvolgente come quello.

E lo sapevi che per proteggerlo, per proteggere il suo libero arbitrio, avresti fatto qualsiasi cosa. E quindi, sei caduto, ti sei ferito e alla fine hai ceduto all’oblio e al conforto che ti offriva una bottiglia o una siringa. Eppure – ed è questa la cosa più stupida o la più intelligente, non hai ancora deciso- se potessi tornare indietro lo rifaresti. Perché nonostante tutto, stareste insieme, anche se in un modo malsano e nocivo.

E lo sai che la scelta è tra te e Dean. Che siete i vostri reciproci nemici e la vostra stessa fine. Che morirete l’uno per le ferite inflitte dall’altro. Eppure, anche se lo sai, continui imperterrito a proteggerlo, a impedire che chiunque altro gli possa fare del male. Perché quello di fare del male a Dean lo consideri un tuo diritto, quasi un tuo privilegio, perché ferirlo significa lasciargli un segno, un po’ come hai fatto quando l’hai salvato dall’Inferno, significa svegliarlo e spezzarlo e poi aiutarlo a rimettersi insieme.

È per questo che lo hai baciato con tanta rabbia, con tanta sete. Perché volevi ferirlo e fargli aprire gli occhi. Perché se continua così non sai quanto potrà ancora resistere, solo e senza nessuno a cui affidarsi. Come al solito ti sei offerto volontario per la sua salvezza a costo della tua.

Ora hai paura. Continui a osservare la tua capanna come se fosse la prima volta che la vedi perché in questo modo non ti soffermi troppo a pensare alla reazione di Dean al bacio. Non ti aspettavi che avrebbe reagito così. Ti aspettavi urla e strepiti, oppure botte, o addirittura un altro bacio rabbioso. Di sicuro non ti aspettavi il silenzio e la fuga. Per un momento, quando ti ha guardato negli occhi subito dopo esservi staccati, hai addirittura pensato a una conclusione felice. Ma le cose non sono andate come ti aspettavi. Da come è fuggito via d’ora in poi Dean ti riserverà solo il suo disprezzo oppure ti ignorerà, troppo imbarazzato per parlare dell’accaduto. Beh, tu non vuoi che succeda. E se quello che hai in mente non funzionerà, potrei almeno dire di aver baciato l’unica persona che tu abbia mai amato prima di andare all’altro mondo, qualunque esso sia.

La mazza colpisce ripetutamente la vecchia carrozzeria, facendo staccare pezzi di metallo e vernice dal cofano. La pioggia batte anch’essa sul’auto, ritmica e costante. Sei arrabbiato, spaventato e non sai cosa fare. Hai pensato che sfogare la tua rabbia in qualcosa di concreto ti avrebbe aiutato, anche non facendoti pensare, ma la verità è che le lacrime lottano per uscire e non sei tanto sicuro di star vincendo.

Lui ti trova così, fradicio per l’acqua e con la gola secca per le urla di frustrazione.

- Dean, fermati, dobbiamo parlare.- il suo tono è deciso e questo non te lo aspettavi proprio.

- Cosa vuoi? Sei tornato finalmente sobrio?- non osi neanche guardare nella sua direzione, timoroso che la sua vista ti faccia cedere, quando hai deciso di essere forte.

- Dean, voltati- un sospiro rassegnato- ho bisogno di guardarti negli occhi mentre muoio.-

Volti la testa di scatto, allarmato, e vedi che impugna una pistola. La punta all’altezza del suo cuore.

-Cosa? Cas, non osare premere quel grilletto, ti prego-

- Perché non dovrei? Tutto ciò che ero non c’è più e l’unica persona che amo e che voglio proteggere non vorrà mai più rivolgermi la parola e non vorrà mai più farsi proteggere da me .- il tono è disperato, senza speranze.

Mentre parla cerchi di avvicinarti più che puoi, nel tentativo di prendergli l’arma. Ogni cosa che esce dalla sua bocca ti ferisce, perché ti fa capire quanto anche Cas abbia bisogno di protezione, di quanto sia fragile e indifeso, sebbene non lo dimostri.  Non sai quando hai incominciato a piangere, ma lacrime salate ti bagnano il viso e a te non importa, non adesso, perché se mostrarti in tutta la tua debolezza umana è l’unico modo per salvare  Cas allora ben venga, sei disposto a tutto. Sei disposto persino a essere egoista, per una volta nella vita, e a concedere a te e a lui ciò che agognate di più, anche se vi farete male entrambi.

Glielo dici, gli dici che sei pronto ad amarlo perché non puoi perderlo, perché hai cercato di figurarti una vita senza di lui e non ci sei riuscito. A quelle parole Cas trema, ti guarda fisso e addirittura le lacrime scorrono sul suo viso, ma le dita rimangono ancorate all’impugnatura, come non intenzionate a mollare la presa tanto facilmente.

Ti avvicini ancora più cautamente e, arrivato a pochi centimetri da lui, gli afferri il viso e lo baci. Il sapore ora è conosciuto, anche se lo senti mischiato al salato delle lacrime e al bagnato della pioggia, e questo ti fa sospirare di sollievo, perché hai temuto di non risentirlo mai più e, Dio, come hai fatto a essere così stupido da essere convinto che non rivolgendogli più la parola tutto si sarebbe risolto?  Mai più.

Cas trema ancora di più e finalmente lascia la pistola, che cade in mezzo a voi. Le sue braccia ti avvolgono, bisognoso di calore e di conforto, ma che fanno sentire protetto e al sicuro anche te. Scivolate sulle ginocchia e infine vi stendete sul prato, incuranti della pioggia o delle persone che potrebbero vedervi.  Dopo un po’ Cas smette di tremare e ti stringe ancora più forte, mentre ti chiede scusa e ti dice che ti ama. Glielo dici anche tu, perché hai imparato che nascondersi e fingere porta solo dolore e tu sei stanco di soffrire.

Alla fine è la dannata Apocalisse e se proprio devi morire, allora meglio morire tra le braccia del tuo angelo.

 

Angolo della (presunta) autrice

Ciao a tutti! Spero che questa storia vi sia piaciuta, perché ci sono molto affezionata .

Ho provato a utilizzare la scrittura in seconda persona utilizzando i POV di due personaggi diversi e mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate riguardo a questo tipo di scrittura e se la distinzione tra Dean e Castiel fosse abbastanza chiara.

Aspetto con ansia i vostri pareri!

Darkmirror17

  
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