Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Layshaly    01/01/2016    3 recensioni
Un incontro voluto dal destino.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notte al tempio

 
La sera era ormai scesa da qualche ora, coprendo con il suo manto scuro l’orizzonte ai suoi occhi.
Attorno a lei, le luci ed il brusio provenienti dalle bancarelle del tempio contribuivano ad arricchire l’atmosfera ormai satura di festa.
Essendo la vigilia di capodanno, Kuronuma aveva concesso la serata libera a tutti, probabilmente per non dover incorrere nelle ire della moglie che, almeno in quell’occasione, aveva preteso la sua presenza.
Così, a due giorni dall’esibizione di prova e dietro invito di Rei e Sayaka, Maya si era infine diretta ad un tempio vicino, con l’intento di passare qualche ora in compagnia delle amiche. Dopotutto, alla luce del periodo appena passato, un po’ di svago poteva solo giovarle.
Sospirò a quel pensiero, ripercorrendo con la mente gli ultimi accadimenti.
In pochi mesi tutto il suo mondo era stato rivoluzionato.
L’esibizione di prova, che avrebbe dovuto tenersi in Ottobre, era stata posticipata a Gennaio, a causa di una fuga di informazioni circa il problema alla vista di Ayumi. Una notizia che l’aveva preoccupata non poco, portandola a riflettere, ancora una volta, sulla professionalità della sua rivale che, anche in una situazione tanto estrema, era riuscita a non farsi abbattere.
In seguito alla posticipazione del loro confronto, anche la prima della Dea scarlatta era stata rimandata a data da destinarsi e con essa, seppur per motivi diversi, anche il matrimonio di Masumi Hayami aveva subito la stessa sorte.
Come se non bastasse, persino il suo ammiratore aveva finito col ritrattare l’incontro promessole e da lei tanto atteso. E tutto, senza darle alcuna spiegazione.
Per certi versi, le vite di coloro che si trovavano a ruotare nell’orbita della Dea scarlatta, sembravano essere state imbrigliate da un’energia superiore, in attesa che questa riprendesse a muoverne le fila.
«Maya! Noi andiamo a metterci in fila per la preghiera. Non vieni?» La esortò Rei, riportandola bruscamente alla realtà.
«Andate avanti… Vi raggiungerò dopo.» Replicò lei, senza neanche sapere il perché di quella scelta improvvisa.
L’imminente arrivo del nuovo anno l’aveva resa stranamente riflessiva e desiderosa di un po’ di solitudine. Proprio non riusciva a non pensare che, tanti anni prima, aveva avuto tutto inizio in quella strana notte di transizione.
A quei tempi era ancora una bambina, e aveva accolto il nuovo anno correndo, carica di ordinazioni, da un’abitazione all’altra. Tutto al solo scopo di poter ricevere un biglietto per il teatro.
Era stato allora che lo aveva incontrato. E da quell’incontro era nato tutto.
«Allora ci vediamo lì!» Dichiarò Sayaka, spingendo una Rei non troppo convinta.
Si riscosse nuovamente dai suoi pensieri, sorridendo all’indirizzo delle amiche. Poi, dopo un lungo sospiro, si scostò dalla folla, in cerca di un punto più appartato.
Fu allora che lo vide, in piedi e di spalle, intento ad osservare la maestosità del tempio.
«Hayami-san…» Mormorò incredula.

Aveva trascorso quelle ultime ore adempiendo come sempre ai suoi doveri, controllando i bilanci di fine anno prima, e facendo visita alla sua fidanzata immediatamente dopo.
Nel tardo pomeriggio, infatti, era stato avvertito di un suo ennesimo malessere che le avrebbe impedito di festeggiare il capodanno insieme. Era spiacevole da ammettere ma aveva accolto quella notizia improvvisa con un senso di sollievo che, subito dopo, aveva lasciato spazio ad un più forte turbamento. Era quella la vita che lo attendeva d’ora in avanti?
Certo, negli ultimi mesi la salute mentale di Shiori era notevolmente migliorata e, con essa, il suo temperamento che sembrava tornato quello di un tempo. Ciò nonostante, continuava a scorgere in lei un distacco ed una diffidenza che presto o tardi avrebbero dovuto chiarire e che, di tanto in tanto, lo lasciavano ben sperare.
Chissà, forse anche lei si era resa conto che il loro non poteva essere amore…
Ancora immerso nei suoi pensieri si era trovato a passare davanti alla casa di Maya, scoprendola al buio. Sospirò, ben conscio che se non era alle prove, probabilmente era uscita a festeggiare come tutti. E fu in quel preciso momento che si trovò a passare davanti ad un tempio. Non uno particolarmente importante, ma grande abbastanza da accogliere i diversi visitatori in festa.
Quasi senza pensarci, aveva cercato un posto e, sceso dall’auto, si era accodato agli altri, immergendosi in quell’aria festosa, avanzando fino ad un punto dal quale era ben visibile l’area dove, di lì a poco, sarebbero stati suonati i 108 rintocchi della campana.
Era del tutto immerso nei propri pensieri quando, come provenisse da un luogo lontano, udì quella voce a lui così cara.
Per un attimo restò immobile, certo di averla semplicemente immaginata. Dopotutto gli capitava spesso, non era certo una novità. 
Fu al secondo richiamo che, il dubbio, lo spinse infine a voltarsi, scoprendola in piedi, a pochi passi da lui, le mani giunte al petto ed un’espressione che sembrava un misto tra dolore e commozione.
«Ragazzina…» Mormorò nel vederla.
Indossava come sempre abiti semplici ma ai suoi occhi era la visione più bella tra tutte.

Si guardarono a lungo, in silenzio, quasi soggiogati da quel piccolo miracolo che gli aveva permesso di incontrarsi.
Un tempo imbattersi l’uno nell’altra era la norma. Qualcosa cui erano entrambi abituati e che vivevano in modi diversi; Con trepidazione lui ed in preda ad emozioni allora sconosciute lei.
Negli ultimi tempi, però, il destino sembrava essersi accanito contro di loro privandoli anche di quei fugaci momenti, divenuti nel tempo, sempre più importanti.
Ed ora, che la loro muta richiesta era stata finalmente esaudita, nessuno dei due riusciva a muovere il primo passo.
Trascorse un periodo di tempo incalcolabile prima che Maya si decidesse a rompere quel silenzio, sempre più pesante.
«Hayami-san..» Sussurrò, avanzando di un paio di passi, senza smettere di guardarlo negli occhi.
«Ragazzina…» Ripetè lui, ancora incredulo. «Cosa… che ci fai qui..?»
Era conscio di aver posto una domanda al limite del ridicolo. In quel momento però, persino mettere insieme due semplici parole gli sembrava impossibile.
«Io.. -la ragazza, si avvicinò ancora, coprendo la distanza tra loro- sono venuta con le mie amiche…»
L’uomo sembrò fare mente locale, annuendo con espressione seria. «Capisco..» aggiunse poi, sollevato nell’apprendere che, almeno, non era lì con il suo partner di scena.
«E lei..?»
Quella domanda, posta con fare esitante, gli giunse del tutto inattesa.
«Da solo…» Commentò, quindi, con un sorriso tirato. «Avevo bisogno di distrarmi un po’.»
«Era da tanto che non ci incontravamo..» Aggiunse lei, tormentandosi nervosamente le mani.
Masumi deglutì nervosamente, incerto su come portare avanti quell’inatteso confronto.
L’ultima volta, dopotutto, le aveva rivolto parole pesanti come macigni.
«Già..» Esordì dopo un lungo silenzio. «Sai, io… -distolse lo sguardo in cerca delle parole più giuste- avrei voluto incontrarti prima… per spiegarti..»
Dopotutto, era sua ferma intenzione tornare da lei.
Allo stesso tempo però, non voleva ferirla ancora, né illuderla. E sapeva bene di dover prima concludere la sua relazione con Shiori, per la quale si sentiva ancora responsabile.
«Non importa..»
Due semplici parole, espresse in un sussurro che lo sorpresero ed emozionarono al contempo.
Nonostante tutto non lo odiava.
«Io.. aspetterò. -dichiarò lei stringendo i pugni- non ho smesso di fidarmi di lei…»
Certo, le era servito del tempo per mettere a fuoco il loro ultimo incontro e per capire che quanto accaduto sull’Astoria non poteva essere solo il frutto di un momento di noia.
In quegli interminabili giorni aveva ripensato ai suoi sguardi, alle attenzioni spesso celate dal suo sarcasmo e a tutti gli anni nei quali quell’uomo aveva agito solo per lei, nascondendosi dietro un’ombra scarlatta.
Era stata dura ma alla fine aveva concluso che quanto le aveva detto durante il loro ultimo incontro non poteva essere vero e che, sicuramente, ancora una volta, Masumi Hayami stava tessendo un disegno che lei non riusciva a comprendere ma che alla fine si sarebbe rivelato l’ ennesimo tentativo di proteggerla.
Erano questi i suoi pensieri mentre il primo rintocco della campana avvisava tutti dell’arrivo imminente del nuovo anno.
«Io.. -tornò a guardarlo, conscia di doversi spiegare meglio- sono certa che lei abbia avuto le sue ragioni per dirmi quelle cose…»
«E’ così -ammise lui, ancora incredulo per tanta comprensione- è una situazione difficile e.. so che può suonarti strano ma… sto cercando di agire nel tuo interesse...»
Parlò senza guardarla, sperando di non essere interrotto sul più bello, cercando di comunicarle a parole quanto di profondo si celava nel suo cuore.
Dopotutto, lui stava solo cercando di tenerla a riparo dalle manie distruttive del padre, dal potere dei Takamiya, dalla follia di Shiori.
Ma come poteva farle comprendere davvero tutto, dopo i trascorsi che c’erano stati tra loro?
«Io… ho capito -replicò lei tornando a guardarlo, con espressione commossa. «Dopotutto… è quello che ha sempre fatto.. no? Proteggermi…» quell’ultima parola fu un sussurro, accompagnato da un lento movimento della mano che andò a sfiorare la sua, con fare tremante.
A Masumi mancò il fiato per un istante.
Che avesse compreso tutto? Che avesse capito che lui era l’ammiratore?
La osservò sempre più incredulo, incerto su cosa aggiungere, consapevole che non era quello il momento adatto per esternare un simile dubbio.
Intorno a loro le campane proseguivano i loro lunghi rintocchi.
«Grazie, ragazzina…» Sussurrò infine, intrecciando le dita alle sue.
A quel gesto Maya gli rivolse un sorriso dolcissimo, rendendo ancor più salda quella presa, unico contatto possibile in quel delicato frangente.
Tornarono a guardare in direzione della funzione, ormai circondati dalla folla che, inconsapevole, stava proteggendoli da sguardi indiscreti.
Sapevano entrambi che c’era ancora molto da dire e, probabilmente, tanti ostacoli da superare.
In cuor loro però, erano più che consapevoli della forza delle loro anime e del sentimento profondo che le univa. Un sentimento che andava al di là del tempo e dello spazio e che era ormai pronto a sbocciare, esattamente come il nuovo anno che stava per sorgere.




In Giappone, l'ultima sera dell'anno è usanza radunarsi presso i templi, dove i monaci fanno suonare le campane per ben 108 volte. I 108 rintocchi simboleggiano i peccati originali secondo il Buddismo. Ed il suono delle campane serve ad allontanarli da se.
 

Fanfiction partecipante al contest indetto dal forum Glass no Kamen
   
 
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