Sono sempre stata affascinata dal mistero e tutto ciò che è legato ad esso, chissà per che poi, è nella mia natura, io sono un mistero per tutti perfino per me stessa.
Lo cerco ovunque e ogni volta per quanto può essere spaventoso o ridicolo mi piace.
Sono sola e il sole se n'è andato da un pezzo rimango lì ad ammirare quella casa abbandonata, non ci posso entrare, ma non potrò resistere per sempre, quella casa è stata nei miei sogni sempre lì vivida e reale senza la staccionata che la racchiudeva.
Tu sei il primo a raccontarmene una leggenda o una storia vera dipende a chi ci crede.
Mi è sempre piaciuto  ascoltarti mentre  racconti delle tue missioni nella notte, nonostante tu sia un gran fifone.
 Quando ti ho rivisto dopo la mia ultima escursione, io ero lì con un piede e una mano sulla staccionata pronta ad arrampicarmi ed entrare non ti avevo visto accovacciato con la schiena appoggiata al salice piangente, avevi il capo chino stavi leggendo il libro che ti avevo regalato.
" Sai che non si può entrare? Quante volte te l'ho detto?" la tua voce, pulita scura e profonda mi è arrivata alle orecchie facendomi sussultare.
Mi hai invitato a sedermi vicino a te a parlare.
Silenzio. Ecco il silenzio caratterizzava le nostre conversazioni, io di poche parole, tu pure.
Alla fine mi chiedesti un mio racconto, raccontarti dov'ero stata l'ultima volta.
Come potevo fare?
Avevo vagato per ore senza sosta alla ricerca dell'edificio più alto del paese, ero salita fin sopra al tetto, ed eccomi lì.
Arrivai al muretto, fissai sotto.
Il vento mi graffiava il viso cercava di allontanarmi da quell'idea che si stava facendo largo tra i miei pensieri.
Ero come risucchiata, sentivo l'energia del vuoto, la curiosità del dopo e il coraggio del salto, potevo farlo.
A quel punto la vita non mi sembrava più  così importante  appariva come un film vecchio e dimenticato l'avrei fatto se non fosse stato per te e per lei.
Decisi che prima sarei dovuta entrare in quella casa.
Come glielo potevo spiegare? Impossibile cercai un'altra via, semplice, mentire
" niente, un vecchio quartiere"
Seguii il suo esempio sdraiandomi affianco con la testa sul suo petto palestrato e lui mi cinse la vita.
Questo era un mistero.
Siamo amici.
Io  lo amo, lui mi ama, ma siamo amici.
Il giorno dopo lo portai sul tetto, volevo dirgli addio così raccontargli tutto, e salutalo così  lasciandogli i miei pensieri.
"lo senti?"  " cosa?"  "il richiamo del vuoto del dopo avvicinati, ascolta"  "sì lo sento, cosa vuoi fare?"  " non è chiaro?" "non voglio" "lo farò solo io tu non devi per forza" "non voglio" "cosa?"   "non voglio che tu lo faccia" salii sul piccolo muretto e gli dissi che l'avrei fatto ma che non sapevo quando e  non con lui a guardarmi.
Ce ne andammo e tornai per la notte, sarebbe stata l'ultima.
Fai un respiro e buttati, dai che ce la puoi fare non è  che un saltino.
Eppure non ci riesco proprio,  mi sento la vita attaccata addosso, non se ne vuole andare, mi ha perseguitato da sempree ora non mi lascia andare.
Ora. Lo faccio. Sono pronta a dire addio. Salto.
Due braccia muscolose.mi afferrano giusto in tempo e mi fanno cadere sopra la figura che si era lanciata in mio " soccorso".
Lo guardo in faccia e non ci credo lui, è lui che mi sta tenendo ferma in modo possessivo mi gira e mi bacia.
È il mio primo bacio.
"perchè? Perchè l'hai fatto" dico incazzata, ma sono felice di essere viva.
 "voglio averti con me per sempre" mi bacia, ancora e ancora, prima dolci e delicati poi possessivi e aggressivi.
Il futuro.
 Anch'esso è un mistero, sarà un mistero a colori, non cupo e irreale.
Io sono ancora un mistero, anche lui lo è ancora.
Il mistero,  ci impediva di vederci come ragazzo e ragazza fino a quando non ci siamo sentiti persi l'uno dall'altro.
FINE


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ciao a tutti!
questa è la mia one shot, che ne pensate?
se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta per favore ditemelo con una recensione

baci

piccola_lupacchiotta