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Autore: Alexi_Core    01/01/2016    0 recensioni
"Sai cosa? Non mi importa niente di quello che hai fatto in passato. Hai sbagliato, te ne sei accorto e ne hai pagato pure le conseguenze, da loro tra l'altro. Ci stai aiutando e questo è quello che conta.Tutti possiamo sbagliare, soprattutto in un momento di debolezza. Prendi me, ho fatto un giuramento ma non lo posso mantenere. Tu mi hai perdonata, anche loro lo hanno fatto. Ora sta a me, anzi noi, farlo. Qui, in questo preciso istante ci sono tanti errori commessi da tutti noi. Con essi abbiamo provocato tante morti. Abbiamo fatto la stessa cosa che ha fatto lui. Dobbiamo restare uniti, sappiamo cosa possono farci e lui è utile, sa i loro metodi meglio di noi, come agiscono. Possiamo sconfiggerli solo se restiamo uniti"
Queste è una long con un nuovi personaggi, alcuni fanno solo da sfondo. E' ambientata nella 5a(ovvio il resto non c'è ancora) e perla di una nuova ragazza che arriva a Beacon Hills. LA storia ruota anche attorno a Theo, che sinceramente adoro come personaggio(forse sono condizionata dall'attore ma shh) e sarà buono, più o meno. Spero di avervi incuriosito e niente, BUONA LETTURA
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Malia Hale, Nuovo personaggio, Theo Raeken, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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 CAPITOLO 9.
 
 


I giorni dopo l’attacco d Teresa passavano immersi di pensieri e ansia per Teresa. Fortunatamente la scuola ancora non era oppressiva.
Una delle cose che mi aveva turbato era il bosco. I quella radura, quel moncone di quell’ albero. Quelle strane persone che avevo visto solo io … o sto diventando matta o il sovrannaturale esiste. Speravo la seconda opzione fosse quella giusta.
In quei giorni mi ero soffermata anche  a pensare a Theo e a quanto il nostro rapporto stava evolvendo. Eravamo diventati amici. Ma sentivo che lui mi stesse nascondendo qualcosa. Molte volte  lo vedevo andare con altri ragazzi, che parlavano con aria circospetta. Quei ragazzi erano Scott e Stiles, quelli che dicevano che i lupi mannari esistono.
Ma c’era una cosa che non quadrava. I dottori avevano detto che Teresa sarebbe uscita dall’ ospedale in poco tempo, ma ancora non avevano detto quando. E cosa intendevano per poco tempo? Cioè intendevano giorni o settimane, o addirittura mesi. Dipende dallo stato del paziente, giusto?
Tutta l’ansia che avevo accumulato, si poteva chiaramente vedere nei miei atteggiamenti.
 
Il lunedì successivo non mi aspettavo che sarebbe stato così intenso.
La mattina prima di andare a scuola, tutto apposto. Come al solito andai con Theo e, come al solito, cercavo delle canzoni decenti, ma senza successo. Tutto fastidiosamente uguale.
 
Partiamo dal presupposto che non mi sarei mai aspettata di vedere Tracy Stuart un’altra volta nella mia vita.
Era successo tutto nella terza ora. Era l’ora di storia e accanto a me vidi questa ragazza con i capelli castani che le coprivano la faccia, e non capii chi fosse. Non prestai comunque molta attenzione a quello che faceva.
Quasi alla fine attirò la mia attenzione, e anche quella di un’altra ragazza. Capelli scuri, quasi neri e evidenti origine latine. Era Hayden Romero, lo avevo scoperto mentre il professore Yukimura faceva l’appello.
La ragazza che era accanto a me aveva rotto il banco. Era tutta l’ora che lo stingeva ai lati, ma arrivare a spaccarlo letteralmente a metà era un po’ esagerato. Non credeva avesse tutta quella forza.
Poi l’allarme antincendio suonò, ma la ragazza on accennava a volersi alzare. Così mi misi davanti a lei, le stavo per dire qualcosa, ma vidi che era Tracy Stuart, una ragazza che avevo conosciuto a New York.
<< Tracy, ti ricordi di me? >> le chiesi con calma. Intanto Hayden stava in piedi, preoccupata per Tracy, a guardare la scena.
<< Alexys Loockwood? >>
<< Si, sono io. Che ne dici di alzarti, dobbiamo andare >>
Poi il suo sguardo guardò oltre la mia spalla, e nei suoi occhi si poteva leggere puro terrore. Mi girai per vedere cosa stesse guardando. C’erano due ragazzi che erano entrati in classe. Uno era Scott, e l’altro non lo avevo mai visto. Non molto alto, ma muscoli ben visibili. Aveva gli occhi chiari e labbra carnose. Era carino. E. accanto a loro c’era il professore. Non capivo come quei tre soggetti potessero spaventarla tanto. All’improvviso prese per un polso Hayden. Aveva gli artigli.
<< Mi sta facendo male >> disse Hayden con voce supplicante. Dal suo polso stava uscendo del sangue.
<< Lasciala >> la invitò Scott, con voce estremamente calma e dolce. Sembrava che non fosse la prima volta che trattava ragazzi pazzi.
<< Stanno arrivando per tutti noi >> detto questo, Tracy svenne e dalla bocca ne fuoriuscì un liquido argentato. Sembrava mercurio.
<< Perché le sta uscendo del mercurio dalla bocca? >> chiesi più e me stessa che a qualcun altro i quella stanza.
<< Come fai a sapere che è mercurio? >> chiesi il ragazzo con i capelli biondi mentre Scott e il professore la portavano via. Li seguii e altri due ragazzi vennero li vennero incontro. Uno era Stiles, e l’altra era la ragazza che mi fissava il primo giorno a chimica
<< Sinceramente, non so come faccio a saperlo. – la mia frase non aveva molto senso, ma era la verità – Dove la stanno portando? >> chiesi.
<< Credo all’ospedale >> aveva indugiato troppo sulla frase. Non la stavano potando all’ospedale, cosa che ritenevo anche giusta. Spiegare degli artigli non credevo che sarebbe stato molto facile. Mi ero quasi dimenticata delle zanne che le erano spuntate e degli occhi che da marroni sono diventati gialli, come quelli di un lupo. Forse i lupi mannari esistevano, ma solo forse. Ne avevo avuto uno davanti agli occhi.
<< Hayden, stai bene? >> chiesi quando mi riscossi da quei pensieri.
<< Vuoi che ti accompagni in infermeria? >> chiese il ragazzo di cui non sapevo ancora il nome.
<< No, ce la faccio da sola >> rispose lei acida.
<< Hayden, aspetta. Fammi vedere un attimo >>
<< Okay >>
Guardai il suo polso, c’era solo il sangue, non ferite.
<< Hayden, è molto strano, ma non c’è niente >>
<< Cosa? >>
<< Si, non ci sono ferite. Andiamo in bagno, ti faccio vedere >>
Andammo in bagno, lasciando Liam da solo. Quasi mi dispiaceva che lei lo trattasse male, aveva la faccia a orsacchiotto.
 
Si lavò il polso e avevo ragione. Non c’erano ferite, solo sangue.
<< Com’è possibile? >> chiese lei a nessuno in particolare, ovvero me. Continuava a guardare il polso.
<< Forse era il suo di sangue, e non il tuo. Hai sentito le unghie conficcarsi nella tua pelle? >>
<< No, ma non aveva la mano insanguinata >>
<< Molto strano >>
 
Stando un po’ con Hayden scoprii che era una ragazza veramente simpatica. Potevi parlare con lei di tutto.
Avevamo anche la prossima lezione insieme. Era quella di chimica. Non ero mai stata più felice. Volevo scoprire qualcosa in più sul mercurio e se può uscire dalla bocca delle persone, cosa che dubito altamente.
Comunque non ascoltai niente di quello che stava dicendo il professor Blake, avevo scoperto il nome grazie a Hayden. Oggi non ci fece fare nessun esperimento. Meglio, altrimenti, con la mia attenzione pari al meno dieci per ceto, avrei rischiato di far saltare in aria non solo il laboratorio, ma l’intera scuola.
Sfogliai il libro per vedere se ci fosse qualcosa di utile sul mercurio, ma niente.
Scrivevo le cose che spiegava il professore senza sapere effettivamente cosa. Pensavo continuamente alla scena di Tracy distesa sul pavimento e quel liquido che le scivolava fuori dalla bocca, a come sembrava morta.
Poi una risatina attirò la mia attenzione. Non mi ero neanche accorta che ci fossero Abigail e Theo seduti dietro di me all’ultimo banco. Non sapevo cosa stessero facendo, e neanche mi importava. Non sono esattamente una persona invadente.
<< Che vuoi? >> chiese Abigail, sussurrando.
<< Niente >> detto questo mi girai. Per tutta la lezione la mia mente non fece altro che  pensare a Teresa, a Tracy. Poi l’immagine di quei tizi nel bosco mi tornò in mente. Che fossero loro quelli che intendeva Tracy. Quando aveva guardato Scott, quel ragazzo, Liam (grazie Hayden, un’altra volta), e il professore, si stava forse immaginando qualcosa? Forse erano veramente gli stessi che avevo visto io.
 
Le altre ore passarono velocemente, senza problemi di nessun tipo.
In teoria Theo doveva accompagnarmi, ma non avevo voglia di vedere nessuno. Volevo starmene da sola. Andare a casa a piedi era la migliore alternativa.
 
Quei pensieri non volevano andare via. E anche con la musica. Cercavo inutilmente di concentrarmi sulle parole e sulla melodia delle canzoni, ma con scarsi risultati. Mi tolsi le cuffiette, con la musica era peggio
<< Vuoi un passaggio? >> mi chiese qualcuno.
Era Theo. Ovvio.
<< Cosa? >> non stavo capendo più niente.
<< Alexys, stai bene? Sembri strana. Non è mica per quello che è successo a scuola. La devi scusare, è che è gelosa >>
<< Cosa? No, no mica per quello >>
<< E allora per cosa? >>
<< Theo, voglio solo stare da sola >> detto questo, camminai più velocemente, sperando che Theo capisse. La mente mi stava scoppiando e raccontare quello che era successo alla terza ora sarebbe stato sol o peggio.
Inutile dire chela notte non riuscii a dormire. 






 
   
 
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