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Autore: Niglia    01/01/2016    4 recensioni
[Kagome/Inuyasha]
Inuyasha aveva preso l'abitudine di pettinarle i capelli, la mattina seguente ogni battaglia.
Scritta per il 'Drabble Weekend Event' indetto dal gruppo FB "We are out for prompt".
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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WE ARE OUT FOR PROMPT – 27 / 30 DICEMBRE 2015

Titolo: My Solace
Personaggi: Inuyasha/Kagome
Prompt ©Alex Lucci: Inuyasha le pettina i capelli dopo ogni battaglia, la mattina dopo
Generi: Fluff, Introspettivo, Romantico, Slice of Life



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My Solace




Kagome non aveva davvero la più pallida idea di come certi momenti rubati diventassero abitudine.
All’inizio, accadevano per sbaglio – un’occhiata, un sorriso stanco, il desiderio di offrire conforto malgrado l’incapacità di farlo – e poi, dopo un tiepido tentativo e l’assenza di rimprovero, i gesti diventavano più audaci e frequenti, scivolando inspiegabilmente nella quotidianità.
Inuyasha non era una creatura di troppe parole, quando non si trattava di minacciare di vari e innovativi tipi di morte qualche nemico: di solito, se si sforzava di esprimere sentimenti che andavano oltre il semplice desiderio di vendetta, balbettava e arrossiva e finiva per dire qualcosa di cui poi si pentiva, per poi chiudersi in un silenzio imbronciato per delle ore e, talvolta, giorni interi.
Per cui, quando un mattino si era risvegliata ancora stanca e dolorante dalla battaglia intrapresa il giorno prima, con lividi pulsanti e graffi arrossati su tutto il corpo, con i capelli arruffati e gli occhi cerchiati, Kagome era rimasta decisamente sorpresa – aveva sobbalzato, a onor del vero – quando Inuyasha l’aveva raggiunta con un’espressione indecifrabile ed era scivolato a sedere dietro di lei, attirandola gentilmente tra le sue gambe incrociate.
La ragazza aveva provato a domandare spiegazioni; aveva tentato di voltarsi e scrutare il volto dell’hanyou per capire che cosa stesse succedendo. Ma il modo affettuoso in cui le mani di Inuyasha avevano iniziato a massaggiarle le braccia, in silenzio e lentamente, su e giù, l’aveva convinta a tacere; e quando poi quelle stesse mani erano risalite a immergersi tra i suoi capelli, con estranea dolcezza, in un gesto antico come il tempo, Kagome si limitò a chiudere gli occhi e lasciarlo fare.
Le sue lunghe e agili dita scorrevano tra le ciocche con studiata lentezza, facendo attenzione che gli artigli non la graffiassero né tagliassero un solo capello. Di tanto in tanto, i polpastrelli sfioravano la pelle morbida e delicata della nuca e il contorno delle orecchie, ma era un tocco così fugace e privo di qualsiasi sottinteso che Kagome sospirava soltanto, senza forze, completamente incantata.
I suoi lunghi capelli corvini venivano accarezzati, vezzeggiati e pettinati dalle mani e dalle dita di Inuyasha, e ogni gemito delicato della ragazza veniva accompagnato da un piccolo grugnito di incoraggiamento del mezzodemone. Scivolavano come seta preziosa tra le sue dita, e di tanto in tanto l’hanyou si domandava che sensazione avrebbe provato se fosse stata lei, a usare quella cura per la sua lunga chioma argentea. Egli era talmente assorto nel suo nuovo compito da non accorgersi delle occhiate stranite e curiose degli altri membri del loro piccolo gruppo – la perplessità di Sango, il sorriso malizioso e intenerito di Miroku, la serena consapevolezza del piccolo Shippo – preferendo dedicare la sua intera attenzione alla cura della fragile e forte umana che aveva giurato di proteggere, e che troppe volte trascurava a causa del suo atteggiamento orgoglioso e fiero. Non c’era nulla di male, o di svilente, nel ricambiare la cieca dedizione e il conforto che Kagome offriva sempre in modo disinteressato; era forse più uomo ora di quando lottava contro Kouga per la sua mano, o di quando uccideva i demoni per lei. Kagome meritava tali premure, e se lei davvero avesse continuato a lasciarlo fare, Inuyasha non aveva intenzione di smettere.
Di tanto in tanto, discretamente, Inuyasha sollevava una ciocca al proprio naso e ne inalava il profumo, traendo brevi e tremanti sospiri e sentendo il proprio corpo rilassarsi a sua volta – come sempre gli succedeva quando si trovava vicino a lei o quando si rannicchiava nel suo letto, quando l’odore familiare e femminile della ragazza lo avviluppava dolcemente facendogli dimenticare la propria solitudine. A ogni piccolo gemito che le sue carezze le strappavano, il mezzodemone si sentiva sempre più pago e compiaciuto, lieto di essere in grado di offrirle quel breve barlume di sostegno e sollievo.
E così, infine, la strana routine era continuata. Ogniqualvolta affrontavano delle battaglie, poco importava il grado di violenza o sforzo che esse richiedevano, e se non era troppo ferito per muoversi, Inuyasha era il primo ad affrettarsi verso di lei. Le sue mani trovavano istintivamente la via per i folti capelli di lei – le dita vi affondavano e le sue palpebre si serravano brevemente sui suoi occhi dorati, inconsapevole del lieve sorriso che ormai usava adornare le labbra della ragazza.
In quei momenti raramente parlavano, lasciando che fossero i gesti a dire ciò che le parole non osavano. Avvolti l’uno dal calore dell’altro, i due trovavano finalmente conforto e rifugio in mezzo a orrori e tormenti.

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Drabble: 749 parole.



   
 
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