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Autore: manueos85    02/01/2016    0 recensioni
Il rapporto tra genitori è figli non è mai semplice... Soprattutto quando il padre in questione è l'Hokage e il figlio risponde al nome di Boruto Uzumaki!
Una bravata con i fiocchi si merita una punizione esemplare e questo segna l'inizio di un lungo viaggio in un intreccio di ricordi vecchi e nuovi. A fare da guida un Virgilio d'eccezione: Sasuke Uchiha.
Nota: Questa storia partecipa al Contest "The journey that opened his eyes - Quel viaggio che gli aprì gli occhi - Naruto Contest" indetto da Nede
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 8

 

Boruto non riusciva a crederci. Suo padre sarebbe stato disposto a rinunciare a diventare Hokage soltanto per lui, per il suo bene.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di digerire quella nuova consapevolezza che il ricordo improvvisamente cambiò e il primo pomeriggio virò all'improvviso in una incantevole serata trapunta di stelle.

“Conosco la strada di casa! Non c'è bisogno che tu mi segua ancora.”

Il grido irritato che sentì provenire dalla strada attirò il suo sguardo sul se stesso che, soltanto la sera prima, aveva inveito contro Sasuke-sensei quando questi l'aveva seguito fino a casa.

Il breve scambio di battute con lo shinobi si concluse con lui che correva verso la porta di casa, spalancandola con irruenza, e si precipitava dentro.

Ma la sera prima non aveva affatto notato il gesto di bentornato che suo padre stava per rivolgergli nel trovarselo di fronte perché non lo aveva degnato di un'occhiata nemmeno quando gli era quasi finito contro.

Il rumore di una porta sbattuta sottolineò il fatto che aveva raggiunto la sua stanza mentre i due shinobi si guardavano l'un l'altro.

Sasuke-sensei si strinse nelle spalle mentre suo padre sospirò sconsolato, passandosi una mano sul viso.

“Ha finito di ripulire tutto?” domandò stancamente.

“Sì, altrimenti non te l'avrei riportato a casa. Sarebbe ancora là a strofinare.”

“L'ho punito troppo duramente, secondo te?”

Boruto si stupì nel cogliere una nota di insicurezza nella domanda di suo padre.

“Sinceramente no” rispose Sasuke-sensei. “Ha passato il segno con tutte queste bravate, anche se sappiamo tutti e due che le fa solo per attirare la tua attenzione. Avresti dovuto rimetterlo in riga molto tempo fa. Al ragazzo può solo far bene un po' di sana disciplina.”

“Diresti lo stesso se si trattasse di Sarada?” ironizzò suo padre.

“Quella bambina è più simile a me di quanto avrei voluto” replicò Sasuke-sensei e per la prima volta Boruto lo vide sospirare di frustrazione. “Sembra che i nostri figli abbiano preso i nostri difetti e siano perfino riusciti a peggiorarli.”

“Già.” Anche suo padre sospirò. “L'avevo detto che mi avrebbe odiato.”

“È un ragazzino, dobe. Non ti odia. Soltanto, ancora non capisce.”

“Cosa posso fare?”

“Lascialo stare. Capirà, e quando lo farà, gli passerà. Non asfissiarlo.”

“Vorrei parlargli, spiegargli... Ma in questo momento non mi ascolterebbe per niente.”

“Ci sono cose che deve capire per conto suo, Naruto. Non forzarlo.”

“Sì, forse hai ragione, Sas'ke.”

“Smettila di tormentarti, dobe. Sei noioso quando fai così.”

“Teme, non te l'ha mai detto nessuno che sei di un'antipatia unica?”

“Sì, tu, tante volte.”

I due shinobi si guardarono in cagnesco per qualche secondo l'un l'altro, ma poi suo padre emise una risatina e Sasuke-sensei sorrise, mostrando la stessa sincera espressione che aveva tanto stupito Boruto quando l'aveva vista poco prima nella foresta.

“Vai a dormire, razza di dobe Hokage. Domani dovrai preoccuparti per qualche altro migliaio di figli, non solo per questo.”

“E tu fila subito a casa, teme capo ambu, prima che Sakura-chan si arrabbi davvero. Non vorrei che se la prendesse anche con me per averti tenuto fuori fino alle ore piccole!”

 

***

 

Sasuke-sensei aspettò che suo padre entrasse in casa e che l'altro se stesso si fosse allontanato, scomparendo dietro un angolo della strada, prima di saltare a terra. Ma quando il suo reticente allievo mancò di fare altrettanto, si voltò a guardarlo con un sopracciglio inarcato.

“Non vieni? Hai intenzione di restare appollaiato lassù ancora per molto?”

Boruto scosse la testa e lo raggiunse.

Si sentiva più scombussolato che mai. Quegli ultimi due ricordi avevano frantumato ogni sua precedente convinzione e adesso non sapeva bene come fare a mettere insieme i pezzi di quel nuovo stato di cose.

Camminarono in silenzio fino al parco e lo shinobi lo fece sedere sulla stessa panchina di qualche tempo prima.

“Sei silenzioso” commentò alla fine.

Boruto annuì.

“Non è sempre facile accettare quello che si scopre del passato e mutare le proprie convinzioni.”

“Avevi già fatto un viaggio del genere, sensei?”

“Sì, due volte. È stato molto... istruttivo, anche se durante la mia prima esperienza i ricordi erano stati manipolati da Orochimaru allo scopo di convincermi di alcune cose.”

“Avevi detto che i ricordi non si possono scegliere!”

“Infatti. Non si può scegliere cosa vedere, ma si può alterare il ricordo stesso, mostrandolo in maniera distorta da quello reale.”

“Di chi hai visto il passato?”

“Di mio fratello Itachi.”

“E la seconda volta?”

“Entrambe le volte i ricordi erano legati a lui, ma la seconda volta ho visto finalmente la verità, ho compreso le ragioni che l'avevano spinto a compiere alcune scelte e questo mi ha reso capace di superare l'odio che provavo. E tu? Hai capito qualcosa da questo viaggio?”

“Ci sono così tante cose che non conoscevo di papà...” sospirò Boruto, alzando lo sguardo al cielo stellato sopra di sé. “Credevo di conoscerlo, ma non sapevo nemmeno che avesse avuto un passato tanto difficile.”

“Tuo padre è stato capace di conviverci e di andare avanti. Tu, invece, cosa pensi di fare?”

“Non lo so. Sono così confuso...”

“Sei ancora arrabbiato con lui?”

“No!” La risposta gli uscì di getto e Boruto si rese conto di esserne davvero convinto. “No, non lo sono.”

“Lo odi?”

“Certo che no!”

“Pensi ancora che sia un bugiardo?” insistette Sasuke-sensei.

Boruto esitò prima di rispondere. “È vero che mi ha fatto delle promesse che non ha mantenuto, ma...”

“Ma?”

“Lo so che essere Hokage lo impegna tanto. Mi dispiace di essermi arrabbiato così con lui. Ho proprio fatto la figura del ragazzino immaturo, non è vero?”

“Direi che qualcosa hai imparato” commentò allora Sasuke-sensei. “Forse adesso non sei più un marmocchio così tanto immaturo e possiamo anche finire qui questa lezione.”

“Sensei?”

In un gesto istintivo, Boruto afferrò la manica dello shinobi e la tirò leggermente per richiamare la sua attenzione.

“Sì?”

“Cosa posso fare adesso?”

Questa volta fu il turno del maestro di esitare di fronte alla domanda del ragazzino, riflettendo sulla risposta migliore.

“Dimostra quello che hai imparato da questo viaggio. E adesso andiamo, ti riporto a casa.”

 

***

 

Sasuke-sensei aveva spezzato il jutsu, ma il cielo notturno non era cambiato.

Boruto era in ansia. Era tardissimo e poteva solo immaginare la lavata di testa che gli avrebbe fatto suo padre una volta a casa. Ma, come intuendo i suoi pensieri, Sasuke-sensei gli mise una mano sulla spalla in un gesto rassicurante.

Fu una fortuna perché il ragazzino fu seriamente tentato di darsela a gambe quando vide suo padre ritto in mezzo alla strada con le braccia conserte e l'espressione severa che preannunciava un rimprovero di quelli con la r maiuscola. Lo stava aspettando e, nel momento in cui lo vide, le sopracciglia gli si aggrottarono ancora di più.

“Uzumaki Boruto!” lo apostrofò. “Dove sei stato finora? Hai fatto stare in pena tua madre!”

Se gli avesse rivolto quelle parole soltanto la sera prima, Boruto avrebbe replicato che, al contrario di lui, almeno lei si preoccupava per suo figlio. Ma, dopo ciò che aveva visto, trattenne la lingua. Ad un secondo sguardo, poi, si rese conto che l'irritazione era solo un modo per nascondere il sollievo. Non se ne sarebbe mai accorto se non lo avesse guardato negli occhi come invece stava facendo in quel momento, diversamente dal solito. Anche suo padre era stato in pensiero per lui.

Abbassò la testa senza replicare.

“Non sgridarlo perché è colpa mia” intervenne in quel momento Sasuke-sensei, sorprendendo tanto il padre quanto il figlio.

“Eh?”

“L'ho tenuto impegnato tutta la giornata per evitare che ne combinasse qualcun'altra delle sue.”

“Ecco perché oggi ho parlato solo i tuoi cloni ombra” bofonchiò suo padre, massaggiandosi la fronte. “Potevi dirmelo.”

“Sai che io faccio sempre di testa mia, ma il ragazzino mi piace. Potrei anche pensare di prenderlo come allievo quando inizierà l'addestramento genin.”

Due identiche paia di occhi azzurri lo fissarono con la stessa identica espressione stupefatta e lo shinobi piegò le labbra nel suo usuale sorrisetto, poi diede uno scappellotto leggero sulla testa del ragazzino.

“Fila a casa, usuratonkachi!”

“Ma non è detto che io voglia te come maestro, teme-sensei!” ribatté Boruto irriverente, facendogli una linguaccia. Ma poi bisbigliò un rapido “Grazie, sensei!” prima di correre a raggiungere suo padre.

D'impulso, gli si buttò contro e lo stritolò in un abbraccio.

“Scusa, papà” bofonchiò, con la faccia nascosta contro il suo petto.

Le lacrime presero a bruciargli negli occhi e Boruto tirò su col naso nella speranza di arginarle. Non voleva piangere, ma quando sentì le braccia di suo padre serrarsi attorno alle sue spalle per ricambiare l'abbraccio, non riuscì più a trattenere i singhiozzi.

“Va tutto bene” lo sentì mormorare.

“Mi dispiace tanto! Prometto che d'ora in avanti mi comporterò bene! Non farò mai più scherzi!”

“Mi basta che tu abbia capito il perché, Boruto. Doverti rimproverare fa male anche a me.”

“Non volevo darti del bugiardo, ma ero arrabbiato!”

“Lo so. Be', un po' me lo ero meritato perché è vero che non ho mantenuto la mia promessa e ti chiedo scusa” disse suo padre.

Boruto scosse appena la testa.

“Papà?”

“Sì?”

“Ti voglio bene.”

“Anche io, Boruto. Te ne voglio tantissimo.”




Angolino dell'autrice:
Capitolo corto, ma decisamente pieno d'emozioni! Che dite?!? Davvero troppo corto?!? Niente paura! E' in arrivo l'epilogo!
 

  
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