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Autore: teensyears    02/01/2016    0 recensioni
Ispirata al final season della nona stagione - 9x19.
"Se prima era in grado di agire per assicurare alle persone un posto migliore in cui vivere, ora dovrà rimanere immobile guardando con rimorso tutte le ingiustizie del Mondo".
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Casey Novak
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chambers of Judge Elizabeth Donnelly
Friday, May 9




«Ha chiesto di me, Giudice?» domandò Casey aprendo la porta dello studio del Giudice Donnelly.
L’avvocato Novak ricevette l’invito di accomodarsi, ma ciò nonostante rimase ferma ed immobile davanti alla scrivania della donna che l’aveva aiutata nei casi più insidiosi e viscidi di vittime di stupro.
«La sua richiesta è stata respinta, il Procuratore non ha accolto l’appello» la informò il Giudice.
Casey rimase zitta per qualche secondo, fino a quando la sua rabbia non ribollì fuori:
«Un uomo che ha violentato ed ucciso una ragazzina continuerà a fare il poliziotto?».
«Può incolpare solo se stessa, avvocato» disse la donna più anziana.

Casey iniziò a sentire l’adrenalina pervaderle il corpo: era consapevole di aver sbagliato, ma l’aveva fatto per tutelare la vita della vittima, ormai già troppo disastrata.
«Con tutto il rispetto la cosa non la riguarda, signor Giudice» rispose infine Casey, volendo concludere la conversazione che stava prendendo un taglio non molto piacevole.
«Temo di sì» la rimbeccò il Giudice alzandosi dalla poltrona della scrivania.
Casey aveva ormai la mano sulla maniglia della porta, ma lo scatto del Giudice le fece mollare la presa, voltandosi a guardare ancora una volta la donna, che la guardava con aria di rimprovero.
Elizabeth Donnelly si avvicinò per porgere a Casey una busta; il giovane avvocato la guardava con sospetto, ignara di ciò che l’attendesse.
La ragazza aprì la busta, sotto gli occhi spavaldi della donna ancora di fronte a lei.
Ci furono alcuni attimi di silenzio, prima che Casey elaborasse quanto scritto.
«Mi devo presentare in commissione?» chiese quasi sussurrando.
«Sì» annuì la Donnelly «dietro mia insistenza».
Casey non riusciva ancora ad elaborare  la gravità della situazione e le sorse una semplice domanda:
«Perché?».
«Perché lei ha sbagliato e gli sbagli hanno un prezzo» rispose il Giudice, mentre si rimetteva a sedere.
«Perché in qualità di membro della commissione non posso permettere  insabbiamenti  in un’aula di giustizia».

Casey era furente, voleva lottare per il suo lavoro a qualsiasi costo.
«Quei rapporti non erano stati trascritti, sennò li avrei presentati!» urlò la giovane donna.
«Lei ha mentito alla Petrovsky come ora sta mentendo a me! I rapporti di laboratorio erano datati e bollati!» le rispose il Giudice, infuriandosi ancora di più.
Gli occhi di Casey iniziarono a diventare lucidi, stava iniziando a capire le conseguenze del suo imperdonabile sbaglio.
«Noi qui siamo al servizio dello Stato, Casey.  Nessuno spezzerà una lancia in suo favore».
L’avvocato Novak si guardò intorno, provando a pensare se ci fosse ancora una soluzione per rimediare; poi guardò nuovamente il Giudice ed i suoi occhi le si arrossarono terribilmente.
«Ciò che vorrei sapere è perché l’ha fatto» le chiese la donna seduta davanti a lei, non capendo il gesto avventato di uno dei suoi migliori procuratori.
Trascorsero alcuni minuti di silenzio, fino a quando Casey parlò.

«Perché non possono vincere sempre i cattivi».

«Doveva pagare per il suo errore» aggiunse Casey vicina alle lacrime.
Il Giudice annuì.
«E lei pagherà per il suo» le disse, sviando lo sguardo della Novak.
«Che cosa mi devo aspettare?» sussurrò Casey.
«L’interdizione» rispose la donna guardando alcuni fogli ancora in disordine sulla sua scrivania «forse solo la sospensione».
«Per quanto?» domandò Casey con l’ultimo filo di voce rimasto.
«Un anno… o forse di più» la informò il Giudice Donnelly, la sua rabbia stava cominciando a svanire; aveva capito il perché del gesto di Casey e darle questa notizia, dopo anni di lavoro fianco a fianco, le faceva quasi male.
«E intanto che cosa farò?» singhiozzò Casey, le lacrime le solcavano il volto.
«Si inventerà qualcosa».

L’avvocato Novak annuì, lasciandosi scappare alcune lacrime che sembravano bruciarle il volto.
Il telefono dell’avvocato iniziò a vibrare e, subito dopo aver letto il messaggio, uscì dalla stanza.
Avevano arrestato Chester Lake, il collega di Fin, era lui, era il colpevole.
Recandosi sul luogo dell’arresto vide Fin, Munch, Elliot e Olivia, le persone che l’avevano accompagnata in questo viaggio.
Li guardò tutti, ad uno ad uno, cercando di assimilare un’unica ed ingiusta verità: non lavorerà più con loro.
Non lavorerà per anni, forse.
Tutto ciò la spaventava tremendamente, aveva dato corpo ed anima al precinto 1-6 di Manhattan, si era dedicata al suo lavoro come non mai.
Le piaceva la sua professione e le piaceva ancora di più assicurare giustizia a tutte le persone innocenti a cui erano state fatte cose atroci.
Ora non potrà più farlo.
Se prima era in grado di agire per assicurare alle persone un posto migliore in cui vivere, ora dovrà rimanere immobile guardando con rimorso tutte le ingiustizie del Mondo.
Ora non potrà più fare niente, potrà solo riflettere.
Guardò ancora una volta i suoi colleghi, chiedendosi se mai li avrebbe più rivisti.
L’Unità Vittime Speciali era come una grande famiglia, che l’aveva accolta subito, nonostante la sua giovane età.
D’ora in poi, però, non sarebbe stata più stata la sua famiglia, non più.
Lacrime calde facevano da contrasto con il paesaggio freddo e gelido dell’inverno e che segnava la fine di un’era.
Casey Novak era stata radiata, per un tempo ancora non specificato e tutto ciò le faceva stringere il cuore, perché aveva imparato a voler bene ai suoi colleghi ad amare il suo lavoro.
Ora sarà tutto più difficile: ora dovrà davvero inventarsi qualcosa.




 
***
 
Author's note: Parto premettendo che ho sempre odiato questa puntata :( Fin che vuole trasferirsi e litiga con Elliot, Casey che viene radiata... Insomma le puntate di fine stagione non fanno per me. Ho sempre AMATO Casey, è il mio procuratore preferito di sempre. Adoro particolarmente anche Alexandra Cabot e spero di scrivere qualcosa su di lei presto! Mentre, invece, non sopporto tutti i procuratori dalla decima stagione in poi, fino ad arrivare a Rafael Barba (non capisco perchè tutti lo adorino, ugh). Comunque sono rimasta molto amareggiata dalla scelta di far lasciare il set a Diane Neal (dato che lei non aveva alcuna intenzione di mollare) e soprattutto dell'uscita di scena di questo personaggio che adoro moltissimo. Dato che comunque, Alex la si vede spuntare in un po' di stagioni qua e là (6, 10, 11, 13), mentre Casey dopo la nona, la si vede solo nella dodicesima e nella tredicesima.
Comunque mi ha colpito particolarmente questo episodio perchè si capisce veramente quanto Casey tenga al suo lavoro. Allora ho scribacchiato qualcosa e spero di rivederla presto sul set (come spero di rivedere Elliot, Munch o Cragen) *sighs*.
 
   
 
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