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Autore: bulmasanzo    02/01/2016    1 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La gravidanza fa uno strano effetto su Daisy. Durante una imprecisata notte di questi primi mesi, è accaduto un fatto singolare.

È iniziato tutto con Luigi che si è svegliato di soprassalto, sorpreso da una strana sensazione di mancanza. Il brav'uomo aveva lavorato e non poco quel giorno ed era stanco, ma si è comunque alzato per constatare che la sua consorte non era nel letto insieme a lui.

Si è infilato le pantofole ed è sceso in cucina, da cui intravvedeva filtrare della luce, pensando che la donna potesse essere stata colta da un attacco di fame. Hanno la dispensa piena di cioccolato, ne hanno comprato una gran quantità approfittando degli sconti estivi per via delle voglie che la prendono nei momenti più assurdi della giornata ed evidentemente anche della notte. Luigi era stato sicuro di trovarla distesa sul divano a rimpinzarsi, invece l'ha trovata in piedi, di fronte a -se dobbiamo citare lo stesso Luigi quando poi lo avrebbe raccontato stupito ai suoi amici- quella specie di strano 'tavolo' lungo e stretto dall'estremità triangolare, quello che sembra un surf con i piedi metallici, avete presente? Luigi, non avendo nessuna esperienza di economia domestica, non si era mai nemmeno preso il disturbo di dargli un nome, nella sua testa. Comunque, per chi non avesse intuito, si riferiva all'asse da stiro.

Beh, Daisy si è messa appunto a stirare nel cuore della notte, per poi lasciarlo interdetto guardandolo con un grande sorriso mieloso disarmante al quale Luigi non è riuscito a non rispondere. Un sorriso da bambola di pezza.

Ma lo sguardo della donna era assente, suo marito non la sentiva parlare, né ridere, ma respirare regolarmente.

La scena è stata resa ancora più surreale dall'assenza totale di camicie o di qualsiasi altro capo di abbigliamento da stirare. Daisy passava il ferro da stiro sul nulla, sarebbe sembrato quasi che lo stesse mimando. Con sconcerto, l'idraulico si è reso conto che doveva essere sonnambula.

Uno sbuffo di vapore è fuoriuscito dalla piastra del ferro, Daisy glielo ha diretto verso la faccia come in un gioco. Ma era rovente, Luigi si è scansato per non esserne investito e ustionarsi, come qualsiasi persona intelligente avrebbe fatto.

Glielo ha tolto dalle mani con tutto il garbo possibile prendendoglielo per il manico, l'ha appoggiato sulla griglia metallica, ha staccato la spina in modo che si raffreddasse. Daisy non ha fatto alcuna obiezione a queste manovre, è restata impalata sorridendo a guardare. Probabilmente non lo vedeva sul serio.

Il pancione non è ancora così prominente, per Luigi non ci sono stati problemi a sollevarla tra le braccia e riportarla a letto. Lì, è sembrato che si svegliasse, ma prima che Luigi le spiegasse cosa fosse successo, lei lo ha zittito e ha voluto fare l'amore.

Il mattino seguente, Daisy non ha fatto parola dello strano accaduto, nemmeno di ciò che è successo dopo. Quando Luigi gliene ha provato ad accennare, ha fatto capire di non essersi accorta di niente, di non ricordare. Questo lo ha messo in imbarazzo, perché si è sentito come se avesse approfittato di lei in un momento di debolezza. Pertanto, nel raccontare sia a lei che agli altri l'incredibile episodio, anche per pudore personale e per rispettare la sua riservatezza, avrebbe omesso quest'ultimo intimo particolare.

Non sarebbe stato l'unico episodio di 'pazzia' cui avrebbe testimoniato, la ragazza avrebbe assunto in altre svariate occasioni un comportamento bizzarro. Più bizzarro del solito, comunque.

Per esempio: una volta, durante la colazione, Luigi l'ha sorpresa a confondere la marmellata con la maionese, spalmando una generosa quantità di quest'ultima su una fetta di pan carrè. L'ha fermata prima che la pucciasse nel latte. Cosa che nemmeno con una farcita normalmente si dovrebbe fare. Come minimo avrebbe vomitato, e visto che lo faceva ormai tutte le mattine e quel mattino aveva già dato, sarebbe stato una pena vederla star male di nuovo.

Accortasi dell'errore, la risata che ha fatto non è stata per nulla spontanea, anzi forzatissima. Si capiva che si stesse interrogando sulle proprie facoltà mentali. Luigi ha cercato di minimizzare l'accaduto, ma ha capito che lei stava iniziando a preoccuparsi.

È che a volte vuoi solo fingere che tutto vada bene. Anche quando è evidente che non lo sia.

Poi un'altra volta, pochi giorni dopo quest'altro incidente, è avvenuto qualcosa che ha veramente spaventato Luigi.

Era capitato che fosse fuori casa per lavoro. Mentre cercava di saldare un tubo rotto, il suo cellulare è squillato improvvisamente e lo ha fatto trasalire. La chiave che stava utilizzando per la riparazione è slittata sulle stesse scalanature del tubo ancora allentato, che si è staccato di netto facendogli riversare addosso un litro buono d'acqua rugginosa. Luigi ha quindi risposto al telefono ed era Daisy, che strillava. Luigi non ha capito cos'avesse, ma si è spaventato, ha piantato in asso il lavoro e, inseguito dalle imprecazioni del padrone di casa che si lagnava per il pavimento allagato, ha raggiunto, ancora fradicio, la loro casa.

Daisy era rannicchiata lì sulle piastrelle del salotto con un'espressione terrorizzata in volto. Sembrava si fosse trascinata verso il telefono.

Nella stanza, al centro, c'era il lampadario che chiaramente era crollato dal soffitto schiantandosi al suolo. Il pavimento era pieno di schegge di vetro e lampadine rotte. Luigi non è riuscito a credere a quello che vedeva. C'era una scala di quelle metalliche che si aprono, riversa da un lato sotto il lampadario distrutto.

Daisy ha creduto di avere un esaurimento nervoso ed è scoppiata in lacrime.

"Sto diventando cretina?” ha urlato indicando la scala "L'ho appoggiata così, mi era venuto in testa che volevo pulire il lampadario... L'ho aperta, ma non del tutto! Mi si è chiusa di scatto appena ci ho messo su il piede. Poteva finire così, ma invece ha avuto la bella idea di agganciarsi, e nel cadere se lo è trascinato giù..." nella sua voce Luigi ha percepito un misto tra rabbia e spavento.

"Sei ferita?” si è preoccupato lui venendole incontro, non gli importava certo di altro.

"È stato un miracolo che non mi sia caduto in testa." il tono della donna da sconvolto è divenuto affranto "Prima rischio di bruciarti col ferro, poi quella roba della maionese che io, veramente, non ho idea... ora questo. Cosa farò la prossima volta, mi asciugherò i capelli con i piedi infilati dentro l'acqua? Così il bambino sarà bello cotto quando nascerà?”

"Se lo fai, credo che muori direttamente" ha osservato Luigi in tono piatto. Non è abituato a vederla così fragile, ma non ha esitato ad abbracciarla per tentare di calmarla.

"Non lasciarmi da sola, ti prego, ho paura di quello che potrei fare" ha strillato lei istericamente. Poi si è lasciata cullare dalle parole banalissime eppure rassicuranti di suo marito, cui in quel momento importava solo che stesse bene: "Sei solo stanca, non dormi abbastanza, ti preparo un caffè espresso e vedrai come ti riprendi..."

Dopo essere riuscito a farla calmare, Luigi, assolutamente convinto che il problema della moglie sia psicologico, si è rivolto a un dottore terapeuta che dopo due sedute infruttuose ha intascato un pacco di soldi solo per giungere alla conclusione che la povera Daisy è stressata e ha ordinato di metterla a riposo. A volte può capitare che una gravidanza, specie se è la prima, possa logorare i nervi della gestante, è meno raro di quanto si possa pensare.

Peccato che mettere un tipo come lei a riposo possa avere delle ripercussioni gravissime.

La casa di Luigi Mario è il tipico palazzo grigio triste, ma con il davanzale delle finestre pieno di splendidi gerani multicolorati.

Da quando l'esuberante ex principessa è stata costretta all'inattività, però, per quanto il diligente marito li innaffi ogni giorno, essi sono iniziati a morire, uno alla volta. E non solo i loro gerani, anche quelli dei vicini, come un'epidemia che si è propagata fino a comprendere l'intero circondario. E che si sta estendendo. È Daisy che lo vuole.

Non ci sono più giardini verdi a New York, solo aridi deserti gialli. Ogni tipo di pianta sta seccando, appassiscono una dopo l'altra. La città inizia a somigliare a Sarasaland nel suo periodo peggiore. E inizia a mancare l'ossigeno, perché sono gli alberi quelli che lo producono, ma sono diventati rari.

In questi giorni, Luigi ha cercato di interpretare il ruolo del maritino perfetto, quello che tratta la sua mogliettina con amore e devozione.

Fa in modo di agevolarla il più possibile, fa le classiche cose: le porta la colazione, si assicura che stia comoda, la coadiuva nelle piccole cose, arrivando anche quando necessario a svolgere da solo le faccende di casa. Ma non è facile, perché sa benissimo quanto lei odi essere servita.

È una principessa che ha accettato di farsi togliere il trono legittimo. Quindi, ciò che lei ha desiderato è stato sentire di poter in qualche modo badare a se stessa, a prescindere da chi avesse accanto.

In pratica, voleva fare la casalinga. Può sembrare strano, ma quando odi la tua condizione, quello che agli altri sembra un privilegio a te arriva a dare la nausea.

"Daisy, tesoro, non ti deprimere, non ne vale la pena!" la implora Luigi constatando che il mazzo di rose bianche che le ha appena comprato dal fiorista sotto casa è inesorabilmente appassito nel breve tratto di strada che ha attraversato per portarlo dentro. Sta facendo il possibile, ma vedere che, nonostante gli sforzi che fa, la situazione non migliora nemmeno un po' è snervante.

Luigi inoltre non comprende, lui non è una donna, ma pensava che una gravidanza sarebbe dovuto essere un periodo di gioia, invece si sta rivelando un vero incubo.

Luigi si è sempre sentito inadeguato ogni volta che la vita gli ha presentato una situazione nuova da affrontare, ma il suo spirito di adattamento gli ha sempre suggerito come comportarsi. Questa volta, per quanto si sprema le meningi, non riesce a capire che cosa cavolo debba fare.

"Sto facendo di tutto per rendere felice mia moglie, ma lei è sempre più depressa" confessa a Mario, in una giornata afosa di luglio in cui è venuto a fargli visita.

Dopo l'incidente di pochi mesi fa viene spesso a trovarlo, hanno installato una postazione per il teletrasporto direttamente in casa, davanti la porta d'ingresso, leggermente nascosta così la gente non si spaventa a vederlo comparire dal nulla. Sono seduti in veranda e tra loro c'è un tavolo con su un vassoio che ospita sia una brocca di limonata ghiacciata con menta con bicchieri di vetro che una caffettiera fumante con tazzine e zuccheriera.

I due fratelli alternano le bevande, fredde e calde e viceversa. Un'abitudine presa da poco da Luigi grazie agli imprevedibili cambi umorali della moglie.

"Tu come rendi felice Rosalinda?” chiede consiglio, facendo tintinnare il ghiaccio nel bicchiere.

"Beh" comincia il fratello maggiore pensieroso, girando lo zucchero nel suo caffè "Sinceramente, credo che io sono stato fortunato, Rosie non è una musona, è contentissima di avermi intorno e non si lamenta mai di me" beve un sorso con cautela "Ma probabilmente è perché prima di incontrarci viveva da sola. Lei è sempre contenta di fare qualsiasi cosa insieme a me. E io cerco di valorizzare la sua presenza, di metterla a suo agio. E poi la aiuto nelle sue cose, mi prendo cura degli Sfavillotti e le do le giuste attenzioni. Cerco di essere sempre sincero e disponibile ad ascoltarla."

"Sto cercando di fare lo stesso con Daisy" ribatte Luigi "Adesso sta dormendo. Dorme tutto il giorno perché non ha molto da fare e credo sia proprio questo che le pesa, per quanto io ci provi a non farglielo pesare, il fatto di essere ferma... La annoia. Io credo che si senta inutile."

Mario non sa cosa rispondere "Diglielo che non si deve sentire così"

"Ma glielo ripeto in continuazione!"

"Allora dille che tu ti stai deprimendo al vederla deprimersi"

Luigi batte le palpebre, stranito "Ma così non la farei sentire in colpa?” posa il bicchiere vuoto e passa a versarsi il caffè immediatamente.

“È quello che devi fare" gli rivela il fratello "Girala a tuo favore facendole vedere l'altra campana, gioca sul fatto che facendo così fa stare male anche te e lei capirà che deve darsi una... scrollata."

Luigi adesso sgrana gli occhi, non è per niente convinto di questo consiglio, lo zucchero che sta versando nella tazza finisce fuori rotta e si spande sulla superficie del tavolo. "Mannaggia" mormora, per farla pulita.

Mario accenna ad alzarsi per aiutarlo, ma lui gli fa segno di star comodo e prende una salvietta per raccoglierlo prima che il ripiano venga invaso dalle formiche. Pare sia attrezzato per ovviare a questi piccoli incidenti di ogni giorno, lui è sbadato di suo, ma anche Daisy ultimamente ci sta mettendo la sua parte.

"Tu fai così con Rosalinda?” si informa poi, mentre ripulisce il tutto.

"Te l'ho detto, con Rosie io sono apertissimo, se fa una cosa che non mi piace glielo dico e lei fa lo stesso con me, ci confrontiamo per migliorarci a vicenda. Finora ha sempre funzionato alla grande" anche Mario ha scelto di cambiare bevanda.

"Ma tua moglie non è mica depressa" Luigi mette su un piccolo broncio di disappunto mentre finisce di asciugare il tavolo "Non può continuare così fino alla fine della gravidanza, mancano ancora quattro mesi, lei piange e fa seccare tutte le piante del Paese, io divento pazzo!"

“Le piante?” si stupisce Mario.

"Sì, non lo hai notato?” gli indica con la mano occupata dalla tazzina lo scempio rimasto nei vasi, le varie piante ornamentali, i giardini pensili che prima decoravano gli interni dell'appartamento adesso sono ridotti a qualcosa di molto simile a un mucchio di cenere. Mario li guarda sbalordito. Gli ricordano l'albero morto di fronte alla casetta dei fantasmi nel Regno dei Funghi. Ma non solo.

"Oppure... Oppure... " Mario abbassa la voce "Non pensi che tutto questo possa essere una conseguenza del tuo incidente? Magari è ancora turbata, in fondo è passato così poco tempo..."

"Ha smesso di avere paura per questo" replica Luigi infastidito "Il mio incidente non è stato niente, se ne è accorta anche lei. Nemmeno zoppico più, ormai. Posso affrontare qualsiasi cosa. Posso gestire le crisi di mia moglie."

"Non l'ho messo in dubbio, questo, ma sai benissimo che l'impatto che ha avuto su di lei all'inizio è stato ben grave. Tu non hai visto la crisi che le è venuta, faceva paura, te lo giuro. Avevi anche battuto la testa, saresti potuto finire male... saresti potuto diventare... scemo..."

"Per piacere, non tocchiamo più questo argomento, ne ho avuto abbastanza" interrompe Luigi "E poi a cosa serve? Non c'è mica un rimedio, e tornare indietro non si può”

Mario esita, poi accenna un “Ma quello che ti ha fatto W..." prima di essere zittito nuovamente. Lui d'altra parte non vuole contrariare suo fratello, quindi accetta di lasciar cadere il discorso.

Improvvisamente gli viene una nuova idea. "Non credi che forse le farebbe bene cambiare aria?"

“Partire, dici?” fa Luigi pensieroso “Ci avevo pensato anche io, ma un viaggio sarebbe stancante per lei, il dottore ha detto..."

"Ma se prende il teletrasportatore non sentirà nemmeno di aver viaggiato, arriverà in un lampo. Può far tappa all'Osservatorio e da lì ripartire tramite la Base stellare!"

Luigi mette in bocca il cucchiaino con cui ha girato lo zucchero, considerando questa alternativa "Ma dove la dovrei portare?"

Mario si stringe nelle spalle "A Sarasaland" dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Luigi per poco non ingoia il cucchiaino. Mario lascia perdere la sua limonata e gli dà delle piccole pacche sulla schiena mentre lui tossisce come un matto.

"Ehi, resisti" ride, nonostante tutto.

"Non posso portarla laggiù. Perché dovrei? I suoi ci hanno buttati fuori, siamo stati praticamente banditi!" ricorda il fratellino.

"Beh, ma non ti pare già che stia 'ricreando' il suo posto d'origine qui?" fa il fratellone "Forse tutto questo significa solo che... ha nostalgia di casa... Forse, inconsciamente..."

"No, è escluso" lo interrompe, il tono è categorico.

"Non devono sapere per forza che ci andate, ci tornate in incognito" propone Mario.

Luigi si alza, afferra il pesante vassoio con tutta la roba sopra e lo porta dentro. Il fratello si affretta a seguirlo "Ascolta me" gli dice.

"Perché diavolo dovresti avere ragione?" quasi si arrabbia sbattendo il vassoio sul tavolo della cucina "Ci hanno trattato da schifo e Daisy stessa mi ha fatto promettere che non ci saremmo tornati mai più."

Mario chiude gli occhi "Tu non lo sai che cos'è il perdono?”

Luigi lo guarda, schifato e sorpreso "Non abbiamo niente per cui chiedere scusa. Non abbiamo fatto niente di sbagliato e non l'abbiamo voluto noi che ci mandassero via!"

"Non ho detto che dovrebbero essere loro a perdonare voi." fa notare Mario.

Luigi alza gli occhi verso il soffitto. "È l'influenza di Rosalinda che ti fa questo effetto?"

"No, sono i tre anni che ho più di te che mi rendono più saggio"

"Saggio" ripete Luigi ironico "Ma se fino a sei anni bagnavi ancora il letto!"

Mario arrossisce di colpo e tace. Anche Luigi tace. Tacciono entrambi, fissandosi negli occhi, pare che Mario voglia mandargli uno sguardo omicida senza riuscirci.

Dopo qualche secondo di silenzio, Luigi dice: "Non volevo dire questo.".

"Basta che eviti di ripeterlo di fronte a qualcuno" lo ammonisce Mario, senza più vergogna, solo sollevato che Daisy non li abbia sentiti.

"Comunque" riprende Luigi "Non credo che i genitori di Daisy siano disposti ad abbassarsi a chiedere scusa a me, se è quello che avevi in mente"

Mario sembra a disagio. "Ma non hanno sentito della nostra impresa?“

"Della tua impresa" viene corretto "Ma stai certo che nemmeno tu saresti stato accolto a braccia aperte"

Mario scuote la testa "È proprio triste" abbandona il pensiero "Farle cambiare aria, comunque, le farà bene. Vuoi portarla da noi? Rosie sarebbe d'accordo."

Ma Luigi non fa in tempo a replicare che la porta si spalanca e fa la sua apparizione la stessa Daisy.

Mario la fissa trasalendo, colpito seriamente dal suo aspetto. La ragazza ha i capelli di uno scarmigliato indescrivibile, si tendono verso l'alto e sembrano unti, stopposi, di paglia. Come se avessero perso tutta la loro naturale brillantezza, come se non li lavasse da un po'. Le vanno tutti di fronte al viso creando una specie di nebulosa, senza tuttavia riuscire a nascondere il colore cinereo della pelle, né le tremende occhiaie profonde e viola. Luigi ha detto che passa molto tempo a dormire, ma sembra una che non chiude occhio da mesi.

"Ben svegliata, Zuccherino, non dovevi alzarti, vuoi una tazza di caffè? O un po' di limonata? O entrambi?” chiede subito premurosamente l'aspirante Maritino Perfetto.

Daisy emette una specie di grugnito e si passa una mano sul viso cercando di scostarsi i capelli tirandoli all'indietro. "Ciao, Mario" mugugna, prima di lasciarsi cadere quasi a peso morto sul divano.

Subito si porta una mano sul ventre che si sta iniziando a mostrare.

Luigi accorre, premuroso e caro da risultare ridicolo, come d'altronde in tutto quello che fa. Ma l'essere ridicolo fa parte di lui.

Lo 'zuccherino' lo scaccia gentilmente con un gesto della mano da schiacciamosche "Ho fatto un sogno" dice "Ero sepolta nella sabbia fino al collo e non riuscivo a muovermi. Mi dicevo: scava, ma non avevo niente per farlo. Poi... poi mi sono sentita come se il bambino dovesse uscire e c'era una voce che mi ripeteva che non ero nel posto giusto per farlo nascere" Daisy guarda suo marito imbronciata "Che significa, Einstein?“ gli chiede, ma senza dargli il tempo di provare a rispondere, ricomincia a parlare rispondendosi da sé: "Lo so benissimo che cosa significa, è colpa di quella stupida di mia madre che una volta mi disse che i figli di Sarasaland devono venire alla luce sul suolo di Sarasaland per ottenere i loro poteri. Ed è vero, c'è qualche cosa in quella terra di schifo che condiziona la nascita. Ma io preferisco che il mio bambino non abbia un tubo, piuttosto che tornare lì."

Luigi e Mario si scambiano un'occhiata talmente strana che la donna immagina che la stiano prendendo per pazza. Non le piace, e il mini-giardino verticale sul muro già secco prende improvvisamente fuoco.

"Daisy!" esclama allarmato Mario.

Luigi sbuffa, come se questa cosa fosse già capitata già altre mille volte e gli desse ormai solo noia.

Il sistema antincendio si attiva da sé con il fumo e una pioggerellina invade la sala bagnando i tre e spegnendo il fuoco.

"Almeno quando ci sono ospiti, evita" la rimprovera l'idraulico in verde.

“Mario non è un ospite, è tuo fratello” serra i denti la ragazza.

Intanto Mario ha messo insieme i pezzi e ha capito tutto. "Daisy, è il bambino" dice.

Lei lo guarda confusa. "Cosa" fa. Senza punto di domanda.

"È chiarissimo" continua lui, compiaciuto della propria arguzia "Il bambino sa tutto quello che sai tu. Se lo sai tu, lo sa anche lui. Il bambino ha una volontà. Tu ti comporti in modo strano, la tua distrazione è una conseguenza del suo tentativo di comunicarti qualcosa."

"È arrivato il detective" mormora Luigi esasperato. Evidentemente non capisce dove voglia andare a parare, o lo capisce, ma non condivide.

Ma suo fratello lo ignora "Tu non vuoi che lui abbia i suoi poteri, ma lui sì. Li vuole perché è il suo istinto. È ancora un piccolo feto senza orecchie e senza un cervello sviluppato, ma la sua anima è già presente, in gestazione, aspetta solo che tu trovi qualcosa per... per tirarti fuori dalla sabbia."

"In conclusione?” sbatte le ciglia la ragazza, ma sa benissimo a che cosa vuole arrivare.

"È semplice, devi andare a Sarasaland per partorire lì"

Nel silenzio che segue si sente benissimo il mormorio troppo forte di Luigi: "L'ha detto."

"Cara cognata" l'instancabile Mario tenta un nuovo approccio, venendole più vicino e prendendole una mano, con quel fare galante tutto suo di cui solo lui conosce le sfaccettature "Tu fai la dura, ma io so che non desideri che i tuoi restino per sempre arrabbiati. Scommetto che nemmeno tu sei più arrabbiata con loro. Nessuno vuole realmente queste cose. Ma lasciati dire che se non sfrutti questa occasione per riavvicinarli, in futuro sarà impossibile recuperare. Non ti perdoneranno per aver negato al tuo primogenito e loro primo nipote la sua eredità legittima."

A questo punto, Daisy fa la faccia affranta e sembra che voglia piangere, ma invece stringe i denti e solleva la mano che lui ha preso con rabbia, come se volesse mollargli un sonoro ceffone. Ma si trattiene. Abbassa la mano, sospira pesantemente.

"Hai ragione" dice. Poi lo abbraccia di slancio, ma specifica: "Ti sto abbracciando perché non mi posso abbracciare da sola". Luigi si siede accanto a lei dall'altra parte e si unisce.

Daisy lo guarda rivolgendogli una domanda muta.

Lui annuisce: "Se va bene per te, va bene anche per me."

Quanta semplicità ci può essere nei rapporti umani!

  
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