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Autore: _Anaiviv    03/01/2016    1 recensioni
-Come ha potuto Leonardo permettere che la catturassero?-
-Non è stata una scelta dell'artista- disse il conte con il suo solito fare estremamente calmo -lei l'ha deciso.-
Lo guardai sbigottito, aspettando che continuasse a parlare.
-Ci siamo fronteggiati per parecchi anni, posso permettermi di dire che la conosco discretamente bene. E' sicuramente il guerriero più ardito che abbia mai visto. Ha sempre affrontato i suoi nemici con spavalderia, beffeggiandosi costantemente di loro, accompagnata dal suo sarcasmo pungente, e neanche sotto tortura ha mai ceduto. Forse questo suo comportamento è parecchi imprudente ed irritante, ma non si è mai piegata al volere di nessuno. Però, quando le hanno detto che era in ballo anche la tua vita, ho visto qualcosa cambiare nel suo sguardo, per la prima volta il suo viso si era rabbuiato, sapeva di essere in trappola. Eppure sapeva anche che con la sua astuzia avrebbe trovato una via di scampo, ma non l'ha fatto, ha preferito te. Vedo l'amore negli occhi di chi ama, e lei ti ama come non ha mai fatto in vita sua ed è pronta a sacrificarsi affinché tu sia salvo.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando arrivammo quella sera alla taverna, Alessandra era lì ad aspettarci.
Le candele che illuminavano la stanza creavano strani giochi di luce, rendevano la sua pelle più rosea, gli occhi più verdi.
-Buona sera Alessandra, ti abbiamo fatto aspettare molto?- chiese il mio amico una volta raggiunto il tavolo.
-No, figuratevi..- disse senza alzare lo sguardo dal foglio su cui stava scrivendo qualcosa.
Leonardo, dopo aver preso da bere per tutti e tre, si sedette al tavolo.
-Così, tu sei mia sorella.- esordì sorseggiando dal suo boccale.
-Vedo che hai un’ottima capacità deduttiva.- gli rispose sarcastica sorridendo appena, nel frattempo iniziò  a sfogliare un libro e consultare quelli che sembravano i suoi disordinatissimi appunti. Perché le persone si ostinano a fare così tante cose contemporaneamente?
-E cosa ti porta qui a Firenze?- continuò lui, ignorando il commento della ragazza.
-Ho viaggiato molto in questi anni, e finalmente ho colto l’occasione per giungere qui. Nonostante concepiti dalla stessa madre, siamo stati separati da quando eravamo ancora in fasce, a circa sei mesi, se la memoria non mi inganna. Non so perché mi abbia lasciata da sola davanti ad una grande villa in Toscana, la casa della famiglia degli Albizi. Mi hanno accudita e cresciuta, insieme alla loro figlia Costanza, che era un po’ più grande di me. Date le mie capacità intellettive, manifestate sin da piccola, mi hanno istruita come se fossi anche io una loro figlia e ora sono la dama- calcò in un modo strano quella parola -di fiducia della signorina Costanza, nonché una sua “sorella acquisita”, per intenderci. Con la morte di Luca degli Albizi, alleato da anni con la famiglia Medici, il Magnifico ha voluto ospitarci nella sua dimora per una settimana per trattare con Costanza e suo marito una nuova alleanza.- alzò gli occhi dai fogli su cui scriveva, poi ci rivolse un piccolo sorriso -quindi, sapendo che sarei presto giunta in questa splendida città, non ho tardato a farmi viva, desideravo immensamente conoscere il mio egregie, ma soprattutto intelligente, fratello, Leonardo Da Vinci!- disse l’ultima frase con grande teatralità e sarcasmo, il che suscitò le mie risate e un sorriso divertito da parte di Leonardo. Ma lei non si fece distrarre troppo. In quel discorso, capii quanto fosse spaventosamente simile al fratello: il modo in cui scruta le persone con quegli occhi così vispi e attenti, la gestualità, e il disordine infernale. Per non parlare del pungente sarcasmo.
-Non posso nasconderti che speravo nel tuo aiuto..- lasciò la frase in sospeso, forse pensava a come continuare il discorso. Abbassò lo sguardo mentre tamburellava freneticamente con le dita sul tavolo, mentre con l’altra mano stringeva il boccale -ho intenzione di scoprire la verità su nostra madre, Leonardo.-
-Lei ci ha abbandonato, perché mai dovrei cimentarmi in questa assurda ricerca?- chiese il mio amico interrompendola, serrando i pugni mentre pronunciava le ultime parole. Doveva essere un tasto dolente quello per lui. Alessandra restò in silenzio per alcuni istanti, con l’intento di pesare bene le parole da dire. Era una ragazza davvero riflessiva.
- Anche io mi posi la stessa domanda, ma andiamo, ci dovrà essere una motivazione plausibile a tutto ciò! E, nel caso non ci fosse, avremo entrambi la libertà di pensare che sia una poco di buono golosa di sperma nobile, non so se mi spiego.- sorrisi all’udire di quelle parole poco cortesi, dette con la naturalezza con la quale si recita una poesia del Petrarca. Successivamente  riprese a parlare, abbassando di poco il tono della voce -e so che ha a che fare con il Libro delle Lamine.-
-Il libro di cosa?!- chiesi sbigottito. Alla lista delle cose in comune con Leonardo era necessario aggiungere il bisogno impellente di parlare di cose estremamente strane.
La ragazza si guardò velocemente intorno, poi il suo sguardo incontrò il mio. Si avvicinò molto al mio viso, affinchè solo l’arista ed io potessimo udire.
-Al suo interno si possono trovare le risposte a tutti gli interrogativi che l’uomo si è posto da sempre. Chi siamo? Qual è il nostro ruolo qui? Questo volume ha un valore inestimabile, in mani sbagliate porterà solo distruzione…- ci osservò per altri pochi istanti, prima di tornare subito a scrivere.
-Stronzate, è solo finzione. Qualche leggenda che i vecchi raccontano per far perdere tempo ai bambini. –esclamai ridendo. L’intervento di Leonardo non tardò ad arrivare.
-Stronzate come le tue carte dei tarocchi?- mi stuzzicò.
-Cosa?- quando lo chiese ridacchiava, immaginavo che in quel momento era lei a giudicare false le mie credenze. Beh, credenze era una parola grossa, l’avrei definite più come un metodo di approccio alle belle donne: insomma, chi non rimane stregata da un uomo che sa predire il futuro? Così, velocemente, le tirai fuori dal marsupio che portavo sempre con me. Le carte erano grandi e rigide, su ognuna di esse vi era dipinta a mano un’immagine che, una volta pescata, avrebbe non solo rivelato la sorte, ma anche mostrato il temperamento della persona che l’aveva scelta.
-Vuoi avere il privilegio di iniziare, Alessandra?- le porsi le carte, disposte a ventaglio nelle mie mani, ghignando sommessamente, ero curioso di vedere cosa sarebbe uscito fuori. In compenso lei osservò con attenzione le carte coperte, quasi volesse vedere attraverso queste per scoprire tutti i disegni prima di pescarne una. Pensai che stesse per fare la sua scelta, ma invece poggiò la mano sul tavolo e mi guardò sottecchi, accennando un piccolo sorriso.
-Pescherà prima Leonardo.- sentenziò alla fine. Accontentai la sua richiesta, infatti mi rivolsi all’artista che, sbuffando e mormorando qualcosa tra i denti, pescò la carta. Raffigurava un uomo nudo, appeso a testa in giù.
-Avanti, dimmi tutto.- disse. Afferrai la carta per esaminarla meglio. L’appeso.
-Questa carta rappresenta il sacrificio… la sospensione tra la vita e la morte, e poi, forse, una grande rivelazione.- mi soffermai sulle ultime parole con grande teatralità, facendo un ampio gesto con la mano. Leonardo gettò la carta sul tavolo, riconfermando la sua opinione riguardo ai tarocchi.
Mi rivolsi nuovamente alla sorella -Adesso sei pronta a scoprire il tuo destino?-
-Non credo nel destino.- rispose incrociando le braccia al petto.
-Allora perché non provi lo stesso?-
Molto più velocemente di quanto mi aspettassi, afferrò la carta e fissò quest’ultima alcuni secondi prima di scoprirla.
-Allora?- mi disse poi. Esitai quando vidi l’immagine raffigurata sull’oggetto. Non mi sarei mai aspettato che avesse pescato proprio quella carta: la luna. Per un istante ebbi quasi timore di parlare. Quello si che era un presagio con i fiocchi.
-La luna ha sotto di sé due cani che le stanno ululando. Il clima è spettrale e oscuro, proprio come era considerata la luna, portatrice di tenebre e influssi malefici.- feci una pausa mentre afferravo lentamente la carta, guardai ancora l’immagine, presi un bel respiro, proseguii -ciò che questa carta rappresenta è un’atmosfera sinistra e oscura, portatrice di inganno; senza la dovuta attenzione e capacità sarà impossibile passare indenni. Hai notato qualcosa di strano?-
-Sì, è capovolta.- rispose subito, forse credendo che avessi sollevato la carta senza accorgermi che fosse al rovescio.
-Purtroppo per te, non è una casualità. Il fato ti ha fatto pescare la carta al contrario, ciò che ti vuole svelare è che andando incontro a questi ostacoli non sarai più la stessa di prima. Potresti perdere persone che per te sono importanti, oggetti di grande valore. Oppure la tua vita stessa…-
Non abbandonai i suoi occhi per un solo istante, ma non riuscivo a capire cosa provasse in quel momento. La sua espressione seria mutò repentinamente in una assai più divertita. Iniziò a ridere sempre di più finchè non recuperò nei polmoni l’aria necessaria per parlare.
-Non so cosa mi diverta di più: l’assurdità che hai appena detto o la serietà con cui l’hai racconto?-
In risposta non mi scomposi più di tanto, mi sistemai sulla sedia, appoggiandomi allo schienale e portando le braccia dietro la nuca.
-Dici così perché hai paura che tutto ciò possa essere vero.-
-Non ho timore di ciò che non esiste.-
 […]
-… quindi tu saresti una dama di madonna Costanza?- le chiesi io mentre Leonardo apriva il portone del palazzo della bottega.
-Beh, più o meno. Posso permettermi di rivelarvi che sono proprio la sua guardia del corpo- dal sorriso che aveva sul volto, pensai che stesse scherzando.
-Dai, come può una ragazza così dolce come te fungere da difesa per un’altra donna?- le chiesi stuzzicandola, e la risposta divertita di Alessandra non tardò ad arrivare.
-Tutta apparenza, mio caro Zoroastro. È una tattica parecchio efficace quella di abbassare le aspettative del proprio avversario.- disse lei. Persino Leonardo era scettico, non credeva che lei potesse proteggere un’altra persona. In effetti agli occhi di tutti poteva sembrare una ragazza tranquilla, una di quelle che passano la giornata a bighellonare per strada o in casa ad aiutare nello svolgimento delle faccende domestiche; e poi la sua corporatura minuta e snella avrebbe, appunto, ingannato tutti.
-Si ma…- Leonardo cercava, come suo solito, di dare del filo da torcere al proprio interlocutore.
-Volete una dimostrazione?- lo interruppe lei, fermandosi per osservare entrambi.
-D’accordo.- risposi sorridendo appena.
Ci recammo nel cortile posteriore della bottega. Avevo ovviamente accettato la sfida. Ci posizionammo uno di fronte all’altro, come se fossimo due gladiatori pronti a combattere. Presi la spada dalla mia cintura che, nonostante fosse un po’ vecchia e arrugginita, rifletteva la luce della luna e delle lampade ad olio sparse per il giardino. La guardavo sorridendo maliziosamente, curioso di scoprire cosa avrebbe fatto quando, dopo averla bloccata e resa innocua, avrei dichiarato la mia vittoria.
Lei era tranquilla, ma insieme a quella naturalezza di chi va a fare una passeggiata per raccogliere i fiori, vedevo che era anche parecchio sicura di sé. Ma quasi mi sentivo in colpa per aver accettato la sfida nel momento in cui lei un po’ brilla per aver bevuto un po’ troppo alla locanda, ma non mi sarei mai azzardato a farle del male.
Per poco non iniziai a ridere alla vista della sua preparazione, in fondo, con la sola forza fisica potevo stenderla.
Tirò fuori dallo stivale uno stiletto, dalla lama opaca e molto sottile, nonché molto più difficile da vedere.
-Non devi mica ucciderlo eh!- esclamò Leonardo, riferendosi alla serietà con cui lei si stava preparando, ma non lo ascoltò.
-Avanti!- la invitai verso di me, il sorriso non abbandonava le mie labbra. Lei invece mi guardò cupa, per un attimo pensai che si volesse tirare indietro.
-Ne sei sicuro?- chiese quasi sussurrando. Annuii divertito dalla situazione. Immaginavo che fosse tutto fumo e niente arrosto, ma non mi fermai, volevo vedere fino a dove si sarebbe spinta.
Abbassò la testa per qualche istante, come per trattenere una flebile risata. Dopodiché spostò i capelli da un lato e mi guardò, i suoi occhi brillavano.
Prese la rincorsa e si avventò su di me cominciando con un affondo alla mia destra, che parai senza difficoltà. “Principiante” pensai. Nonostante il colpo fosse più forte di quanto mi aspettassi, era parecchio prevedibile, ma non potevo dire la stessa cosa della mossa successiva.
Dopo aver respinto l’attacco, restai proteso in avanti per un istante, lei però fu più veloce. Afferrò con le unghie la mano con cui impugnavo la mia arma, tenendola verso il basso e, facendo leva sul mio braccio, saltò fino a trovarsi ancorata alla mia schiena. Il suo coltello si trovava sotto la mia gola. Non ebbi il tempo di ribaltare la situazione che lei sussurrò al mio orecchio:-Se questo fosse stato un combattimento vero, ti avrei già ucciso senza darti il tempo per un’altra mossa.-
Avevo incassato il colpo.
Saltò giù dalle mie spalle e aspettò che uno di noi dicesse qualcosa. Nel frattempo Leonardo si era ripreso dallo stupore, mentre io dovevo ancora realizzare cosa fosse successo.
-Che c’è Zo, sei ancora scosso?- mi chiese ridendo, mentre riponeva lo stiletto nello stivale.
-Sei veloce, te lo concedo.- le risposi con finto atteggiamento di superiorità e questo la fece ridere.
-Ne vuoi ancora?- mi schernì ridendo, ma rifiutai l’offerta, avevo intenzione di scoprire le sue carte volta per volta.
Alessandra volse gli occhi cielo, che quella sera era poco nuvoloso, poi si girò verso di noi stiracchiandosi un po’.
-Allora madonna Costanza deve essere una donna davvero fortunata per vantare una difesa come te.- scherzò il fratello appoggiandole un mano sulla spalla. Alessandra chiuse gli occhi e annuì, le sue labbra incurvate in un piccolo sorriso, poi tornò a guardare l’altro.
-Non ti nascondo che però ambisco ad un titolo ben più alto.. come ad esempio “Comandante delle Milizie Fiorentine” .-gli rispose iniziando a ridere. Per alcuni secondi mi concentrai su quel suono. In quel momento mi sentii più felice, quasi ricaricato. Se non mi fosse interessato avere solo dei rapporti carnali con lei, avrei desiderato di sentila ridere ogni istante della mia vita.
-Purtroppo la società di adesso non vedrebbe di buon occhio una donna al comando delle forze militari, ma posso permettermi di dire che sarebbe una gran perdita.- aggiunsi incrociando le braccia al petto. Mentre la osservavo attentamente, cercai di non far capire dove fosse diretto lo mio sguardo, non sarebbe stato cortese. Alessandra stava per annuire in risposta, ma Leonardo, con la sua solita espressione “ho appena avuto un’idea” , prese la parola.
-Posso mettere una buona parola su di te quando vedrò Lor..-
-Grazie Leo, ma non ho bisogno di raccomandazioni, anzi..-si portò una mano al mento, poi riprese a parlare -scommettiamo che riuscirò ad avere quel ruolo prima del mio ritorno al palazzo degli Albizi?-
Ennesima prova della loro parentela: entrambi avevano delle idee assurde.
Vincerà anche questa scommessa? Prima che l’artista si ritirò nella bottega per continuare il progetto per le sue spingarde, Alessandra gli raccomandò di pensare se partecipare o meno alla ricerca di quel misterioso libro.
-Questo pensiero non ha abbandonato un attimo la mia mente!- le rispose ridendo. Me lo aspettavo da lui, era sempre così attratto da enigmi e intrighi di ogni genere. Stava per entrare nell’edificio quando Alessandra lo fermò nuovamente. Aveva tirato fuori dalla tasca un piccolo oggetto che poi lanciò al fratello. Era una moneta
-Alla locanda del Cigno Nero alloggia un uomo, un turco. Sarei dovuta andare da lui, ma preferisco che ci vada tu al mio posto.- disse lei sorridendo soddisfatta. Era geniale, sicura che Leonardo, spinto dalla curiosità, avrebbe fatto ciò che gli aveva chiesto, forse sperando che con ulteriori spiegazioni lui potesse scegliere di partecipare alla ricerca. Eppure non avvertii malizia nelle sue parole, né tantomeno aveva intenzione di sfruttare l’artista. D’altro canto, Leonardo non si sarebbe fatto truffare facilmente. Egli finalmente si congedò.
Nelle sere invernali il gelo incombeva sulla città. Ma sembrava che ad Alessandra non importasse, a giudicare dal suo abbigliamento quasi primaverile.
-Non.. hai freddo?- chiesi dopo essermi strofinato le mani addosso nel tentativo di scaldarmi. Lei scosse la testa, i suoi occhi perlustravano il cortile e le braccia erano incrociate al petto. Non seppi dire se mentiva o meno.
-Credo che sia ora di tornare a casa.- esordì lei  subito dopo sbadigliando un po’.
-L’ora del coprifuoco non è ancora scattata, posso accompagnarti.- le porsi la mano nel mentre che pronunciavo quelle parole. Solo allora mi accorsi dello zigomo leggermente gonfio, dovuto evidentemente agli schiaffi ricevuti quella mattina.
Dovetti contenere la rabbia, l’avrei fatta sicuramente pagare a quel bastardo di Piero.
-Alessandra, la tua guancia..- dissi appoggiando il pollice su di essa. Al contatto con la mia mano, lei trasalì leggermente, forse a causa del contatto improvviso o per il dolore.
-Tranquillo, poco importa.- rispose scostandosi, il suo sguardo più freddo -andiamo?
-D’accordo.-
Merda. Era dannatamente bella. Dopo alcuni minuti di cammino, solo pochi vicoli ci separavano dalla residenza del Magnifico, i nostri passi erano gli unici suoni che producevamo. Era buio, dovevamo affrettarci.
 
 
Note:
1: Okay, okay non era esattamente questa la spiegazione che dà Zoroastro per questa carta, non sono riuscita a trovare il discorso originale. Ma mi sono documentata per farla il più simile possibile alla descrizione data nella serie, spero vada bene lo stesso.
Angolino dell’autrice:
Buon 2016 a tutti voi!
Forse sarà passato un po’ di tempo dalla pubblicazione dei primi due capitoli di questa fic ma… i’m baaaaack!
Devo ammettere che ho penato per scrivere queste poche parole, ho ambiato talmente volte idea che.. ah, non sto neanche a dirvelo!
Devo confessare che purtroppo questi primi capitoli saranno più narrativi che riflessivi, forse ho lasciato troppo poco spazio alle descrizioni, perché preferisco avviare prima la storia e poi concentrarmi nel dettaglio. Credo di essere ancora molto inesperta, e non voglio azzardare troppo con il rischio di rallentare la storia con il rischio di renderla noiosa.. spero possiate capire!
Bhe, che dire.. vi ringrazio per aver letto questo capitolo e i precedenti, per qualsiasi consiglio, critica o parere lasciate una recensione, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensiate ^-^
A presto bestiolineeee <3
P.S. tutte le informazioni sulle carte dei tarocchi (che credo proprio saranno il prossimo acquisto XD) le ho prese da qui à http://www.tarocchigratuiti.it/tarocchi_carte/carte_dei_tarocchi.php e.. se vi va potete tentare la sorte anche voi……. hahah
  
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