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Autore: funny1723    03/01/2016    3 recensioni
Sabriel!AU in cui Sam è in astinenza da caffè e Gabriel, beh, Gabriel è un (amorevole) cassiere di Starbucks.
Dal testo:
"Lanciò un’occhiata esasperata al cassiere dello Starbucks in cui era entrato. Gabriel. Il ragazzo gli stava sorridendo dall’altro lato del bancone, il suo caffè fra le mani."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Starbucks, ombrelli e numeri di telefono


Sam guardò il caffè davanti a sé quasi con disperazione. Erano ore, anzi giorni, che agognava per un po’ di caffeina; se la sarebbe sparata direttamente in vena se fosse stato possibile. 
Aveva passato gli ultimi tre giorni chiuso in casa a studiare per l’esame di metà semestre ed ora era stanco, stressato ed in astinenza da caffè.
Il che era ovviamente il problema maggiore. 
Lanciò un’occhiata esasperata al cassiere dello Starbucks in cui era entrato. Gabriel. Il ragazzo gli stava sorridendo dall’altro lato del bancone, il suo caffè fra le mani. 
“Allora bellezza, che vogliamo fare?” 
Sam sospirò per la seconda volta in meno di dieci minuti. 
“Non vuoi proprio darmelo quel caffè vero?” 
Il cassiere gli sorrise sornione, sbattendo le lunghe ciglia con fare innocente. 
“Certo che voglio dartelo.” 
Ignorando il doppio senso della frase Sam allungò una mano verso il bicchiere.
Gabriel gliene fece sfiorare il bordo con le dita prima di portarlo fuori dalla sua portata. Bastardo. 
“Come dicevo, sono più che disposto a darti tutto quello che desideri dolcezza, dopo che tu mi avrai dato il tuo numero di telefono.”
Sam sospirò di nuovo, più per l’esasperazione che per altro ed una signora dietro di lui lo pungolò con la punta dell’ombrello. Che poi perché aveva un ombrello?! Non si vedeva una goccia d’acqua da mesi! 
“Giovanotto, vuoi muoverti? Non abbiamo tutti l’intera giornata da buttare qui!” 
L’anziana signora lo pungolò di nuovo fra le scapole e Sam fu certo di essere sull’orlo di una crisi di nervi.
Gabriel dal canto suo sorrideva ancora come il gatto del Cheshire. 
Poggiò una mano sul bancone per reggersi la testa mentre beveva un sorso del suo caffè. Il SUO caffè. 
Sam non ci vide più dalla rabbia. Okay, quel ragazzo era carino – estremamente carino – ed aveva un sorriso dannatamente provocante e cavolo il suo odore era delizioso quasi quanto la sua insistenza eeeee stava andando fuori tema.
Il punto era che nessuno, NESSUNO, poteva toccare il suo caffè. 
Come posseduto da un demonio scrisse il suo numero su un tovagliolo, prese il cassiere per la maglietta e lo baciò il tempo necessario a strappargli il bicchiere di mano, poi imboccò la porta come una furia. 
Solo una volta fuori si rese conto di cosa aveva effettivamente fatto.
Gli aveva lasciato il suo numero, il suo vero numero. 
E lo aveva baciato. Aveva appena baciato uno sconosciuto.
Per un attimo temette di svenire. 
Doveva assolutamente raccontarlo a Dean. O forse no, già, no, forse era meglio che Dean non lo sapesse.
   
 
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